L’antropologia, branca scientifica tra le più adatte a verificare e studiare i Fenomeni Psichici ed a contribuire alla nascita della scienza della Ricerca Psichica, ha in parte mancato a questo suo compito. Probabilmente perché la maggior parte degli antropologi ha preferito ometterne l’informazione o sminuirla per timore dell’integralismo accademico.
Naturalmente ci sono state anche voci autorevoli che ne hanno documentata l’esistenza e promossa la ricerca. Nel suo testo “L’Universo della Parapsicologia”, Benjamin B. Wolman (10) raccoglie una buona documentazione sulle spiegazioni antropologiche degli eventi Psi (tutto ciò che è inerente ai fenomeni psichici e al loro studio), date da coloro che hanno deciso di rompere questo silenzio. Non mancano dunque illuminanti testimonianze di chi ha compreso l’importanza della Ricerca Psichica per l’uomo, portando fin dalla fine del secolo scorso la questione all’attenzione dei colleghi in convegni e conferenze, facendo ricerche e sperimentazioni, scrivendo libri. Sono stati moltissimi, i fenomeni psichici riscontrati in sciamani, medium, stregoni e uomini-medicina delle tribù primitive di vari paesi dell’Africa, in Amazzonia e in Australia.
C’è l’esperienza molto più documentata, tra religione e filosofia, dei mistici orientali, che dall’inizio del XX secolo ha attratto il mondo occidentale. Molto più rara e saltuaria è stata l’indagine scientifica effettuata da seri studiosi (sia in ricerche regolari che top-secret), dei fenomeni psichici di medium e sensitivi occidentali (quelli veri e non quelli da salotto), sottovalutati e considerati scomodi dalla nostra società. L’antropologo e archeologo J. Norman Emerson, (11) dopo aver lavorato per undici anni con la collaborazione di un sensitivo, nel 1973 dichiarò ufficialmente: “Per mezzo dell’intuito e della parapsicologia tutta una nuova visione dell’uomo e del suo passato è alla nostra portata.
Come antropologo e come archeologo esperto in questi campi, dico che secondo me merita cogliere l’occasione di indagare e di studiare i dati che ci vengono forniti in questo modo. A ciò dovremmo dare precedenza assoluta su tutto il resto.” E aggiungeva, “In un prossimo futuro la paranormantità di oggi sarà la normalità”. Nello stesso anno, l’antropologo E. Fuller Torrey, (12) sosteneva con convinzione che i praticanti la magia sono tanto efficienti nei loro rapporti con i propri compagni dì tribù, quanto gli psichiatri americani o europei nelle loro relazioni con i propri pazienti e criticava ferocemente i nostri preconcetti etnocentrici.
Inoltre, osservava: “Le tecniche usate dagli psichiatri occidentali sono, con poche eccezioni, sullo stesso piano scientifico di quelle impiegate da medici stregoni. Se l’una è magica lo è anche l’altra. Se l’una è pre-scientifica l’altra lo è altrettanto.
Diversi anni prima, nel 1932, l’americano John Swanton, (13) dopo essersi ritirato dalla Smithsonian Institution e già presidente della Anthropological Association, scrisse ai colleghi della sua associazione una comunicazione ufficiale, invitandoli a familiarizzarsi con i risultati di laboratorio degli studi ESP, a causa della loro rilevanza per il campo dell’antropologia.
Affermava: “Una significativa rivoluzione che ci riguarda tutti sta verificandosi in una branca collegata della scienza senza grandi rumori, ma con sicurezza e non viene accolta in modo onesto e veramente scientifico.”
