Cosa succede quando 300 esperti di sostanze psichedeliche si riuniscono nella stessa stanza?
Grazie a Judy Tart.
Traduzione a cura di: Paola Mas
Nonostante l’utopismo psichedelico di massa sia andato e venuto a ondate, il movimento hippie della fine degli anni ’60 riecheggiava ancora sulla scena rave degli anni ’90. E oggi c’è una piccola ma devota comunità di scienziati, ricercatori spirituali, artisti ed edonisti cresciuti che indaga sul valore di queste droghe.
Protagonista della conferenza dal titolo “Horizons: Perspectives on Psychedelics” (Orizzonti: prospettive sulle sostanze psichedeliche), tenutasi a New York dal 19 al 21 settembre, è stato un movimento più vecchio e più saggio, intento a sondare i legami di queste sostanze con la medicina, l’arte, la spiritualità e la cultura. Esso era composto da 300 persone: un coacervo di hippie e accademici con le camicie bianche button-down, che superavano di poco il numero di treccine rasta, e le t’shirt della NASA.
Le sostanze psichedeliche sono “il farmaco psichiatrico più potente che sia mai stato concepito”, ha dichiarato lo psicoterapeuta Neal Goldsmith, curatore della conferenza. Ma quando vengono utilizzate sotto forma di medicinale – sia pure con tutte le cautele del caso – provocano esperienze mistiche, ecco perché “la scienza deve espandersi”. Una ricerca appropriata, ha detto, potrebbe cambiare le politiche governative che classificano gli psichedelici come droghe pericolose, di cui è vietato qualsiasi utilizzo in ambiente medico.
La più promettente delle ricerche mediche attuali, ha detto Rick Doblin della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (Associazione multidisciplinare per gli studi sulle sostanze psichedeliche), prevede l’associazione dell’MDMA (l’Ecstasy) alle psicoterapie intensive per trattare i disordini causati dallo stress post-traumatico. I primi studi, ha detto, hanno ottenuto “risultati molto incoraggianti” con pazienti che non rispondevano alla terapia del colloquio e alle cure tradizionali.
Il gruppo spera di ottenere l’approvazione dell’FDA entro dieci anni. Ma le compagnie farmaceutiche non sembrano interessate: la molecola MDMA è di dominio pubblico, il numero di pillole che la terapia utilizza è troppo basso per essere remunerativo e la droga è oggetto di continue controversie. L’unico modo per darle legittimità, ha detto Doblin, sarà quello di agire avendo come riferimento il supporto che il Planned Parenthood ha dato alla RU486.
Durante la conferenza, i confini tra le discipline sono spesso risultati nebulosi. Il farmacologo della Purdue University, David Nichols, si è definito uno “scienziato riduzionista”, ma considera straordinario il fatto che un decimo di milligrammo di una droga, rimanendo nel cervello per quattro ore, possa cambiare per sempre la visione del mondo di un individuo. L’artista Alex Grey ha proiettato delle diapositive di alcuni suoi quadri ispirati da un trip e presentato filmati di occhi dai colori iridescenti e cangianti, di pesci e di vermi, definendoli simboli di una “cultura visionaria” che cerca di affrancare il mondo, auspicando un’anima di gruppo che sostituisca la cultura che investe 38 miliardi di dollari nelle campagne militari. Secondo l’animatore Isaiah Saxon, gli artisti possono assurgere al ruolo di sciamano in una società industriale che non ha alcuno spazio per figure di questo tipo.
La spiritualità è l’elemento chiave che accomuna molti di questi consumatori di droghe. Gabrielle, una madre di 32 anni, ha affermato che grazie a un trip ha perso il suo ego ed è diventata parte di qualcosa più grande.
“La natura vuole che capiamo di essere tutti uguali”, ha detto rievocando un’esperienza con l’ayahuasca avuta in una foresta della California, durante la quale ha visualizzato reticoli attraversati da intricate linee dai colori delicati e ha visto le sequoie gioire quando la nebbia datrice di vita vi è affluita dentro.
Quando capisci che sei parte dell’universo, ha detto Craig Reuter, di 25 anni, diventi consapevole di quanto tu sia responsabile delle tue azioni, perché “qualsiasi cosa tu faccia si propaga verso l’esterno, come le gocce d’acqua nel gigante lago dell’esistenza”.
