La Giustizia dei Tarocchi
di Marisa Menna
Le prime sette carte, che chiameremo settenario, trattano tutto ciò che riguarda lo Spirito; il secondo settenario si occupa invece dell’Anima e il terzo del Corpo.
La Lama VIII è denominata Giustizia ed è la prima carta che apre appunto il secondo settenario.
Inizia un nuovo ciclo quindi, un nuovo inizio, che ci porterà fino alla carta XIV (La Temperanza).
Come ogni nuovo inizio questa carta funge da madre generatrice per le altre che seguiranno e come tutti i numeri pari richiama nella sua immagine il femminile.
Anche se rappresentata da una donna in realtà non ha nulla a che fare con gli esseri umani, perché tutte le figure che guardano il consultante non sono umane, ma sono forze di cui non abbiamo padronanza e conoscenza completa, perché imprevedibili per i nostri meccanismi logici, vista la loro imponenza.
Realizzato il proprio percorso attraverso la lama precedente del Carro ora l’iniziato deve realizzare un esatto equilibrio tra il bene e il male, tra tutto ciò che è opposto nella sua vita. Una volta concretizzato questo passaggio l’iniziato entrerà in una dimensione superiore di Giustizia, aggiungendo un tassello importante al proprio percorso di crescita e di essere alchemico.
E’ davvero fondamentale avere equilibrio in tutto, altrimenti la spada della Giustizia potrebbe colpire senza pietà e tranciare il cammino.
Attenzione, non è una carta “punitiva”, come i poco informati ritengono, e questo ce lo assicura la luminosità dei suoi colori e i simboli che richiamano la forza del sole.
E’ importante per lo studio sui tarocchi ricordare che le quattro carte: VIII – Giustizia, XI – Forza, XII – Appeso e XIII – Morte, rappresentano, per i significati che portano con sé, le quattro virtù cardinali che vedremo man mano.
Le prime sette carte, che chiameremo settenario, trattano tutto ciò che riguarda lo Spirito; il secondo settenario si occupa invece dell’Anima e il terzo del Corpo.
La Lama VIII è denominata Giustizia ed è la prima carta che apre appunto il secondo settenario.
Inizia un nuovo ciclo quindi, un nuovo inizio, che ci porterà fino alla carta XIV (La Temperanza).
Come ogni nuovo inizio questa carta funge da madre generatrice per le altre che seguiranno e come tutti i numeri pari richiama nella sua immagine il femminile.
Anche se rappresentata da una donna in realtà non ha nulla a che fare con gli esseri umani, perché tutte le figure che guardano il consultante non sono umane, ma sono forze di cui non abbiamo padronanza e conoscenza completa, perché imprevedibili per i nostri meccanismi logici, vista la loro imponenza.
Realizzato il proprio percorso attraverso la lama precedente del Carro ora l’iniziato deve realizzare un esatto equilibrio tra il bene e il male, tra tutto ciò che è opposto nella sua vita. Una volta concretizzato questo passaggio l’iniziato entrerà in una dimensione superiore di Giustizia, aggiungendo un tassello importante al proprio percorso di crescita e di essere alchemico.
E’ davvero fondamentale avere equilibrio in tutto, altrimenti la spada della Giustizia potrebbe colpire senza pietà e tranciare il cammino.
Attenzione, non è una carta “punitiva”, come i poco informati ritengono, e questo ce lo assicura la luminosità dei suoi colori e i simboli che richiamano la forza del sole.
E’ importante per lo studio sui tarocchi ricordare che le quattro carte: VIII – Giustizia, XI – Forza, XII – Appeso e XIII – Morte, rappresentano, per i significati che portano con sé, le quattro virtù cardinali che vedremo man mano.
Simbologia della carta
“L’esattezza matematica dell’Imperatore si trasforma nel campo morale della Giustizia perché essa non è altro che matematica applicata.” Cit. di Berthault-Gras, seguace della filosofia di Fourier
La definisco come l’Imperatrice cristallizzata che si è evoluta nei suoi doveri del governare ciò che è visibile e ciò che non lo è.
In questa raffigurazione troviamo una donna, dallo sguardo serio e impassibile e nelle mani una bilancia e una spada rivolta verso l’alto a governare la legge seduta su un trono dorato.
