I problemi dell’indagine paranormale

di Umberto Di Grazia

paranormaleLa mia è certamente una strana esistenza e per questo, posso essere da qualcuno considerato “un diverso”. Oltre alla particolarità di certe manifestazione che mi accompagnano da più di trent’anni, ho un senso profondo di ricerca del giusto che certamente non aiuta ad unirmi con chi cerca d’imbrogliare se stesso e quindi gli altri. Nel nostro settore, parlo di chi cerca oltre il visibile, c’è una situazione del tutto insostenibile. Mai ho visto tanti imbroglioni, pressappochisti, falsi maestri, organizzazioni che cercano solo il potere.

Ogni giorno incontro chi è stato truffato da un guaritore o da un mago, sempre di più mi imbatto in persone confuse da idee lanciate da chi non ha nessuna reale conoscenza. Cosa fare? Come poter realizzare una struttura che aiuti a cercare il “capire” al di là dei protagonismi, delle teorie date per certe senza una volontà di ricerca e di confronto? QUANDO CAPIREMO CHE OGNUNO DI NOI PORTA VERITA’ RELATIVE CHE DEVONO ESSERE UNITE AD ALTRE? Mi ritengo soddisfatto del mio lavoro perché sono passato da fenomeni incontrollati, che invadevano la mia vita, ad una forma di controllo degli stessi, trasformandomi in un soggetto di studio. Ed ecco nascere nuovi inaspettati problemi. I ricercatori, vari professionisti, si sono adeguatamente allontanati perché non avevano riferimenti analoghi.

Ora, dato che non credo di essere un superuomo, capisco quanto è difficile il campo della “vera ricerca”. Molti sono i curiosi ed i possibilisti a parole, ma pochi hanno il coraggio di approfondire verità così diverse dalle proprie idee preconcette. Pensate quando con il controllo, parziale naturalmente, degli stati di sdoppiamento, sono riuscito ad effettuare importanti scoperte archeologiche, tra le quali: centri urbani e necropoli a Capranica (VT), una città nella tenuta di Capocotta, un insediamento etrusco – romano presso il Sasso (Cerveteri), parte di un villaggio del bronzo ad Ustica, o a definire esattamente centinaia di precognizioni con data e luogo! Oppure quando, camminando in terreni sconosciuti, riesco ad indicare la storia effettuando, anche qui, scoperte archeologiche riconosciute come tali dalle Soprintendenze. E strane guarigioni di patologie mediche, delle quali non voglio fare pubblicità, ed intuizioni che sembrano essere strappate da una dimensione senza tempo e senza spazio. Per questo, vista l’impossibilità di essere studiato a fondo (ed ho girato per due volte il mondo) ho pensato di mettere a punto delle tecniche per preparare persone che non avevano manifestato fenomeni inconsueti.

E’ stato un lavoro lungo che ha portato ad isolarmi per quasi cinque anni. I risultati mi hanno ripagato abbondantemente. Bene, dissi, visto che sono scomodo vediamo se ciò che ho capito può essere reale anche per gli altri. Ho messo molta energia su questo programma dato che non sono nato per fare il guaritore super pagato o il sensitivo da salotto né, tanto meno, una delle tante divinità reincarnate.

Durante gli sdoppiamenti incominciai, dopo alcuni anni, ad intuire che doveva esserci una dimensione al di là delle leggi umane di dualità. Infatti quando cominciai ad indicare delle precognizioni mi accorsi che oltre quello che possiamo chiamare “mondo parallelo del futuro”, c’era una dimensione dove coesisteva un tutto difficilmente definibile dalle cognizioni logico – dualistiche. Ero entrato in un presente continuo fatto di tonalità luminose diverse dove i fatti umani, del futuro e passato, vivevano senza suscitare in me nessuna emozionalità. Un mondo attiguo dove le leggi logiche sembrano ribaltarsi per poi unirsi in una forma di raro equilibrio. Nasce da qui l’idea di parlare della “Unione degli Opposti”, di mettere a punto le regole della Biostimolazione® e della Biostimolazione dinamica®. Ho lavorato quindi con circa duemila persone ed alla fine i risultati non sono mancati.

