Princeton University
“The Physical Basis of Intentional Healing Systems” Princeton Engineering Anomalies Research

Technical Report PEAR 99001
Gennaio 1999

di Roger D. Nelson

Traduzione di Florentina Richeldi

Sommario

Una letteratura relativamente vasta descrive gli effetti anomali emersi da esperimenti di laboratorio nei quali gli esseri umani cercano di cambiare il funzionamento dei sistemi fisici attraverso il potere della mente. Esperimenti paralleli mostrano che l’informazione può essere acquisita da postazioni lontane protette da ogni normale accesso.

Tale ricerca è considerata come modello per la classe generale di ricerca sulla guarigione a distanza, per la quale sono disponibili solo pochi esperimenti ben controllati. Nonostante esistano molte differenze tra ricerche di laboratorio e quelle cliniche, è possibile trovare delle analogie che possono aiutare a capire i meccanismi e a favorire la comprensione avanzata delle applicazioni pratiche.

Esempi di ricerca sperimentale sulle guarigioni sono presentati nel contesto di indagini di laboratorio e studi di campo di interazioni anomale tra mente e macchina, studi di sistemi biologici e percezioni remote, a distanza. Una breve discussione sui tentativi di sviluppare un background teoretico per le anomalie associate alla coscienza è seguita dalla considerazione sulle implicazioni e possibili applicazioni.

LE BASI FISICHE DEI SISTEMI DI GUARIGIONE INTENZIONALE

1 – Introduzione
I concetti che ora si dimostrano fondamentali per la nostra comprensione della natura …. sembrano alla mia mente essere strutture di puro pensiero,….
L’universo inizia ad assomigliare più ad un grande pensiero che ad una grande macchina.
[James Jeans, in “The Mysterious Universe (1)]

Man mano che la nostra conoscenza scientifica aumenta, il mondo fisico rivela un’unità ed un’interconnessione fondamentali che nascondono un’apparenza superficiale di distinzione e separazione meccanica. Anticipando la medicina moderna di molti secoli, le ipotesi di base che mettono in risalto le tradizioni sia di guarigione che di cure mediche allopatiche nella maggior parte delle culture del mondo includono il riconoscere, a livello intuitivo, un Tutto o l’unicità fisica e una visione del mondo come profondamente interconnesso (2). Molte terapie alternative attingono da queste tradizioni condividendo la convinzione che la mente può contribuire, in modo diretto, al processo di guarigione.

Sebbene la mente e la coscienza non siano contemplate esplicitamente nei correnti modelli fisici, un numero sempre crescente di fisici sta cercando le modalità per farlo, motivati in parte da un solido corpo di evidenza sperimentale che dimostra come le intenzioni umane (il pensiero) possa trascendere le barriere spaziali e temporali (3,4).
Modelli di guarigione alternativa e la loro pratica basata sull’intenzionalità (volontà) sono difficili, se non impossibili da spiegare entro i limiti dell’attuale conoscenza scientifica. Preghiere di intercessione, guarigione sciamanica, tocco terapeutico e guarigione a distanza, tutto sembra essere in grado di aumentare e accelerare il processo di guarigione, ma senza alcun evidente meccanismo candidato. Anche altre pratiche più convenzionali sono valorizzate da complementi di scarsa comprensione come l’effetto placebo o il “pensiero positivo”.

Sebbene i meccanismi che sottostanno alle terapie alternative risultino sfuggenti, vi sono alcuni elementi in comune: il contesto comune include il riferimento al “disordine” solitamente causato (inteso come malattia), e la potenziale struttura o informazione che viene richiesta per ristabilire il sistema.

La guarigione sembra derivare più specificatamente da una volontà, da un’intenzione a guarire, e le modalità intenzionali condividono tutte uno sforzo per stabilire un collegamento o risonanza tra il guaritore ed il paziente.

Si possono estrapolare alcuni discernimenti sui meccanismi possibili da una letteratura istruttiva che riguarda esperimenti che studiano le dirette interazioni tra la coscienza umana ed il suo ambiente.

Tali esperimenti condividono questi elementi comuni e la maggior parte di essi sono basati su dispositivi che racchiudono alcune forme di casualità o disordine e sono progettati specificamente per rilevare un trasferimento di informazioni per mezzo dell’intervento dell’intenzione cosciente. Su una più ampia scala, in fisica moderna, vi è un’esplicita interconnessione a livello subatomico che può suggerire simili interazioni sottili e influenze tra sistemi fisici macroscopici. Allo stesso tempo, la teoria del caos modella la capacità delle influenze sottili di evocare considerevoli effetti nei sistemi naturali caratterizzati da dinamiche non lineari, suggerendo l’equivalente funzionale di informazione e di energia. Le interconnessioni dilaganti, trasportando informazione ed influenza, possono eventualmente essere viste come aventi un ruolo primario in alcune forme di guarigione intenzionale.

A sostegno di questa possibilità giunge la ricerca di base, che da alcuni decenni viene condotta, la quale ha fornito un accumulo di prove scientifiche circa il fatto che la coscienza umana e l’intenzione possono alterare il comportamento dei sistemi fisici ed accedere in modo anomalo all’informazione fisicamente isolata. In questi esperimenti, sembra esserci un collegamento “non-locale” di informazione-relazione della coscienza tra persone separate fisicamente e temporalmente o tra dispositivi analoghi e può servire da modello per le connessioni anomale ed inspiegabili che sono al centro dei sistemi di guarigione. Le scoperte di laboratorio che dimostrano le interazioni anomale della coscienza con i sistemi fisici sono convincenti, e nell’applicazione clinica, con la sua importanza intrinseca ed il suo significato, noi osserviamo spesso un miglioramento imputabile a pratiche alternative e complementari. E occasionalmente si osservano delle guarigioni che sembrano “miracolose”.

Per ora siamo solo agli inizi della ricerca di spiegazioni chiare.

