Articolo completo pubblicato sulla rivista Luce Ombra – Anno 115 n.2 Aprile-Giugno 2015
Di Umberto Di Grazia
Il mio Viaggio parte da lontano e, con il passare degli anni, mi ha portato a un punto d’osservazione molto interessante.
Iniziai sin da piccolo con fenomeni non controllabili che spaventavano i miei genitori e chi era in quei momenti con loro. Mio padre, eroe di guerra, testimone del mio “far parlare le radio” che si accendevano anche se la spina era staccata dalla presa della corrente, fu la mia prima vittima ed ebbe un vero e proprio shock quando, portandomi a vedere delle armature medioevali (avevo 4 anni) gli raccontai spontaneamente la storia di chi le aveva indossate. Chiamò i dipendenti del museo che gli confermarono ogni cosa. Si meravigliarono anche loro, mentre per me era tutto normale, anche il dirlo. E ancora oggi lo è. Certo, con l’avanzare dell’età dovetti trattenermi e per me era molto complesso salire sul tram o sull’autobus e riuscire a non “sentire per immagini” qualcosa che riguardava le persone che attiravano la mia attenzione.
Un giorno, avevo 16 anni ed ero su un autobus per andare a scuola, un signore sulla quarantina, molto triste, mi proiettò la figura di una stalla e di un bel cavallo da corsa che stava morendo. Non riuscii a trattenermi dal dirgli: “Non si preoccupi, il cavallo supererà questo momento e vivrà!”. Lui mi guardò con uno sguardo assente e mi chiese in tono aggressivo: “Ci conosciamo..? che cosa ne sai di questo? chi te l’ha detto?”. In seguito chiarimmo tutto.
Cosa mi spingeva a rivelare le immagini e le emozioni che le persone o le cose mi proiettavano e che creavano un ponte per la mia sensibilità? Per cercare di rispondere a queste domande ho intrapreso un viaggio che ancora continua.
Verso i 19 anni ebbi delle esperienze che mi portarono a superare una mia grande paura. Prima di parlarne voglio però esporre alcune considerazioni utili a chi legge.
Per poter iniziare un vero viaggio verso le nostre potenzialità, sommerse da troppo tempo a causa di una divulgazione sbagliata e per una politica utile solo a farci dipendere sempre più da paure e ansie, dobbiamo limare ciò che ci ostacola.
Non posso tralasciare due concetti determinanti: la dilatazione della coscienza, che percepisce ben al di là dei cinque sensi ed entra in una dimensione in cui le coordinate di tempo e spazio non esistono, e il relativo superamento della paura che in questo stato dell’essere si manifesta improvviso e con forza.
Se non si è preparati si cade in uno stato di totale paura e si inizia a immaginare e a proiettare i nodi più profondi, rischiando di perdere la centralità. Dobbiamo comprendere che questo tipo di coscienza viaggiante, o fenomeno di O.O.B.E. (out of body experience) rientra nelle potenzialità di ogni essere vivente e ha dei compiti determinanti per la vita stessa, anche se – come avviene nei sogni – molti non se ne rendono conto.
Tengo a sottolineare che non dobbiamo temere nulla ed è opportuno cominciare a pensare che siamo molto diversi da come ci hanno fatto credere. Nel viaggio della conoscenza di noi stessi, prima o poi incontreremo l’elemento o la forma che più ci mette paura: da sempre viene chiamato “il Guardiano della Soglia” e, una volta che l’avremo superato, vedremo che le paure lentamente si scioglieranno lasciandoci più liberi.
Una volta sciolto il nodo che ci trattiene, incontriamo delle sin-cronicità, persone e fatti che ci aiutano a superare le difficoltà stesse che ogni vivere ha in sé. E’ come se scattasse un segnale, non udibile, che ci porta gli elementi giusti per la nostra reale crescita. Vedrete che, da un certo punto in poi, non dovrete più cercare le soluzioni ma saranno loro a venirvi improvvisamente incontro.
Fu difficile superare il mio Guardiano della Soglia che si presentò sotto forma del maligno.
Comparve una notte vestito di velluto e si presentò come “il principe della notte”. Io non capivo se ero sveglio o in un sogno lucido o in stato di pre-O.O.B.E.. Sentivo la sua voce dentro di me e rispondevo ad alta voce. Durò tre anni. Il meccanismo era sempre lo stesso: lui si presentava in modo corretto, amichevole, elegante e io gli dicevo: “Vedi di non mettermi paura..!”.
