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molti anni fa, durante una notte dei primi di gennaio mi accorsi di essere nel dormiveglia, anche se erano le due o le tre, e oppressa da una sensazione di tristezza e malinconia infinita, tant’è che non riesco ancora adesso a capire se ero io che mi lamentavo flebilmente nel sonno o se era una voce nel sogno che ancora mi rimbombava nella testa, il suono era un lamento lento, lungo, come di qualcuno che sta per morire. La mattina seguente leggo sul giornale che una ragazza del mio paese si era suicidata quella stessa notte, buttandosi da un ponte con la macchina in un fiume gelato. Allora ho pensato che il dolore dei suoi ultimi momenti di vita mi siano stati trasmessi, l’orario combaciava perfettamente… Mi sono accorta negli anni successivi di sentirmi senza motivo particolarmente depressa ed in lacrime, proprio nelle ore precedenti alla morte inaspettata di qualcuno dei miei conoscenti. Non so cosa pensare di me, so che a volte mi comporto così istintivamente da telefonare o scrivere a persone che hanno gravi problemi con la presunzione di aiutarli, e quello che mi stupisce è che dico loro cose molto profonde, che non realizzo neppure io pienamente, che sembrano dettate dall’Alto e che aiutano realmente quelle persone a stare meglio. Mi sento una specie di antenna, un postino, un mezzo per ascoltare le richieste d’aiuto altrui.