Il pregio della ricerca di laboratorio consiste nel fatto che essa può essere progettata con una maggiore attenzione rivolta al funzionamento e alla comprensione, mentre le applicazioni reali di guarigione devono necessariamente avere come scopo principale il benessere delle persone coinvolte. Con la guarigione intenzionale come contesto, questo studio descrive un corpo di esperimenti che esplorano le relazioni tra la mente, il mondo fisico ed alcuni rudimentali modelli teoretici i quali tentano una riconciliazione tra gli effetti anomali della coscienza e la fisica moderna.

2 – Ricerca sperimentale sulla guarigione

L’evidenza oggettiva, documentata più dettagliatamente altrove in questo testo, è quella che la guarigione e i miglioramenti accadono come risultato di interventi come preghiera di intercessione, tocco terapeutico senza contatto, ed altre forme di guarigione a distanza (5). Sorgono immediatamente due domande tra loro collegate: “In che modo agiscono queste procedure?” e “Come possiamo migliorarle ed aumentare il loro beneficio sui pazienti?”. La prima implica una teoria che spiega i meccanismi e permette di formulare predizioni collaudabili. La seconda dipende in parte dalla prima, ma consente anche un’estensione puramente empirica per mezzo di tentativi, errori e acquisizione di esperienza.
Disponiamo soltanto di idee intuitive e speculative sulle basi fisiche della guarigione alternativa e complementare. Un certo numero di modelli informali o teorie servono come utile background per i medici, ma non si possono sottoporre a test scientifici, sebbene siano di grande aiuto nel guidare le procedure dei guaritori.

Ad esempio, nel tocco terapeutico senza contatto, “energia” e “campi di energia” sono una componente importante del linguaggio descrittivo, anche se non è stata trovata nessuna tecnologia di misurazione per documentare un fenomeno corrispondente. I termini sono riconosciuti come metafore usate effettivamente nel training e nel linguaggio figurato usato dai praticanti. Gli aspetti più importanti del modello del Tocco Terapeutico sono le descrizioni esplicite di “trovare la centralità”, ricercare la “risonanza” e “intenzione” all’aiuto e alla cura (6).

Nella preghiera di intercessione c’è un’invocazione di una sorgente esterna da parte di molti praticanti, uno sforzo per accedere ad un potere più alto, con l’atto della preghiera come canale per la sua applicazione (7). E’ ancora notevole il ruolo centrale giocato dalla “intenzione nella guarigione” per focalizzare e manifestare il potere della cura. Allo stesso modo, nella metodologia della guarigione a distanza insegnato da Leshan (8), il guaritore cerca “unità” con l’universo e quindi con il paziente, e vi è una serie ben definita di esercizi concepiti per promuovere questo stato. Lo stato di unicità è concepito come fornitore di un canale di comunicazione delle intenzioni del guaritore.

Questi esempi, e virtualmente tutta la classe di sistemi alternativi di cura che funzionano senza un’apparente connessione fisica né alcun meccanismo, condividono l’elemento comune di intenzione alla guarigione e la sensazione che alcune forme di risonanza possono stabilire un canale di comunicazione per quell’intento, sebbene essi possano differire considerevolmente in altri aspetti della loro definizione o condotta e nel loro tentativo di spiegazione teoretica. La ricerca di laboratorio sulla diretta interazione della coscienza umana con l’ambiente fisico e la relativa ricerca della comunicazione anomala dell’informazione attraverso la separazione spaziale e temporale, indirizzano lo stesso risultato ad un livello fondamentale. Questi esperimenti relativamente semplici sono in linea di principio analoghi a vari aspetti del lavoro di cura e gli studi con tali sistemi possono fornire un approccio effettivo per imparare di più circa le condizioni che portano alla guarigione e lavorare verso modelli esplicativi.

3 – Ricerca dell’interazione anomala

Nel corso degli ultimi 60 anni, un’iniziativa scientifica rivolta verso le possibili facoltà straordinarie della coscienza umana come la telepatia e la psicocinesi è maturata progressivamente in un set di progetti sperimentali con controlli eccellenti ed un elevato livello di ripetibilità.
L’avvento della tecnologia informatica, insieme ai lunghi anni di esperimenti e di valutazioni critiche, ha permesso la realizzazione di una serie di esperimenti attendibili capaci di produrre numerose base di dati che analizzano un ampio spettro di parametri fisici e psicologici. Noi esamineremo un numero ridotto di questi esperimenti in alcuni dettagli e integreremo questa rassegna, necessariamente limitata, con riassunti di altro materiale rilevante. Ivi comprese recenti meta-analisi le quali definiscono la qualità della ricerca così come il suo complessivo peso di evidenza.

3.1 – Esperimenti Mente/Macchina

Una delle più estese base di dati disponibili per i nostri scopi è stato elaborata nel laboratorio Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR) (9). Questo programma fu stabilito nel 1979 da Robert G. Jahn, allora decano della Facoltà di Ingegneria e Scienze Applicate di Princeton. Il programma di ricerca si è focalizzato su due classi generali di esperimenti e sullo sviluppo iterativo di un’intelaiatura teorica per affinare gli esperimenti ed eventualmente spiegarne i risultati.

In un set di esperimenti rivolti verso le interazioni anomale su dispositivi fisici, agli operatori umani viene richiesto d’influenzare la prestazione di alcune macchine con la forza del pensiero. Gli output di tale macchine sono controllati da una sorta di processo causale. Il programma di ricerca ha esplorato le fonti elettroniche, meccaniche, ottiche e fluide dinamiche sia in scala microscopica che macroscopica. Il più ampio componente del programma è di gran lunga una serie di esperimenti con generatori microelettronici di eventi casuali (REGs) che producono una sequenza di eventi casuali binari (sequenze di 1 e 0) che vengono accumulati ed automaticamente registrati come “tentativi” mentre l’operatore cerca di influenzare il risultato verso valori più alti o più bassi. In parole più semplici, gli esperimenti REG sono molto simili a quelli in cui si chiede a qualcuno di produrre più teste o più croci quando si lancia in aria una moneta.