Lui allora si trasformava, ora compariva una coda a cuoricino, ora gli zoccoli al posto dei piedi, ora percepivo un forte odore di zolfo. Io stavo fermo, come impietrito, non potevo muovermi in nessun modo: furono notti molto pesanti.
Dopo tre anni, appunto, una sera andando a letto pensai che anche quella notte “il principe della notte” si sarebbe presentato e mi venne da ridere. Dissi a me stesso: “Ma chi glielo fa fare? Io non sono morto di paura, questo è certo, e lui ha perso molto del suo tempo inutilmente!” Andai dunque a letto ed eccolo puntuale. Subito notò che a stento trattenevo il riso.
Chiese: “Che cos’hai da ridere?” Risposi con forza e velocemente: “Ma dai, sono tre anni che vieni a disturbarmi. Ma chi te lo fa fare?” E lui: “Io vengo da tre anni a disturbarti? Ma guarda che è la tua paura che mi chiama e io mi diverto moltissimo a vedere come mi vesti e come mi metti addosso tutti gli accessori tramandati da santini o disegni o film che hai visto. Io sono ben altro! Pensaci quando sarai meno preso da questa tua paura!”
Capii immediatamente e lui scomparve per non tornare mai più.
Era il mio Guardiano della Soglia, il mio nodo, ciò che mi bloccava nella crescita e nella ricerca della conoscenza.
Negli anni 70-80 a contatto con ricercatori U.S.A. compresi che parlare delle nostre potenzialità come di fenomeni era veramente un errore alimentato dall’Ego.
Abbracciai gli studi di Willis W. Harman, direttore del Centro per gli Studi di Politica Sociale all’Istituto Stanford, che tra l’altro già negli anni Settanta, parlando della necessità di adeguarsi al modello di vita olistico, aveva detto:
“E’ stato nel nome della scienza che le basi trascendentali dei valori umani si sono via via erose, lasciando gli U.S.A. e le nazioni progredite prive di una guida che non fosse la crescita a tutti i costi, che ci ha condotti all’attuale crisi sociale ed ecologica. Così, quando i fenomeni della ricerca psichica sfidano, come stanno facendo, il paradigma scientifico dominante in realtà affrontano anche il paradigma sociale dominante.
Se diverrà dominante il nuovo paradigma collegato al fenomeno della ricerca psichica avremo lo spostamento da un orientamento per lo sviluppo materiale a una società basata sull’apprendimento e la programmazione guidata da un’etica ecologica ed auto-realizzativa; lo sviluppo di una scienza aperta rivolta verso l’esplorazione delle esperienze soggettive; l’emergenza della corporazione come principale forma istituzionale in cui gli individui potranno ricercare l’auto-realizzazione con basi di legittimità radicalmente nuove; l’adozione di una politica della piena occupazione, basata sul bisogno umano di una realizzazione nel lavoro; l’assunzione dell’educazione come processo vitale intimamente collegato al lavoro e non andare incontro alle richieste di un sistema economico intossicato dal proprio sviluppo.”
Questi riferimenti al sociale rafforzarono la mia volontà di procedere, con la conseguenza che sogni precognitori, intuizioni e stati di O.O.B.E. aumentarono e portarono informazioni sempre più precise. La mia logica era soddisfatta e non deformava troppo i messaggi “addormentati” dentro di noi, avevo superato la mia grande paura del demone e avevo una visione che non si chiudeva sui “fenomeni” ma tracimava, giustamente, nel sociale. E vennero i sogni precognitori (incidenti aerei, per primo quello dell’aeroporto di Tenerife, terremoti, attentati – tra cui quello del presidente americano Ronald Reagan che mi portò dopo pochi giorni in U.S.A., dove toccai con mano cosa sono le vere ricerche e come vengono applicate per scopi sociali e militari.
Mi sono fatto studiare e ho sperimentato per molti anni in vari settori, da quelli legati a fatti criminosi con “visione a distanza”, alle ricerche archeologiche (i palazzi dei Tolomei ad Alessandria d’Egitto, tombe antiche importanti..), alle ricerche in mare, ai ritrovamenti archeologici in Italia, in particolare in zone etrusche e nelle Marche, alle precognizioni nel prossimo futuro e molto altro..! Comprendere che al di là della nostra logica dominante, le coordinate tempo-spazio non esistono: esiste ciò che molti chiamano Presente Continuo.
