SchwartzReport del 06.01.2008 – Traduzione a cura di Daniela Rita Mazzella
JULIE STEENHUYSEN – Reuters
CHICAGO—Il placebo rappresenta una prescrizione molto comune, come sostiene uno studio svolto negli USA nel quale quasi la metà dei medici intervistati hanno affermato di aver distribuito in alcuni momenti delle pillole innocue.
I ricercatori dell’Università di Chicago hanno affermato che lo studio solleva delle questioni etiche e sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza e comprensione nell’uso del placebo.
Secondo Rachel Sherman, studente di medicina all’Università di Chicago, il cui studio è stato pubblicato sul Journal of General Internal Medicine, “i medici credono nel potenziale terapeutico del placebo.”
L’idea alla base del placebo è che quando i pazienti pensano che sono stati sottoposti a un trattamento efficace, a volte si sentono veramente meglio, anche se i medicinali non hanno un beneficio dimostrato.
Spesso vengono utilizzati in esperimenti clinici per confrontare gli effetti dei farmaci e spesso i pazienti che assumono placebo mostrano davvero dei miglioramenti. Tuttavia alcuni studi hanno dimostrato che i medici lo utilizzano troppo spesso.
Sherman e il Dr. John Hickner, professore di medicina di famiglia presso l’Università di Chicago, hanno inviato il sondaggio a 466 internisti di tre centri medici universitari della zona di Chicago. Hanno risposto circa la metà o 231.
Di questi, il 45% ha affermato di aver utilizzato un placebo nel corso della loro attività clinica, un numero che ha decisamente sorpreso i ricercatori. Tuttavia il 12% degli intervistati sostiene che non bisognerebbe mai ricorrere all’uso di placebo.
“Secondo me questo dimostra che l’argomento tocca molto i medici. Potremmo sottovalutare le naturali capacità di guarigione del corpo umano,” ha affermato Sherman nel corso di un’intervista telefonica. “E questo dimostra che anche i medici lo potrebbero pensare.”
Sherman, tuttavia, sostiene che tale pratica solleva delle questioni etiche, tra cui quella relativa all’obbligo del medico di chiedere il consenso ai pazienti.
Tra coloro che hanno sostenuto di utilizzare il placebo nella pratica clinica, il 34% ha affermato di dire ai pazienti che la sostanza è qualcosa che “potrebbe aiutare senza arrecare danni di nessun tipo.”
Circa un terzo degli intervistati sostiene di aver dato informazioni diverse ai pazienti tra cui, “vi potrebbe aiutare ma non sono sicuro di come funzioni.”
Il 19% ha detto loro che si trattava di un “farmaco” e il 9% lo ha definito un “farmaco con effetti non specificati.” Solo il 4% dei medici ha detto chiaramente, “si tratta di placebo.”
Secondo Sherman, uno dei motivi per cui i medici non sono propensi a dare placebo è legata al fatto che affinché il placebo abbia affetto, i pazienti hanno bisogno di crederci.
Un modo per aggirare questo dilemma consisterebbe nel chiedere a tutti i nuovi pazienti il consenso in anticipo. “I pazienti potrebbero negarlo. Quindi evitiamo le questioni etiche,” sostiene Sherman.