La tecnologia dei computers e l’elettronica permettono a questo lancio “virtuale” della moneta di procedere ad alta velocità con un conteggio estremamente attendibile e preciso. Ciò permette un feedback sui risultati immediato e potente, fornendo così informazione e motivazione potenzialmente utile al miglioramento della prestazione. Permette inoltre l’accumulo di un ampio numero di tentativi ed il conseguente potere statistico di distinguere un effetto molto piccolo dal rumore di fondo.

Sebbene possano essere usate altre fonti di casualità, incluse il ritmo di decadimento radioattivo e gli algoritmi pseudocasuali, gli esperimenti di riferimento usano una piccola fonte casuale di rumore commerciale, microelettronico, progettata per applicazioni critiche nel governo e nell’industria. Componenti elettronici di alta qualità e progetti a prova di errore assicurano che i campioni ricavati da questa fonte di “rumore bianco” siano veramente casuali, formando una sequenza binaria indipendente e imprevedibile. Estesi test di calibratura locale vengono effettuati per verificare che l’apparecchiatura funzioni come ci si aspetta e che i dati siano conformi ai modelli teorici statistici appropriati.

Una prova nell’esperimento REG è definita come la somma di 200 bits della sequenza casuale, risultante da un indice di 100 prove attese con una variaza di 50. 8Un numero predeterminato di tali prove (di solito 1000) è generato in ciascuna delle tre condizioni di intenzione per una replica dell’esperimento di base, che richiede circa un’ora per essere completato. Le istruzioni per i partecipanti sono di pensare e di cercare mentalmente o di desiderare che il REG produca sequenze di bit più alte o più basse dell’aspettativa lasciata al caso, o di generare delle linee base di tentativi. Nella sua forma basilare si tratta di un esperimento molto semplice, con una ipotesi nulla che queste tre condizioni produrranno risultati impercettibili, poiché la sola differenza tra di loro è lo stato mentale: l’intenzione, la volontà. Le ipotesi sperimentali contrastanti è che le alte e le basse intenzioni saranno correlate alle deviazioni della sequenza casuale nominale.

Durante un periodo di 12 anni, 108 operatori individuali hanno accumulato 1262 repliche degli esperimenti comprendenti oltre 5.6 milioni di tentativi accertanti l’effetto dell’intenzione dell’operatore, insieme agli effetti di vari parametri secondari, quali, ad esempio, differenze individuali tra gli operatori, ubicazione dell’operatore, tipo di fonte casuale, tipo di feedback, lunghezza delle successioni e cambiamenti dovuti al passare del tempo (10). La deviazione integrata o cumulativa dei risultati dall’aspettativa dovuta al caso prevista in tutto il database è mostrata nella figura I.2.1.

L’analisi della varianza mostra una stretta correlazione tra i risultati anomali e le intenzioni dell’operatore, con una probabilità contro il caso approssimativamente di 2 x 10-5 . Mentre la correlazione dei risultati ottenuti con l’intenzione è, nell’insieme, relativamente consistente, l’esame dettagliato rivela una struttura interna che dipende da alcuni degli altri parametri. L’alto contenuto statistico è associato all’entità complessiva dell’effetto nell’ordine di poche parti in 10 000 e che oscillano fino a poche parti in 1 000, in certi sottoinsiemi di dati. C’è una differenza notevole tra gli operatori che fa pensare a una “firma” della performance individuale dovuta principalmente ad una sicura caratterizzazione personale costante nel corso di molte repliche, sebbene essi non generino effetti di dimensioni straordinarie. Quando due persone cooperano nell’esperimento, gli effetti sono maggiori rispetto a quelli ottenuti negli esperimenti individuali, se si tratta di una coppia di sesso opposto, soprattutto se la coppia è unita, mentre coppie dello stesso sesso finora hanno mostrato effetti piccoli e piuttosto insignificanti (11). L’aspetto interessante è che i risultati dei cooperatori non sono una semplice combinazione di effetti individuali, bensì caratteristici della coppia.

Particolarmente degno di nota è il fatto che le basi di dati locali e remote (con l’operatore situato fino a migliaia di miglia di distanza dal dispositivo) mostrano modelli simili di interazione con l’intenzione ed esibiscono misure di effetto virtualmente identiche, indicando come le correlazioni anomale in questo esperimento siano insensibili alla separazione tra la persona e la macchina. Una piccola parte di queste prove remote è temporalmente controbilanciata da tempi fino a 48 o più ore, con l’operatore che presta attenzione alle intenzioni sperimentali prima o dopo che i dati siano effettivamente generati. Ancora persiste la correlazione con l’intenzione, e la misura dell’effetto non è diminuita (12).

La ricerca REG del PEAR non è l’unica ma è un programma tra molti che replica il lavoro fertile di Helmut Schmidt (13,14). Una meta-analisi pubblicata nel 1989 (15) rivelò 597 studi connessi di 68 investigatori durante un periodo di 30 anni.

La base di dati composito mostrava una misura dell’effetto costante durante gli anni, non influenzato da un aumento significativo nella qualità stimata degli esperimenti. L’effetto globale, sebbene molto piccolo, mostrava una deviazione di 15-sigma dall’aspettativa.

I progetti e le analisi sperimentali in questo modello di ricerca comprendono molti contributi provenienti da accertamenti professionali e scettici di una ricerca precedente. Essi escludono specificamente diverse spiegazioni convenzionali o artefatte sulle deviazioni dall’aspettativa dovuta al caso, inclusa la deviazione della macchina, l’arresto informato facoltativo, la selezione dei dati, la selezione delle relazioni e degli inganni, lasciando solide prove a favore di un ampio raggruppamento di anomalie specifiche dell’operatore in questa categoria di esperimenti.