Ma come entrare maggiormente in contatto con questa dimensione unica?
Anche qui, dopo anni di tentativi, compresi che non si deve pensare con le parole ma si deve cercare di creare in noi forme e visualizzarle senza farsi contaminare da ciò che usiamo per comunicare in stato di veglia, quindi senza definirle con la parola.. !
Iniziò un periodo ricco di soddisfazione che continua ancora. Compresi che questo valeva anche per il tentativo di curare me stesso e il prossimo, il “visualizzare in noi” l’organo malato e pensarlo come sano, sempre escludendo il linguaggio delle parole. Mi sono documentato oggettivamente sulle strutture del corpo umano e degli animali e i risultati, positivi e non spiegabili, non sono per fortuna mancati; sempre però inferiori a ciò che io speravo.
ESPERIMENTI A DISTANZA
Ho formato, preparandolo a ciò che ritenevo utile, un gruppo di 50 persone in tutta Italia, dal Nord al Sud, e un gruppo in Spagna. Abbiamo iniziato con dei test a un raggio di distanza dal laboratorio di 680 km per l’Italia e 1440 km per la Spagna.
Queste le indicazioni: rafforzare la motivazione di aiutare il prossimo, fare tecniche di visualizzazione senza usare le parole – ad esempio, formare a occhi chiusi un fiore o altro. Poi tecniche di respirazione per aumentare la capacità di percezione intuitiva del cervello.
E infine, per rispondere alla necessità umana di nutrire la parte logica – guai a far finta che non esista! -, abbiamo indicato alle persone di arrotolare un elastico medio-grande durante il test, per avere un riferimento visivo oggettivo rispetto all’esperimento in corso, consistente nell’avvitare o srotolare la spirale del DNA.
I risultati non sono mancati e con valori crescenti. Ora siamo pronti ad andare avanti e vedremo con gli scienziati quali saranno le priorità mentre noi continuiamo ad applicare la Visione a distanza soprattutto con persone malate che ci chiedono aiuto!
Per riferimenti sul lavoro svolto, riporto il resoconto del Prof. Ezio Gagliardi titolare del laboratorio e dell’equipe che ci ha seguito.
RIFLESSIONI SU TEST 04.12.2014 (MODIFICAZIONE DEL DNA EQUINO A DISTANZA)
Il test è stato effettuato in data 04.12.2014 sull’interazione a distanza tra l’intenzione di gruppi di persone che si trovavano in località diverse dell’Italia e in Spagna e una soluzione di DNA equino situato nella sezione biomolecolare del laboratorio Alimentazione Ambiente di Roma.
Tale test è l’ultimo di una serie di esperimenti iniziati circa 2 anni fa; lo scopo del lavoro era quello di evidenziare un possibile effetto a distanza su matrice biologica (biological nonlocality).
Attualmente si possono distinguere due generi di non località: una legata alla non località della meccanica quantistica e degli stati delle particelle subatomiche “entangled” (Schrӧedinger 1983) e l’altra sull’utilizzazione biologica della non località quantica (Josephson and Pallikari-Viras 1991).
Diversi sono stati gli esperimenti effettuati sulla non località biologica (Duam and Behremdt 1965, Grimberg-Zyberbaum at all 1994) utilizzando la fotostimolazione e gli effetti non locali sull’elettroencefalogramma.
Tutti i nostri test (n°7 in circa 2 anni) hanno evidenziato:
1. Una stretta correlazione tra l’intenzione espressa dai componenti dei gruppi e gli effetti prodotti a distanza sul DNA.
2. Gli effetti sul DNA si sono evidenziati generalmente prima che i gruppi esprimessero la loro intenzione.
3. L’ultimo test è stato il più completo sia per le modalità di esecuzione che per i dati prodotti.
4. Si è dimostrato ampiamente la non località biologica tra l’intenzione e la modificazione prodotta sul DNA.
5. Precedentemente l’Istituto Heart-Math (2003) ha effettuato uno studio simile su singoli individui che utilizzando una tecnica di focalizzazione sul cuore (Institute of Heart-Math Publication n°03-008 Boulder Creek Ca 2003) ha evidenziato effetti simili confrontando gli spettri di assorbimento del DNA precedentemente denaturato e subito dopo l’intenzione.
