L’Imperatrice dei Tarocchi: La Sapienza attiva e intelligenza creatrice.
di Marisa Menna
Il terzo Arcano Maggiore è l’Imperatrice, si dice sia figlia della Papessa. La Sapienza passiva infatti si tramuta in Sapienza attiva e in intelligenza creatrice.
La Luce in questa fase invade il cammino dell’iniziato. Non a caso il numero 3 è il numero corrispondente alla luce: al 3° verso del primo capitolo della Genesi il Signore dice: “Sia la luce”, e la luce penetra con i suoi raggi d’oro le tenebre dell’increato e il mondo inizia a nascere. Nell’Imperatrice vive il figlio che in sé possiede due nature: quella del Padre e della Grande Madre.
Il primo Arcano, raffigurato dal Mago, rappresenta L’Unità e il secondo Arcano, raffigurato dalla Papessa, rappresenta il Binario si sono uniti per dar vita al Ternario.
La figura geometrica associata a questo numero è il triangolo, uno dei simboli alla base della geometria.
La Cabala ebraica nello Zohar (Libro dello Splendore) dice: “In cielo gli occhi di Dio e la sua fronte costituiscono un triangolo, il cui riflesso forma un triangolo sulle acque”.
La stessa geometria la ritroviamo nell’Alchimia, nel triangolo alchemico formato da Sole, Luna e Mercurio, simboli di santità.
Quando ha la punta del triangolo è rivolta verso l’alto indica l’elemento fuoco e le potenze celesti; richiama l’energia maschile.
Con la punta rivolta verso il basso simboleggia l’elemento acqua, che va a colmare ogni spazio vuoto e le potenze “infernali”; richiama l’energia femminile.
Simbologia della carta
L’Imperatrice dei tarocchi veste con una tunica rossa, che simboleggia la forza generatrice e l’attività interiore da cui nasce l’intelligenza; porta un mantello blu, in opposizione al colore rosso, che indica il mistero, la profondità degli istinti e le impressioni ricevute dall’esterno.
I colori degli abiti sono uguali a quelli Papessa ma la loro aderenza rappresenta il fatto che sono proprio suoi abiti abituali e non da cerimoniale. L’insieme del rosso e del blu esprime una completa unione degli opposti realizzata.
L’Imperatrice è la fase successiva della Papessa, oltre a rappresentare il passaggio da Sapienza passiva a Sapienza attiva, rappresenta anche altro di più ermetico.
La Papessa infatti viene anche definita come Iside con il velo, il velo dell’illusione umana (illustrato nella Lama precedente), che regna sul mondo degli uomini senza che questi ne abbiano completa coscienza e piena consapevolezza, gli occhi si rifiutano di avere una visione netta del tutto con il rischio per gli esseri umani di essere sopraffatti dalle tenebre della notte. Nel passaggio con l’Imperatrice improvvisamente l’iniziato viene inondato da luce: Iside ha spostato il velo. Il secondo Arcano Seconda mette in vibrazione l’Occulto, il terzo lo manifesta nella sua potenza.
E’ la Vergine dei cristiani, la Venere Urania dei Greci, Cerere dei romani (Dea delle messi e dell’agricoltura), presso i Greci è Demetra, che presiede i misteri Eleusi.
Questa donna è carnale e sensuale, afferma la sua forza di generazione, è uno dei simboli celeste e lo gridano le ali che fanno di questa sovrana apparentemente temporale la Regina dell’Impossibile.
L’Imperatrice viene ricordata dai costruttori di cattedrali come “Nostra Signora” Notre Dame, perché ritenevano che potesse fare da mediatrice con il Grande architetto dell’Universo nel proteggere la loro costruzione.
Regina del Cielo e Madre di tutte le cose. E’ molto vicina alla Ishtar babilonese (genitrice delle forme ideali o archetipi della creazione).
Il suo regno è l’Oceano luminoso dove si riflette il pensiero creatore e le cui onde corrispondono alle Acque superiori della Creazione.
Alcuni autori ritengono che la raffigurazione realizzata da Oswald Wirth non abbia arricchito di molto la carta. A mio parere la sua rivisitazione è stata necessaria per far comprendere meglio la simbologia e la potenza di questa lama, aggiornandola in alcuni aspetti.
Un chiaro esempio è l’aggiunta delle dodici stelle, di cui tre nascoste e nove visibili, come i nove mesi di gestazione, che le fanno da corona splendente. Le dodici stelle che le gravitano intorno rappresentano i dodici segni zodiacali, i dodici mesi dell’anno, le dodici fatiche di Ercole, gli dèi principali dell’Olimpo, i cavalieri della Tavola Rotonda, i figli d’Israele e via dicendo. E’ la Regina dell’ordine cosmico.
