dallo SchwartzReport del 7 marzo 2014
Traduzione a cura della redazione di coscienza.org – Marisa Menna
A poco a poco la neuroscienza sta affrontando l’aspetto non locale della coscienza.
Questo studio è stato effettuato con un singolo partecipante e quindi non è in alcun modo definitivo, ma, comunque, altamente suggestivo. Monitorerò questa ricerca e vedremo cosa succede.
Stephan A. Schwartz
JENNIFER WELSH – businessinsider.com
Immagini: Andra M. Smith and Claude Messier, Frontiers in Human Neuroscience, 2014
Potrebbe sembrare la trama di “Ai confini della realtà”, ma una studentessa laureata in psicologia presso l’Università di Ottawa afferma che può entrare volontariamente in un’esperienza fuori dal corpo (OOBE, Out-Of-Body Experience). Questo è stato un colpo di fortuna per gli scienziati, che sono stati in grado di scansionare il cervello durante l’episodio.
Generalmente le esperienze fuori dal corpo sono in un certo senso un’esperienza di pre-morte.
Un paziente può fluttuare sopra al proprio corpo come dei chirurghi che lavorano su se stessi.
Queste esperienze sono di solito attribuite all’effetto dei farmaci nel corpo del paziente, oppure agli ormoni rilasciati nel loro corpo in conseguenza di un trauma.
Un’esperienza unica
Lo studio – che ha coinvolto solo questa persona – è stato pubblicato il 10 febbraio sulla rivista Frontiers of Human Neuroscience (in inglese). I ricercatori sono membri della Scuola di Psicologia presso l’Università di Ottawa.
Secondo il giornale, la donna entra nel suo stato di OOBE prima di addormentarsi, visualizzando se stessa dall’alto. Le sue esperienze sono iniziate durante il riposino in età prescolare. Attualmente le accade solo qualche volta.
I ricercatori hanno scritto nel documento:
“La donna era in grado di vedere se stessa ruotare in aria sopra il suo corpo disteso, e rotolare insieme con il piano orizzontale. Ha riferito che a volte osservava se stessa muoversi dall’alto, ma era consapevole che il suo corpo “reale” era immobile…”
Quello che la donna ha riferito ai ricercatori:
“Mi sento in movimento, o, più precisamente, posso sentire come se mi stessi muovendo. So perfettamente che io non sono effettivamente in movimento. Non c’è dualità del corpo e della mente quando questo accade, non realmente.
In realtà, io sono iper-sensibile al mio corpo, perché sono concentrata rigorosamente sulla sensazione di movimento.
Io sono quella in movimento – me – il mio corpo. Ad esempio, se io ‘ruoto’ molto a lungo, inizio ad avere delle vertigini. Io non mi vedo sopra al mio corpo. Anzi, tutto il mio corpo si è spostato.
Mi sento come al di sopra dove so che in realtà sono. Di solito immagino anche me stessa come in movimento nella mia mente, ma la mente non è sostanziale. Non si muove a meno che il corpo non lo faccia.”
Il cervello fuori dal corpo
I ricercatori hanno effettuato una risonanza magnetica funzionale prima e dopo, chiedendole di entrare nel suo stato di OOBE per scoprire cosa accadeva nel cervello. Hanno confrontato queste immagini di quando lei stava immaginando ma in realtà non era ancora entrata nello stato di OOBE.
È interessante notare che il percorso che sembrava essersi attivato durante la sua esperienza fuori dal corpo è anche coinvolto nella rappresentazione mentale dei movimenti.
Alcune zone del suo cervello coinvolte nell’interpretazione della visione sono state inibite all’attività, come illustrato di seguito:
Lei non ha avuto alcuna particolare emozione riguardo questa esperienza, e essa sembra essere una sorta di allucinazione che può attivare a proprio piacimento.
Che cosa sta succedendo?
Anche ammettendo che l’anima non sia bloccata nel nostro corpo, non è questo che sta facendo questa donna. Sta evidentemente accadendo qualcosa nel suo cervello e sta facendo la propria esperienza del mondo in un modo diverso – i ricercatori non sanno ancora dire esattamente di cosa si tratta. Inoltre, questo studio è stato realizzato su una singola esperienza di OOBE di una donna, non su tutti gli OOBE.
Ciò nonostante, i cambiamenti osservati nel cervello potrebbero essere simili a quelli provocati dall’allenamento con la meditazione (link ad articolo in inglese). I ricercatori hanno anche suggerito che questo potrebbe essere qualcosa che molti bambini possono fare, ma che con la pratica potrebbe essere realizzata anche in età adulta.
Essi riportano che questo tipo di esperienza possa essere molto più comune di quanto si pensi: la donna in questione in realtà “è apparsa sorpresa che non tutti potessero sperimentarla”.
Gli studiosi l’hanno paragonato al fenomeno della sinestesia – la condizione in cui le persone sentono gli odori o i colori dei suoni – un tempo ritenuta come “out there”, ma che è stata ampiamente accettata negli ultimi decenni.