6. La tecnica messa a punto da Umberto di Grazia (Visualizzazione-focalizzazione-non mente) nella formulazione dell’intenzione può essere utilizzata a fini salutistici?
Ci sono tutte le premesse, in base ai dati ottenuti (l’aver modificato un campione di DNA equino diluito in maniera permanente oltre le sei ore mediante intenzione a distanza), per continuare i test al fine di migliorare ulteriormente la tecnica e ottenere risultati statisticamente sempre più significativi.
Prof. Ezio Gagliardi.
Biochimico Specialista in Genetica Medica
Scienza dell’Alimentazione.
Un altro significativo esperimento realizzato con un gruppo di 50 persone, preparate per un anno con le nostre tecniche, ha dimostrato che la comunicazione tra gli esseri umani va oltre i cinque sensi e i risultati ottenuti sono incoraggianti perché non legati al caso.
“La personale posizione dell’autore riguardo l’ESP e/o il cosiddetto paranormale è che se tali fenomeni di ESP (o comunque fenomeni apparentemente inspiegabili alla luce delle conoscenze attuali) esistono, allora è compito della scienza e in particolare della Fisica studiarli. Il fatto che nessun tentativo serio sia stato fatto in tal senso ma che anzi la maggior parte della comunità scientifica sia orientata verso un netto e a volte aprioristico rifiuto di lavorare in tale campo (o perfino di discuterne), è dovuto essenzialmente alla diffusa convinzione che nessuna evidenza sia mai emersa di tali fenomeni; questo nonostante che dalla notevole mole di dati sperimentali accumulata in oltre mezzo secolo, anche dopo un doveroso vaglio critico, una evidenza statistica di non casualità sembra permanere.
Il presente esperimento è nato sia dalla curiosità da lungo tempo coltivata dell’autore di verificare in propria mano tali dati statistici sia dall’opportunità di avere a disposizione un gruppo di soggetti che, per il training ricevuto, a priori potesse essere considerato (sperabilmente) sopra la norma e che tuttavia fosse lontano dai limiti della “professionalità”, con tutti i pericoli connessi.
L’esperimento stesso, pur eseguito con il massimo del rigore e dell’attenzione possibili, era stato tuttavia concepito come preliminare, atto a selezionare ulteriormente il gruppo dei soggetti, ad affinare i protocolli e/o a suggerire altri test ed esperimenti.
La stessa entità (inaspettata) dei successi ottenuti suggerisce tuttavia di ripetere l’esperimento, mantenendo il più possibile inalterate le condizioni sperimentali, ma sotto il controllo di altri, possibilmente più autorevoli, membri della comunità scientifica. L’autore è ben conscio del problema della ripetibilità in questo campo, tuttavia vorrebbe far notare che anche fenomeni di “singolo evento” con probabilità di non casualità ben più piccole della presente, sono attualmente considerati in Fisica (vedi la recente rivelazione di onde gravitazionali generate da una supernova); inoltre anche in Fisica il concetto stesso di ripetibilità è ora al centro di controversie e discussioni (vedi teorie cosmologiche o le recentissime vicende connesse alla fusione nucleare fredda).
Una analisi critica su che cosa sia scienza e cosa no, è qui chiaramente improponibile e impraticabile; tuttavia alcune semplici considerazioni non sembrano fuori luogo. Potremmo definire, certo semplificando, il metodo scientifico come ‘l’arte di porre domande alla natura e di ascoltarne le risposte’.
Certamente l’esistenza di consolidate teorie e prassi scientifiche aiutano a porre le “giuste” domande e a interpretare “correttamente” le risposte, ma è pur vero che nello stesso tempo un forte condizionamento viene posto sia sul tipo di domande che è lecito fare sia sul tipo di risposte che è lecito aspettarsi: di fatto molti dei grandi e repentini progressi nella scienza sono dovuti al coraggio (spesso di outsiders) di porre domande insolite e/o di accettare risposte impreviste.
