La Fisica del Nagual

“Il crepuscolo è la fenditura
tra i mondi” disse Don Juan
“È la porta dell’ignoto.”
L’ISOLA DEL TONAL – C. Castaneda

a cura di Mario Bruschi, Dipartimento di Fisica Università “La Sapienza”

nagualChi ha letto qualche libro di C. Castaneda, sa che tonal e nagual sono due termini fondamentali  nell’insegnamento di  Don  Juan  al  suo  riluttante discepolo Carlos. Cosa si intenda con tonal e nagual è molto difficile  da spiegare a parole tanto che a Castaneda occorrono molti libri e un duro apprendistato (che poi sia finzione o realtà, poco importa). E’ quindi di nuovo sorprendente che questi due concetti, che si vuole appartenenti alla tradizione degli stregoni amerindi, abbiano una quasi   esatta controparte nella fisica attuale e quindi in questo contesto siano comprensibili (e utilizzabili/utilizzati,  pur  restando decisamente controintuitivi). Mi accingo quindi all’improbo compito di spiegare dapprima cosa sono  tonal e nagual e quindi quale analogo hanno nella meccanica quantistica.

Cos’è il tonal? Il tonal è tutto, cioè tutto ciò che vediamo, tocchiamo, sentiamo, percepiamo, pensiamo, immaginiamo. In altre parole il tonal è il mondo, la realtà come comunemente ci appare. Esistono due tipi di tonal, l’individuale e il collettivo; il primo appartiene al singolo, il  secondo alla società nel suo complesso, alla cultura in cui il singolo è inserito.

Usando la terminologia introdotta da E. Harrison (anche lui fisico!) nel suo interessante libro “Le maschere dell’Universo“, potremmo dire che il primo tonal, l’individuale, e’ la visione del mondo personale che è simile, ma non identica, a quella degli altri nostri contemporanei e conterranei; tutte queste separate, simili, visioni del mondo  hanno una intersezione, più o meno grande, con la visione del mondo dominante in un certo periodo, in una certa cultura, cioè il tonal collettivo, il tonal del tempo secondo Don Juan o, secondo Harrison, l’universo (con la u minuscola, vedi  dopo). Se dunque il tonal è tutto, cosa altro rimane? cosa è mai il nagual? Se avete pensato a qualcosa di immateriale, spirituale, dio, siete fuori strada: infatti anche tutto ciò fa parte del tonal-universo.

Quando Don Juan spiega a Carlos per la prima volta, i due sono seduti ad un tavolo del ristorante; questo suggerisce a Don Juan una bizzarra analogia: “Il tonal è un’isola- dice Don Juan – Possiamo dire che il tonal è come il piano di questo tavolo. Un’isola. E su quest’isola abbiamo tutto. Quest’isola  è infatti il mondo”. “Ecco: gli uomini? sono gli stecchini; le  case? sono i piatti; il mare? è l’acqua nella caraffa” e così via. Chiaramente a questo punto anche Carlos parte alla caccia di questo elusivo nagual ma per ogni cosa che nomina, Don Juan trova una controparte sul tavolo: l’anima? è il portacenere; uno stato interiore, uno stato di  grazia? è il tovagliolo; l’essere supremo, dio? “No – risponde Don Juan – anche dio è sulla  tavola. Diciamo che dio è la tovaglia!”.

Cos’è dunque il nagual o almeno dove si trova?
Don Juan indica lo spazio tutto intorno al tavolo: “il nagual è là – dice – tutt’intorno all’isola, là dove il potere  si  libra”. Notate che, immersi nel nagual, ci  sono  altri  tavoli, altre  isole, altri  tonal personali, altre visioni del mondo. Su ognuno di questi abbiamo  di  nuovo, ad esempio, le case (i  piatti), l’anima (il  portacenere), dio  (la tovaglia).

Dei dettagli possono differire (ad esempio il cibo  nei  piatti) ma sostanzialmente i tavoli sono simili: questo è frutto  del  tonal  del tempo, secondo Don Juan, o se vogliamo, secondo  E. Harrison i vari individui con le loro visioni del mondo (i tavoli) condividono  lo  stesso universo, cioè sono pur sempre nello stesso ristorante di un determinato paese e di un determinato periodo (se fossero ad esempio in un ristorante cinese, magari di un secolo fa, il loro aspetto sarebbe ben diverso: mancherebbero le posate, potrebbe mancare addirittura  la tovaglia (dio!)…).

Che cosa possiamo dire del  nagual? “Per il nagual non c’è descrizione, – dice Don Juan – non parole, non nomi, non sensazioni, non sapere”. Nei termini di E. Harrison, oltre l’universo, storicamente e spazialmente determinato e in realtà dagli uomini creato, c’è pur sempre un irriducibile, inesprimibile, inconcepibile, inconoscibile, tremendo Universo (con la U maiuscola!). Spero che ora avrete  almeno  una  idea  di cosa siano tonal e nagual: del resto concezioni simili si trovano in molte filosofie e tradizioni (pensate per esempio all’analogia tra i tonal – tavoli – isole e le Monadi di Leibniz o tra il brahama e il  Brahama, con la B maiuscola!, nella tradizione indù).

Ma nella concezione di  Don Juan c’è un altro punto, fondamentale, difficile  da  afferrare:  il  tonal (cioè il mondo, l’universo) è una creazione dell’uomo, è il prodotto del ‘primo anello del potere’. In effetti è anche una difesa necessaria per l’uomo: esso fa si che la Realta’, tremenda, inconcepibile, caotica acquisti ordine,  intellegibilità.
E’ lo specchio-scudo attraverso cui possiamo guardare in volto Medusa.

Quindi la realtà, la  nostra  ordinaria, spesso banale realtà, è così come ci appare perchè il  nostro  potere-tonal la costruisce così; è un frutto magico: in verità noi facciamo il mondo, incessantemente, continuamente noi creiamo l’universo! Voglio sottolinearlo: noi creiamo la realtà, letteralmente; non sto parlando di percezione alterata o di allucinazioni o similia.
Conseguenza logica: non è affatto necessario che il mondo sia  così come è. Potremmo usare diversamente il nostro ‘primo anello del potere’ per  costruire un mondo diverso.

Tutto il duro noviziato di Carlos ha lo scopo di portarlo, dapprima sporadicamente e con ausili straordinari (droghe), poi sempre  più a comando, a costruire un mondo diverso (nella fattispecie il mondo degli stregoni). E imparando ad usare volontariamente il primo, può indirettamente anche conoscere ed in una certa misura  usare  anche  il ‘secondo anello del potere’: nello “spazio” tra due mondi-tonal distinti ci si trova faccia a faccia con la Realtà-nagual. Come tutto ciò sorprendentemente si ritrovi nella “oggettiva”, fredda Fisica moderna, lo vedremo in un prossimo articolo…

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