3.1.1 – Studi del campo REG

Traendo vantaggio dalla microelettronica, i dispositivi REG sono stati portati fuori dai laboratori per eseguire studi sul “campo”, nei quali il REG sembra rispondere alla coesione o alla risonanza tra gruppi di persone. Dieci applicazioni in una molteplicità di ambienti, che variano da incontri di affari sino alle cerimonie religiose, mostrano una deviazione composta con una probabilità contro il caso di 2 x 10-4 (16). Gli effetti più rilevanti emergono quando i gruppi diventano omogenei sia dal punto di vista emozionale che cognitivo e condividono una identità di gruppo o una risonanza; i casi particolarmente sorprendenti tendono ad avere un filo conduttore tematico o cerimoniale.

Ad esempio, le anomalie più consistenti tra le dieci applicazioni, sono state trovate in una lunga serie di annotazioni su raduni rituali di un gruppo religioso pagano.

Sebbene questa sia un’area nuova di studio, altri ricercatori hanno svolto un lavoro strettamente correlato. Ad esempio, Radin e colleghi hanno correlato il comportamento anomalo dei dispositivi REG con una vastissima scala di attività culturali come la concentrazione di attenzione su canali TV dal vivo, in particolare di eventi molto seguiti come gli Academy Awards. In studi più direttamente collegati alle applicazioni di guarigione, essi hanno trovato una correlazione significativa tra le deviazioni di REG con livelli valutati di coesione di gruppo prodotta durante i training di laboratorio per una terapia alternativa chiamata Holotropic Breathwork (17).

Nonostante la loro storia relativamente breve, questi studi offrono un contributo importante nel puntualizzare l’evidenza che la coscienza può interagire direttamente con l’ambiente, e suggeriscono che il legame o la risonanza tra gli individui può creare un efficiente coscienza di gruppo. Essi confermano inoltre la tesi secondo la quale gli effetti della coscienza sono non locali.

3.1.2 – Studi del sistema biologico

Come precedentemente affermato, gli esperimenti mente – macchina hanno alcune forti corrispondenze con il paradigma della guarigione, ma c’è un’analogia ancora più stretta in una piccola letteratura di esperimenti, per il resto simili, che usano i sistemi biologici come obiettivo dell’intenzione.

Un certo numero di ricercatori hanno studiato gli effetti dell’intenzione cosciente su individui non selezionati e su guaritori di vari sistemi viventi. Ad esempio Nash ha dimostrato come la crescita dei batteri può essere influenzata dall’intenzione cosciente in studi a doppio cieco (18). Grad innaffiò alcuni semi, alcuni dei quali erano stati “curati” mentre altri no, con una soluzione salina e, in un minuzioso progetto a doppio cieco, notò che i semi curati (trattati) erano più propensi a germogliare e a crescere con successo (19). In una serie di studi in cui si usavano topolini, Grad e colleghi dimostrarono che ferite cutanee guarivano in maniera significativamente più rapida se trattate da guaritori, in esperimenti che controllavano manufatti come un calore extra proveniente dalle mani (20). Braud rivelò una notevole riduzione imputabile all’effetto dell’intenzione nei tassi di emolisi delle cellule del sangue dei partecipanti, conservate in soluzione salina (21).

Ancora più vicini alla ricerca clinica sono gli studi che esaminano la possibilità che le misure fisiologiche negli esseri umani siano suscettibili all’influenza a distanza. Dean e Nash scoprirono che l’attività vasomotoria misurata con un pletismografo aumentava quando un agente in un’altra stanza prestava attenzione a nomi di importanza emotiva o per l’agente o per il ricevente (22). L’attività del sistema nervoso autonomo fu indirizzata verso studi riesaminati da Braud e Schlitz, dove la conduttanza della pelle fu misurata nella persona obiettivo mentre chi influenzava in una stanza separata trasmetteva pensieri e desideri tranquillizzanti o eccitanti (23).

Questi investigatori resero operativa la nozione secondo la quale noi possiamo “sentire” che qualcuno ci sta osservando, installando una video – camera che mostri la persona obiettivo su di un monitor ad un osservatore distante. Semplici misurazioni fisiologiche mostrarono variazioni notevoli e caratteristiche durante i periodi di osservazione, messi a confronto con controlli distribuiti casualmente (24).

Questi studi del sistema biologico sono stati replicati da ricercatori indipendenti e costituiscono una promettente via di ricerca che si pone a metà tra gli esperimenti mente – macchina e gli studi clinici diretti con pazienti umani. E’ importante notare che questi studi, del tutto analoghi alla ricerca mente – macchina, hanno misure di effetti considerevolmente più ampi. Ciò potrebbe suggerire che i meccanismi sono fondamentalmente differenti, ma può darsi che i sistemi biologici siano intrinsecamente più soggetti ad influenze sottili, oppure che sia più facile per la coscienza interagire o entrare in risonanza con un organismo vivente laddove l’impresa sembra più rilevante ed importante.

3.2 – Percezione remota

La seconda componente importante del programma PEAR consiste in un esperimento sulla percezione remota che coinvolge due persone, una chiamata “agente” e l’altra “ricevente”.

L’agente visita un luogo e trascorre circa 15 minuti immerso emotivamente e cognitivamente nella scena, nello sforzo di fornire un collegamento al ricevente, il quale, in un luogo diverso, cerca di visionare o di immaginare la scena. Gli obiettivi possono essere scelti casualmente da un gruppo preparato da una terza persona o, in alternativa, quando un agente sta viaggiando lungo un itinerario sconosciuto, può essere selezionato un obiettivo specificando a priori la data e l’ora dell’esperimento, e accettando l’ubicazione dell’agente a quell’ora come obiettivo. Il ricevente descrive liberamente le sue impressioni sull’obiettivo, ed entrambi i partecipanti vengono incoraggiati a prendere appunti e disegnare schizzi (l’agente può fare delle fotografie).