La scienza reale deduttiva insegna a realizzare l’ordine mettendo ogni cosa al suo posto assicurando stabilità ed equilibrio.
Il disegno dell’intera figura sembra perfetto e precisamente simmetrico ma in realtà non lo è, osservandola meglio infatti notiamo piccole differenze tra la parte destra e quella sinistra.
La Giustizia è rappresentata dal numero 8, ovvero il movimento generatore di vita, di ordine e di organizzazione. Essa sgroviglia e coordina il Caos: gli esseri non esistono se non in virtù della legge alla quale sono sottomessi.
Esiste un forte richiamo di questa carta anche a quella dell’Imperatore, il regnante infatti ha necessità che la Giustizia venga applicata praticamente e in positivo, altrimenti non potrebbe regnare; il collegamento tra le due carte è sigillato dalla collana intrecciata che indossano entrambi.
Sulla sua corona troviamo il simbolo del Sole, riferito al sole spirituale che coordina e assegna un ruolo a tutte le cose e rappresenta la nostra luce interiore.
Nella mano destra la figura stringe una spada, la spada che determina il fato; in questa carta non esiste vendetta poiché nessuna violazione resta impunita. Agisce in modo misterioso per gli esseri umani, perché purtroppo vedono le cose in maniera limitata, a volte senza pietà, in modo passivo o addirittura a volte ciecamente.
Per riportare l’equilibrio e riparare agli errori commessi troviamo una bilancia nella mano sinistra. Sulla sua asta influisce ogni nostra azione, pensiero e sentimento, ecco perché dobbiamo essere generosi e donare per essere davvero ricchi. Ogni destino viene pesato dalla protagonista di questa carta. Se ci riflettiamo, gli umani riescono ad apprezzare le cose belle solo dopo averle messe a confronto con la sofferenza vissuta e quindi attraverso l’esaltazione dei contrasti, per questo motivo il disegno della figura non è perfettamente simmetrico.
Se osserviamo bene la posizione della bilancia nella carta dei tarocchi marsigliesi, si vede che la Giustizia condiziona il suo movimento con il gomito di destra e il ginocchio di sinistra. Questo ci porta a pensare che ci sia una certa astuzia e anche una falsa ingiustizia, in realtà ci vuole suggerire di non cedere al perfezionismo, per come siamo abituati ad intenderlo, infatti il perfezionismo è immobile. Noi invece dobbiamo agire e muoverci nell’ambito di questo equilibrio.
Possiamo sopportare uno sforzo solo dopo un buon riposo, che ci permette di ricaricare tutte le energie, fisiche e altre, e agire nel migliore dei modi possibili.
Astronomicamente la Giustizia è Astrea, la Vergine zodiacale; le due colonne del suo trono rappresentano i due solstizi perché è la dea delle leggi naturali, infatti il verde del suo abito richiama la legge che è presente in natura.
Origine del personaggio
Il personaggio raffigurato è un evidente e forte richiamo alla Dea Temi, figura della mitologia greca, rappresentante il diritto e la legge.
Nell’Antica Grecia Temi era una titanide, venuta al mondo dall’unione di Urano e Gea, e fu una delle spose di Zeus.
Generò le stagioni (chiamate Ore con il compito di assicurare il rispetto delle leggi morali e il ciclo della vegetazione), le Moire (chiamate anche Parche, che filano e recidono il destino degli uomini) e Astrea (vergine stellare, che scesa tra gli uomini per diffondere sentimenti di giustizia e bontà si disgustò dalla degenerazione morale dell’essere umano e si rifugiò nelle campagne per poi risalire in cielo).
Il significato di Temi è “irremovibile” ed è proprio per questo che rappresenta la personificazione dell’ordine, della giustizia e del diritto. Vigila su ciò che è lecito e illecito. Il suo nome infatti veniva invocato nei giuramenti.
Temi, dice Festo, era quella che raccomandava agli uomini di non chiedere agli Dei se non quello che era giusto e ragionevole.
I Romani la chiamavano Justitia (Giustizia) e gli oggetti attribuiti alla sua figura sono da sempre la spada (l’elevazione o la punizione), la bilancia (con la quale pesa le argomentazioni delle controparti), la cornucopia (la vera ricchezza) e gli occhi bendati (l’imparzialità della legge).
