a cura di Mario Bruschi, Dipartimento di Fisica Università “La Sapienza”

È uscito il rapporto annuale (200 pagine ‘dense’) del Worldwatch Institute sullo ‘stato di salute’ del mondo. Da quando questi rapporti sono iniziati (1984), la lista dei ‘guai’ sembra allungarsi senza tregua: foreste che si restringono, acque sempre più scarse e contaminate, intere specie vegetali e animali che scompaiono, buco dell’ozono, temperature mondiali medie in rapida crescita e conseguenti cambiamenti climatici (ghiacciai che si sciolgono, tempeste sempre più devastanti, barriere coralline che muoiono).

Nell’ultimo rapporto si fa menzione degli esaltanti successi tecnologici ed economici ottenuti negli ultimi anni del secolo, ma ” Come il Dow Jones (indice borsistico) va su, la salute della Terra va giù” osserva Lester R. Brown, presidente del Worldwatch. E ancora: ” Presi dalla fenomenale crescita e dalle vibrazioni virtuali di Internet” dice Brown ” abbiamo perso di vista il rapido deteriorarsi della situazione reale”. Inoltre va sottolineato che, se il tentativo di inversione di tendenza nel campo ambietale dovesse fallire, ciò porterebbe inevitabilmente ad una inversione di tendenza anche nel campo economico. In effetti la recente protesta a Seattle contro la World Trade Organization era basata sull’idea che non si può avere una ‘sana’ crescita economica a scapito dell’ambiente.
Alcuni punti del rapporto: Declino crescente in Africa, specialmente nella regione sub-sahariana 800 milioni di abitanti ) dove l’imperversare del virus HIV (AIDS) sta provocando la morte prematura di milioni di persone, causando un rapido abbassamento della vita media (uno dei principali indicatori di progresso) e prosciugando la riserva di risorse umane (agricoltori, insegnanti, lavoratori). Si innesca così una retroazione maligna (più povertà => più AIDS (e altre malattie) => più povertà). L’India sta consumando acqua ad un ritmo così rapido che la natura non riesce a ricostituire adeguate riserve. “Se Nuova Dehli non escogita rapidamente una efficace strategia per affrontare la screscente scarsità di risorse idriche” dice il rapporto ” ben presto la vita media in India si abbasserà ulteriormente”.
Due grandi sfide per il nuovo secolo: stabilizzare il clima e la popolazione. Due dozzine di paesi industrializzati hanno raggiunto la crescita zero (l’Italia è addirittura sotto zero) e alcuni paesi in via di sviluppo stanno raggiungendo una relativa stabilità della popolazione (Cina, Corea del Sud, Tailandia, Sri Lanka, Barbados).
Per stabilizzare il clima sarà necessario sostituire i combustibili fossili (carbone, petrolio) con fonti di energia rinnovabili (acqua, vento, sole): già ora, secondo il rapporto, un quinto della produzione energetica del mondo proviene dal settore idro-elettrico e ancora più si potrebbe fare, con adeguate tecnologie ed investimenti, nel settore eolico. Worldwatch è consapevole che una ristrutturazione dell’economia tale da incorporare anche elementari istanze ecologico-ambientaliste non sarà certo semplice.
Ma l’ostacolo pricipale sembra ancora essere nella diversa visione del mondo che economisti ed ecologisti hanno. Gli economisti pensano ancora in termini di una crescita senza fine; tuttavia, agli inizi del nuovo millennio, dovrebbero iniziare a tenere in conto che il mondo è quello che è e le sue risorse sono finite (nel senso di ‘limitate’ ma anche, quasi, nell’accezione primaria del termine!).

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