Spazio06

Circa il 40% hanno manifestato dei particolari ipersensi, e molte hanno migliorato la qualità della loro vita ponendosi con maggior incisività sia verso se stessi sia nel quotidiano. Dopo aver effettuato vari esperimenti tra di noi, tra cui: meditazioni profonde, psicoscopia, proiezioni per leggere fatti emozionali del passato delle persone o di oggetti chiusi in scatole, esercitazioni sulla telepatia da vicino ed a distanza, come affrontare certi disturbi fisici, ho chiesto a ricercatori di discipline, riconosciute come scientifiche, di fare degli esperimenti con noi. Siamo stati seguiti da medici, sociologi, psicologi, professori di matematica e fisica.

C’è anche da dire che le persone preparate erano state abituate al linguaggio sia esoterico sia scientifico, perché noi crediamo che le due linee di pensiero stanno da tempo convergendo verso un unico punto. Per questo gli esperimenti sono stati super controllati sia nei protocolli, sia nelle modalità del loro svolgimento. Ci si riuniva in un sotto tetto di una villa, con una unica entrata, mentre le finestre venivano attentamente chiuse. Il suddetto lavoro è stato pubblicato nel libro: “Tecniche dell’Unione” (Ed. Mediterranee, Roma 1992), ed ha fatto nascere mille discussioni. Il professor Mario Bruschi, fisico dell’Università di Roma, ha sottoposto ad una serie di esperimenti circa 50 persone che avevano seguito per circa un anno un corso sulla “Biostimolazione” ed il commento è stato: “I risultati in un esperimento sulla percezione extrasensoriale risultano altamente non casuali: la possibile esistenza di un fenomeno di acquisizione di conoscenza attraverso canali non convenzionali è suggerita”. Per meglio definire il risultato constatato dal professor Mario Bruschi abbiamo ottenuto un valore di probabilità di casualità pari ad: 1 elevato alla diecimilionesima. Sarebbe a dire che un valore analogo si potrebbe ripetere dopo dieci milioni di tentativi…! Pensate che in questo settore, da quanto si può leggere, ci si è mossi su: 1 elevato a cento, qualche volta a mille, rarissimamente a diecimila.

Spazio20Ma che cosa ne pensa il professor Mario Bruschi? Cerchiamo di capirlo da alcuni brani del suo lavoro:

“.. In primo luogo che la Fisica insegnata nelle scuole d’obbligo, nei Licei e (ahimè) a volte anche nelle Università, la Fisica che passa in genere attraverso i mass media, non è la Fisica moderna ma, grosso modo, la Fisica della fine del 1800; conseguentemente si ha generalmente una percezione del mondo, ritenuta scientifica e quindi vera, che è sostanzialmente la concezione positivistica ormai e anzi in moltissimi punti apertamente contraddetta dalle acquisizioni teoriche e sperimentali della scienza attuale.

In secondo luogo si dovrebbe almeno intuire come la Scienza (e la Fisica in particolare) in questo XX secolo abbia scoperto e percorso sentieri di conoscenza tanto nuovi ed eccitanti quanto sorprendenti e inaspettati; coloro che sempre in maggior numero si avvicinano a concezioni e pratiche “magiche” e irrazionali, solo per fuggire la supposta “banalità” del quotidiano e del razionale, farebbero bene, a mio parere, a dedicare un po’ di tempo e di impegno a scoprire quanto non banale ma affascinante e piena di meraviglie e di meraviglia è la conoscenza scientifica attuale dell’Universo. Non è quindi casuale che parte almeno della fenomenologia cosiddetta “paranormale”, che non avrebbe trovato assolutamente spazio né possibilità di interpretazione nell’ambito della vecchia Fisica, non sia invece così nettamente in contrasto ma possa anzi trovare embrioni di spiegazione nella scienza attuale. Una discussione critica e dettagliata è al di là dello scopo di questo scritto; tuttavia, ad esempio: se esistono particelle (o onde ritardate) che viaggiano indietro nel tempo cioè dal futuro verso il passato, non è proprio così inconcepibile che la mente abbia “organi” per trarne informazione (precognizione) ? La provata esistenza di fenomeni fisici per cui è irrilevante la separazione spaziale non potrebbe essere una buona base di partenza per la comprensione di “coincidenze”, “chiaroveggenza” e “telepatia”?