Il suo piede poggia in modo evidente su una falce di luna crescente dalle punte rivolte verso il basso, questo le permette di innalzarsi ad altezze sublimi oltre l’oggettività. Afferma così la dominazione del sublunare, dove tutto è mobilità e trasformazione continua, in contrasto con il regno inferiore sul quale la Luna (Arcano XVIII) sparge un chiarore impreciso e ingannevole. Qui, in questa fase, tutto è forte, fisso e immutabile.
Il suo scettro simboleggia la fecondità universale e il dominio sul macrocosmo, ecco perché nella divinazione viene considerata un moltiplicatore di immagini.
Una corona leggerissima è posata sul suo capo quasi senza peso.
L’immagine ricorda molto la Vergine dello zodiaco, anch’essa alata ma, al posto della spiga di grano, regge lo scettro della dominazione universale.
Il giglio al suo fianco raffigura il fascino esercitato dalla purezza, dalla dolcezza e dalla bellezza.
L’Aquila sul suo scudo è lo spirito di Dio e le ali dell’Aquila indicano il dominio sul microcosmo.
Nella versione di Aleister Crowley questa carta è attribuita alla lettera Daleth che significa “porta” ed è riferita al pianeta Venere.
Sull’albero della Vita Daleth è il sentiero che conduce dalla Sephirot Chokman alla Binah, unendo il Padre e la Madre, unendo quindi i due apparenti opposti.
Egli nella sua opera Il Tarocco egizio scrive: “C’è inoltre il simbolo alchemico di Venere l’unico dei simboli planetari che contiene tutte le Sephirot dell’Albero della Vita. Unisce le qualità spirituali più alte con quelle materiali più basse. Per questa ragione rappresenta una delle tre forme alchemiche dell’energia, il Sale. Il Sale è il principio inattivo in Natura, la materia che deve essere energizzata dallo Zolfo per mantenere in equilibrio l’Universo. Le braccia e il busto della figura suggeriscono la forma del simbolo alchemico del Sale.
Ella rappresenta una donna con corna e vesti imperiali seduta su un trono i cui montanti richiamano alla mente delle fiamme blu simboliche della sua nascita dell’acqua, elemento femminile e fluido. Nella mano destra tiene il loto di Iside che rappresenta il potere femminile. Le radici del loto sono nella terra al di sotto dell’acqua, esso apre i suoi petali al Sole.
Sotto il suo trono il pavimento è tappezzato ricamato con fiordalisi e pesci, essi sembrano in adorazione della Rosa Segreta, che è raffigurata alla base del trono. In questa carta tutti i simboli sono affini, per via della semplicità e della purezza dell’emblema.
L’araldica dell’Imperatrice è duplice: da un lato il pellicano della tradizione nutre i suoi piccoli col sangue del suo stesso cuore; dall’altro è l’Aquila Bianca dell’Alchimista. Vi è una continuità della vita, che collega insieme tutte le forme della Natura.
Qui non c’è stacco tra luce e oscurità. Se questa considerazioni fossero comprese pienamente sarebbe possibile riconciliare la teoria quantistica con le equazioni elettromagnetiche.”
L’Aquila Bianca impressa sullo scudo corrisponde all’Aquila Rossa illustrata nella carta successiva, l’Imperatore.
Questa carta può essere definita anche come la Porta del Cielo. L’opposizione che sembra esserci nei simboli e nei colori è solo un’opposizione necessaria ad un equilibrio che è ben oltre quello che possiamo immaginare e sentire.
In nessun altra carta è così necessario tralasciare le singole parti e i particolari per concentrarsi sull’insieme e sulle sensazioni che ci dona la figura guardandola interamente.
Simbologia del numero Tre
In astrologia il terzo giorno dopo la luna nuova è stimato come il giorno più fortunato del mese.
Nel III mese dalla partenza dell’Egitto, Mosè giunge con gli ebrei sotto il monte Sinai e viene convocato dal Signore che gli detta i tavoli della Legge. Il 3 ricorre anche in botanica: le foglie si raggruppano di tre in tre sugli alberi.
In matematica è essenziale la figura geometrica del triangolo che viene formato da tre linee rette che si uniscono. Arturo Reghini scrive: “I numeri, a cominciare dal tre, ammettono oltre alla raffigurazione lineare anche una raffigurazione superficiale, per esempio nel piano. Il tre è il primo numero che ammette oltre alla raffigurazione lineare una raffigurazione piana, mediante i tre vertici di un triangolo (equilatero). Il tre è un triangolo, o numero triangolare; esso è il risultato del mutuo accoppiamento della monade e della diade; il due è l’analisi dell’unità, il tre è la sintesi dell’unità e della diade.”
Il Tre è il numero che esce per prima dal magma del Caos originario, è la perfezione e infatti in molte religione vige la Trinità. Per i Celti è considerato il numero perfetto e manifestazione di Forza, Saggezza e Amore. In Oriente, in Cina precisamente, rappresenta il Cielo, la Terra e l’Uomo. Nel Cristianesimo è l’idea di un Dio “uno e trino” Padre, Figlio e Spirito Santo.
