Il Carro dei Tarocchi

di Marisa Menna

il carroIl settimo Arcano Maggiore dei Tarocchi è Il Carro.
Nell’immagine raffigurata vediamo un carro a forma di cubo coperto da una tenda a baldacchino trainato da due cavalli. In alcune versioni i cavalli sono di colore diverso, di rosso e di blu, in altre di bianco e nero, ed esercitano la loro trazione in direzione opposte, anche se guardano entrambi verso sinistra, la stessa direzione in cui guarda il personaggio sul carro.
I colori opposti dei cavalli richiamano l’elemento Mercurio utilizzato in Alchimia e indispensabile per la Grande Opera.
Questa carta compie un viaggio, un’azione, un movimento, che è proprio quella di muoversi per raggiungere una meta o un obiettivo ben preciso.
Antoine Court de Gebelin nel suo testo “Il gioco dei tarocchi” associa questa carta all’Osiride trionfante: “Osiride fa il suo ingresso sottoforma di un re trionfante, scettro in mano, corona sul capo. E’ sul suo carro trainato da due cavalli. Osiride era la grande divinità degli egizi, rappresenta il Sole, divinità suprema. Smarrito durante l’inverno, ricompare in primavera con nuovo splendore, dopo aver trionfato su tutto ciò che lo ostacolava.”

La particolarità di questa carta è il protagonista della lama, che non è il sovrano. Il veicolo su cui viaggia è un cubo con due ruote. I due cavalli tirano ognuno in direzione opposta all’altra e danno il movimento in avanti del carro, procedendo in direzioni divergenti con la stessa intensità fa si che si proceda diritto in avanti. Il carro avanza velocemente grazie alla legge meccanica del parallelogramma delle forze.
Simbolicamente è l’utilizzazione iniziatica di forze opposte, contrastanti e nemiche fra loro che se governate portano in avanti tutto il carro.
Scelta la via nella carta precedente dell’Innamorato, con il Carro si mette in moto l’azione iniziando la trasmutazione secondo la via scelta dal cuore.

Simbologia della carta

Colui che è a bordo e in viaggio è Mercurio, o Hermes, e non a caso da questo nome si è sviluppata l’ermeneutica, ovvero la traduzione in parole del pensiero. Tutto ciò che abbiamo dentro di noi diventa parola, trasferibile e interpretabile.
I vari significati della carta recitano: “notizia imprevista, conquista, successo. Buona parola o calunnia”.
Osserviamola meglio:
Il terreno ha il colore giallo come la Grande Opera per far comprendere che la base della vera crescita dell’uomo deve avvenire sulla via delle cose sacre, il suo passaggio rende fertile il terreno da cui nascono ciuffi di erba rossa indicante l’energia sprigionata da questa dalle azioni. L’iniziato per trionfare deve saper osservare e sentire ciò che avviene ai due lati e alle sue spalle cercando di esercitare il più possibile i suoi sensi rispetto ai comuni mortali.
Le quattro colonne del baldacchino, anche queste di colori opposti, rappresentano le colonne del Tempio di Salomone e anche i due alberi del paradiso terrestre.
Dagli angoli del carro s’innalzano i quattro sostegni del baldacchino. Particolare il suo tessuto di colore azzurro che rappresenta il firmamento, vediamo sei stelle a cinque punte e sopra il suo capo l’emblema del Sole.

Molto più visibile nella versione di Oswald Wirth, al centro di stelle che corrispondono a pianeti, qui la ragione e la fede dominano l’immaginazione e la speranza.
Elementi comuni sia nei tarocchi marsigliesi che in quelli di Wirth sono le tre stelle sulla testa, le cinque borchie sul petto e le tre nella parte bassa del corpo. Esaminiamole:
1- Le tre stelle che l’iniziato porta sulla corona illuminano il cammino del Carro, la stella centrale è “il faro” per vedere avanti e le due laterali per vedere bene i limiti laterali. Per regnare bene nella vita non può bastare una visione limitata, questo andrebbe sempre ricordato a chiunque governi in ogni contesto.
2- Le cinque borchie ricordano il quaternario degli elementi che è dominato dalla quintessenza che rappresenta l’anima delle cose. Il rispetto e il non vendersi per cose misere lo proteggerà facendolo arrivare sino alla meta desiderata.
3- Le tre borchie proteggono l’addome, comprimono i bassi istinti, e respingono gli impulsi brutali.

Per Oswald Wirth la Lama VII sarebbe il Currus Triumphalis antimonii opera alchemica di Basilio Valentino pubblicata nel 1671.
Il signore del carro è l’Antimonio in cui sono compresi il principio intellettuale (Bagatto), il cento della volizione (Imperatore) e l’affetto (Innamorato).
Osservando le due sfingi alla base del carro notiamo che non sono animali separati ma uno solo, e metà del loro corpo è unito al carro, questo indica che il trionfatore ha il merito di aver saputo gestire l’animale a proprio vantaggio per raggiungere il suo fine utilizzando le sue energie.

