da ANSA.it del 13 aprile 2010

ROMA – A volte una persona anziana non è più in grado di ricordare un fatto sepolto nel suo lontano passato, eppure può ancora provare il ‘brivido’ dell’emozione che quel fatto, per esempio la nascita di un figlio, ha prodotto.

Anche un individuo malato, la cui memoria è KO per esempio per via del morbo di Alzheimer, non ricorderà neanche cosa ha fatto 10 minuti prima ma, se quell’azione gli ha prodotto un sentimento, state pur certi che la sua memoria inceppata lo ricorderà.

Le emozioni, infatti, secondo una ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences, lasciano segni indelebili nel cervello: anche quando i ricordi scompaiono le emozioni loro legate rimangono.

La scoperta è di Justin Feinstein e DanTranel dell’università dell’Iowa. Gli esperti hanno osservato pazienti con gravi forme di amnesia e visto che, anche se incapaci di ricordare sia pure un minimo la trama di un film appena visto, ricordano e continuano a provare a lungo le emozioni suscitate dalla visione del film.

Questi risultati hanno implicazioni importanti su due fronti: oggi sono in corso molte ricerche volte a trovare un metodo per cancellare il ricordo di un evento traumatico ma, stando a questo studio, anche se cancelli il fatto doloroso non è detto che ciò basti a cancellare il dolore procurato da quell’episodio; inoltre i malati di Alzheimer, pur ricordando poco o nulla delle loro giornate, hanno ‘ricordi emotivi’ che non vanno dimenticati per offrire loro un’assistenza di qualità.

Gli esperti hanno osservato la ”memoria emotiva” di un gruppo di pazienti colpiti da grave amnesia a causa di lesioni a livello dell’ippocampo che è la sede della nostra memoria ed è cruciale per il trasferimento delle nuove informazioni nel ‘cassetto’ della memoria permanente. Questi pazienti hanno difficoltà a ricordare qualsiasi informazione in modo duraturo.

I neuropsicologi hanno lasciato vedere per alcuni giorni dei film, commedie o film drammatici per suscitare felicità o tristezza in questi pazienti. Pur non avendo problemi a ridere o piangere di un film, i pazienti già a 10 minuti dalla visione non ricordano minimamente cosa hanno visto.

Eppure, è emerso sottoponendoli a questionari ad hoc per valutare il loro stato emotivo, i pazienti trattengono a lungo le emozioni suscitate dalla visione dei film, soprattutto la tristezza. “I pazienti continuano a provare le emozioni scatenate dal film, la tristezza più a lungo della felicità, entrambi i sentimenti durano molto più a lungo di quanto persista in loro il ricordo del film”, ha spiegato Feinstein.

Ciò potrebbe significare che non basta cancellare il ricordo di un evento traumatico per cancellare il dolore legato a quell’evento.

Inoltre, ha concluso Feinstein, è necessario tener conto di questi risultati per assistere con umanità un malato di Alzheimer: questo non si ricordera’ di certo una telefonata affettuosa di un parente ma manterrà il bel ricordo dell’emozione suscitata da quella chiamata.

Viceversa se lo si tratterà con non curanza e poco rispetto, il malato se ne ricorderà anche se la sua memoria non funziona.

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