Gli scienziati riprogrammano il funzionamento delle cellule adulte
ROB STEIN, Staff Writer – Washington Post
Ringraziamenti al dottor Larry Dossey
divulgato dallo SchwartzReport del 29 Agosto 2008
Gli scienziati sono riusciti a trasformare una cellula adulta e matura di un animale vivo in un’altra avente funzioni differenti, un notevole passo in avanti che potrebbe portare alla cura di diverse malattie e ad arginare le difficoltà etiche e politiche associate alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Attraverso una serie di esperimenti accurati sui gatti, i biologi di Harvard hanno individuato tre interruttori molecolari che, se stimolati, trasformano una cellula comune del pancreas in quella più preziosa che produce insulina, di cui hanno bisogno i diabetici per sopravvivere.
Gli esperimenti, descritti dettagliatamente ieri sul giornale “Nature”, indicano che non solo i pazienti malati di diabete, ma anche quelli affetti da patologie cardiache, attacchi e altri disturbi potrebbero essere in grado di riprogrammare nel tempo alcune delle loro cellule per curarsi senza dover ricorrere a farmaci, trapianti o altre terapie.
“È una sorta di trasformazione estrema di una cellula”, ha detto Douglas A. Melton, co-direttore dell’Harvard Stem Cell Institute che ha condotto la ricerca. “L’obbiettivo, molto stimolante, è di riprodurre quelle cellule che, in alcune persone, sono assenti o difettose”.
Il lavoro ha incontrato il più ampio consenso perfino tra coloro che hanno sempre criticato la ricerca sulle cellule staminali embrionali, che possono essere adattate per formare qualsiasi tipo di tessuto nel corpo, ma che sono oggetto di continue controversie perché ottenute con la distruzione degli embrioni.
“Non vedo alcun problema di tipo morale nella tecnica di base”, ha detto Richard Doerflinger della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti, uno dei maggiori oppositori alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. “Soddisferà sia la medicina sia l’etica”.
Anche i ricercatori del settore, che sono ormai avvezzi ai veloci progressi di questa scienza, si sono detti sorpresi dalla scoperta.
“Sono sbalordito”, ha detto Robert Lanza, responsabile scientifico dell’Advanced Cell Technology di Worcester, Massachusetts. “Introduce un paradigma tutto nuovo per il trattamento delle malattie”.
Secondo Melton e altri ricercatori, ci vorranno ancora molti anni prima di dimostrare se tale scoperta potrà tradursi in una vera e propria cura.
“È un’importante prova di concetto”, ha detto Lawrence Goldstein, ricercatore di cellule staminali dell’Università della California di San Diego. “Ma queste cose sono sempre più semplici quando se ne discute in via teorica rispetto a quando le devi applicare su pazienti reali”.
Sebbene gli esperimenti abbiano avuto come protagonisti i gatti, Melton e altri ricercatori sono ottimisti che l’approccio possa funzionare anche sugli esseri umani.
“Non ne siamo certi… i gatti sono diversi dagli esseri umani”, ha affermato George Q. Daley, un ricercatore di cellule staminali dell’Ospedale dei bambini di Boston. “Ma la biologia del pancreas è molto simile nei gatti e negli umani”.
Melton ha già avviato le sperimentazioni di laboratorio con le cellule umane e spera di poter iniziare a progettare entro un anno i primi studi che coinvolgano persone affette da diabete. “Entro cinque anni potremmo essere pronti a iniziare i test sugli uomini”, ha affermato.
Altri scienziati hanno cominciato a testare l’approccio su altre cellule, comprese quelle che potrebbero essere usate per trattare le lesioni del midollo spinale e i disordini neurovegetativi come il Morbo di Lou Gehrig.
“L’idea di riprogrammare un neurone adulto di un certo tipo per trasformarlo in un altro preposto alla riparazione del sistema nervoso è davvero stimolante”, ha detto Paola Arlotta, che lavora per il Center for Regenerative Medicine, presso il General Hospital-Harvard Medical School di Boston, Massachusetts.