Nel 1959, durante un convegno della stessa associazione o. w. Weiant lesse un suo saggio 14, in cui sottolineava il riconoscimento scientifico che la Parapsicologia stava ricevendo e passava in rassegna alcuni resoconti etnografici di possibili eventi PSI. Notava: “Penso sinceramente che ogni antropologo, che vi creda o meno, debba familiarizzarsi con le tecniche della ricerca parapsicologica e farne uso, come di tutti gli altri mezzi a sua disposizione, per stabilire cosa sia reale e cosa illusorio nel cosiddetto paranormale. Se dovesse rivelarsi che i sostenitori di esso hanno ragione, vi saranno certamente implicazioni eccitanti per l’antropologia.”
Nella nostra cultura abbiamo molti termini per denominare chi possiede forme di capacità paranormali: medium, sensitivo, psichico, paragnosta, chiaroveggente. Mentre in antropologia si indicano tali individui come: stregone, uomo della medicina, veggente, strega, mago, indovino, sciamano. Mircea Eliade nel 1966 dichiarava: “Tocchiamo ora un problema della massima importanza… cioè la questione della realtà delle capacità extrasensoriali e dei poteri paranormali attribuiti agli sciamani ed agli uomini della medicina Sebbene la ricerca a proposito sia ancora agli inizi un numero piuttosto grande di documenti etnografici ha ormai stabilito l’autenticità di tali fenomeni oltre ogni dubbio.”(15)
Gli episodi di fenomeni ESP raccontati da antropologi sono miriadi. Weiant, ad esempio, nel 1960 descrisse la seguente esperienza avvenuta a Puerto Rico: “Con due amici stavo facendo una seduta sotto un portico con una medium e ascoltavo stupito questa signora che mi descriveva nei particolari la mia casa a Peekskill, N.Y., indicando la collocazione degli alberi e delle siepi, i colori dei fiori, la disposizione dei mobili e dei quadri, i diversi membri della mia famiglia e la loro età approssimativa e perfino la diagnosi esatta di una malattia di cui soffriva allora mia suocera. Fece anche riferimento a particolari intimi della mia vita. Le circostanze erano tali che solo la chiaroveggenza poteva spiegare questa sua conoscenza.”
Un esempio recente è di due anni fa, descritto dall’antropologo e ambientalista Brando Crespi (16). Durante una delle spedizioni di ricerca sulla bio-diversità di Pro-Natura International, nella foresta amazzonica, l’ultima frontiera della ricerca, fu chiesto ad uno sciamano di trovare nella foresta un’erba capace di eliminare le macchie scure della pelle, a cui era interessata, per commercializzarla, un’importante industria cosmetica occidentale. Lo sciamano, in breve tempo, tra le centinaia di migliaia di specie vegetali della foresta, grazie alle sue capacità psichiche scelse e consegnò agli scienziati un rametto coperto da una resina (gli indigeni usano questa resina per rimarginare le ferite e alleviare il dolore delle bruciature e non conoscono certo il problema estetico delle macchie della pelle) i L’estratto oleoso della resina risultò essere efficacissimo per questo problema degli occidentali.
(10) Benjamin B. Wolman: “L’Universo della Parapsicologia”, Armenia Editore, 1974
(11) J. Norman Emerson: “Intuitive archeoloy” relazione per i meeting “The American Anthropological Association”- Mexico city 1974.
(12) E. Fuller Torrey: “The Mind Game: Witchdoctors and Psychiatrists”, New York, Bantam Books, 1973.
(13) John Swanton: riferimento in “L’Universo della parapsicologia” di Benjamin E. Wolman, Milano Armenia Editore p.744.
(14) C.W. Weiant, rif. “L’Universo della Parapsicologia” di Benjamin E. Wolman, p.744, Armenia Editore
(15) Mircea Eliade: “Shamanism: Archaic Techniques of Ecstasy”, Princeton University Press 1966, in Italiano: “Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi”, Ed. Mediterranee 1974
(16) Brando crespi: Co-fondatore con S. Schwartzz dell’Organizzazione di ricerca americana Mobius Group e oggi Coordinatore delle Strategia di Pro-Natura International – sito web: www.Pronatura.org.br