Le rivisitazioni della carta
Oswald Wirth rafforza nel disegno come la Giustizia ha la peculiarità di mettere ordine nel Caos e permettere agli esseri umani di vivere secondo dei principi ben precisi e non in maniera sregolata.
La donna rappresentata nella carta richiama secondo Wirth è l’Imperatrice, invecchiata e con i lineamenti del volto induriti che scende nel campo dell’azione.
La sua bilancia pesa il bene e il male, la colpa e l’innocenza, la spada invece, è la pena dall’Alto. Ma oltre alla rigorosa gestione della legge e della giustizia nel suo significato, come oggi lo conosciamo, la simbologia qui va ben oltre. Il colpevole, infatti, nel momento in cui gli viene riconosciuto azioni scorrette, inizia la fase dell’auto tormento che gli fa volere, e nello stesso tempo avere, timore della punizione.
Il suo trono è stabile e massiccio e i due pilastri segnano i limiti della vita fisica, oltre a simboleggiare le due colonne del tempio.
I tratti del suo viso sono rigidi e senza età, lo sguardo fisso e inespressivo per entrare in contatto diretto con il nostro inconscio e farci comprendere che non dobbiamo sottometterci, ma fare giustizia a noi stessi e regalarci quello che ci meritiamo.
Lo studioso le posiziona una collana intrecciata più larga rispetto al disegno delle carte Marsigliesi proprio per richiamare il numero 8 in maniera più evidente, e per simboleggiare l’importanza di rispettare gli inderogabili impegni che si deve affrontare e terminare.
Il simbolo del Sole sulla sua corona raccomanda che in tutte le azioni e i pensieri deve esserci luce solare per non cadere nel buio della perdizione umana e dell’ignoranza.
Nel movimento della sua bilancia è racchiuso uno dei massimi principi: nessuno deve dare di più di quanto può secondo la sua natura.
Nella rivisitazione di Aleister Crowley, la Giustizia viene denominata Adattamento o Adeguamento e il numero associato è l’XI come in Rider Waite.
Una precisazione: in tutti gli studi finora da me effettuati, Crowley parte dal presupposto che chi è interessato all’argomento simbolico e alla dottrina esoterica e tutto ciò che convoglia a questi ragionamenti, abbia già le basi conoscitive della Tradizione.
I suoi studi sono di fondamentale importanza poiché vanno oltre la conoscenza e l’approfondimento, si proiettano nel futuro e viaggiano nel tempo portando qui e ora tutti gli elementi indispensabili per spingerci a una crescita evoluta e forte, distaccandoci da tutti i beni materiali, vivendo in maniera libera come se fosse una legge di vita, dove per libero intendiamo l’essere umano che conosce i meccanismi della coscienza, della Grande Opera, dell’empatia suprema, delle leggi che governano l’Universo e il rispetto per ogni essere vivente.
Per questi e altri motivi è stato un ricercatore travisato e incompreso da esseri umani impreparati, bloccati dalle loro paure e dal loro ego e bollato come si bollava nel periodo oscurantista medievale le donne con i capelli rossi o quelle esperte nell’uso di erbe particolari per aiutare il prossimo.
Cito di seguito una sua frase:
“È un terribile errore lasciare ristagnare qualsiasi impulso naturale, fisico o mentale.
Sopprimetelo, se volete, e liberatevene o realizzatelo, e toglietevelo di torno,
ma non consentitegli di restare lì a putrefare.
La repressione del normale istinto sessuale, per esempio, è responsabile di mille mali.”
Sbagliamo nel dire che la Natura è giusta. La Natura è esatta, per l’equilibrio e i sistemi che ha in sé. La Donna in questa carta è raffigurata in punta di piedi e in perfetto equilibrio.
E’ adornata con le piume di struzzo della Dea Egizia della Giustizia Maat e sul suo capo troviamo il serpente Uraeus, Signore della Vita e della Morte.
Anche se indossa una maschera, dal suo viso traspare un’espressione di soddisfazione per il suo dominio su ogni elemento di squilibrio dell’Universo, grazie anche alla spada che ha tra le mani e le da modo di agire.