La terza lettera ebraica è GIMEL, la Potenza del movimento. Ogni anima è in costante movimento; corre al di fuori di se stessa fino a Dio, e ritorna in sé per servirlo meglio. Voglia e forza di progredire, di lasciare l’insoddisfacente per cercare il divino.
E’ anche il simbolo di un lungo viaggio al sud, in cerca di sapienza, richiama infatti la figura del cammello.
E’ il numero di stabilità e di equilibrio, gli elementi Fuoco, Aria e Acqua riposano su di un quarto, la Terra. Il popolo di Israele è tripartito: Cohanim, Leviim, Israelim e vi sono tre patriarchi: Abramo, Isacco, Giacobbe. La Torà ha tre parti. Le tre ‘estremità di Keter’: la triripartizione all’interno della Luce Infinita.
Interpretazione della carta
Chi non sa “vedere” percepisce la Donna–Vergine sotto forme misere, chi è malvagio la vede brutta e ripugnante, chi invece comprende davvero la vede così come realmente è: Regina del cielo che incita a rompere le catene dell’uomo e il pregiudizio per raggiungere la luce e la creazione.
Con il numero 3 è iniziata l’azione che si concluderà con la realizzazione materiale dell’Imperatore.
Essa è la Terra ma è anche Venere, simbolo di fertilità. E’ il guscio dell’uovo cosmico.
E’ azione, intelligenza e comprensione.
Rappresenta la sintesi degli opposti intellettualmente, fisicamente e psichicamente. La sua energia si rinnova di continuo. E’ l’intelligenza creatrice e assoluta
E’ il pensiero percepito ma non ancora espresso, è la potenza dell’anima, l’affabilità, la grazia, l’abbondanza, lo studio, la riflessione, il sapere, l’erudizione, la generosità.
Il successo in progetto, una risposta forte e affermativa.
E’ una madre che sa consigliare, è una donna che vuole guidarci verso lo Zenith affascinandoci. L’assimilazione di ciò che è al di fuori di sé. All’opposto: civetteria, vanità, lusso, frivolezza.
Per far uscire il nostro spirito dalla confusione occorre proprio l’aiuto e il supporto dell’Imperatrice.
Conclusioni
Nell’Uno (Il Mago) Tutto è nel Tutto, confuso e senza distinzione; nel Due (La Papessa) l’azione si esercita nell’infinito e non si percepisce nulla, nel Tre la luce appare nello spirito e finalmente la direzione da seguire per raggiungere il successo è chiara.
Gli artisti cristiani si sono ispirati all’Alchimia quando hanno posto una mezzaluna sotto il piede della vergine celeste ma hanno commesso l’errore di dipingerla con le punte rivolte verso l’alto. Altri hanno mantenuto la tradizione, come lo scultore spagnolo che ha raffigurato la Madonna conservata a Parigi nella sacrestia della chiesa di San Tommaso d’Aquino.
L’Imperatrice rappresenta la scintilla mentale, la creazione nella fase progettuale sempre precedente la realizzazione pratica.
Ci guida verso la risalita, facendoci elevare al più alto dei cieli.
Insegna la contemplazione dell’immensità, di ciò che è al di fuori di noi stessi, e ci porta ad avere una larghezza di vedute opportuna per sfuggire alla ristrettezza delle nostre concezioni.
Bibliografia:
Dizionario dei Simboli dei Miti e delle Credenze, Corinne Morel, Giunti Editore;
Dogma dell’Alta Magia, di Eliphas Levi
Enciclopedia dei Simboli, Hans Biedermann, Garzanti Editore;
Esegesi sui Tarocchi, di Leonardo Scotto Di Fraca;
Frammenti di un insegnamento sconosciuto, P. D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini Editore;
I numeri sacri della tradizione, di Arturo Reghini;
Il gioco dei tarocchi, di Antoine Court de Gebelin;
Il Tarocco, il simbolo, gli arcani, la divinazione, di Joseph Maxwell;
Il tarocco egizio, di Aleister Crowley;
I tarocchi, di Oswald Wirth;
Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Oscar Mondadori;
Il Simbolismo Ermetico, Oswald Wirth, Edizioni Mediterranee;
Introduzione allo studio del tarot, di Paul Foster Case;
La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Feltrinelli Editore;
Simboli della scienza sacra, di René Guénon;
Storia della Magia, Eliphas Levi, Edizioni Atanòr;
Tarocchi, A.E.Waite, Lo Scarabeo;
Tavole Smeraldine di Thot;
Tecniche dell’unione e del Risveglio®, di Umberto Di Grazia.
Leggi anche:
Tarocchi – Lama I, Il Mago
Tarocchi – Lama II, La Papessa
Tarocchi – Lama IV, L’Imperatore
Tarocchi – Lama V, Il Papa