dallo SchwartzReport del 07 giugno 2010

traduzione a cura di Erica Dellago e Clea Nardi

Immaginate come sarebbe il mondo se investissimo il nostro denaro nel tipo di progetti descritti qui di seguito invece che nelle guerre. Diversi lettori dello Schwartz Report sono coinvolti con il Buckminster Fuller Institute, e con questo premio, e io mi congratulo con loro per aver intrapreso questo percorso a sostegno della vita.

JOE ROTHSTEIN, Editor – U.S. Politics Today

Lo sapevate che il modo migliore per bonificare il terreno arido è quello di farvi pascolare gli animali?

O che le innovazioni più “forti” nel campo delle ruote potrebbero essere auto senza motore e scooter pieghevoli che funzionano esclusivamente con energia prodotta da batterie nel perno della loro ruota?

O che per ripulire gli scarichi tossici non è necessario affrontare la spesa di giganteschi impianti di depurazione — lo si può fare con un mix di batteri, piante e altri eco-sistemi che rispettano l’ambiente, che costano molto meno e che sono molto più ecologici?

Se non sapevate queste cose allora non avete seguito le tracce dei fondi del Buckminster Fuller Challenge. Gli ultimi tre vincitori della competizione oggi stanno lavorando occupandosi di tutto questo.

E anche i perdenti della gara di quest’anno stanno lavorando duramente su progetti che lasciano a bocca aperta. Una menzione d’onore è andata a un gruppo di Chicago che ha sviluppato un sistema per convogliare, pulire e restituire il 100% degli scarichi della città e delle acque dei temporali ai laghi più vicini. Ora tutta quell’acqua è riversata nel Mississippi e scende fino al Golfo del Messico.

Un’altra menzione d’onore è andata a un gruppo chiamato Barefoot College (collegio degli scalzi), nome sicuramente appropriato perché insegna alle donne analfabete e che vivono nelle zone rurali in India e in Africa i princìpi dell’ingegneria solare, e poi le aiuta a realizzare fonti di energia solare in quelle comunità.

C’è un’infinità di materiale e idee di qualità in quel luogo, di cui la maggior parte di noi non ha mai sentito parlare. Visitando la pagina ideaindex.org ne potrete vedere oltre 300, tutte concorrenti alla competizione di quest’anno della Buckminster Fuller Challenge, sponsorizzata dal Buckminster Fuller Institute.

Il vincitore di quest’anno è il Savory Institute di Albuquerque, Nuovo Messico, e la sua organizzazione gemella, l’Africa Center for Holistic Management. Con progetti in Africa, Colorado, Montana e altrove, l’Istituto sta bonificando circa 30 milioni di acri di terra attraverso le operazioni di pascolo.

Il pascolo, naturalmente, viene comunemente ritenuto essere una delle cause principali per cui la terra inaridisce. Ma Allan Savory anni fa vide una connessione olistica tra i rifiuti di origine animale, la crescita di erba e altre piante, il comportamento degli animali e l’acqua. Gestendo con attenzione le mandrie, il suo gruppo sta riportando alla vita terreno un tempo inutilizzabile. Lui la chiama la “rivoluzione marrone.”

Il primo premio per il secondo classificato quest’anno è andato alla Watergy di Berlino. Watergy ha sviluppato e implementato (ad Almeria, Spagna) una eco casa a circuito chiuso che crea delle possibilità di coltivazione estremamente efficienti in comunità con scarsità d’acqua. Il concetto è basato sulla creazione e il convogliamento dell’acqua condensata. Il sistema potrebbe portare a quello che la Watergy vede come un cambiamento drastico nell’ottimizzazione della risorsa per la fornitura di acqua, cibo e materiale rinnovabile nelle aree rurali e urbane.

Il vincitore dello scorso anno (in mostra su questo sito) è arrivato da un gruppo del MIT che ha sviluppato un progetto per installare batterie agli ioni di litio in biciclette, scooter a motore (rinominati “Robowheels”), e le loro cugine un pochino più grandi, le “CityCar”. Gli scooter elettrici si possono piegare, le automobili occupano talmente poco spazio che 3 di loro possono entrare in quello che consideriamo lo spazio di un parcheggio.

La CityCar non ha motore centrale o tradizionale treno elettrico, è alimentata da quattro motori elettrici nelle ruote. Ogni ruota contiene un motore di guida (che attiva inoltre un freno con funzione rigenerante), di manovra, sospensioni, ed è comandata digitalmente ed indipendentemente. Questo permette ai guidatori di girare sul proprio asse (un’inversione a O invece che a U), di muoversi di lato tra aree di parcheggio parallele, e cambi di corsia mentre si guida frontalmente.

Buckminster Fuller avrebbe amato tutto questo. La missione di vita di Fuller era completamente incentrata sulla sostenibilità e sulla sopravvivenza umana. Egli fu il primo a coniare il termine “Spaceship Earth” (Astronave Terra), e durante il suo tempo su questa Terra ricercò modi di disegnare sistemi che permettessero al genio della natura e dell’uomo di coesistere.

E’ interessante notare quanto molte persone abbiano più familiarità con il nome di Fuller rispetto al suo stesso lavoro. Se stimolati, molti lo ricordano come l’inventore della “cupola geodetica”, che divenne il simbolo della Fiera Mondiale di Montreal. Il design creativo per una vita migliore è un concetto difficile su cui soffermarsi per le noste menti. Non molti designer sono diventati delle rock star, ad eccezione di quelli che vestono le celebrità.

Scommetto che Fuller fosse più di un designer. Era un rivoluzionario. Non credette mai, nemmeno per un minuto, che il mondo potesse mantenersi senza dei cambiamenti rivoluzionari – cambiamenti che mettessero in armonia gli interessi umani con le leggi della natura e la sua generosità.

Un mio vecchio e saggio amico era uso definire un ottimista come “uno scienziato che crede che il futuro dell’umanità sulla Terra sia ancora in dubbio”.

Secondo questa definizione, Buckminster Fuller fu uno degli ottimisti più prolifici. Lui sapeva, e diceva spesso, che ci troviamo ad un punto decisivo nella storia umana. La decisione potrebbe prendere una direzione o l’altra.

Con soltanto un frammento delle risorse altrimenti dedicate alla guerra, inquinamento e degrado del pianeta, un sacco di persone ingegnose in tutto il mondo stanno lavorando duramente per sviluppare strategie evolutive e prodotti che siano culturalmente, ecologicamente ed economicamente fattibili.

A Fuller piaceva dire che l’umanità si trova in pieno esame finale.. e il fondo del Challenge messo a disposizione dall’Istituto che è la sua eredità, sta facendo del suo meglio per aiutarci a passarlo.

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