Il Fulmine globulare potrebbe perdere presto il suo alone di mistero, ora che in Brasile un gruppo di ricercatori ha trovato una semplice ricetta per creare in laboratorio questi misteriosi globi di luce, arrivando a riprodurli anche per molti secondi.

Migliaia di persone hanno riportato di aver visto un fulmine globulare, una sfera luminosa che appare talvolta durante i temporali. Grande come un pompelmo, generalmente persiste per alcuni secondi o minuti, qualche volta librandosi oppure “rimbalzando” sul terreno.

In Oregon, un testimone oculare vide un lobo luminoso attraversare la zanzariera di una casa, scendere giù in cantina ed abbattere un vecchio mangano, mentre – in un altro rapporto – un globo simile “rimbalzò” sulla testa di un insegnante russo più di venti volte prima di svanire.

Una teoria suggerisce che il fulmine globulare possa essere un addensamento estremamente ionizzato di plasma tenuto insieme dal proprio campo magnetico, mentre una spiegazione esotica individua la causa in mini buchi neri creatisi nel “big bang”.

John Abrahamson e James Dinniss della University of Canterbury in Christchurch, Nuova Zelanda, ipotizzano più semplicemente che i fulmini globulari si formino quando un fulmine colpisce il suolo trasformando il silice del suolo in vapore silicico puro. Come il vapore si raffredda, il silicio si condensa in particelle sospese che si aggregano in una palla formata da cariche che si raggruppano sulla sua superficie, e che arde per il calore del silicio che si ricombina con l’ossigeno.

Per testare questa idea, un team guidato da Antônio Pavão e Gerson Paiva della Università Federale di Pernambuco in Brasile, ha utilizzato “wafer” di silicio spessi solo 350 micrometri, li ha posti tra due elettrodi e bombardati con correnti superiori a 140 ampere. Dopo un paio di secondi, ha separato leggermente gli elettrodi creando un arco voltaico che ha vaporizzato il silicio.
L’arco ha generato frammenti di silicio, ma qualche volta anche lobi luminosi della dimensione di una palla da ping-pong, che hanno persistito per più di 8 secondi.
«I globi luminosi sembrano essere vivi», afferma Pavão, «le loro superfici arricciate emettono piccoli spruzzi che sembrano fargli fare uno scatto in avanti o di lato, così come le tracce di fumo a forma di spirale suggeriscono  che le sfere stanno ruotando».
Dal loro colore blu-bianco o arancio-bianco, il team di Pavão stima che abbiano una temperatura di circa 2.000 gradi Kelvin. I globi erano capaci di squagliare la plastica, ed uno ha prodotto anche un buco nei jeans di Paiva.

Sono di gran lunga i globi luminosi vissuti più a lungo mai registrati in laboratorio.
I primi esperimenti usavano microonde per creare lobi luminosi, ma svanivano millisecondi dopo che le microonde venissero spente.

«La vita dei nostri globi è circa migliaia di volte maggiore, o anche più, di quelli ottenuti con le microonde», afferma Pavão, le cui scoperte appariranno nella rivista scientifica “Physical Review Letters”. Abrahamson si entusiasma. «Ho pensato che fosse il mio anno quando l’ho sentito», dice. «I globi, sebbene piccoli, sono vissuti abbastanza a lungo per entrare nella casistica dei principali fulmini globulari osservati in natura»
Attualmente, il team di Pavão sta studiando le reazioni chimiche coinvolte nella formazione dei globi, sperimentandone il funzionamento anche con altri materiali, inclusi i metalli puri, le leghe e i composti dello zolfo.

Dal n. 2586 di “New Scientist magazine”  del 10/01/2007, pagina 12.

Notizia riportata dal sito www.newscientist.com.

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