Infine, ad entrambi viene richiesto di rispondere ad una serie di domande descrittive che forniranno dati per una valutazione quantitativa.

Motivi di spazio precludono il fornire esempi illustrati, ma le percezioni remote talvolta hanno una somiglianza sorprendente con l’obiettivo. Molto spesso l’informazione è globale e olistica piuttosto che analiticamente precisa, sebbene vi siano delle eccezioni occasionali dove la descrizione è molto dettagliata. Ad esempio, in un caso un ricevente scrisse di “scogli (rocce), con buchi irregolari, anche levigatezza, altezza, oceano – buio, blu scuro….un faro? – un’alta struttura – rotonda con un tetto conico; alte finestre o lo spazio di una finestra con un sentiero che conduce sino ad essa; o una struttura più ampia simile ad un castello…” Oltre questa descrizione evocativa, una schizzo di accompagnamento mostra la spalla di un castello. L’obiettivo erano le rovine del Castello di Urquardt a Loch Ness in Scozia, ed il ricevente si trovava a New York a circa 3500 miglia di distanza. La descrizione fu eseguita 14 ore dopo la visita dell’obiettivo.

Un ricevente situato nel Wisconsin descrisse “…Una specie di forma circolare. Quasi una giostra o un gazebo. Una grande cosa tonda. E’ tonda da una parte, come un disco, è come una cosa tonda piatta in terra, ma sembra essere anche alta. Forse con dei pali …. ancora acqua. Una vaga impressione di un recinto, un recinto basso… come dei gradini per salire su un sentiero o per attraversare. Come una passerella. E c’è un recinto lungo ad essa. C’è della gente che vi cammina sopra, e ci sono linee verticali lungo questo sentiero…”

Questa è una parte di una descrizione pittoresca della torre di un ristorante vicino ad un ponte sul Danubio a Bratislava, Cecoslovacchia, ad oltre 5000 miglia di distanza, e la percezione fu registrata quasi 24 ore prima che l’agente visitasse la scena.

Occasionalmente vi sono dei dettagli sorprendenti, come in un curioso caso in cui l’agente dimenticò l’esperimento e non si recò presso l’obiettivo assegnato, scelto casualmente.

All’ora stabilita l’agente stava visitando lo studio di un artista dove un importante lavoro in corso rappresentava un Arcivescovo con tutte le insegne della sua carica, comprendente il suo “bastone pastorale” (questo nome proprio era sconosciuto all’agente). Tempo addietro, lo studio era stato una fabbrica di tegole. Il ricevente descrisse un’ampia costruzione di mattone rosso, coperto di vite, ingombrato da oggetti interessanti ed unici, comprese molte sculture e ne menzionò qualcuna che teneva un “crozier” – il bastone pastorale.
Ovviamente non tutte le percezioni sono così vivide, e in alcuni casi non vi è una somiglianza indagabile tra la risposta del ricevente e l’obiettivo prefissato, ma la tendenza verso una percezione apparentemente precisa è confermata dalle analisi oggettive (25). Lo scopo primario in questo programma di ricerca è stato quello di sviluppare una sofisticata metodologia analitica per sostituire il processo di giudizio umano e facilitare, in tal modo, una stima quantitativa più precisa dei risultati e la loro correlazione con vari parametri sperimentali (26). Entrambi i partecipanti rispondono alla stessa serie di 30 domande binarie relative alla descrizione, nelle quali si chiede, ad esempio, se la scena è agitata o calma, se predominano linee dritte o curve, se è importante la profondità o l’altezza, ecc. Servendosi di tali risposte, viene fatto un confronto algoritmico della percezione con l’obiettivo così come viene codificato dall’agente sul luogo – obiettivo o con una codifica della persona che ha preparato l’insieme di obiettivi. L’analisi procede costruendo una matrice quadrata di punteggi, calcolata paragonando ciascuna percezione con tutti gli obiettivi del set di dati . Gli esperimenti opportunamente accoppiati (sulla diagonale principale della matrice) sono valutati confrontandoli con i risultati scompagnati, distribuiti al di fuori della diagonale e così può essere calcolato un forte risultato statistico per rappresentare l’anomalo trasferimento di informazione nella coppia misurata obiettivo/percezione.

L’archivio dati totale di 336 esperimenti convenzionali, mostrati nella figura 1.2.2. fornisce una prova significativa del fatto che l’informazione viene acquisita dai riceventi con un punteggio Z composto di 6.36, che corrisponde ad una probabilità casuale dell’ordine di 10-10 . Il confronto dei sottoinsiemi rivela che il risultato totale è una somma di piccoli contributi provenienti dalla maggioranza delle coppie partecipanti piuttosto che da pochi sforzi notevoli. La maggior parte delle variazioni, come il sistema di scelta dell’obiettivo o il particolare algoritmo usato, non influenza significativamente il livello di scoring. Inoltre, la scoperta più sorprendente e rilevante per i nostri scopi è l’evidenza parametrica che il grado di trasferimento di informazione anomala non è influenzato da separazioni spazio-temporali. La modellatura della regressione stabilisce un significativo cambiamento medio, ma non fornisce nessuna prova per un declino di scoring con l’amento della distanza fino a molte migliaia di miglia. Similmente, non c’è evidenza che lo scoring sia collegato a separazioni temporali positive o negative dello sforzo della percezione e la visita dell’obiettivo, sia in molti che in pochi giorni.
Come per gli studi di REG, i risultati di questo programma sperimentale sono del tutto coerenti con quelli di una ricerca indipendente ma correlata, svolta da altri ricercatori.

