Articolo apparso sul quotidiano
“Il secolo XIX” del 25-02-2006
Un sensitivo a Genova ritrova antiche ombre
Nella Torre Cambiaso di Pegli individuata anche con strumenti ottici una “presenza” che richiama la leggenda dello spirito di una fanciulla.
Un’ombra umana appare fra i merli della Torre Cambiaso di Genova Pegli in un’immagine scattata con una speciale apparecchiatura a raggi infrarossi dall’èquipe di “Presenze”,
la trasmissione tv di Sky, che vedremo sul canale satellitare in aprile. La troupe ha registrato a Genova, questa settimana, una delle puntate della nuova serie. Il sensitivo Umberto Di Grazia ha individuato “tracce emozionali” (più che fantasmi veri e propri) che rimandano a diverse storie e legende della città.
Genova Chiamarli
Ghostbusters
potrebbe suonare un pò offensivo. Perché loro gli spiriti non cercano di acchiapparli, ma più semplicemente di osservarli. «E inoltre non definiamoli proprio fantasmi, sono “tracce emozionali” – chiarisce il sensitivo
Umberto Di Grazia – impronte che riecheggiano nei luoghi dove qualcuno ha vissuto emozioni intense, come
un’eco che si ripete senza sosta e può essere codificata solo da chi possiede e sviluppa una percezione sensoriale che va oltre le normali abitudini della gente».
Di Grazia – nato a Viterbo, ma genovese da parte di padre, ricercatore e sensitivo di fama internazionale – è a capo della squadra di esperti formata da storici, parapsicologi e periti forensi che gira l’Italia sulle tracce di “Presenze”, così come si intitola la fortunata serie tv di Sky Vivo di cui è in fase di realizzazione la seconda serie. Il programma tornerà sugli schermi della tv satellitare dal prossimo aprile. Delle sette nuove puntate, una è stata girata a Genova questa settimana. E le conferme – sotto forma di entità misteriose che si sono manifestate al sensitivo e sono rimaste fissate sulle foto a infrarossi – non sono mancate.
La tappa genovese del programma si è composta di due visite a luoghi in cui storia e leggenda si fondono: Torre Cambiaso a Pegli e la torre di Palazzo Ducale. Si narra, infatti, che a Pegli nel medioevo, la Torre Cambiaso fu invasa dai ladroni e depredata di ogni sua ricchezza. Gli abitanti vennero barbaramente trucidati e il resto venne dato alla fiamme. «La leggenda vuole che lo spirito di una fanciulla, uccisa ancora troppo giovane per aver conosciuto l’amore, viva ancora là – racconta la produttrice esecutiva di “Presenze 2” Daniela Tami – Qualcuno dice di averne scorto l’ombra aggirarsi sui bastioni della torre e sostiene che quando la Lanterna punta il suo occhio luminoso fra i merli, la fanciulla tenda le braccia al cielo e canti strazianti litanie».
Durante la sua visita alla Torre, Di Grazia ha avvertito una forte energia provenire proprio dalla sommità del bastione: «Mi sono sentito attratto da quel punto e ho intravisto una sorta di nuvola, formata da particelle, illuminata dal fascio luminoso della Lanterna – racconta – Ho subito chiesto a Massimiliano Benvenuti, il tecnico biometrico, di catturare l’immagine con speciali apparecchiature a raggi infrarossi, e nella foto risulta evidente una sagoma umana fra i merli della torre (è la foto pubblicata in prima pagina, ndr)». Ancora più toccante è stata l’esperienza all’interno: «Io e Umberto siamo stati spinti uno a destra e uno a sinistra – rammenta la presentatrice Federica Gentile – Girandosi, Di Grazia ha individuato due figure umane, come di un uomo in uniforme e di una ragazza. In un corridoio, poi, ha scorto la sagoma di una donna, in ginocchio, che pregava rivolta verso il muro». Solo una volta addentratasi nel cunicolo la troupe si è resa conto che di fronte all’immagine percepita dal sensitivo c’è un’insenatura su cui è appoggiata una piccola Madonna in plastica: «Fotografando con i raggi infrarossi la concentrazione di energia sentita da Di Grazia sono riuscito a isolare un’immagine piuttosto nitida della donna, e ne ho persino definito i contorni col computer – racconta il perito biometrico Benvenuti – Inoltre quando eravamo nella biblioteca Umberto ha sentito un suono misterioso che io ho registrato: ascoltandolo sembra una sorta di nenia, un canto religioso.
L’incredibile sta nel fatto che la banda di frequenza in cui è stato fermato il suono non permette di rilevare le voci umane».
Dopo essersi informati gli esperti hanno scoperto che proprio sotto alla biblioteca, fino a qualche decennio orsono, vi era un locale adibito a cappella.
Altre leggende, ugualmente misteriose, avvolgono la torre di Palazzo Ducale, dove l’appuntamento per le riprese è al tramonto di giovedì. Nel giugno del 1947 la Golden Star Film girò un film intitolato “La voce di Paganini”. Dal verbale degli addetti alla vigilanza, tuttavia, risulta un avvenimento molto inquietante: verso le 2.20, infatti, nel silenzio della notte, si udì una voce esclamare “Io sono Paganini”, e dopo cinque minuti ancora urlare “Ah, le mie streghe, le mie streghe!”.
I sorveglianti operarono accurate indagini per verificare che non vi fossero microfoni nascosti, ma non trovarono nulla. «La Torre Grimaldina, iniziata nel decimo secolo e terminata circa nel Trecento – dice lo storico Adorno Adorni Braccesi – a partire dal XV secolo venne adibita a carcere per nobili, artisti e prigionieri politici, dei quali restano ancora i graffiti sui muri».
La leggenda narra che nella notte si possano udire le anime dei carcerati emettere lamenti disumani e trascinare la catene. «Nella cella di Jacopo Ruffini io e Di Grazia – racconta Marco Pepè, sensitivo genovese autore del libro “Genova Magica”, che ha preso parte alla puntata di “Presenze 2” dedicata a Genova – abbiamo sentito una presenza incombere su di noi». Di Grazia ha avvertito un forte disagio in prossimità di un muro della cella: «Sono certo che nell’intercapedine ci sia una bolla d’aria o una cella vuota, come mi ha confermato possibile lo storico Braccesi – spiega – Vorrei tornare ad analizzare quella parete con i raggi X perché sento che vi si trova un grosso nodo da sciogliere». Nella cella comune, infine, tutta la squadra ha sentito il suono di una percussione: «Sembrava un tamburo – dice Di Grazia – e accompagnava una figura che ho potuto percepire in movimento, come se stesse agonizzando, che diceva qualcosa, forse “serbelloni”, ma non era una parola unica. Presumo si trattasse di due cognomi uniti: il primo probabilmente era “Serra”».
Il sensitivo racconta con naturalezza ogni input percepito, senza formulare ipotesi definitive: «Se si blocca un concetto lo si annienta – osserva – Per questo odio chi usa per queste ricerche il termine “magia”.
Del resto è scientificamente calcolato che il cervello umano è in grado di elaborare quattrocento miliardi di informazioni al secondo, ma in media ogni persona ne utilizza solo duemila. Ecco perché si sviluppa un certo allenamento e si è predisposti per natura, si può arrivare a “vedere” ciò che gli altri non vedono.
Gli indiani non videro le caravelle di Colombo arrivare proprio perché il loro cervello non poteva in alcun modo immaginare l’esistenza di forme simili».
Stefania Boero
25/02/2006
Scarica l’articolo originale del giornale in pdf ( 820 kb )