“E’ la Donna soddisfatta. E’ impossibile lasciar cadere uno spillo senza causarne una reazione corrispondente in ogni Stella. L’azione ha disturbato l’equilibrio dell’Universo. E’ la suprema illusione che è la manifestazione; ella è danza, multicolore, dai molti inganni, della Vita stessa.” Il libro di Thot, il tarocco egiziano. Aleister Crowley
Questa figura richiama la Manifestazione, dopo l’avvenuta azione, che può essere sempre annullata equilibrando gli opposti nel Tempo, perché nessuna reazione può aver luogo senza il tempo essendo un ingrediente indispensabile a far realizzare gli eventi.
In Rider Waite la spada è sguainata verso l’alto come in segno di vittoria, infatti è lontana dal corpo, il suo movimento fa intendere che è l’azione che costruisce e distrugge e tutto ciò che è falso deve essere separato dal vero in maniera netta.
Siamo obbligati per poter proseguire il nostro percorso a raggiungere uno stato di consapevolezza, dentro e fuori di noi, a volte anche soffrendo e rialzandoci, abbandonando alcune abitudini, all’obiettività e all’azione seguendo le leggi supreme, a sperimentare le conseguenze delle nostre azioni per essere nominati cavalieri della Grande Opera e proseguire il nostro cammino. Pena la condanna.
Solo riuscendo, la Giustizia ci permetterà di oltrepassare le colonne del tempio che sorveglia, facendoci incamminare oltre il velo accompagnati dalla sua fiducia nel superare la prossima prova.
E’ importante una volta presenti al suo cospetto aver dimostrato di essere valorosi finora e ancora più coraggiosi e fiduciosi per i prossimi passi che dovremo compiere.
Con lei non c’è via di scampo, arrivati qui dobbiamo obbligatoriamente guardarci dentro e affrontare i nostri guardiani della soglia.
Simbologia del numero OTTO
Se dividiamo la figura del numero Otto a metà con un linea immaginaria orizzontale possiamo osservare che la parte superiore è perfettamente identica a quella inferiore.
I due opposti sono identici e in perfetto equilibrio proprio come ciò rappresenta la carta attraverso tutti i suoi simboli e i richiami.
L’otto è tutto ciò che conosciamo in termini di scienza che ci serve per bilanciare tutte le variabili imprevedibili e ignote.
Rovesciato è il simbolo dell’infinito, il perfetto equilibrio tra bene e male, tra maschile e il femminile e tra tutti gli opposti.
L’ottavo giorno di Cristo è il giorno della resurrezione e l’inizio di una nuova era nel mondo per questo motivo al fonte battesimale viene spesso data una forma ottagonale. Ricordiamo inoltre le stelle a otto punte dell’arte romanica, i rosoni a otto braccia e le otto punte della croce di Malta.
Anche il Buddhismo parla di otto sentieri.
L’ottava lettera ebraica è CHEIT che rappresenta, per l’appunto, l’unione tra uomo e donna e l’estensione del loro amore nell’infinito.
Come forme geometriche abbiamo naturalmente l’ottagono che richiama il significato simbolico del numero otto, collegato alla resurrezione e che ricorre spesso negli impianti occulti dei Templari. Esso corrisponde al ritmo perfetto dell’armonia e della felicità che derivano dalla riconquista del Paradiso.
L’iniziato, dopo avere solcato i sette cieli corrispondenti ai sette pianeti, arriva alla meta (l’ottava), all’ambita rigenerazione, sintomo di un nuovo inizio, su di un piano di coscienza superiore. Ovviamente troviamo questo numero in numerose chiese cristiane soprattutto nella forma ottagonale delle fonti battesimali; e non solo, secondo i miti egizi, Thot ha creato gli otto dei e fondato Khmun, chiamata più tardi Eliopoli, “la città degli Otto”.
Non possiamo dimenticare Federico II e la sua passione per il numero Otto, tanto da costruire il noto Castel del Monte a pianta ottagonale per fini ben precisi per alcuni, per altri con un utilizzo ancora segreto.
Interpretazioni della carta
Questa carta rappresenta la Saggezza conservatrice, amministrativa e governativa.
Indica la realizzazione positiva, la logica, l’equilibrio, la calma e la regolarità, la capacità di opporsi al male.