Se la Meccanica Quantistica sembra tuttavia essere una teoria intrinsecamente idealistica, tale cioè da ammettere che, in ultima analisi, lo stato del reale è determinato da un atto di coscienza, non è allora pensabile la possibilità di una azione diretta della coscienza sulla materia (psicocinesi)?

Ovviamente tutto ciò non significa che precognizione, telepatia, chiaroveggenza, psicocinesi esistono; questo solo l’esperienza, una seria ricerca sperimentale, può dirlo; significa però che tali fenomeni sono ormai nello “spirito” della scienza moderna. Ed è strano e significativo come la scienza “occidentale”, partendo dallo studio “oggettivo”, “sperimentale”, di una supposta realtà esterna e indipendente dal soggetto indagante, sia tuttavia giunta ad uno stadio in cui è anche, in qualche misura, studio e scienza del soggetto indagante (l’osservatore): come molti hanno già sottolineato sia fisici che “maestri spirituali”, viviamo in un’epoca in cui la scienza occidentale, oggettiva, materialistica, essoterica e la scienza orientale, spirituale, esoterica, che pure parte da un punto di vista diametralmente opposto, cioè dallo studio e dalla sperimentazione interiore, soggettiva, coscienziale, stanno tuttavia convergendo. Tale convergenza, ancora limitata a livello di assonanze, “risonanze” e analogie nel campo dei contenuti (vedi a. e. le teorie cosmologiche, la concezione del vuoto, il superamento degli opposti), è già evidente e significativa nel campo del linguaggio.

Non è quindi sorprendente né casuale che da un lato molti scienziati moderni sono attratti dalle teorie “mistiche” (specie orientali, come Zen, Yoga, Taoismo, in quanto paradossalmente più accessibili e note della tradizione occidentale) mentre, dall’altro, molti “guru” e maestri “spirituali” sono sempre più interessati a spiegazioni e conferme “scientifiche” delle loro tecniche, esperienze e conoscenze.

E’ mia ferma convinzione che tale incontro sia già e sempre più si rivelerà proficuo e fecondo: tutte le iniziative, istituzioni, centri che lavorino in tale direzione andrebbero quindi incoraggiati ed aiutati, superando chiusure e preclusioni, spesso aprioristiche e settarie purtroppo ancora presenti (e in larga misura) in ambedue i campi”.

Il professor Mario Bruschi, in chiusura del lavoro effettuato sul gruppo di persone da me preparate ha detto, con l’onestà di un vero ricercatore:
“L’autore è ben conscio del problema della ripetibilità in questo campo, tuttavia vorrebbe far notare che anche fenomeni di “singolo evento” con probabilità di non casualità ben più piccole della presente, sono attualmente considerate in Fisica (vedi la recente rivelazione di onde gravitazionali generate da una supernova); inoltre anche in Fisica il concetto stesso di ripetibilità è ora al centro di controversie e discussioni (vedi teorie cosmologiche o le recentissime vicende connesse alla fusione nucleare fredda). Una analisi critica su che cosa sia scienza e cosa no, è qui chiaramente improponibile e impraticabile, tuttavia alcune semplici considerazioni non sembrano fuori luogo. Potremmo definire, certo semplificando, il metodo scientifico come “l’arte di porre domande alla natura e di ascoltarne le risposte”. Certamente l’esistenza di consolidate teorie e prassi scientifiche aiutano a porre le “giuste” domande e a interpretare “correttamente” le risposte, ma è pur vero che nello stesso tempo un forte condizionamento viene posto sia sul tipo di domande che è lecito fare sia sul tipo di risposte che è lecito aspettarsi: di fatto molti dei grandi e repentini progressi nella scienza sono dovuti al coraggio (spesso di outsiders) e di porre domande insolite e/o di accettare risposte impreviste.