Le sette stelle raffigurate sono associate al Grande Carro o Orsa Maggiore, la carta ci indica che è importante comprendere che alle piccole cose materiali siano collegate anche le costellazioni che hanno ispirato poeti e scrittori nell’arco della storia e del tempo.
Il trionfatore guarda davanti a se senza perdersi in distrazioni inutili.
Guardando bene il protagonista notiamo che sulle spalle ha due mezzelune che danno al braccio destro autorità su ciò che cresce e al sinistro su ciò che decresce.
Nella mano destra ha lo Scettro della Saggezza che termina con incroci di sfere ovoidali: il signore del carro fa aprire e rivelare le virtù presenti negli individui.
Questo scettro richiama la formazione del caduceo, Ermes, infatti, inserì la sua verga fra i due serpenti in lotta per divorarsi creando tra loro equilibrio sigillandoli nel simbolo del Caduceo di Hermes.

La versione Ryder Waite e la sua interpretazione è simile a quella di Wirth. In questa raffigurazione notiamo che il carro ha un aspetto più massiccio. Ma perché le sfingi? Dal momento in cui ha dimostrato di riuscire a dominare l’enigma e il mistero d’ora in avanti queste saranno al suo servizio. La sfinge nera “negativa” tira a destra, quella bianca “positiva” tira a sinistra, minacciando di far finire il Carro nel fosso; entrambe riescono a indursi a esercitare una maggiore trazione dalla sua parte.
Il Signore del Carro è l’auriga platonico che troviamo nell’opera Fedro di Platone e si collega alla teoria platonica della reminescenza dell’anima.
Secondo la dottrina del filosofo l’anima si divide in due parti: una parte razionale che deve governare il tutto, la cui caratteristica saliente è la saggezza, e una parte irascibile posta a supporto della parte razionale, la cui specificità è il coraggio e il cui valore è la temperanza. L’anima è una biga alata tirata da due cavalli: uno bianco e docile e l’altro nero e ribelle.
Le lune crescenti sulle spalle confermano l’appartenenza ai misteri eleusini nei quali egli fu il primo degli iniziati e rappresentano anche le sue due sorelle: Artemide e Ecate. In questa carta viene sprigionato il carattere luce tenebra di Hermes.

Alcuni scritti riferiscono che a Delo in un tempio egiziano è stata trovata un’iscrizione che conferma la linea fra vita e morte e la mera sola appartenenza della morte, provando che Kore, la fanciulla, ritorna prevedendo la riconciliazione dell’uomo con il Cosmo.
In chiavi massoniche il cubo rappresenta la pietra filosofale, le sfingi sono le due forze corrispondenti alle due colonne Jakin e Bohaz, la corazza che indossa il “passeggero” è la scienza delle cose divine che protegge il saggio dagli attacchi degli umani e lo scettro è la sua bacchetta magica.

Secondo Aleister Crowley la carta è strettamente correlata al segno zodiacale del Cancro, segno entro cui si muove il sole durante il Solstizio d’estate. E’ tempo di intraprendere il viaggio dopo aver accumulato la giusta dose di saperi.
Inserisce al centro dell’immagine la potenza del movimento di rotazione pronta a trasformare tutte le cose che arriveranno.
Il carro è trainato da quattro sfingi che rappresentano il Toro, l’Uomo, il Leone e l’Aquila.
La funzione dell’auriga qui è portare con sé il Sacro Graal proteggendolo. All’interno della coppa vi è il sangue della forza della vita, della trasformazione e dello spostamento.
Ogni parte del suo corpo, persino il viso, è coperta in modo che nessuno possa vedere il suo volto o riconoscerlo.
E’ il concentrato della luce nell’oscurità, la verità con tutta la sua potenza verrà rivelata infatti solamente ai cuori puri.
Il trionfatore del Carro percorre il mondo su un trono mobile, adatta l’ideale alle necessità pratiche, affronta la realtà brutale e la trasforma attraverso la conciliazione dei contrari: spirito e materia, altruismo ed egoismo.

Simbologia del numero Sette

Sette un numero che molti lo ritengono particolare.
Sette sono gli elementi principali in questa carta proprio come il suo numero. Quattro colonne, due cavalli, un carro che diventa un tutt’uno con l’iniziato, e ancora, il cubo rappresenta i 4 elementi: terra, aria, acqua, fuoco insieme ai 3 mondi (fisico, spirituale e animico).
L’entità misteriosa e invisibile del carro permette al corpo visibile di vivere.
Il sette o anche settenario, è un numero sacro in tutte le teogonie e in tutti i simboli, poiché si compone del ternario e del quaternario (3+4=7).
Il sette è un numero primo e in esso possiamo trovare le simbologie che richiamano le sette virtù, i sette vizi, i sette pianeti allora conosciuti, i sette colori del prisma, le sette note musicali, le sette corde della lira umana, i sette animali magici, i sette raggi del sole e anche i sette colori dell’arcobaleno, i sette sacramenti, i giorni della settimana, i sette ‘pastori’ d’Israele: Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Aronne, Giuseppe, Davide e via dicendo..

