Gli scienziati di Harvard invertono il processo di invecchiamento nei topi
dallo SchwartzReport del 30 novembre 2010
Traduzione a cura di Erica Dellago e Clea Nardi
IAN SAMPLE, corrispondente scientifico – THE GUARDIAN (UK)
Gli scienziati affermano di essere sempre più vicini all’inversione del processo di invecchiamento, dopo il ringiovanimento degli organi consumati nei topi anziani.
Il trattamento sperimentale sviluppato dai ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute, Harvard Medical School, ha trasformato topi anziani e deboli in animali sani, rigenerando i loro corpi invecchiati.
Il sorprendente recupero degli animali ha suscitato speranze tra gli scienziati sulla possibilità di realizzare un’impresa simile negli esseri umani, o quantomeno rallentare il processo di invecchiamento.
Una terapia anti-invecchiamento potrebbe avere un impatto spettacolare sulla salute pubblica, riducendo il peso dei problemi di salute legati all’età, come la demenza, l’ictus e le malattie cardiache, e prolungando la qualità della vita di una popolazione sempre più anziana.
“Quello che abbiamo rilevato in questi animali non è stato un rallentamento o lo stabilizzarsi del processo di invecchiamento. Abbiamo osservato una spettacolare inversione, cosa assolutamente inaspettata”, ha detto Ronald DePinho, che ha diretto lo studio, pubblicato sulla rivista Nature.
“Questo potrebbe portare a strategie che accrescano il potenziale di rigenerazione degli organi quando gli individui invecchiano, e quindi a migliorare la loro qualità di vita. Se possa esser utile ad aumentare la longevità, è una domanda alla quale non siamo ancora in grado di rispondere.”
Si conosce poco del processo di invecchiamento, ma gli scienziati sanno che a causarlo sono molti fattori. Nel corpo vengono prodotte naturalmente particelle altamente reattive chiamate radicali liberi che sono causa di danni alle cellule e contribuiscono all’invecchiamento, così come fumo, luce ultravioletta e altri fattori ambientali.
Il gruppo di Harvard si è concentrato su un processo chiamato “accorciamento dei telomeri”. La maggior parte delle cellule nel corpo contiene 23 paia di cromosomi, portatori del nostro DNA. Alle estremità di ogni cromosoma c’è un cappuccio protettivo chiamato telomero. A ogni divisione cellulare i telomeri si accorciano, fino a smettere di funzionare, portando così la cellula alla morte, o ad uno stato di sospensione chiamato “senescenza”. Il processo è responsabile della maggior parte dei danni da usura legati all’invecchiamento.
Ad Harvard hanno allevato topi geneticamente modificati, ai quali mancava l’enzima, chiamato telomerasi, che blocca l’accorciamento dei telomeri. Senza questo enzima, i topi sono invecchiati precocemente e hanno accusato disturbi, tra cui scarso senso dell’olfatto, dimensioni ridotte del cervello, sterilità, e intestini e milza danneggiati. Ma quando DePinho ha fatto iniezioni ai topi per riattivare l’enzima, quest’ultimo ha riparato i tessuti danneggiati e invertito i segni dell’invecchiamento.
“Si trattava di animali invecchiati malamente, ma dopo un mese di trattamento hanno mostrato un recupero sostanziale, compresa la crescita di nuovi neuroni nel cervello”, ha detto DePinho.
Ripetere il trucco sugli esseri umani sarà più difficile. I topi producono telomerasi per tutta la loro vita, ma l’enzima viene disattivato negli esseri umani adulti, un compromesso evolutivo che arresta la crescita senza controllo delle cellule e il loro trasformarsi in cancro. Aumentare i livelli di telomerasi nelle persone potrebbe rallentare il processo di invecchiamento, ma far salire il rischio di cancro.
DePinho ha detto che il trattamento potrebbe essere sicuro negli esseri umani solo se somministrato periodicamente e nei più giovani, che ancora non ospitano minuscoli ammassi di cellule tumorali nascosti nei loro corpi.
David Kipling, che studia l’invecchiamento all’Università di Cardiff, ha detto: “L’obiettivo di ‘ringiovanimento’ del tessuto umano sarebbe eliminare le cellule senescenti, oppure compensare diversamente gli effetti degenerativi che queste hanno sui tessuti e sugli organi. Anche se si tratta di uno studio affascinante, va ricordato che i topi non sono piccoli uomini, soprattutto per quanto riguarda i loro telomeri, e resta incerto se una simile riattivazione della telomerasi negli esseri umani adulti possa portare alla rimozione delle cellule senescenti”.
Lynne Cox, biochimico all’Università di Oxford, ha detto che lo studio è “estremamente importante” e “fornisce la prova del principio che il trattamento a breve termine di ripristino della telomerasi possa ringiovanire i tessuti invecchiati e ripristinare la funzione fisiologica negli adulti che già mostrano degenerazione dei tessuti correlata all’età.”
DePinho ha detto che nessuno dei topi di Harvard ha sviluppato il cancro in seguito all’esperimento. Il team sta ora considerando l’ipotesi che il trattamento possa allungare la vita dei topi o permetta loro di vivere una vita più sana in età avanzata.
Tom Kirkwood, direttore dell’Institute for Ageing and Health (Istituto di Invecchiamento e Salute) all’Università di Newcastle, ha detto: “La questione chiave è: che significato potrebbe avere per le terapie che combattono le patologie legate all’età? Mentre vi è qualche evidenza che l’erosione dei telomeri contribuisca a queste patologie negli umani, non si tratta certo dell’unica causa, né della dominante, come sembra essere nei topi a cui la telomerasi è stata artificialmente rimossa. Inoltre, il fatto che la riattivazione della telomerasi possa essere la causa principale della maggior parte dei tumori umani resta sempre motivo di preoccupazione.”
Leggi anche >> La marijuana è utile nella battaglia contro i tumori