Una valutazione completa di un programma a lungo termine, finanziato dal governo alla SRI International e alla SAIC, che utilizza lo stesso approccio sperimentale, mostra gli stessi risultati globali ed effetti di misura statisticamente equivalenti (27, 28). Una variazione di laboratorio chiamata esperimento “Ganzfeld” usa una stanza insonorizzata e una ridotta stimolazione sensoriale per il ricevente, mentre un mittente in una stanza isolata visualizza immagini o video clip che il ricevente cerca di descrivere. Solitamente l’obiettivo è uno tra quattro selezionato casualmente da un vasto insieme, e la percentuale media di successo dei riceventi nel far combaciare la loro esperienza con un obiettivo corretto è circa di uno a tre. Analisi più dettagliate mostrano differenze tra sottogruppi, evidenziando il fatto che gli artisti ed i musicisti riportano esiti positivi in modo particolare, con campi di scoring fino al 50%. Una meta-analisi di questi esperimenti mostra una percentuale complessiva di successo del 34%, mentre l’aspettativa è del 25%. (29).

4 – Background Teorico

Non vi sono modelli teorici ampiamente riconosciuti per spiegare questi risultati di laboratorio, ma sono stati fatti molti sforzi concreti al riguardo.

Probabilmente il meccanismo più frequentemente invocato nei modelli per cercare di spiegare la guarigione intenzionale è una qualche forma di energia analoga alle energie familiari del suono, del calore, della luce e di altri campi elettromagnetici. Come metafora, “energia” è parte del sapere e della scienza di varie anomale modalità di guarigione, ma è difficile trovare un dettaglio descrittivo o misurazioni oggettive. Quando vi è un dettaglio, ad esempio la descrizione di un aura, esso sembra essere unicamente empirico e soggettivo. Il termine “energia sottile” è usato ampiamente, ma ad un esame più accurato, esso appare come un’etichetta per una varietà di osservazioni anomale e non ha un significato chiaramente specificato o fisicamente accettato (30). Per interventi immediati di guarigione come il Tocco Terapeutico o l’imposizione delle mani, i campi chimici o elettromagnetici sembrano ragionevolmente essere dei potenziali mediatori, ma per ciascuna modalità di guarigione intenzionale che trascende lo spazio e il tempo, i modelli convenzionali basati sull’energia sono inadeguati.
Ci sono prove evidenti che le anomalie studiate sistematicamente nel laboratorio non possono essere adattate in modelli che dipendono da energie fisiche, meccaniche, termiche o elettromagnetiche, comprese quelle generate dal corpo umano e dal sistema nervoso. Gli effetti non vengono diminuiti dalla distanza. I campi fisici, invece, solitamente manifestano una decremento caratteristico in proporzione alla distanza, e le interazioni anomale non sembrano essere ostacolate da alcuna forma di protezione, mentre la maggior parte delle energie fisiche possono essere prontamente deviate o assorbite. Le difficoltà maggiori che incontrano le teorie basate sull’energia è di accogliere le scoperte di laboratorio che indicano che le influenze anomale attraversano le barriere temporali.
Come possono corpi o sistemi separati tra di loro, senza alcun collegamento, senza nulla tra di loro, diventare un unico sistema interattivo? La fisica moderna offre numerose ed intriganti possibilità. Ad esempio, la teoria dei quanti suggerisce che i sistemi fisici sono accuratamente descritti con funzioni d’onda che sono interamente probabilistiche, e rimangono indefinite sino a che non viene fatta un’osservazione, risultando in un “collasso” della funzione d’onda in specifiche eigenfunzioni. L’esempio standard è quello del famoso gatto di Schroedinger, il cui destino è determinato solo quando apriamo la scatola per vedere se è vivo o morto. Analogamente, alcuni teorici suggeriscono che i risultati di un esperimento anomalo sono determinati soltanto quando un osservatore fa “collassare” la funzione d’onda descrivendo un campo di possibilità reali ma non manifestate, comprese quelle tanto improbabili da essere considerate come anomale (31, 32). Il concetto di campo punto-zero suggerisce che il vuoto fisico e tutto lo” spazio” interstiziale sono riempiti da fluttuazioni di campi potenzialmente interagenti.
Le fluttuazioni quantiche di particelle, reali o virtuali, danno origine a modelli di interferenza che legano specificatamente le particelle submicroscopiche separate e ciò, a sua volta, implica un’interconnessione funzionale su scale più ampie (33, 34). Una conseguenza di questa inseparabilità quantica è costituita dal fatto che i sistemi fisici mostrano una qualità di totalità, come viene suggerito nel lavoro di Bohm (35).

Anche se non è possibile spiegarlo in senso meccanicistico, tali modelli portano la coscienza con un ruolo efficace nel contesto. Essi suggeriscono che noi, come osservatori, siamo un “ingrediente” necessario nella determinazione della realtà fisica.
Ampliamenti di questo approccio con i modelli considerano più direttamente gli aspetti teorici delle informazioni fornite dalle interazioni anomale. In una versione della teoria dei quanti, che enfatizza l’interconnessione e la totalità del mondo fisico, Bohm descrive una particolare forma di informazione ‘attiva’ che è presente potenzialmente ovunque, ma che è attiva solo quando è significativa (35). Di conseguenza, un’intenzione a guarire può essere disponibile come una fonte d’informazione con dimensione non locale e universale, con l’esigenza, per la guarigione, di provvedere alla finalità, e quindi, al canale di risonanza, attraverso il quale l’informazione diventa attiva.

Considerando la coscienza come una forma o manifestazione di informazione, Jahn e Dunne suggeriscono un’estensione metaforica dei principi meccanici quantistici nel campo della coscienza (3 ,36).

La coscienza è considerata sia come particella che come onda, in analogia con le descrizioni meccaniche quantistiche della materia e dell’energia. Nelle sue manifestazioni non localizzate, simili a un’onda, è libera e può penetrare le barriere fisiche e risuonare con altre coscienze e con l’ambiente, acquisendo o inserendo, in tal modo, informazione unica per il sistema interattivo. Basandosi su questa metafora, John e Dunne suggeriscono possibili funzionamenti per l’influsso anomalo. Per esempio, citano il principio meccanico quantistico dell’indistinguibilità allo scopo di aiutare a comprendere il legame. Quando le molecole sono formate da atomi, gli elementi costituenti perdono la loro identità e da questa perdita ne deriva una ‘forza di scambio’ classicamente anomala che produce un forte legame covalente. Analogamente, attraverso il sacrificio dell’individualità consapevole, un legame risonante unificante può essere stabilito con un’altra coscienza o un sistema fisico, permettendo l’acquisizione o l’inserimento di informazione. Questo risulterebbe anomalo visto come influenza di un sistema su di un altro, ma in un sistema coerente e unificato, l’informazione viene distribuita ovunque.