E’ un giudizio esatto ed oggettivo su una persona o su una cosa.
Tutto si costruisce e noi siamo operai costruttori. Ciascuno di noi lavora nella propria sfera ma non è isolato, ognuno partecipa alla costruzione del Tempio che edifichiamo in comune.
E’ la potenza conservatrice delle cose, la gloria, la divinità, l’armonia della natura, la concatenazione logica delle idee, dei sentimenti e degli atti, la fatalità che deriva dal fatto compiuto. Rappresenta anche le conseguenze ineluttabili di ogni azione, l’imparzialità, l’indipendenza di spirito, l’onestà, l’integrità, la disciplina, il rispetto della gerarchia, la sottomissione alle convenienze e alle usanze.
Può indicare anche l’arresto, la decisione di un tribunale, la risoluzione, il litigio.
Può indicare anche un amministratore, un ministro, un dirigente, in giudice, un uomo di legge o un agente incaricato di mantenere l’ordine o anche la presenza di Spirito critico.
Conclusioni
Dobbiamo imparare a dire di sì e a dire di no, a distinguere i giudizi soggettivi da quelli obiettivi e per farlo è necessario essere empatici e quindi mettersi nei panni dell’altro.
Realizzando in noi la Giustizia saremo stabilizzati nell’equilibrio e potremo andare avanti.
Dobbiamo desiderare solo ciò che giusto e vivere per adempiere allo scopo che abbiamo nella vita.
Abbiamo un solo altare e un’unica legge.
Breve estratto dalle Tavole Smeraldine di Thot. Tavola numero VIII “La chiave del Mistero”:
“Dentro di te, O uomo, ho messola mia conoscenza. Dentro di te ho messo la luce.
Ascoltami adesso e ricevi la mia saggezza, che ho portato dai livelli dello spazio che sono al di sopra ed oltre.
Ascolta queste parole di saggezza. Ascoltale e falle tue. Cerca in loro l’assenza della forma. Il mistero non è alto che una conoscenza nascosta. Conosci e ti sarà svelata. Cerca la saggezza profondamente sepolta e sarai Maestro dell’oscurità e della luce…”.
BIBLIOGRAFIA
Chiavi Maggiori e Clavicole di Salomone, Elifas Levi, Edizioni Atanòr;
Dizionario dei Simboli dei Miti e delle Credenze, Corinne Morel, Giunti Editore;
Dogma dell’Alta Magia, Eliphas Levi, Edizioni Atanòr;
Esegesi sui Tarocchi, Leonardo Scotto Di Fraca;
Enciclopedia dei Simboli, Hans Biedermann, Garzanti;
Frammenti di un insegnamento sconosciuto, P. D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini Editore;
I numeri sacri della tradizione pitagorica massonica, Arturo Reghini, Casa Editrice Ignis;
I Tarocchi, Oswald Wirth, Edizioni Meditarrenee;
Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Oscar Mondadori;
Il gioco dei tarocchi, Antoine Court de Gébelin;
Il Simbolismo Ermetico, Oswald Wirth, Edizioni Mediterranee;
Il Tarocco, il simbolo, gli arcani, la divinazione, Joseph Maxwell;
Il Tarocco egizio, Aleister Crowley;
Introduzione allo studio del tarot, di Paul Foster Case;
L’Apprendista, di Oswald Wirth, Edizioni Atanor;
La simbologia massonica, Jules Boucher, Atanor;
La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Feltrinelli Editore;
Simboli della scienza sacra, René Guénon, Adelphi Editore;
Storia della Magia. Dalle origini ai giorni nostri. Richard Cavendish, Armenia Editore;
Tarocchi, A.E.Waite, Lo Scarabeo;
Tavole Smeraldine di Thot;
Tecniche dell’unione e del Risveglio®, di Umberto Di Grazia
The book of Symbol, Reflections on Archetypal Images, Taschen.
Leggi anche:
Tarocchi, I – Il Mago
Tarocchi, II – La Papessa
Tarocchi, III – L’Imperatrice
Tarocchi, IV – L’Imperatore
Tarocchi, V – Il Papa
Tarocchi, VI – L’Innamorato
Tarocchi, VII – Il Carro