Il fenomeno delle autocombustioni che si stanno verificando nella zona del Messinese non è nuovo. Riportiamo di seguito, alcuni avvenimenti registrati e pubblicati anni fa di fenomeni simili.
IL MISTERO DELLE AUTOCOMBUSTIONI
L’energia trabocca ed è subito fuoco
di Umberto Di Grazia
Che il corpo umano emetta energie è cosa risaputa. Un po’ meno noto è che queste forze, per ora sconosciute, possono procurare veri e propri corti circuiti, al punto di provocare processi di autocombustione. Naturalmente, sono casi molto rari. Assai più frequente è quello di chi si dà fuoco per errore o per smanie suicide.
Un episodio interessante e tuttora avvolto nel mistero, è accaduto il 5 dicembre 1966 a Coudersport, in Pennsylvania, negli Stati Uniti.. Il Signor Don E. Gosnell, di professione dipendente dell’ente locale che eroga gas nella città, si è presentato, una mattina, a casa del Dr. John Irving Bentley, per leggere il contatore del gas, esattamente come si fa qui da noi. Il Dr. Bentley era un uomo che aveva raggiunto il brillante traguardo dei 92 anni, ma da lungo tempo invalido, camminava a fatica poggiandosi pesantemente su due stampelle. Quella mattina il Dr. Bentley non ha aperto la porta di casa, ma l’uomo del gas è entrato, come accade spesso in America, da quella posteriore. Ha sentito un odore acuto, dolciastro che veniva dalla stanza vicina. Sul pavimento ha visto un mucchio di cenere fresca, non più alta di 35 cm., come poi hanno misurato i tecnici della polizia chiamati sul posto. Il signor Gosnell ha istintivamente alzato gli occhi verso il soffitto di legno e, dritto sopra il mucchietto di cenere, ha visto un foro di una certa grandezza, tutto bruciacchiato ai bordi. E’ salito al primo piano, pensando che fosse successo qualcosa al Dr. Bentley. Gli si è presentata una scena raccapricciante. Attorno al buco sul pavimento, due stampelle di ferro e un piede dentro una pantofola. Era tutto quello che restava del vecchio dottore.
L’uomo del gas ha chiamato la polizia. Le indagini hanno verificato che Bentley non poteva essersi dato fuoco, perché la mancanza di residui di ossa e il tipo di cenere lasciavano pensare ad una fiamma di elevatissima temperatura, raggiungibile solo con complicate attrezzature industriali. Inoltre, sul pavimento di legno nient’altro aveva preso fuoco. Insomma, il povero Dr. Bentley aveva subito un corto circuito. Con un dettaglio: nessun elemento esterno lo aveva procurato.
Gli americani, come si sa, amano le statistiche. Il biologo Ivan Sanderson, fondatore della società per la ricerca dei fenomeni inspiegabili (New Jersey) ha raccolto nel 1967 circa 24 casi di “combustione umana spontanea”. In genere, purtroppo, nessuno sopravvive e sono le analisi di laboratorio a confermare l’ipotesi di autocombustione.
Solo un professore d’Università ha assicurato di aver spento una fiamma prima che lo avvolgesse. Il professore si chiamava James Hamilton dell’Ateneo di Nashville. Aveva una mente assolutamente a posto e insegnava matematica nel 1835. Ha raccontato: “un giorno ho sentito un dolore acuto alla gamba, come se fossi stato colpito da una sottile lama. Ho guardato in basso e ho visto una fiamma bluastra di circa 10 cm. Che usciva dalla coscia. Ho dato colpi secchi per spegnerla. Ho fatto la cosa più istintiva che mi veniva in mente. Ho coperto con una mano la fiamma, togliendo l’ossigeno, comprimendo con forza. Alla fine, si è spenta.”
Accanto ai casi veri, pochi ma documentati, quelli falsi sono molto più numerosi. Uno dei più curiosi che ha attirato l’attenzione dei giornalisti, è stato quello di Roger Lahore e Michèle Jousse-Randau, di 29 e 19 anni, francesi di Seron, un paese del nord dei Pirenei. Ci sono molti modi di acquistare notorietà. I due fidanzati ne hanno scelto uno molto singolare.
Per fare abbandonare la casa ai suoi familiari, Roger ha pensato di sfruttare superstizioni e pregiudizi. Il giovane ha cosparso di un liquido che procurava effetti simili a quelli dell’autocombustione su vestiti e tappeti. Dopo un po’ si sono precipitati in casa Lahore esorcisti, studiosi di parapsicologia e altri. Era una casa stregata? Ancora una volta spiriti del male avevano trovato alloggio, non trovando niente di meglio da fare, proprio nella piccola cittadina dei Pirenei?
E’ arrivata la polizia, e Roger, per nulla intimidito ha consegnato abiti che dopo un po’ hanno preso fuoco. A qualcuno però deve essere venuto un dubbio. E Roger, dopo un po’, ha confessato di aver architettato tutto, così per restare solo nella grande casa paterna.
Umberto Di Grazia
Articolo pubblicato su “Il nostro giornale” anno 1 N°3 aprile – giugno 1991