La nube del telaio, di Elèmire Zolla, ed. Mondadori
“Chi per lode dica “razionale”, per maledizione “irrazionale”, chi sputi con disprezzo “pazzo” o “folle” sento che è avvolto e ottenebrato dall’alito della sopraffazione. I gesti all’apparenza dementi mi spingono semmai nei meandri della storia, nelle complicazioni della nomenclatura, nell’incertezza d’ogni sistema, nella molteplicità delle logiche (aristotelica, ebraica, buddista).
Alla fine risulta sbriciolato l’istinto di condanna. E’ un vigoroso istinto, tuttavia, e abilissimo nella difesa; lancia un grido d’allarme, al sentirsi vacillare, intimando di non scuotere la moralità, la sanità con una rinuncia al sistema di contrapposizioni duali su cui, dice, l’universo si regge”.
La dualità ragione-irrazionalità, che da sempre attanaglia l’Occidente, ha prodotto innumerevoli danni; il più grave è forse l’incapacità per l’uomo di varcare le frontiere della sua individualità per entrare in contatto con l’essere che lo fonda. Esperienza che gli è invece concessa nelle civiltà orientali, dove con facilità può oltrepassare la contrapposizione per giungere alla dimensione della triadicità, massimo principio di conoscenza in India, in Cina e in Giappone.
La concezione orientale si esprime in una poesia di Kabīr:
«Liberatevi da virtù e peccati / perché se avete virtù, quando le avrete finite ci saranno i peccati / e se ci sono i peccati, ci saranno virtù, / entrambi, peccati e virtù, diventano la causa di nascita e morte. / Liberandovi di virtù e peccati / vi liberate dal dolore e dal piacere. / Diventate liberi sia dalla nascita che dalla morte».
Alla ricerca di un possibile equilibrio che stemperi l’opposizione, Elémire Zolla, uno dei massimi conoscitori delle filosofie orientali, ci conduce in un affascinante itinerario che, partendo dalla genesi del concetto di razionalità e del suo contrario, si snoda attraverso epoche e culture diverse – dall’antica Cina all’India dei Veda, dall’Israele della Bibbia alla Grecia classica, dal Medioevo cristiano all’Illuminismo e all’età della scienza -, mettendo a confronto civiltà e strutture di pensiero radicalmente differenti.
Nella Nube del telaio l’autore indica una via per evadere dalla prigione razionalistica, facendo notare i limiti del raziocinio aristotelico dualistico e mostrando le risorse e le prospettive offerte dall’ermeneutica ebraica e dalla logica buddhista e indù.
Soltanto annullando la nostra individualità e accogliendo in noi la vita animale, vegetale e persino minerale, potremmo forse trovare una nuova esistenza aperta alla quiete.