La “domanda” formulata in questo esperimento è senz’altro insolita (almeno rispetto i canoni della scienza ufficiale), la “risposta” che certamente va confermata ma che, se confermata, dovremmo nella comunità scientifica avere il coraggio di accettare, è che l’ acquisizione di informazione attraverso canali non convenzionali è possibile e tale fenomeno può essere misurato (e solo accertando e accettando una volta per tutte l’esistenza del fenomeno, si potrà porre fine alla frustrante necessità di ripartire sempre da zero nel campo “paranormale” e innescare quel fruttuoso processo scientifico di accumulazione che potrà condurre a una comprensione più profonda e possibilmente a una spiegazione teorica del fenomeno stesso). L’autore, conscio della propria inesperienza in un campo in cui già in passato in alcune occasioni le normali procedure e precauzioni della prassi scientifica si sono rivelate insufficienti, dichiara ancora la propria disponibilità ad accogliere critiche, suggerimenti, collaborazioni; ciò che maggiormente teme, e tuttavia considera probabile, è che i risultati ottenuti siano aprioristicamente rigettati dalla comunità scientifica come dovuti, se non a frode, a circonvenzione dell’autore stesso da parte dei soggetti che, gratis e anonimi, hanno accettato di sottoporsi ai test.
Si ringrazia il “Centro Ricerche Futuro – Dimensione Y” (NdR: nome precedente dell’Istituto I.R.C. fondato da Umberto Di Grazia) per l’ospitalità e la collaborazione nello svolgimento dei test; un particolare ringraziamento va a Umberto Di Grazia e ovviamente a tutte le persone che hanno partecipato come soggetti all’esperimento. L’autore ha inoltre un debito di riconoscenza con Sergio Frasca per le numerose discussioni, i consigli, gli incoraggiamenti e il fattivo aiuto nel trattamento statistico dei dati”.
Prof. Mario Bruschi.
Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma.
LE APPLICAZIONI DELLE POTENZIALITA’ UMANE REGRESSE
Le esperienze di anni in Italia e in altre parti del mondo, hanno dimostrato che è possibile ridurre i tempi di ricerca con l’aiuto di persone intuitive e con percezioni oltre il consueto.
Archeologia psichica
Per ‘Archeologia psichica’ si intende un’esperienza tramite la quale si giunge al ritrovamento di reperti, siti ed altre testimonianze del passato, di interesse storico-archeologico. Questo tipo di percezione porta a delle informazioni oggettive, che il soggetto non possiede a livello logico-razionale, e che trovano riscontro nella realtà. L’informazione su siti o reperti, ancora da scoprire, può arrivare ai soggetti più sensibili tramite i sogni, la visualizzazione su documenti o carte geografiche oppure da sensazioni percepite direttamente sui luoghi. La ricerca può essere eseguita con vari metodi, dato che i fenomeni ESP si manifestano diversamente da persona a persona.
L’archeologia tradizionale si sta avvalendo di queste fonti di informazioni, a livello sperimentale, da oltre trent’anni. La storia dell’archeologia psichica è cosparsa di ritrovamenti e di personaggi interessanti, che coraggiosamente hanno affrontato questo difficile campo della ricerca.
Nel 1977, veniva fondato in America da Stephan A. Schwartz, Assistente Speciale per la Ricerca e le Analisi presso il Capo delle Operazioni Navali, Segretario presso il Gruppo di Discussione della Difesa su Innovazione, Tecnologia e Società, membro del Royal Geographical Society nonché dall’antropologo e ambientalista, coordinatore delle strategie di Pro Natura International, Brando Crespi, il “The Mobius Group”, un’organizzazione di ricerca scientifica formata da studiosi di diverse discipline. Il Gruppo americano, associando il lavoro dei sensitivi ai metodi di ricerca ortodossi e tradizionali, ha portato un contributo importante alle applicazioni pratiche delle facoltà mentali.
Ereditando dal suo fondatore l’eredità ‘archeologica’ su base interamente intuitiva, anche l’Istituto di Ricerca della Coscienza mette in pratica questo metodo, con gruppi di ricerca che sperimentano, ‘sul posto’, la ricerca psichica su siti e insediamenti specialmente nelle zone etrusche in Italia ma anche organizzando viaggi e spedizioni nei luoghi più rilevanti del pianeta.
Nel corso degli anni, i ritrovamenti sono stati molto numerosi, tutti documentati e depositati presso le Autorità competenti.
