Di Rosanna Camerlingo
Si parte relativamente presto al mattino direzione Laconi. Con Egidio e Marina, che già l’ha visitata, abbiamo deciso di andare alla Giara di Gesturi, c’è un nuraghe e gli ultimi cavallini selvatici d’Europa.
Si racconta che all’origine molto, molto tempo fa questi cavallini fossero molto più piccoli di adesso. Impieghiamo qualche ora ad arrivare in zona e scopriamo che esistono due sentieri, uno detto ambientale più lungo che porta ai cavallini e l’altro detto archeologico, che porta al nuraghe. Scegliamo di entrare prima in quello ambientale che oggi è percorribile con l’auto.
L’altopiano è spazzato dal vento, siamo ad agosto e fa molto caldo, questo vento ci sembra provvidenziale. La luce sembra fermarsi a fatica sugli alberi, sulle pietre, come se tutto d’improvviso potesse dissolversi.
Entriamo con l’auto, andiamo verso il sentiero ambientale, lo percorriamo tutto molto lentamente tra querceti di sughero, strani alberi, bassi, spogliati di un terzo della loro preziosa corteccia.
Ci fermiamo spesso per cogliere un’immagine, una luce, per catturare un’idea o un’emozione. Infine arriviamo allo stagno asciutto, lì finisce il percorso. Scorgiamo i cavallini della Giara, sono a gruppi e mi accorgo che da quando siamo entrati sull’altopiano è come se fossi immersa in una particolare atmosfera.
I cavallini sono lì e anch’io e sento crescere forte il desiderio quasi il bisogno doloroso di comunicare con loro.
So come fare, improvvisamente è come fossi immersa in qualcosa che comprende tutto, c’è anche Umberto con me, gli anni di lavoro con le tecniche, che per me è un linguaggio, con il Focusing, c’è tutto, c’è un senso di espansione e ci sono io, c’è la mia consapevolezza.
So come fare. Comincio a camminare a piccoli passi, poi mi fermo. Entro in contatto con uno di loro, un cavallino del branco. Mi guarda, lo guardo, cammino lentamente, mi fermo. C’è molto vento, c’è solo il rumore del vento qui sulla giara e noi tre nello stagno coi cavalli. I miei compagni sono silenziosi e attenti, avanziamo molto lentamente. Il cavallino mi guarda, io lo guardo, muove la testa, muovo la testa come per annuire, emetto un suono, risponde con un suono.
Avanzo con le mani aperte. Visualizzo il nostro incontro lì in mezzo, a metà strada, ma sono felice anche di ciò che sta semplicemente accadendo ora. Sto comunicando con loro, con lui in particolare che si gira, mi guarda, si muove, ritorna. Sono a circa 40-50 metri dal gruppo dei cavallini.
Arriva una famiglia con bambini, non me ne accorgo subito, ma l’incantamento è rotto, i cavalli si girano, corrono via nella direzione opposta.
Resto lì. Delusa, ma decisamente in attesa. La famiglia va via. La comunicazione riprende.
Cerco dentro di me il contatto: é dentro ed é fuori, le dimensioni si confondono, per lunghi momenti sembrano coincidere, per lunghi momenti c’è solo un unico immenso campo di consapevolezza cosciente. A momenti sono felice di sentire i cavallini e poi dolorosamente bisognosa di arrivare più vicino. Più vicino..come un anelito, una spinta così forte, insopprimibile, quasi straziante..Più vicino.
Cerco di tornare alla mia centralità, di tornare al self in presence, ma è difficile non toccare quel desiderio gioioso e doloroso insieme.
Continuo a visualizzare il nostro incontro, ma anche questa volta arriva un altro gruppo di umani. Irrompono selvaticamente nello stagno, senza attenzione, l’incantamento si rompe, di nuovo il gruppo dei cavallini si gira e comincia a correre, vanno via. Resto lì ancora, testarda, mentre qualcosa in me m’invita ad andare, ma non mi convinco a lasciare lo stagno.
Il cavallino si è fermato, mi guarda, non so se è lo stesso, ma so che non è importante, l’importante è stabilire un contatto con un cavallino del branco, a tratti sarà seguito da tutto il branco nella sua comunicazione con me.
Questa volta mi girano intorno, sono a circa 150 metri, poi di nuovo comincia l’incantamento, mi avvicino, sento la gioia di essere e cerco di restare nella vibrazione della presenza e di fluire nell’energia della vita.
Ringrazio per tutto, muovo la testa e il cavallino muove la testa, mi avvicino, si avvicina, di nuovo siamo nella danza dell’essere. Avanzo lentamente, emetto un suono e lui più vicino improvvisamente sembra rispondere al mio desiderio con una serie di piccoli nitriti, sbuffi, suoni e movimenti con la testa.
Sento che mi dice che questo è il massimo a cui possiamo arrivare nel nostro incontro, questo è il massimo consentito, non si può andare oltre, non ora, non in questo giorno. Siamo di nuovo a 40-50 metri, so anch’io che è così, d’improvviso ho consapevolezza di centinaia di anni infiniti in cui ci siamo separati, so anch’io che è così e quello spazio tra noi è così doloroso perché è da un altro me, che mi separa.
Il cavallino si allontana con il suo branco, ma si fermerà ancora da lontano per un ultimo sbuffante e sonoro saluto dal limitare dello stagno asciutto.
La terra di prima della storia, la Sardegna che silenziosamente ti accoglie e parla intensamente alla tua interiorità, mi ha fatto un grande dono e quell’espansione gioiosa dell’essere con i cavallini della Giara sarà il mandala degli anni futuri, la condizione interiore e la terra a cui tornare per incontrare l’altro me, nell’energia infinita che siamo e ci contiene ed in essa voglio ritrovare anche l’individualità e la gruppalità dei cavallini della giara, i miei inimitabili, eleganti e fieri fratelli con cui voglio tornare a sognare il sogno dell’essere in, dell’ essere con. Un solo pianeta, una sola umanità e la Vita come un Oceano, in cui essere in modo consapevole con la gioia che si espande, un’unica immensa onda di gioia che ci travolga tutti mentre estasiati ridiamo dei nostri piccoli ego ormai trasparenti come gocce d’acqua spumeggiante e cristallina.
A te Umberto fratello e antico maestro un ringraziamento da quell’onda che tu mi hai aiutato a percepire. Anni ricchi e fecondi che mi hanno portato avanti, non potrò mai dire grazie abbastanza.
Un grande abbraccio.
Rosanna Camerlingo vive a Napoli, laureata in sociologia e psicologia, dal 1983 si interessa di crescita personale e professionale nell’ambito dell’approccio olistico.
Esperta di linguaggio e tecniche psicocorporee, è istruttrice del Linguaggio dell’Unione. Didatta counselor, trainer certificata del Focusing Institute di New York, tiene gruppi ed incontri individuali e collabora con alcuni Istituti e Centri di counseling e psicoterapia.
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