Questa ricerca è l’ultima frontiera nel campo della medicina rigenerativa, che è in via di espansione e che cerca di creare tessuti e parti del corpo sostitutivi in risposta ai bisogni specifici dei pazienti. Obbiettivo che ha iniziato ad avvicinarsi dopo che gli scienziati hanno scoperto le cellule staminali. Ma la ricerca sulle cellule staminali è stata ostacolata dalle obiezioni del presidente Bush e di altri, secondo i quali le prime fasi della vita umana hanno un valore morale.
L’anno scorso, gli scienziati hanno sconvolto il loro ambiente annunciando di aver scoperto come manipolare i geni delle cellule adulte per ritrasformarle nell’equivalente delle cellule embrionali – che le entità hanno soprannominato “cellule staminali pluripotenti indotte” o “iPS” – che possono poi essere adattate per qualsiasi tipo di cellula nel corpo.
Il nuovo lavoro sfrutta l’abilità sempre crescente che gli scienziati hanno sviluppato nell’utilizzare il funzionamento delle cellule, un tempo misterioso – questa volta per saltare il passo intermedio delle cellule iPS e trasformarle direttamente in cellule adulte.
“Questo esperimento ci dimostra che non abbiamo più bisogno di tornare a uno stato embrionale”, ha affermato Daley. “Possiamo usare una cellula affine. Potrebbe essere più semplice e più pratico”.
Secondo Doerflinger, la scoperta è la dimostrazione di come la ricerca che coinvolge gli embrioni umani non sia più necessaria. “Questo si va ad aggiungere alla grande e crescente lista di studi che stanno rendendo le cellule staminali embrionali irrilevanti per il progresso medico”, ha scritto Doerflinger in una email.
Ma altri ricercatori contestano ciò, affermando che è ancora difficile capire quale approccio alla fine risulterà più utile.
“Le cellule staminali embrionali rappresentano una straordinaria finestra sulle malattie umane e restano una chiave importante del progresso a lungo termine della medicina rigenerativa”, ha affermato Melton.
Per il loro lavoro, Melton e i suoi colleghi hanno studiato scrupolosamente le cellule del pancreas dei gatti, pervenendo man mano a una lista di geni necessari a creare una cellula “beta” che produca insulina. Dopo aver ristretto i geni candidati a nove, i ricercatori hanno costruito geneticamente dei virus conosciuti come “adenovirus” per trasportare i geni in altre cellule pancreatiche, conosciute come cellule esocrine, che normalmente secernono gli enzimi che aiutano la digestione dei cibi. Questo ha permesso agli scienziati di identificare finalmente i tre geni principali, necessari a controllare il resto dei geni della cellula e a convertirne una esocrina in una beta.
“Il risultato è stato frutto di una combinazione di lavoro, fortuna e supposizioni”, ha detto Melton. “Abbiamo raggiunto una trasformazione completa, o una riprogrammazione, delle cellule da un tipo a un altro, e ne siamo molto contenti”.
Quando gli scienziati hanno applicato la tecnica su gatti affetti da diabete, questi sono diventati capaci di controllare i livelli degli zuccheri nel loro sangue.
“I gatti non sono guariti, ma sono riusciti a ridurre il livello di zuccheri nel loro sangue quasi fino alla normalità”, ha affermato Melton.
Secondo Melton e altri, resta da vedere se sarà necessario utilizzare dei virus costruiti geneticamente, che consentano di arginare gli ostacoli ottenendo un’approvazione regolatrice in merito alle preoccupazioni di rischi non previsti, o se sia possibile trovare sostanze chimiche per la stessa finalità.
Se gli studi preliminari in laboratorio si riveleranno incoraggianti, Melton potrebbe tentare prima di convertire le cellule del fegato in cellule pancreatiche che producano insulina, perché sarebbe più sicuro che ricorrere a quelle del pancreas stesso. Una strategia alternativa sarebbe di utilizzare l’approccio per far crescere le cellule beta in laboratorio e trapiantarle negli stessi pazienti.
Lanza si è detto ottimista.
“Un giorno, questo permetterà al medico di sostituire il bisturi con una specie di chirurgia genetica”, ha detto Lanza. “Una volta perfezionata, rappresenterebbe uno dei sacri graal della medicina”.
(Traduzione a cura di: Paola Mas.)