Alcuni casi concreti:
Il caso di Ustica
Per la prima volta in Italia, è stato eseguito un esperimento di verifica archeologica subacquea con l’ausilio di un intuitivo. Lo scopo dell’esperimento condotto da Umberto Di Grazia, organizzato da Pippo Castellano e seguito da un equipe di scienziati e archeologi, filmato da RAI 2 per “Sereno Variabile”, era di verificare i punti segnati su una mappa archeologica dell’isola, preventivamente redatta da U. Di Grazia e depositata presso il notaio Romano Condemi.
Questo test si è concluso con la sconcertante scoperta di alcuni oggetti di interesse archeologico e dei resti di antichissime abitazioni che U. Di Grazia ha “visto” in fondo al mare di Ustica.
Il caso di Torvaianica
Avevo 16 anni. Mentre mi trovavo su una spiaggia intento ad aiutare mio padre nel liberare la ruota affossata nella sabbia, intravidi una nave a vela dell’antica Roma che venendo dal mare, sfiorava il banco di sabbia e s’infilava nella vegetazione della Tenuta di Capocotta, prossima al Fosso del Tellinaro. Pensai a una visione data dal caldo e dallo sforzo.
Anni dopo, conseguito il diploma di Geometra, il mio primo lavoro fu proprio nella Tenuta di Capocotta, dove si progettava di creare dei canali navigabili per far risalire le moderne imbarcazioni dal mare fino alle ville. In quest’occasione constatai che la mia visione da sedicenne aveva colto un frammento di storia reale e dimenticata.
Passarono altri dieci anni, e in qualità della mia specializzazione conseguita nel campo dell’Aeronautica Militare, fui promosso di grado e richiamato in servizio, destinato proprio all’Aeroporto di Pratica di Mare, limitrofo alla Tenuta di Capocotta.
A quel punto tutto mi fu chiaro, avevo completato i frammenti del quadro in un’unica storia: precedentemente all’Antica Roma c’era stato un porto, un’antica zona commerciale (Porto che veniva utilizzato dalle popolazioni pre-romane delle zone di Frascati e lago di Nemi) e una zona di ville imperiali romane di grande lusso.
Fu così che scoprii e localizzai l’antico insediamento.
Il caso Roma sotterranea
Il più importante a mio parere tra i ritrovamenti scoperti e ancora sconosciuto a molti – ma ritengo se ne parlerà molto in futuro – è ciò che esiste sotto il piano calpestabile della Roma attuale, a una profondità tra i 35 e i 110 metri.
Ero impegnato nella ricerca dei cunicoli sotterranei che dalle zone di Frascati giungevano sin sotto la via Salaria, cunicoli usati anche dagli operai che durante la guerra venivano a Roma per arginare i danni causati dai bombardamenti.
Mi ricordai che anche quando presi servizio nell’aeroporto di Pratica di Mare sentii parlare di una serie di camminamenti sotterranei che dal mare andavano verso l’attuale piazza Fiume.
Le sincronicità arrivarono nel 1966, quando un mio amico che aveva una villa con giardino nella zona di piazza Fiume mi chiese di andare a “sentire” il suo giardino. Fui attratto dai resti di un albero di alto fusto, scansammo le piante cresciute spontaneamente e scoprimmo una pietra di peperino che copriva un pozzo. Con le dovute attrezzature ci calammo nel pozzo e mi ritrovai in un cunicolo alto e largo con alla base uno scavo binario per far camminare i carri, con interasse di 80/90 cm, che degradava leggermente. Percorremmo circa 80 metri, e poi una frana ci impedì di proseguire.
Dopo circa 2 anni, casualmente, raccolsi la seguente testimonianza:
“Qualche anno fa – racconta -, durante i lavori di fondazione di un palazzo in via Sicilia, la sonda, giunta alla profondità di trentacinque metri, sprofondò come se avesse trovato un grande spazio interno al terreno.
Dapprima pensai che si trattasse di una grotta naturale, ma una volta ritirata la sonda mi accorsi che dal foro usciva una forte corrente d’aria, come se li sotto fosse nascosto qualcosa di molto esteso e di comunicante con altri spazi sotterranei.
Decisi quindi di verificare. Feci sostituire la sonda con un’altra di diametro maggiore, in modo da allargare il foro tanto da consentire il passaggio di una persona. Dapprima feci calare dei lumi da minatore ed una gabbia con dentro un piccione, per avere conferma che nella cavità l’aria, oltre ad esserci, fosse respirabile. Poi andai a vedere di persona.
