718_Daniela

La prima volta avrò avuto circa 12 o 13 anni. Dormivo nella cameretta con mio fratello. Il letto era a castello ed io stavo sopra. Mi svegliai per delle carezze alle gambe. Aperti gli occhi vidi mia nonna defunta 10 anni prima. La potevo vedere e riconoscere nonostante una sorta di immagine annebbiata e contornata da un pulviscolo luminoso. Mi spaventai a morte, tirai su le coperte a coprirmi la testa e rimasi così per diversi minuti. Poi piano piano mi scoprii e guardai. Non c’era più.
Da quel giorno iniziai ad avere percezioni di pericoli imminenti.

Andando a scuola una mattina, scendendo le scale di una lunga rampa, seppi ancor prima che accadesse che sarei ruzzolata giù sino in fondo. E così fu.

Da ragazza ero in auto col fidanzato e dei suoi parenti. Davanti a noi procedeva un mezzo pesante con delle lunghe barre di ferro certamente bloccate ed assicurate, ma sporgenti oltre la sagoma posteriore. Dissi al mio ragazzo “non mi piace quel carico, rallenta ed allontanati perché ho l’impressione che si muoverà”. Qualche decina di secondi dopo quelle barre di ferro cominciarono a spostarsi pericolosamente da destra a sinistra.

A 21 anni fui operata per una peritonite. Post intervento ebbi un’emorragia interna. Mia mamma mi raccontò che cominciai a sbattere sul letto, come avessi delle convulsioni.
Ricordo solo che spari tutto e fui pervasa da un grande senso di leggerezza. Non sentivo più il dolore fortissimo alla pancia, né le voci concitate dei medici accorsi. Vidi una luce dentro ad un tunnel nel quale venivo risucchiata fluttuando. Più mi avvicinavo alla sua fonte e più mi sentivo bene, serena, tranquilla, una pace assoluta. All’improvviso sentii mia madre che continuava a chiamarmi “Daniela!!!…Daniela…!!!” Aprii gli occhi e lei mi chiese qualcosa che non ricordo bene. Le risposi “ero nell’aldilà”.

Sono decenni che quando sta per morire qualcuno che conosco o che mi è caro lo so con diversi mesi di anticipo perché faccio un sogno ricorrente che ha delle varianti a seconda che sia un conoscente od un parente.

A volte mi capita di pensare a persone che poco dopo mi telefonano.

Nel gennaio 2019 prenotai un volo per Amsterdam con partenza 30 marzo. Tre biglietti andata e ritorno ad un prezzo vantaggioso non rimborsabili. Circa 10 giorni prima ebbi la sensazione di non dover partire. Guardai sul sito e capii che se avessi rinunciato avrei perso il 50% del prezzo pagato. Misi da parte i miei pensieri. Giunti quasi metà del volo di ritorno un motore si spense ed il comandante decise di tornare all’aeroporto di partenza. Ci fecero cambiare aereo e ripartimmo.

Non più di 10 giorni fa mi svegliai dal sonno. Ancora carezze sulle gambe. In piedi alla mia destra c’era mio zio. Anche lui cosparso da un velo di nebbia. Ci siamo guardati a lungo. Questa volta, ormai donna, non ho avuto paura. Poi in un battito di ciglia si è dissolto.

Da circa 10 anni mi capita spesso di guardare l’orologio o di svegliarmi quando segna le 2:22 o le 22:22.

Sono tante, tantissime le cose che potrei raccontare.

Alcune anche negative come oggetti trovati spostati, il gas del piano cottura aperto senza fiamma. Potrei definirli “dispetti”.

Per tanti anni ho avuto paura di tutto ciò. Poi ho imparato a conviverci.