Il nucleare mantiene inalterati interessi e poteri. Con le rinnovabili invece chiunque e ovunque produce energia”.

Questa bella frase di Wolfgang Sachs esprime un concetto importante su cui non sempre ci si focalizza nel dibattito relativo al ritorno del nucleare in Italia.

Ma ce lo hanno ricordato i giornali che l’altro giorno (il 29 marzo), riportavano la notizia della missione africana di Sarkozy, per assicurare alla propria industria nazionale le riserve di uranio necessarie nei prossimi anni.

Da questo punto di vista il nucleare non è diverso dal gas e dal petrolio, e’ affare politico assicurarsi le preziose e scarse riserve di materia prima (ricordiamo che le riserve accertate stimano una disponibilità a 60 anni); e quando un’impresa come Areva, che garantisce l’estrazione e la preparazione del combustibile, la costruzione di un reattore e il riprocessamento del combusitbile bruciato, ha necessità di garantirsi il futuro, entra in azione il suo governo.

E Areva, la società francese che costruisce gli EPR, i reattori ad acqua pressurizzata proposti per il nostro paese, di questi tempi di problemi ne ha parecchi. Nel 2008 ha registrato un calo degli utili del 21% rispetto all’anno precedente ed ha bisogno di 10 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per finanziare gli investimenti programmati nell’attività mineraria e negli impianti di produzione del combustibile. Con l’uscita di Siemens il suo debito salirà a 5,5 miliardi di euro (fonte Wall Street Journal Europe 26 feb 2009). Questa impresa di Stato ha bosgno dunque di soldi freschi, ha bisogno di contratti ed ha bisogno di miniere per continuare il suo businness ed e’ quello che il suo vero amministratore delegato (Sarkozy) sta facendo piazzando ordini all’estero e firmando accordi intergovernativi.

Sarkozy ha battuto cinesi ed inglesi firmando accordi con la Repubblica democratica del Congo ed il Niger, due paesi dilaniati da guerre e da sempre saccheggiati dei loro ricchi giacimenti di materie prime.
In quest’ultimo paese sono più di dieci anni che i Tuareg sono in lotta per limitare l’attività predatoria di Areva e poter condividere parte dei ricavi e del lavoro derivanti dalle attività minerarie (vedi La battaglia per l’uranio del Niger di Anna Bednik, Le Monde Diplomatique, giugno 2008).
Il nucleare è anche questo, non dimentichiamolo.

Le rinnovabili no, e nonostante la crisi finanziaria che sta colpendo anche questo settore, continuano a crescere, anche in un paese come il nostro, dove gli enti locali paiono ostacolare la costruzione di impianti di energia rinnovabile; Flavio Cattaneo, amministratore delegato di TERNA, la società che assicura la trasmissione in alta tensione, ha segnalato che sono attualmente bloccati investimenti pari a 1,6 miliardi di euro (Il Sole24ore, 24 marzo 2009) a causa di difficoltà autorizzative.

Il Gestore del Mercato elettrico (GSE) ha comunicato pochi giorni fa i dati aggiornati relativi alle installazioni di impianti fotovoltaici per il 2008, confermando le piu’ rosee previsioni: 330MW installati con un exploit nel mese di dicembre sbalorditivo: 130MW. Una cifra, per avere un riferimento, pari a più di tutto l’installato nel 2005, 2006 e 2007 messi insieme. Questi dati significano che oggi in Italia abbiamo 440 MW (31 marzo 2009) a fronte degli 80 che avevamo a fine 2007 e che siamo al terzo posto in Europa (dietro a Germania e Spagna). Anzi l’installato nel 2008 “posiziona il nostro paese quale terzo mercato mondiale del fotovoltaico per l’anno passato, dopo Spagna e Germania e prima di Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Cina” (Kyoto Club).

E riguardo agli incentivi, visto che i nuclearisti denunciano sempre l’insostenbilita’ di quelli al fotovoltaico, si sappia che “finora le cifre non sono particolarmente elevate e si aggirano intorno ai 100 milioni di euro”. Come raffronto, gli oneri stabiliti dalll’Autorita’ per l’energia alla Sogin (la società che sta “sistemando” il vecchio nucleare italiano) per quest’anno sono più del doppio, pari a 215 milioni (www.quotidianoenergia.it 18 marzo 2009)..

Roberto Meregalli

Beati i costruttori di pace – Rete Lilliput

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