SchwartzReport del 30.04.2008 – Traduzione a cura di Daniela Rita Mazzella

ANDREW SCHNEIDER, Senior Correspondent – Seattle Post-Intelligencer

frutta2Secondo i risultati di uno studio che ha osservato la dieta di un gruppo di bambini, le promesse del governo di liberarsi dei cibi contenenti pesticidi dannosi per il cervello, non sarebbero state mantenute.

Lo studio infatti avrebbe rilevato nelle urine e nella saliva di bambini che consumano i tradizionali cibi acquistati nelle drogherie, la presenza di organofosfati, appartenenti alla famiglia dei pesticidi ottenuti dalla creazione di agenti di gas nervino nella Seconda Guerra Mondiale.

La presenza di tali pesticidi, al contrario, non sarebbe stata rilevata quando gli stessi bambini basavano la loro alimentazione su frutta, ortaggi e succhi di frutta.

Secondo Chensheng Lu, il principale autore dello studio, la trasformazione avviene in maniera estremamente rapida. Passando dal consumo dei cibi tradizionali a quelli organici, la quantità di pesticidi (malathion e chlorpirifos) che si riscontra nelle urine scompare, livello che invece aumenta di nuovo molto rapidamente passando alla dieta tradizionale.

I test sono stati condotti su 21 bambini di età compresa tra 3 e 11 anni, provenienti da due scuole elementari e dall’asilo infantile Montessori su Isola di Mercer.

Lo studio non ha ancora messo in relazione i livelli di pesticidi con cibi specifici, ma altri studi hanno dimostrato che pesche, mele, peperoni dolci, pesche gialle, fragole e ciliegie sono tra gli alimenti nei quali più di frequente si possono individuare livelli di pesticidi.

Valutazione dei danni

Secondo Lu non c’è alcuna certezza che i pesticidi individuati in questo di bambini possano causare dei danni alla salute. Tuttavia, bisogna anche considerare che uno studio recente condotto sugli animali ha dimostrato che nei topi esposti a chlorpirifos si poteva riscontrare un indebolimento cognitivo persistente.

In migliaia di casi di esposizioni a livelli alti di malathion e chlorpirifos, sono stati documentati inoltre casi di problemi di salute gravi e di morte. Ma è di gran lunga più difficile determinare un collegamento tra gli indebolimenti neurologici e continue esposizioni a livelli bassi.

“Esiste un’ampia base di ricerca animale relativa ai pesticidi organofosfati e in particolare al chlorpirifos, che mostra risultati negativi in termini di effetti sullo sviluppo del cervello e del comportamento”, secondo il Dott. Theodore Slotkin, professore di farmacologia e biologia del cancro presso la Duke University nel North Carolina.

Lu sostiene che è necessario indagare più a fondo sui danni che questi pesticidi possono apportare ai bambini, anche a livelli più bassi individuati nel cibo. A livello animale e in alcuni studi umani, sappiamo che il chlorpirifos inibisce l’enzima che trasmette un determinato segnale al cervello, impedendo al corpo di funzionare correttamente. Di più, purtroppo, ancora non si conosce.

Un aspetto importante da considerare è che se gli esseri umani sono esposti a questa categoria di pesticidi, per quanto possa trattarsi di un’esposizione quotidiana di livello relativamente contenuto, aumenteranno considerevolmente le preoccupazioni per la nostra salute.

L’EPA (Environment Protection Agency, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente) sostiene di aver eliminato l’uso degli organofosfati da molti raccolti imponendo anche numerose restrizioni sugli usi del pesticida.

La preoccupazione che siano soprattutto i bambini ad essere danneggiati da un’eccessiva esposizione ai pesticidi ha determinato l’approvazione unanime dell’Atto per la Protezione della Qualità del Cibo, grazie al quale sono stati riconsiderati del tutto i pesticidi consentiti per i prodotti alimentari, in particolare quelli destinati ai bambini.

Tuttavia, secondo Chuck Benbrook, scienziato responsabile dell’Organic Center, organizzazione no-profit per la ricerca sul cibo, ciò non sarebbe affatto sufficiente per evitare i difetti di nascita e i problemi neurologici. I valori limite dei pesticidi permessi dall’EPA sono ancora troppo lontani per essere considerati sicuri. Inoltre, se da un lato si è verificata una riduzione dei pesticidi negli Stati Uniti, dall’altro si è registrato un forte aumento di cibi importati contaminati.

Cosa fare?

Mentre la reazione di alcuni genitori potrebbe essere quella di limitare il consumo di prodotti freschi o passare a cibi biologici, Lu consiglia di essere cauti per evitare di prendere una decisione sbagliata.

Se si considerano gli odierni problemi di diabete e obesità giovanile a cui molti bambini oggi sono soggetti, assume un’importanza fondamentale per i bambino oggi il consumo di frutta e verdura.

Secondo Lu non sarebbe necessaria una dieta completamente a base di cibi biologici mentre sarebbe piuttosto preferibile incoraggiare i consumatori ad acquistare i prodotti direttamente dagli agricoltori che essi conoscono. Conoscere il modo in cui frutta e verdura vengono coltivati può essere di grande aiuto al consumatore.

Scienza pericolosa

Il chlorpirifos rappresenta uno dei pesticidi più ampiamente utilizzati negli USA e probabilmente anche a livello mondiale.

Per anni, enormi quantità di questo pesticida sono state utilizzate nelle scuole, nelle case e nei centri di cura e secondo gli studi i bambini sono spesso stati esposti a dosi molto alte. Nel momento in cui l’EPA ha deciso di vietare il prodotto, danneggiando in tal mondo le vendita della Dow, azienda leader nella produzione dei prodotti chimici, la società ha deciso “spontaneamente” di rimuoverlo dal mercato interno. Tuttavia, seppur con poche eccezioni, il pesticida è stato ancora utilizzato a livello agricolo.

Il sito Web dell’EPA è ricco di contraddizioni quando a proposito del chlorpirifos.

In una sezione del sito, vengono riconosciuti gli effetti derivanti dell’esposizione al chlorpirifos sui bambini; è sorprendente tuttavia notare come in un’altra sezione, l’agenzia riferisce che non esisterebbe alcun rischio per neonati e bambini esposti a cibi contenenti la sostanza, senza però spiegare esplicitamente il modo in cui sia stata raggiunta tale conclusione.

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