Sue, un’insegnante di 45 anni, ha dichiarato che gli psichedelici la inducono all’introspezione e le permettono di concentrarsi sul linguaggio figurativo, governato dal lato destro del cervello, invece che su quello verbale.
Lo psicanalista canadese Dan Merkur ha illustrato cinque modi con cui le culture hanno utilizzato gli psichedelici per la trasformazione spirituale: il “risveglio religioso di massa” della cultura hippie; gli insegnamenti impartiti dai profondi conoscitori di discipline religiose come gli sciamani; l’uso rituale di gruppo, come le cerimonie degli indigeni a base di ayahuasca e di peyote; i riti di iniziazione, come l’uso dell’ibogaina presso i bwiti del Gabon; e il loro più recente utilizzo in Occidente in ambito terapeutico. Alcuni consumatori di eroina hanno raccontato di aver avuto successo nel trattare la loro dipendenza con l’ibogaina.
Sasha e Ann Shulgin, gli autori di Pihkal (Phenylethylamines I Have Known and Loved, Le feniletilamine che ho conosciuto e amato) e di Tihkal (Tryptamines I Have Known and Loved, Le triptamine che ho conosciuto e amato), sono figure di culto nel mondo psichedelico. Sasha Shulgin, un chimico dalla barba bianca, ha sintetizzato nel suo laboratorio gli psichedelici, che assume assieme a sua moglie Ann e di cui ha catalogato gli effetti nei suoi libri. Alla conferenza, i due hanno stemperato l’adulazione dei partecipanti con una battuta secca, dicendo che sebbene farsi un trip possa far provare le stesse emozioni di un rapporto sessuale, non si vedono però le stesse immagini.
“Non sono un consumatore abituale di droghe”, ha risposto Sasha, quando gli è stato chiesto quale sia la sua sostanza chimica preferita. “Tranne che di vino rosso”, ha aggiunto sua moglie.
Ann Shulgin, una terapeuta laica, diffida dall’assumere l’MDMA per più di quattro volte all’anno, perché vanifica la magia della sostanza. Sebbene sia un farmaco eccezionale per fini terapeutici, ha detto, è inutile ed egoistico che i terapeuti ne assumano durante una seduta, durante la quale “bisogna concentrarsi sull’introspezione del paziente”, ha spiegato.
Questo invito alla cautela è stato l’argomento principale di tutta la conferenza. Doblin ha suggerito che “la pazienza è la via più veloce” per far sì che droghe quali l’MDMA siano legittimate come farmaco. Se i sostenitori della terapia a base di psichedelici non vogliono fare passi falsi, ha detto, devono evitare gli errori del passato, come quando Timothy Leary si mise a pubblicizzare l’LSD come una panacea dell’edonismo culturale. (Nel 1966 Leary dichiarò a Playboy che “durante un rapporto sessuale preceduto da un’assunzione ben dosata di LSD, una donna avrebbe potuto raggiungere diverse centinaia di orgasmi”.)
Nel 1961, ha ricordato Doblin, il professore di psicologia di Harvard David McClelland segnalò i difetti di cui peccava la campagna a favore della psilocibina portata avanti da Leary. L’enfasi sul misticismo rischiava di portare all’alienazione dalla società. Gli iniziati spesso si sentivano superiori a chi non aveva mai provato un trip. Il sentimento di fusione cosmica con l’umanità non impediva loro di essere insensibili verso gli altri. La loro fede nell’onnipotenza del pensiero conduceva alla negazione della realtà. E la loro spontaneità era una cosa positiva, ma non quando sfociava in atteggiamenti irresponsabili.
Saxon – che ha collaborato all’animazione del video della canzone di Bjork “Wanderlust”, creando un onirico paesaggio artico tri-dimensionale popolato da tundra erbosa, corsi d’acqua pieni di viticci e bighorn preistorici – ha dichiarato di aver assunto la psilocibina mentre concepiva il video, ma non mentre lo realizzava. E sebbene Alex Grey e sua moglie, Allyson, suggeriscano di utilizzare gli psichedelici durante i rituali per iniziare i teenager all’età adulta, essi ammoniscono anche che “bisogna desiderare di avere un ego prima di poterlo trascendere”.