La fusione delle identità soggettive una con l’altra o con l’ambiente, consente il trasferimento di informazione oggettiva manifestandosi come coesione tra i componenti che precedentemente erano separati, producendo un sistema totale dentro il quale l’entropia è ridotta (37). Nonostante queste ipotesi possano sembrare astruse, i principi fondamentali corrispondono a quelli coinvolti nelle comuni esperienze interattive come un innamoramento o la creazione di un’opera d’arte oppure il godere della bellezza di un tramonto.

5 – Applications & Implications (Applicazioni e implicazioni)

Non è difficile immaginare i meccanismi di ‘auto-guarigione’ attraverso la meditazione, le immagini e il pensiero positivo, perché il corpo e la mente sono direttamente connessi da una rete di interazioni neurofisiologiche e biochimiche enormemente complessa. Gli stati mentali, come può essere la volontà di essere sani o di guarire, sono un’aggiunta intrinseca all’informazione che dà forma e controlla le interazioni fisiche e chimiche, aiutando a promuovere un ripristino dell’equilibrio e di una struttura adeguata laddove un incidente o una malattia hanno interferito col normale funzionamento ben ordinato.
La ricerca sulle interazioni anomale offre delle prove interessanti che mostrano la possibilità di come, interventi non locali, quali la guarigione intenzionale, possono contribuire analogamente al continuo scambio di informazione che è essenziale al fine di mantenere l’integrità dei sistemi viventi. Gli esperimenti mostrano persuasivamente che gli effetti anomali si verificano oltre le separazioni spaziali significative, sebbene si debba riconoscere che gli effetti sono di portata piuttosto scarsa quando consideriamo le applicazioni.

È poco probabile che tra breve si trarrà profitto da queste scoperte per costruire un congegno pratico per aprire la porta di un garage, o un telecomando per la TV. D’altra parte, dispositivi di questo tipo non sono che la semplice fine di una scala in cui i sistemi biologici e la coscienza definiscono un polo opposto molto più complesso. I corpi viventi, con i sistemi omeostatico, immunitario e nervoso, i quali compendiano il regno delle dinamiche non – lineari applicate, sono intrinsecamente suscettibili all’influenza di piccoli input e sono in grado di identificare e amplificare anche il più sottile dei modelli rudimentali e l’informazione.

I sistemi biologici usano processi casuali e l’indeterminatezza per mantenere il più alto livello possibile di sensibilità ai cambiamenti sottili nell’ambiente. Essi sono reattivi all’informazione sulla scala più sottile; tale informazione riduce il disordine entropico e fornisce un incremento della struttura e della preveggenza, producendo un ambiente interno stabile e interazioni di successo con l’ambiente circostante. In questo contesto, si osserva che guarire una ferita o guarire da una malattia dipende dalla generazione o aggiunta di informazioni appropriate per aiutare a ristabilire l’ordine e la struttura.
Le interazioni di lungo raggio tra anticorpi e antigeni, enzimi e substrati suggeriscono effetti non locali e campi che esaminano e utilizzano informazione costruttiva ad un livello fondamentale. Le guarigioni a cascata che cominciano ad essere ben caratterizzate nelle ricerche mediche in corso, mostrano l’ipersensibilità dei sistemi biologici all’informazione e possono rappresentare obiettivi particolarmente fertili per la ricerca sulle guarigioni anomale che coinvolgono una valutazione diretta sulla quantità e efficienza nella produzione e nel trasporto dei mediatori infiammatori. Quando si provoca una ferita, inizia un processo di reclutamento altamente specifico, dal momento che il taglio smembra la struttura e la suddivisione delle cellule endoteliali nel tessuto vascolare, derivante dalla produzione di attrattori endoteliali chemiotassici, linfochinesi e fattori che attivano il rivestimento. Questi apportano alla ferita, con precisione, i mediatori richiesti per il processo di guarigione, compresi i globuli bianchi, linfociti e neutrofili (38). Così la guarigione è una funzione di un campo chemiotassico strutturato che provoca una cascata, distribuita in base allo spazio, di produzione e trasporto in un processo che è intrinsecamente molto sensibile alle piccole influenze d’informazione dell’ordine di quelle rilevate nella ricerca delle anomalie. Queste sensibilità funzionali intrinseche potrebbero costituire la matrice che permette al processo di guarigione volontaria di operare attraverso lo spazio e il tempo servendosi di mezzi di acquisizione anomala, o di trasferimento di informazione. Di certo quest’informazione sulla guarigione anomala costituisce solo una parte del processo di guarigione, ma un crescente insieme di studi controllati, di alta qualità (5, 7, 39), indica con insistenza che esso può essere un elemento importante, potenzialmente cruciale, nel mantenimento della salute e nel processo di recupero dalla malattia.

Gli esperimenti che abbiamo esaminato mostrano che la coscienza umana può intaccare i sistemi fisici impartendo direttamente informazioni, bypassando i normali meccanismi fisici. E tale informazione può essere comunicata su grandi distanze e al di là delle barriere temporali. Come Jahn suggerisce, discutendo sulle relazioni tra l’informazione, la coscienza e la salute, “il fenomeno anomalo che abbiamo studiato, può essere un microcosmo indicativo di un genere di capacità umana ben più ampio – la capacità di creare, di ordinare, di guarire” (37). Una lesione o una malattia si manifestano come un disturbo o disordine all’interno di un sistema che, se sano, è magnificamente strutturato e ordinato. Questo è, d’altra parte, così complesso che la sua funzione su di una misura accurata, è al di là delle nostre conoscenze scientifiche complessive. Così come nel controllo omeostatico del corpo, straordinariamente preciso, o nei meccanismi esatti di riparazione e rigenerazione quando veniamo feriti, o nella creazione di idee.