Questo numero è decisivo in tutte le cose, tutte le religioni l’hanno consacrato nei loro riti.
Il settimo anno presso i Giudei era giubilare, il settimo giorno è consacrato alla preghiera e al riposo
Per questa ragione il sette era assimilato a Minerva: la dea Atena, la Minerva dei latini e degli etruschi, era vergine, non era stata generata, ma era balzata fuori dal cervello di Giove armata e pronta all’azione.
Nella simbologia delle lettere ebraiche la settima lettera è ZAIN “Lo scettro dorato”. E’ il simbolo dell’accettazione del prossimo e unione tra uomo e donna, quindi unione dei due opposti.

Interpretazione della carta

L’arte di governare si basa sul sentire le opposte correnti dell’agente universale sfruttando le forze opposte e mettendole in equilibrio unendole.
Questa carta simboleggia l’uscita dalle difficoltà, il trionfo, i cambiamenti, l’ascesa sociale ed economica, la vittoria sui nemici. Matrimonio. Trionfo materiale, potenza virile.
Progresso, armonia, il padrone che si fa obbedire, il talento, le capacità.
All’opposto: un progetto destinato a fallire o a essere interrotto, lite, controversia, rotture di relazioni, cattiva salute.

Conclusione

Il Carro è la ricompensa, dobbiamo imparare a dirigere bene il nostro tiro a due e restare padroni di tutte le energie destinate a obbedirci.
Coordiniamo il nostro caos: dobbiamo far regnare in noi un’armonia perfetta e la divinità che è all’interno di ognuno di noi.
E’ la spiritualità che agisce, la forma del cubo suggerisce il corpo sottile dell’anima con cui lo spirito può esprimersi con forza. Nella Settima tavola delle Tavole smeraldine di Thot è scritto: Solleva il tuo sguardo alla Luce del Cosmo. Volgi sempre il tuo sguardo alla meta. Solamente guadagnando la luce di tutta la saggezza, tu sarai uno con la meta Infinita. Cerca sempre l’eterno Unico.

A te che leggi posso dire: Cammina nella direzione che hai scelto e affronta a cuore fermo tutte le prove. E’ necessario imparare a dirigere te stesso per poter assumere la direzione delle energie che si legheranno, dovrai saperle conciliare e direzionarle per sfruttarle al meglio e riuscire nella tua impresa.

Questa carta conclude il primo settenario ovvero il primo gruppo di sette carte con una ben precisa “vibrazione”.
Dalla carta successiva in poi avremo il secondo settenario e infine il terzo settenario.
In ogni settenario cambia il tipo di vibrazione e il processo di conoscenza dell’essere umano, arricchendolo sempre più fino a completarlo.


BIBLIOGRAFIA

Chiavi Maggiori e Clavicole di Salomone, Elifas Levi, Edizioni Atanòr;

Dizionario dei Simboli dei Miti e delle Credenze, Corinne Morel, Giunti Editore;

Dogma dell’Alta Magia, Eliphas Levi, Edizioni Atanòr;

Esegesi sui Tarocchi, Leonardo Scotto Di Fraca;

Enciclopedia dei Simboli, Hans Biedermann, Garzanti;

Frammenti di un insegnamento sconosciuto, P. D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini Editore;

I numeri sacri della tradizione pitagorica massonica, Arturo Reghini, Casa Editrice Ignis;

I Tarocchi, Oswald Wirth, Edizioni Meditarrenee;

Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Oscar Mondadori;

Il gioco dei tarocchi, Antoine Court de Gébelin;

Il Simbolismo Ermetico, Oswald Wirth, Edizioni Mediterranee;

Il Tarocco, il simbolo, gli arcani, la divinazione, Joseph Maxwell;

Il Tarocco egizio, Aleister Crowley;

Introduzione allo studio del tarot, di Paul Foster Case;

L’Apprendista, di Oswald Wirth, Edizioni Atanor;

La simbologia massonica, Jules Boucher, Atanor;

La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Feltrinelli Editore;

Simboli della scienza sacra, René Guénon, Adelphi Editore;

Storia della Magia. Dalle origini ai giorni nostri. Richard Cavendish, Armenia Editore;

Tarocchi, A.E.Waite, Lo Scarabeo;

Tavole Smeraldine di Thot;

Tecniche dell’unione e del Risveglio®, di Umberto Di Grazia

The book of Symbol, Reflections on Archetypal Images, Taschen.


Leggi anche:

Tarocchi, I – Il Mago
Tarocchi, II – La Papessa
Tarocchi, III – L’Imperatrice
Tarocchi, IV – L’Imperatore
Tarocchi, V – Il Papa
Tarocchi, VI – L’Innamorato

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