Schwartzreport 14 Giugno 2008

Traduzione a cura di Daniela Mazzella

desertoDIMONA, ISRAEL – Sulla terra arsa del deserto del Negev in Israele si estende una superficie di 1.640 specchi robotici che si agiscono come dei veri girasoli.

Leggermente più grandi di un tavolo da ping pong e azionati da un computer, seguono il corso del sole e rivolgono i loro raggi al pinnacolo di una torre di 200 piedi di altezza, dove una caldaia presto inizierà a produrre vapore ad alta pressione.

Questa struttura futuristica non è altro che il plastico realizzato da Arnold Goldman, come modello per cinque campi solari che la sua azienda ha in progetto di realizzare nel deserto di Mojave, finalizzati a produrre fino a 900 megawatt di energia destinata alla California nei prossimi dieci anni.

Goldman è il fondatore dell’azienda Luz International, produttrice del impianti solari termici per la produzione di energia su ampia scala, fallita nel 1991 quando i prezzi del petrolio diminuirono e la California decise di non rinnovare i crediti delle imposte sulla proprietà per i produttori di energia solare.

Ora Goldman è tornato in scena e il suo ritorno mostra come l’energia solare sia di nuovo una fonte energetica favorita agli occhi di investitori e dei responsabili politici.

La sua nuova azienda, la BrightSource Energy Inc. con sede a Oakland ha firmato ad aprile un accordo con la Pacific Gas & Electric, considerato il più importante nella storia dell’energia solare e che potrebbe produrre energia sufficiente per alimentare 540.000 abitazioni ogni anno.

Come molti altri imprenditori del settore dell’energia rinnovabile, anche Goldman ha tratto beneficio dall’aumento dei prezzi del petrolio e dalle nuove politiche di governo che puntano alla riduzione dei combustibili fossili e del surriscaldamento globale. Ma Goldman, ha messo a punto una tecnologia completamente rinnovata rispetto a quella degli anni ’80: si tratta del sistema per la produzione di energia solare più funzionale al mondo e con i più bassi costi.

Il sistema realizzato negli anni ’80 si basava sull’uso di lunghi canali di specchi dalla forma ricurva comandati da computer, per riscaldare il petrolio sintetico che attraversava tubi sottovuoto a 735 gradi. Il petrolio riscaldava l’acqua per produrre il vapore e percorreva una turbina elettrica. Tra il 1984 e il 1990, l’azienda di Goldman, sulla base di questo sistema costruì nove stazioni per l’energia solare nel deserto Mojave. Ancora oggi queste stazioni sono operative producendo 350 megawatt di energia.

La nuova tecnologia utilizzerà diverse “centrali solari a torre” in ciascun impianto commerciale, a cominciare da un impianto di 100 megawatt che l’azienda conta di realizzare il prossimo anno nel letto del lago Ivanpah. Un sistema composto di 100 specchi, gli eliostati, la cui funzione consiste nel riflettere la luce solare in una caldaia in cima alle torri mentre una turbina verrà alimentata dal vapore prodotto.

I dirigenti di BrightSource sostengono che questa tecnologia raggiungerà negli anni la sua massima efficienza: gli eliostati sono più economici da costruire e anche il loro funzionamento richiede meno dispendio economico. Il vantaggio consiste nel fatto che essi riscaldano l’acqua direttamente senza aver bisogno di petrolio. Inoltre sono capaci di concentrare una maggiore quantità di raggi solari, temperature più elevate (fino a 1.000° F) e una maggiore pressione del vapore. Tale sistema dovrebbe rendere l’energia elettrica ottenuta dal sole competitiva dal punto di vista economico rispetto a quella prodotta con le turbine azionate a gas.

Tuttavia la nuova tecnologia deve essere ancora testata su larga scala. Si prevede che il campo pilota inizierà a produrre vapore il prossimo mese.

La cerimonia inaugurale del progetto ha rappresentato per Goldaman una vera e propria rivincita, dopo il fallimento del suo primo progetto. Egli aveva fondato la sua azienda dopo essersi trasferito in Israele da Los Angeles nel 1977, avendo riconosciuto nell’energia solare buone possibilità di salvare il mondo. Fu il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici nel 1997, a far riaffiorare in lui la speranza di poter produrre la maggior parte dell’energia elettrica destinata all’America attraverso i raggi solari.

Il protocollo andò in vigore nel 2005. Sebbene non ratificato dagli USA, secondo Goldman l’impulso verso l’energia pulita e rinnovabile in qualunque posto del mondo, specialmente in Europa, avrebbe avuto sicuramente influenza anche sulla California. A quel punto, nel 2004, entusiasmato dalla possibilità di portare a termine ciò che aveva iniziato, Goldman cominciò a rimettere insieme i migliori ingegneri israeliani e come un seguito hollywoodiano, chiamò la sua nuova impresa Luz II, fondando contemporaneamente la BrightSource, finalizzata alla stipula di contratti in California.

Iscriviti alla nostra Newsletter

30 Articoli più visti