dallo SchwartzReport del 22 agosto 2011
Traduzione a cura della redazione di coscienza.org – Erica Dellago
Come ho detto molte volte, se davvero volete cambiare la vostra vita, dovete sviluppare la pratica quotidiana della meditazione. Di sicuro ha cambiato la mia vita, e la vita di tutti quelli che so che hanno sviluppato questa disciplina, indipendentemente dal protocollo scelto.
Questo rapporto enfatizza una forma Buddista, ma la verità è che ci sono migliaia di vie. Non fa molta differenza quale sceglierete di percorrere.
Stephan A. Schwartz
MICHAEL HAEDERLE – AlterNet.org da MillerMcCune.com
Non è un segreto che gli esseri umani non siano del tutto razionali quando si tratta di valutare i compensi. Ad esempio, potremmo essere perfettamente felici con tutti i soldi che stiamo guadagnando – fino a quando non scopriamo quanto di più è pagato il ragazzo dell’ufficio accanto.
Ma un nuovo studio indica che le persone che praticano regolarmente la meditazione Buddista [in inglese], in realtà elaborano queste comuni situazioni sociali in modo diverso – e i ricercatori possono dimostrarlo attraverso le scansioni del cervello.
Ulrich Kirk [in inglese] e i suoi collaboratori del Baylor Medical College di Houston hanno fatto partecipare 40 soggetti di controllo e 26 meditatori di lunga data a un noto esperimento chiamato “Gioco dell’Ultimatum” (1). Funziona così:
una persona ha a disposizione una somma di denaro che deve dividere con un’altra persona. Se l’altra persona accetta l’offerta, entrambi se ne vanno con denaro contante nelle loro tasche, ma se lui o lei rifiuta l’offerta perché troppo iniqua – fatto che accade sorprendentemente spesso – nessuno dei due riceve nulla.
Il percorso razionale è di accettare qualsiasi offerta venga proposta, perché ottenere qualcosa è meglio di niente, ma il “gioco dell’ultimatum” indica che in molte persone l’emozione trionfa sulla ragione. Essere trattati in modo corretto è più importante che spuntarla finanziariamente.
I soggetti di Kirk avevano a disposizione 20 dollari americani da dividere tra di loro. Quando le offerte sono state sfacciatamente asimmetriche (tenere 19 dollari US per se stessi, e offrire all’altro solo 1 dollaro), il 72 percento dei soggetti di controllo ha rifiutato i soldi, che vuol dire che ambedue le parti sono andate via a mani vuote. Ma quando hanno giocato i meditatori, solo il 46 percento ha respinto le offerte sfacciatamente sleali. Più della metà è stata disposta ad accettare qualsiasi cifra offerta.
I soggetti sottoposti al test hanno eseguito il gioco giacendo all’interno di uno scanner di risonanza magnetica funzionale, permettendo così ai ricercatori di osservare quali aree del loro cervello si attivavano mentre rispondevano alle varie offerte di denaro. Come in precedenti esperimenti con il “gioco dell’ultimatum”, nei soggetti di controllo si poteva osservare una maggiore attività nella struttura del cervello chiamata “insula anteriore” quando si confrontavano con un’offerta ingiusta – un’area legata alla emozione del disgusto.
Ma i cervelli dei meditatori hanno reagito in maniera diversa, attivando aree del cervello associate alla “interoception” – “propriocezione” – il senso dello stato interiore del corpo. Di fatto, i ricercatori hanno trovato ben poca sovrapposizione nelle risposte neurali dei due gruppi.
Kirk, che ha reclutato i meditatori dallo Zen Center e da altri gruppi buddisti locali, ha voluto esplorare un meccanismo diverso di gestione delle proprie emozioni rispetto a quelli normalmente studiati nelle neuroscienze cognitive.
“Ci sembrava che un modo più ecologico sarebbe stato osservare gli effetti della consapevolezza”, dice. “La consapevolezza, contrariamente al regolare le emozioni, utilizza una visuale esterna in relazione alle proprie esperienze, piuttosto che modificare il loro contenuto (attraverso la distrazione) o contesto (attraverso il “reframing”)”.
Kirk, ora professore assistente di ricerca allo Human Neuroimaging Laboratory del Virginia Tech, dice che mentre il comportamento dei meditatori sembra in generale più “razionale” di quello della maggior parte dei soggetti di controllo, i meditatori non hanno usato la corteccia dorso laterale prefrontale, ovvero la zona del cervello solitamente associata al freddo ragionamento.
Kirk ha anche informalmente intervistato molti dei meditatori dopo che sono stati sottoposti alle scansioni cerebrali. “I meditatori hanno riferito che le offerte in realtà non sembravano ingiuste, o meglio, che “differenza” non equivale a ingiustizia”, dice Kirk. “Era come se nei meditatori la percezione di differenza suscitasse minor reattività”.
Ascolta
(1) N.d.T., definizione tratta da Wikipedia: “Il gioco dell’ultimatum è un gioco in economia sperimentale in cui due giocatori interagiscono al fine di decidere come dividere una somma di denaro che viene data loro.
Il primo giocatore sceglie come dividere la somma tra sé e l’altro giocatore. Il secondo giocatore può accettare o rifiutare questa proposta. Se il secondo giocatore rifiuta, nessun giocatore riceve nulla.
Se il secondo giocatore accetta, il denaro è suddiviso in base alla proposta del primo giocatore. Il gioco è giocato una volta sola e in modo anonimo.