Di Ugo Moretti

Un articolo datato Giugno 1978, ci racconta le prime impressioni del lavoro di Piero Angela & C. dal quale scaturirà, in seguito, il “famoso” CICAP.

Un certo scalpore – con la conseguente coda di polemiche e prese di posizione – l’inchiesta di Piero Angela sui fenomeni della parapsicologia dalla quale scaturirebbe la convinzione che si tratta soltanto di trucchi e manipolazioni ad opera di abili prestigiatori e astuti truffaldini e che quindi tutti coloro che credono a questi fenomeni, anche se vi hanno assistito (soprattutto se vi hanno assistito) sono dabbenuomini creduloni e farlocchi, zitelle invasate e vittime di autosuggestione isterica.

Piero Angela è un bravo giornalista, spiritoso e signorile, persuasivo e le sue argomentazioni sarebbero state ineccepibili se non fossero state appoggiate sulle testimonianze negative – e chiaramente di parte – che ha prodotto a suffragio della sua tomistica. Ce l’aveva tanto con quelli che “sentono” e che “vedono”, con i sollevatori di tavolini piegatori di forchette che a un certo punto m’è venuto il sospetto irriverente che volesse vendicarsi d’una predizione errata, d’una fattura andata a male, ……

…..Mi sarebbe piaciuto, ai fini del godimento dell’inchiesta e a conforto della sua attendibilità, che avesse convocato dinanzi alle telecamere non soltanto testi d’accusa ma obiettivi e probanti fautori della controtesi. Il mio amico Emilio Servadio, sulla cui autorità in materia non è concesso discutere, ha già risposto da par suo sulle colonne di un quotidiano e consiglierei Angela a leggere “La ricerca psichica” per rendersi conto che prima di parlare di psicanalisi, sensitività, parapsicologia bisogna informarsi, magari con l’ausilio di testi indicativi, anche se ampiamente sinottici, come “l’Altro Regno”, enciclopedia di metapsichica, parapsicologia e spiritismi curata da Ugo Dettore. Immagino che, per serietà professionale, Angela si sia documentato, non fosse altro che per ricercare personaggi ed esibirli al pubblico.

Come l’ex manager di Uri Geller che, chiaramente per essere un ex ha il dente avvelenato verso il suo antico datore di lavoro. Che tra l’altro, per essere un uomo di spettacolo, aveva ogni diritto di surrogare le sue indubbie facoltà con espedienti di mestiere.
Più grave, a mio parere, è stata la strumentalizzazione di Oscar Gonzales Quevedo, padre Gesuita, direttore dell’Istituto di Parapsicologia e Preside della Facoltà di Psicologia all’Università Cattolica di S. Paolo del Brasile, che ha speso tutta l’esistenza a smascherare i truffatori e i falsi veggenti proprio per far affiorare le luminose realtà che la parapsicologia offre all’indagine degli studiosi. Ne ha reso un ritratto di detective assatanato che con sacro furore manda falliti i guaritori di borgata e gli indovini da baraccone. Non ha riportato una parola degli esperimenti positivi e dei serissimi studi che Padre Quevedo promuove all’Università, che sono in parte riportati nel volume “la faccia occulta della mente” tradotto in italiano da Augusto Gambarin per i tipi dell’Astrolabio. Come ha disinvoltamente saltato le interviste fondamentali con altre persone di massimo rispetto, come Hans Bender direttore dell’Istituto di Parapsicologia di Friburgo o la professoressa Thelma Moss, della stessa carica a Los Angeles.
dice, ma non si può mica portare in TV tutti quelli che si occupano di una materia così incerta nel mondo. Quando vi ho portato i Filippini (che notoriamente sono un richiamo turistico) e vi ho fatto leggere il manifesto firmato dai biologi, basta e avanza per liquidare tutto il ciarpame. A prescindere che ci ha messo quasi un anno a girare il mondo con l’équipe (e ci piacerebbe sapere il costo alla TV di questo bel viaggio) gli sarebbe bastato informarsi nell’ambiente “puro” degli studiosi e sensitivi per portare dinanzi alle telecamere persone autentiche.
Come Umberto Di Grazia, per esempio, sensitivo etrusco ma operante a Roma, la cui attività non è monetizzata (e perciò è abbastanza odiato dai colleghi o pseudo che invece si fanno retribuire per le loro prestazioni) e che svolge la ricerca più accurata e profonda sia nel campo archeologico che in quello – molto più misterioso – della psicologia. Di Grazia ha tenuto per qualche mese una rubrica in una TV privata (gratis) e il suo corso di lezioni divulgative sui fenomeni extrasensori ha avuto un indice di gradimento impressionante. Non credo che l’indagine di Angela ne riscuota altrettanto.

Per finire, ad uso di Angela, un episodio di questi giorni. Una signora mia amica va dal dentista e aspetta in anticamera il proprio turno. Tra gli altri in attesa c’è una bambina sugli otto anni. La signora le sorride e la bambina come primo approccio le dice “tu hai un gatto”. È vero. “Come fai a saperlo?” la bambina rettifica. “Non è un gatto. È una gatta. Nera.” Verissimo. La signora strabilia. “Ma come fai a saperlo?” ripete. E la bambina “io ti guardo e lo vedo “.

Se portassimo agli studi di via Teulada, che cosa vedrebbe la bambina?

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