La “domanda” formulata in questo esperimento è senz’altro insolita (rispetto ai canoni della scienza ufficiale), la “risposta” che certamente va confermata ma che, se confermata, dovremmo nella comunità scientifica avere il coraggio di accettare, è che l’acquisizione di informazione attraverso canali con convenzionali è possibile e tale fenomeno può essere misurato (e solo accertando e accettando una volta per tutte l’esistenza del fenomeno, si potrà porre fine alla necessità di ripartire sempre da zero finora in atto nel campo “paranormale” e innescare quel fruttuoso processo scientifico di accumulazione che potrà condurre a una comprensione più profonda e possibilmente a una spiegazione teorica del fenomeno stesso.)” Come potete intuire facilmente questa è senza dubbio la strada da seguire. Ma chi ha veramente interesse che le cose vengano chiarite? Chi può finanziare un lavoro sull’uomo senza interessi commerciali o militari?

Sono domande di difficile risposta. Le nostre ricerche ci hanno letteralmente messi a “dura” prova sotto vari aspetti e non abbiamo avuto nessuno che ci ha aiutato od incoraggiato tra gli operatori del settore. Avevamo una giusta sede che abbiamo perso perché non abbiamo accettato vie di facile guadagno (come ad esempio dare diplomi di esperto guaritore, od altro…) ma siamo soddisfatti delle nostre scelte. Dietro a tanta volontà, i commenti degli “esperti esterni” sono stati di una stoltezza infinita. Un fisico, di quelli super pagati, ha detto: “Non è possibile avere quei risultati senza imbroglio. Sono più propenso a credere che qualcuno abbia spiato i risultati dei computer esterni comunicandoli con un trasmettitore a qualcuno che faceva l’esperimento, il quale ha poi avvisato gli altri”. Pensate che paura ha manifestato il suddetto ricercatore pur di non accettare che forse c’è qualcosa che ancora non conosce. E questo rappresenta quasi la totalità di chi è assorbito da un sistema politico culturale che non spinge ad una vera ricerca.

Esiste un Comitato Scientifico di Controllo sul Paranormale ma da come ha operato, ha dimostrato di partire con idee precostituite. Mi ha colpito molto la loro “scientifica” ricerca su presunti fenomeni di “poltergeist” in una soffitta di un certo paese dell’Italia del Nord. Il commento in sostanza diceva: “non è vero niente, dato che siamo stati ben sei ore ad aspettare il fenomeno e non si è verificato niente! ecc. ecc.… ecc..! Evidentemente non si erano accordati bene con il poltergeist, il quale da gran maleducato non era stato puntuale. Questo significa tante cose, e tutte molto tristi, tra l’altro dimostra che non avevano nessuna notizia di come “si dice” che avvengano certi fatti. Povero Bender, dell’Istituto di Igiene Mentale di Friburgo che ha dedicato la vita per capire lo stesso fenomeno. Bastava forse una telefonata per capire che è meglio affrontare tale ricerca con apparecchiature elettroniche che permettono una osservazione continua e per tempi assai più lunghi. Comunque è strano come si diffidi delle testimonianze umane quando si tratta di fatti inconsueti (d’accordo ci sono i pazzi e mitomani), mentre per mandare una persona al carcere a vita, a volte, tutto questo non avviene!

