260_Giuseppe D’Amico

Reggio Calabria, 05.08.2008

Nell’aprile dell’anno 1997 sono stato operato al cuore con impianto di due by pass.
Tornato al mio lavoro di dottore commercialista, ho cominciato a constatare macchie oleose sui documenti lasciati sulla mia scrivania.
Poiché sul soffitto, in corrispondenza della scrivania, era attaccata la plafoniera dei neon, ho pensato che le macchie fossero provocate da trasudazione dei trasformatori che attorno all’avvolgimento dei vari fili presentavano una specie di resina giallastra.
All’uopo, ho fatto venire sul posto il mio elettricista che ha escluso che le macchie potessero dipendere da tale trasudazione.
Pur non preoccupandomi più di tanto, tuttavia, sono sempre andato razionalmente alla ricerca di una spiegazione anche al fine di evitare magre figure con i miei clienti che, notando quelle macchie, avrebbero potuto considerarmi uno sporcaccione, ma inutilmente.
Nell’anno 2000 ho trasferito la mia attività all’attuale indirizzo, ove il problema delle macchie si è riproposto, senza più l’alibi della plafoniera che è posizionata al di fuori dell’area della mia scrivania.
Per escludere la responsabilità dei miei dipendenti e di chi anche temporaneamente aveva avuto il possesso delle chiavi d’ingresso, nel periodo di agosto in cui il personale va in ferie, ho chiuso la porta dall’interno, applicando fra le due ante una striscetta di carta forata per francobolli e sono uscito dall’altro ingresso di cui solo io ho sempre posseduto la chiave.
Al mio rientro, ho trovato integro il sigillo apposto fra le due ante della porta e le solite macchie sui documenti.
Un giorno, un mio amico che sapeva del fenomeno si è accorto delle abituali macchie su di un foglio di carta che ho preso in mano e sul quale, sotto i nostri occhi, se ne formavano altre mentre quelle esistenti si espandevano.
Mia moglie, pensando ad un “maleficio”, anche perché in quel periodo, quando restavo solo nello Studio sentivo come il rumore di una legnata data su una pallette di legno lasciata nel giardinetto retrostante lo Studio, ha fatto venire vari sacerdoti per una benedizione, ma senza risultati.
Nel 2007, per lavori di ristrutturazione, ho dovuto spostare la mia scrivania scoprendo che al di sotto del piano di scrittura vi era il disegno di una croce, forse capovolta ( ciò dipende dalla posizione di osservazione) e forse fatta con il pollice di una mano.
A tale riguardo, faccio presente che la scrivania era di colore nero ed il disegno sembrava fatto con della colla trasparente o altro materiale gelatinoso ormai rappresso (forse sperma o saliva).
Mi sono quindi liberato della scrivania, regalandola ad un sacerdote che aveva già benedetto lo Studio e
che intendeva utilizzarla in parrocchia, dopo averla scartavetrata nella parte interessata dal disegno.
Un paio di giorno dopo, il sacerdote mi ha informato che, essendosi sentito male, si era liberato a sua volta della prefata scrivania.
Tuttavia, sulla nuova scrivania in altra stanza dello Studio in cui mi sono spostato i fenomeni continuano con cadenza giornaliera.
A cosa attribuire tutto ciò?
Mi dichiaro disposto ad inviare qualcuno dei fogli recanti le suddette macchie e foto della croce disegnata sotto la scrivania.
La premessa circa la mia operazione perché fra le altre ipotesi, avevo messo pure in conto la possibilità che i fenomeni potessero dipendere da eventuali alterazioni biochimiche del mio organismo.
Sarebbe gradito un ricontro. Grazie per l’attenzione