Scesi lentamente. La prima volta mi sembrò un viaggio senza fine. Guardavo continuamente verso l’alto, ma non provavo paura.
A quarantacinque metri di profondità arrivai sul fondo. Intorno a me c’erano pareti completamente lisce. Illuminai meglio con le torce elettriche e mi accorsi di essere dentro un cunicolo largo circa sei metri ed alto otto.
Feci ancora qualche passo ed esaminai attentamente il terreno e le pareti. Non c’erano dubbi: il cunicolo era stato scavato – chissà in quale periodo – dalla mano dell’uomo.
Con una radio portatile diedi l’ordine di farmi risalire. Tornai nel mio ufficio e presi lunghi gomitoli di spago, chiodi ed una bussola. Gli operai mi guardavano incuriositi, certamente dovevo avere un aspetto insolito. Discesi nuovamente nella galleria ed incominciai ad addentrarmi. Dopo circa quindici metri il cunicolo ne incontrava un altro che veniva chissà da dove. Girai sulla destra, verso nord-ovest. Il terreno presentava due solchi molto profondi, tipici segni che lasciano i carri se percorrono per molto tempo una strada non pavimentata. Ne avevo visti di simili in molti paesi dell’Africa, dove ho costruito delle dighe.
Mi chiesi se il passaggio di mezzi di trasporto non definisse l’esistenza di una linea di commercio sotterranea.
Fui stupito anche dal fatto che li sotto ci fosse un’aria molto fine, simile a quella che si può respirare in alta montagna. Eppure non vedevo alcuna presa d’aria dall’esterno. Anche questo non trovava una spiegazione nelle mie conoscenze tecniche.
Continuai a camminare – avevo perso la misura del tempo – e a fare i rilievi con la bussola. Incrociai molti altri cunicoli. Il terreno degradava leggermente verso il basso. Da un calcolo rispetto alla quota di partenza, ora mi trovavo a circa sessanta metri di profondità.
Ovunque c’era il segno dello scavo dell’uomo. Le pareti erano di tufo, con componenti varie, più o meno compatto, e non c’era alcuna filtrazione di umidità. Per un momento mi chiesi cosa stessi vivendo, ma poi ogni attenzione fu assorbita dall’opera di ingegneria applicata in quegli scavi. I cunicoli finivano in alto con archi “a tutto sesto” ed a circa sei metri di altezza si vedeva una cornice scavata nel tufo.
A cosa potesse servire non so. Infatti, date le dimensioni, non poteva avere lo scopo di raccogliere eventuali filtrazioni di acqua. Forse non aveva altra funzione che quella ornamentale. Ero da trentacinque minuti sottoterra, quando constatai che il cunicolo da me percorso si immetteva in una specie di piazza sotterranea. Era enorme ed erano visibili altri cinque cunicoli che da lì si ripartivano in altrettante direzioni.
Ubicai il luogo nella mia mappa e tornai indietro, risalendo poi alla superficie. Quindi riportai in scala su di una carta di Roma i rilievi da me fatti, stabilendo che lo spiazzo sotterraneo doveva essere situato tra piazza Fiume e le mura Aureliane, ad una profondità variabile tra i sessantacinque ed i settanta metri.
Passai momenti terribili, combattuto tra la necessità di portare avanti il mio lavoro di costruzione ed il desiderio di approfondire una mia scoperta. Alla fine optai per il silenzio e per la prosecuzione dei lavori, anche nella convinzione che quanto avevo trovato andasse preservato dalla barbarie e dall’incomprensione dell’uomo contemporaneo”.
Come dichiarò il Prof. J. Norman Emerson nel 1973 alla riunione annuale degli archeologi canadesi facendo sussultare gli studiosi tradizionalisti e chiusi ad ogni novità:
“Ho la certezza di aver ricevuto notizie su manufatti archeologici e su zone archeologiche da una fonte paranormale, da un sensitivo che mi riferisce questi dati senza dare prova di un suo uso cosciente della ragione… Per mezzo dell’intuito e del parapsicologo tutta una nuova visione dell’uomo e del suo passato è alla nostra portata.