Allora che cosa possiamo fare? Creare una “nostra” commissione di ricerca? Offrire borse di studio a chi effettuaqualefuturo3a ricerche scientifiche nel nostro settore? Promettere, come sembra stia succedendo, ad un politico dei voti perché sostenga le nostre istanze? Non ho risposte oltre a quello che ho fatto , a tempo pieno, per circa trentacinque anni! Aspetto suggerimenti e consigli in merito. L’I.R.C. è pronto a collaborare con chiunque voglia operare per cercare di capire e di mettere in ordine molte cose. Abbiamo bisogno di un programma, d’organizzarci, di riunirci e prendere una linea altamente professionale, come richiede proprio la materia che trattiamo. Ognuno è libero di sostenere quello che vuole, ma deve avere il coraggio di accettare scambi e verifiche. Questo è il momento dell’azione, non si può rimanere in finestra, i nemici esistono solo per chi è insicuro. La “luce” ha sempre spinto il buio. Non pensate che sia difficile migliorarci, ma certo è impossibile per chi lucra sull’ignoranza altrui. Ma se sappiamo qualcosa, dobbiamo divulgare il nostro acquisito. Abbiamo bisogno di unirci, prima con noi stessi, poi, farlo con gli altri. Come mai nel nostro settore esistono mille divisioni, eppure tutti parliamo molto bene, esponiamo concetti d’amore universale! Perché siamo divisi e non procediamo verso una chiarificazione?

Questa confusione danneggia tutti ed apre la strada agli sciacalli dello spirito. Molti sostengono che sono “utopistico”, scusatemi per questo, ma non posso regredire nel modo di sentire e di pensare. La ricerca della conoscenza non isola, non forma partiti e gerarchie, ma tende ad unire verso il tutto. Con i miei fenomeni, insorti in giovane età, ho sofferto moltissimo per rimanere in equilibrio e conosco le varie trappole che accompagnano questo tipo di vita. Il sensitivo, fulcro di fenomeni inconsueti, non è un animale da sottoporre ad ogni tipo di violenza, è un essere estremamente sensibile, da capire e da ascoltare; per di più i metodi attraverso cui produce eventuali fenomeni sono estremamente personali e dagli equilibri molto delicati. Le prove di laboratorio, effettuate in varie parti del mondo, sono eseguite prevalentemente con persone normali ed hanno evidenziato che la paranormalità è un bene comune da capire e da indirizzare. Pensiamo insieme al nostro futuro, trasformiamo i nostri incontri in qualcosa di creativo, altrimenti saranno solo una passerella delle vanità. Nonostante le grandi ombre, qualcuno da tempo ha capito che le “iper sensibilità” possono formare oggetto di studio per applicazioni sociali. Un esempio tra tutti? Nel marzo 1973, dopo aver lavorato per undici anni con un sensitivo nel settore dell’archeologia, il professor Emerson disse: “Per mezzo dell’intuito e della parapsicologia tutta una nuova visione dell’uomo e del suo passato è alla nostra portata. Come antropologo e come archeologo esperto in questi campi, dico che secondo me merita cogliere l’occasione di indagare e di studiare i dati che ci vengono forniti in questo modo. A ciò dovremmo dare precedenza assoluta su tutto il resto”.

La mia personale esperienza ha confermato ampiamente le esperienze del professor Emerson e, in un prossimo futuro, le paranormalità saranno normalità. Ma per arrivare dobbiamo, noi oggi, lavorare seriamente ed allontanare il negativo che invade il settore. Per questo dico agli attuali sensitivi di non farsi prendere la mano, ed agli scienziati ricordo la frase del grande fisiologo J.C. Eccles che disse a proposito: “Dobbiamo imparare a vivere con problemi che vanno al di là della nostra attuale capacità di comprensione e non negare impulsivamente l’esistenza o la realtà di tali problemi”.

Ed a voi chiedo: “Quale futuro a chi cerca di conoscere?”

Umberto Di Grazia

Articolo pubblicato su “Il nostro giornale ” anno 2 N°4 luglio – settembre 1991

Iscriviti alla nostra Newsletter

30 Articoli più visti

This post is also available in: Inglese