Quando si verifica una distruzione, e una guarigione viene richiesta, l’esigenza è per un ordine supplementare, per l’introduzione dell’informazione. Certamente la coscienza non è altro che una manifestazione d’informazione, e nelle sue capacità creative e costruttive, essa è idealmente compatibile, come serbatoio, per i processi che sostengono e ripristinano la salute e il benessere.

Passaggi interessanti tratti dal lavoro dell’Università di Princeton

…Sebbene i meccanismi che sottostanno alle terapie alternative risultino sfuggenti, vi sono alcuni elementi in comune: il contesto comune include il riferimento al “disordine” solitamente causato (inteso come malattia), e la potenziale struttura o informazione che viene richiesta per ristabilire il sistema. La guarigione sembra derivare più specificatamente da una volontà, da un’intenzione a guarire, e le modalità intenzionali condividono tutte uno sforzo per stabilire un collegamento o risonanza tra il guaritore ed il paziente.

… Questi esempi, e virtualmente tutta la classe di sistemi alternativi di cura che funzionano senza un’apparente connessione fisica né alcun meccanismo, condividono l’elemento comune di intenzione alla guarigione e la sensazione che alcune forme di risonanza possono stabilire un canale di comunicazione per quell’intento, sebbene essi possano differire considerevolmente in altri aspetti della loro definizione o condotta e nel loro tentativo di spiegazione teoretica.

…Nonostante la loro storia relativamente breve, questi studi offrono un contributo importante nel puntualizzare l’evidenza che la coscienza può interagire direttamente con l’ambiente, e suggeriscono che il legame o la risonanza tra gli individui può creare un efficiente coscienza di gruppo. Essi confermano inoltre la tesi secondo la quale gli effetti della coscienza sono non locali.

… Il confronto dei sottoinsiemi rivela che il risultato totale è una somma di piccoli contributi provenienti dalla maggioranza delle coppie partecipanti piuttosto che da pochi sforzi notevoli.

…In una versione della teoria dei quanti, che enfatizza l’interconnessione e la totalità del mondo fisico, Bohm descrive una particolare forma di informazione ‘attiva’ che è presente potenzialmente ovunque, ma che è attiva solo quando è significativa (35). Di conseguenza, un’intenzione a guarire può essere disponibile come una fonte d’informazione con dimensione non locale e universale, con l’esigenza, per la guarigione, di provvedere alla finalità, e quindi, al canale di risonanza, attraverso il quale l’informazione diventa attiva.

Considerando la coscienza come una forma o manifestazione di informazione, Jahn e Dunne suggeriscono un’estensione metaforica dei principi meccanici quantistici nel campo della coscienza (3 ,36). La coscienza è considerata sia come particella che come onda, in analogia con le descrizioni meccaniche quantistiche della materia e dell’energia. Nelle sue manifestazioni non localizzate, simili a un’onda, è libera e può penetrare le barriere fisiche e risuonare con altre coscienze e con l’ambiente, acquisendo o inserendo, in tal modo, informazione unica per il sistema interattivo. Basandosi su questa metafora, John e Dunne suggeriscono possibili funzionamenti per l’influsso anomalo.

Non è difficile immaginare i meccanismi di ‘auto-guarigione’ attraverso la meditazione, le immagini e il pensiero positivo, perché il corpo e la mente sono direttamente connessi da una rete di interazioni neurofisiologiche e biochimiche enormemente complessa.

Gli stati mentali, come può essere la volontà di essere sani o di guarire, sono un’aggiunta intrinseca all’informazione che dà forma e controlla le interazioni fisiche e chimiche, aiutando a promuovere un ripristino dell’equilibrio e di una struttura adeguata laddove un incidente o una malattia hanno interferito col normale funzionamento ben ordinato.

La ricerca sulle interazioni anomale offre delle prove interessanti che mostrano la possibilità di come, interventi non locali, quali la guarigione intenzionale, possono contribuire analogamente al continuo scambio di informazione che è essenziale al fine di mantenere l’integrità dei sistemi viventi.

…In questo contesto, si osserva che guarire una ferita o guarire da una malattia dipende dalla generazione o aggiunta di informazioni appropriate per aiutare a ristabilire l’ordine e la struttura.

Gli esperimenti che abbiamo esaminato mostrano che la coscienza umana può intaccare i sistemi fisici impartendo direttamente informazioni, bypassando i normali meccanismi fisici. E tale informazione può essere comunicata su grandi distanze e al di là delle barriere temporali. Come Jahn suggerisce, discutendo sulle relazioni tra l’informazione, la coscienza e la salute, “il fenomeno anomalo che abbiamo studiato, può essere un microcosmo indicativo di un genere di capacità umana ben più ampio – la capacità di creare, di ordinare, di guarire”. Una lesione o una malattia si manifestano come un disturbo o disordine all’interno di un sistema che, se sano, è magnificamente strutturato e ordinato. Questo è, d’altra parte, così complesso che la sua funzione su di una misura accurata, è al di là delle nostre conoscenze scientifiche complessive. Così come nel controllo omeostatico del corpo, straordinariamente preciso, o nei meccanismi esatti di riparazione e rigenerazione quando veniamo feriti, o nella creazione di idee. Quando si verifica una distruzione, e una guarigione viene richiesta, l’esigenza è per un ordine supplementare, per l’introduzione dell’informazione.

Certamente la coscienza non è altro che una manifestazione d’informazione, e nelle sue capacità creative e costruttive, essa è idealmente compatibile, come serbatoio, per i processi che sostengono e ripristinano la salute e il benessere.

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