Il guardiano dei due mondi

di Alberto Lori

guardianoVelthur, figlio di Larth e di Ramtha, sacerdote etrusco interprete dei fulmini, conobbe il triste destino degli illuminati; fu condannato per stregoneria dall’ignoranza e dalla superstizione degli uomini del suo tempo. Se con lo scorrere della clessidra del tempo il suo corpo si è ridotto in polvere, il suo spirito non ha subito l’annientamento.

Ha preso le sembianze di un etrusco di oggi, nell’ultimo sensitivo degno di questo nome, appartenente a quella schiera di eletti i cui nomi sono incisi nel monolite nero di un’altra conoscenza: Eusapia Palladino, Edgar Cayce, Gustavo Roll. Stiamo parlando di Umberto Di Grazia.

Ho avuto la fortuna di conoscere Di Grazia più di cinquant’anni fa e da più di mezzo secolo lo considero uno degli amici più cari. Alto, quadrato, robusto, dagli occhi dalla profondità insondabile, non è molto cambiato nel tempo. I capelli saranno ingrigiti, la pancia si sarà arrotondata, ma nulla di più.

L’uomo di Capranica ha mantenuto intatto il magnetismo col quale ha da sempre affascinato donne e uomini. Soprattutto, si è mantenuto coerente alla purezza dei suoi intenti di base, dedicando la sua vita allo studio e alla sperimentazione nell’ambito della Ricerca psichica e della sua fenomenologia. Quando collaboravamo nell’ambito di Dimensione Uomo, un’associazione culturale che s’interessava di ricerca e divulgazione scientifica, ho assistito a innumerevoli fenomeni precognitivi che hanno avuto come epicentro Umberto.

All’epoca, grazie ai sogni lucidi di Di Grazia, sapevamo dieci giorni prima del verificarsi dell’evento che due Jumbo si sarebbero scontrati a terra in un grande aeroporto internazionale. La sciagura è poi puntualmente avvenuta a Tenerife, nelle Canarie. Sapevamo prima che si verificasse del tentativo di attentato al presidente americano Reagan. Non solo, sapevamo anche che le particolari scenografie oniriche di Umberto avrebbero condotto a importanti scoperte archeologiche, come in realtà è stato.

Il nostro interesse non era, tuttavia, il fenomeno in sé, in quanto tale, ma le sue connessioni logiche. Ci chiedevamo: Umberto pare essere l’elemento catalizzatore, il tramite tra la nostra dimensione fisica e un altro universo molto più vasto e, soprattutto, ignoto ai più, se fosse davvero così, potremmo anche noi, a nostra volta, provocare gli stessi fenomeni? È indubbio che le enormi facoltà di Umberto “gli permettano di entrare in contatto con una dimensione di presente continuo, dove le leggi costruite dalla logica sono destinate a ribaltarsi per riproporsi in uno stato di nuovo equilibrio.”

Ciò ha portato Di Grazia a mettere in pratica l’idea, studiata anche da C.G. Jung, de’ “l’unione degli opposti”, o meglio del superamento dei contrari perché ci sia possibile renderci conto che anche dualità del mondo materiale non si elidono ma hanno la loro giusta collocazione come poli di una medesima sostanza primordiale. È importante riconoscere la loro complementarietà, perché ciò è necessario per giungere alla sintesi e alla centralità del problema.

Il secondo punto all’ordine del giorno è stato la messa a punto del metodo della Biostimolazione®, che consiste in una serie ordinata di esercizi di meditazione, di posture e movimenti accompagnati da suoni e ritmi che Umberto ha chiamato “Tecniche dell’Unione e del Risveglio”.

Lo stesso Emilio Servadio, grande psicanalista e fondatore della Società italiana di psicanalisi, ha valutato assai positivamente tale metodologia scrivendo tra l’altro che “Umberto Di Grazia è stato in grado di elaborare una serie di esercizi fisici e mentali, che consentono di aprirsi ai messaggi della mente e dell’inconscio. Si tratta di tecniche semplici e piacevoli, che ampliano le facoltà sensibili dell’individuo, ponendolo in grado di percepire le energie e le vibrazioni di cui è composto il cosmo. Tale metodo, definito “biostimolazione” ha come finalità l’unione degli opposti, sia interni che esterni alla mente, e d’indurre all’amalgama delle energie e all’armonia interiore, tanto da sentirsi, consapevolmente, parte del tutto.”

Umberto Di Grazia è sempre stato convinto che l’essere sensitivi non è prerogativa di pochi eletti, ma, piuttosto, una potenzialità latente in ogni essere umano o, comunque, accessibile a molti.

Presidente dell’Istituto di Ricerca della Coscienza, in tutti questi anni ha impostato una particolare ricerca tendente a far emergere alla coscienza le informazioni del profondo al fine di darne un’applicazione pratica con l’uso quotidiano del “paranormale”, che in questo modo diverrebbe, come è giusto che sia, più che “normale”.

Nel corso di una serie di esperimenti basati sulla precognizione e sull’archeologia psichica, ha potuto constatare che i risultati migliori venivano ottenuti da chi era digiuno di certe pratiche ed era del tutto ignaro delle realtà paranormali o era addirittura scettico sulle proprie possibilità e affrontava i test per semplice divertimento.

Malgrado l’oscurantismo di oggi che esala dal villaggio globale del nostro mondo, la rivoluzione delle idee è in atto.

L’etrusco venuto dal passato è il vessillifero di una marea montante che finirà per spazzare via l’arroganza della scienza intesa come religione e delle sette per dare via libera alla rivoluzione delle coscienze. Una rivoluzione certo non cruenta che ciascuno di noi deve fare per sé stesso se vuole realizzare quella verità, che molti vogliono tenere ancora sepolta.



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