Un gruppo di astronomi ha completato una mappa cosmica che copre la più vasta regione dell’Universo che sia stata mai “cartografata”. In effetti questa mappa tridimensionale copre una regione cosmica dal diametro di ben 500 milioni di anni luce (un anno luce è la distanza percorsa dalla luce in un anno: la luce percorre 300.000 km in un secondo!). Nucleo galatticoLa mappa riporta la posizione di 15.500 galassie evidenziando la loro tendenza a disporsi in ‘clusters’ (ammassi) e clusters di clusters (super-ammassi) con enormi regioni di spazio vuoto tra un super-cluster e l’altro. Un astronomo del team, il prof. Carlos Frenk della Furham University, ha dichiarato al giornale “The Guardian” che tale mappa potrebbe dare un notevole contributo alla soluzione di alcuni fondamentali problemi cosmologici tuttora irrisolti. In effetti la teoria cosmologica ora dominante, il famoso “Big Bang”, sembra essere in grave difficoltà nello spiegare la genesi delle galassie per due motivi:
1) dato che secondo le stime attuali il Big Bang avvenne 15 miliardi di anni fa (2-3 miliardi più o meno…) e considerato che ci sono oggetti osservati che secondo gli astronomi hanno circa 15 miliardi di anni, non sembra esserci stato il tempo sufficiente per la loro formazione

2) essendo l’Universo primordiale sostanzialmente omogeneo (come dimostrato sperimentalmente dalla uniformità della radiazione di fondo, che è il residuo ‘freddo’ -270 gradi sotto lo zero!- della caldissima fornace primordiale) non si capisce perché la materia non si sia distribuita in modo ugualmente omogeneo ma si sia invece organizzata in stelle, galassie, ammassi di galassie, ammassi di ammassi di galassie…una struttura che alcuni hanno paragonato a quellla dei frattali.

Un terzo importante problema, su cui tale mappa potrebbe gettare nuova luce, è quello della cosiddetta ‘materia oscura’.
Nel cosmo sembra essere in atto un titanico braccio di ferro: da un lato la forza di espansione dell’esplosione primordiale, dall’altro la forza di gravità che tende a contrarre l’Universo stesso e a rifarlo collassare al limite fino al ‘Big Crunch’, cioè una implosione finale. Quale delle due forze vincerà ? Non è ancora certo… l’esito dello scontro dipende da quanta massa (materia) c’è nell’Universo. Accurate osservazioni astronomiche hanno recenteNGC1850 – foto NASAmente portato alla conclusione che noi non vediamo ben il 90% della massa dell’Universo (la massa che non vediamo, ma che è necessario ipotizzare per spiegare gli effetti gravitazionali osservati, è stata denominata ‘materia oscura’). Ora la mappa in questione ha permesso una più precisa valutazione di quanta ‘materia oscura’ ci sia in effetti, almeno nella vasta regione cartografata; da tale valutazione (preliminare!) sembra che la massa esistente (visibile e oscura) sia insufficiente per far collassare di nuovo l’Universo.

In altri termini, possiamo dormire tranquilli: il ‘Big Crunch’, l’implosione finale, non ci sarà! (in ogni caso sarebbe successo tra 50/60 miliardi di anni).


Clusters ( ammassi )

Il nostro sole fa parte della Via Lattea, la nostra Galassia, che fa parte del cosiddetto ‘gruppo locale’ che è composto da una trentina di Galassie ( tra cui Andromeda, le Nubi di Magellano e la Spirale del Triangolo ). Tutto il Gruppo Locale si sta muovendo verso il grande ammasso della Vergine. Il nostro ‘gruppo locale’, l’ammasso della Vergine e un cospicuo numero di ammassi vicini (per esempio il super-ammasso di Idra-Centauro) si stanno muovendo a ben 600/700 chilometri al secondo, verso un ignoto Super-Attrattore che dovrebbe trovarsi oltre Idra-Centauro a circa 200 milioni di anni-luce da noi. Questo super-super-ammasso avrebbe una massa pari ad almeno 20.000 volte quella della nostra Galassia

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