Diversi conferenzieri hanno dichiarato di non essere assolutamente interessati a un uso ricreativo delle sostanze. D’altronde se non l’avessero fatto, non avrebbero potuto parlare degli aspetti più seri della psichedelia. Brian Jackson, 36 anni, ingegnere del suono e musicista, ha affermato di non aver assunto sostanze psichedeliche per molto tempo, in parte perché New York non è l’ambiente ideale per farlo e in parte perché era troppo grande per partecipare ai rave, ma sballarsi con gli psichedelici l’ha indotto a considerare le loro possibilità in ambito medico e ad agire contro il proibizionismo.
Secondo lo scrittore Daniel Pinchbeck, i confini tra l’uso ricreativo e quello spirituale non sono affatto chiari, e partecipando a feste in stile rave si rischia di diventare schiavi del gruppo.
Saxon è quello che probabilmente ha affrontato la questione in modo più convincente, dichiarando che: “Assumere una grossa dose di psichedelici ti fa perdere il controllo e ti impedisce di capire se l’uso che ne stai facendo è di tipo ricreativo o meno”.
Quali sarebbero le conseguenze sociali di una rinascita della psichedelia? Se Leary aveva ragione, ha ipotizzato Robert Forte, studioso di psicologia e di religioni, le droghe come l’LSD renderebbero le persone meno sensibili alle propagande di estrema destra, perché permettono di sentire “un mare d’amore”.
Dall’altro lato, sebbene annullare il senso della realtà per alcuni istanti possa essere illuminante, eliminare del tutto un atteggiamento scettico può essere pericoloso in una società piena di imbroglioni capitalisti, religiosi e politici che plagiano le menti – soprattutto quelli che si presentano sotto le false spoglie di sostenitori della controcultura o che professano di essere contro il sistema.
Nella sessione conclusiva della conferenza, Pinchbeck ha suggerito che l’attuale rinascita della cultura psichedelica è dovuta al fatto che Saturno ha formato un angolo retto con Plutone. E quando un membro del pubblico ha chiesto chi dubitasse della “storia ufficiale dell’11 settembre”, più di metà degli astanti ha alzato le mani. Forte si è allora lanciato in una serie di teorie cospirazioniste sull’11 settembre e sulla storia manipolata dell’olocausto; ha anche confessato che poco prima della sua morte Albert Hofmann, il chimico svizzero che nel 1943 ha scoperto gli effetti dell’LSD, gli aveva confidato di pensare che dietro agli attacchi dell’11 settembre ci fossero gli ebrei.
Mentre abbandonare il regno del linguaggio logico e verbale per accedere a quello dell’intuizione può essere anche stimolante, l’industria pubblicitaria ha trascorso più di mezzo secolo ad affinare modi con cui piegare la sensibilità della gente a stimoli di tipo visivo e simbolico. Commercialisti con l’alito alla menta irrompono su scenari onirici che non hanno nulla da invidiare ai light show del Fillmore Auditorium del 1968.
Alla fine, però, tutto ciò non fa che evidenziare il fatto che gli psichedelici sono uno strumento potente, non una panacea. Sebbene la Fender Stratocaster e l’amplificatore Marshall siano capolavori della tecnologia del suono, comprarli non aiuta a suonare come Jimi Hendrix, a meno che non si abbia il suo stesso talento, la stessa esperienza e la stessa anima.
“Penso che il tempo ridimensionerà il tutto”, ha detto Goldsmith. “C’è tanto bisogno di infrangere i vecchi paradigmi e di alimentare pensieri innovativi, quanto ce n’è di rimettere al passo le affermazioni senza senso.”
In un saggio del 2007 dal titolo “The Ten Lessons of Psychedelic Psychotherapy, Rediscovered” (Le dieci lezioni della psicoterapia psichedelica, oggi riscoperta), Goldsmith ha vagheggiato una “scienza della poesia”, una “visione del mondo che unisca sciamanesimo e meccanica quantistica”. Integrando la spiritualità collettiva tipica del tribalismo con le osservazioni oggettive della modernità, capiremmo che la coscienza umana è una complessa sintesi del regno quantificabile delle reazioni neurochimiche e di quello ineffabile dei pensieri e delle emozioni: un miracolo della natura che è molto più grande della somma delle sue parti”.
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