Come archeologo e come antropologo esperto in questi campi, dico che secondo me merita cogliere l’occasione d’indagare e di studiare i dati che ci vengono forniti in questo modo. A ciò dovremmo dare precedenza assoluta su tutto il resto”.
APPLICAZIONI NEL SETTORE DELLA CRIMINOLOGIA
Il concentrarmi, il programmare i sogni per cercare di risolvere casi di criminologia e/o prevenirli, ha dato dei risultati importanti ma minori di ciò che speravo o speravamo e questo credo che dipenda dalla mia forte componente personale emotiva che interviene e deforma i segnali che possono essere utili. In questo settore non accetto assolutamente la violenza e l’ignoranza criminale di non considerare la vita, propria e altrui, come un bene assoluto.
Ho lavorato per anni con professionisti, magistrati e “addetti ai lavori”, come attesta questa testimonianza.
“E’ già qualche anno che conosco Umberto Di Grazia.
Si è trattato di un incontro favorito da amici comuni da cui è poi nato un rapporto autonomo di stima, collaborazione ed amicizia.
Sin da bambino ho avuto il culto della scienza e della ragione e mi sono sempre opposto ad ogni forma di dogmatismo, di fideismo e di fanatismo cercando, a mia volta, di non cadere nel fanatismo contrario della ragione a tutti i costi o nella paranoia che ti consente di proiettare sugli altri le tue insicurezze travestendole di significato.
Per questo motivo, non ho mai chiuso gli occhi di fronte a evidenze apparentemente inspiegabìli, ne’ sono mai ricorso alle comode scappatoie dell’esorcismo o della razionalizzazione negativista.
Il mio atteggiamento nei confronti dei cosiddetti fenomeni dì percezione extrasensoriale e della parapsicologia è un atteggiamento laico, proprio di colui che vuol capire.. che vuoi studiare e che vuol comprendere la natura dei fenomeni.
Io non so se Umberto Di Grazia sia o no capace di curare e guarire la gente con l’imposizione delle mani, ne’ tanto meno ritengo che egli sia la reincarnazione di un sacerdote etrusco; non l’ho mai visto sotto questi aspetti.
Ciò che so è che egli è un uomo profondamente razionale e del tutto normale, capace però di liberarsi dal giogo dei condizionamenti della logica e degli accadimenti comuni e di aver sviluppato una particolare sensibilità che, se opportunamente guidata, può fornire informazioni di rilevante interesse su avvenimenti già accaduti e nascosti e su avvenimenti non ancora accaduti.
Il metodo da lui usato è scientifico, perché basato su protocolli di ricerca e di sperimentazione scientificamente predisposti e sull’analisi statistica dei risultati.
Io stesso in differenti occasioni ho avuto modo di saggiare la precisione descrittiva di alcune circostanze a lui non note riguardanti casi omicidiari di rilevante allarme sociale.
Ho anche personalmente constatato la realizzazione di alcune premonizioni riguardanti avvenimenti delittuosi ed attentati terroristici successivamente accaduti.
Ritengo che Umberto Di Grazia sia sicuramente tra le persone più serie e più dotate che io abbia mai conosciuto e svolgo con lui una collaborazione che, da episodica, tende a divenire sempre più sistematica e sempre meglio basata su metodiche scientifiche e verificabili”.
Francesco Bruno.
Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica dell’Università “La Sapienza” di Roma
Insegnamento di Psicopatologia Forense.
LE TECNICHE E I METODI PROPRIETARI
Il mio viaggiare nel visibile e nel non visibile e avere accesso a una visione del Tutto – che è Uno e inscindibile -, legato alla consapevolezza della unicità e straordinarietà della mia esperienza, ma anche di una mia responsabilità nel dover aiutare gli Altri, mi ha ispirato a creare metodi e tecniche per permettere a chiunque, se motivato, di trovare il linguaggio per comunicare con la propria parte profonda, per raggiungere il Risveglio e per meglio comprendere il viaggio che chiamiamo Vita. Tra i principali:
- Animazione della Spada ©
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- Multidimensionalismo ©
- PsicoDermoScrittura©
Animazione della Spada®
Consiste nelle tecniche d’incremento delle difese, dell’attitudine al combattimento e ricalca tradizioni occidentali dei popoli latini, iberici, anglosassoni e germanici. Questo insieme di tecniche e rituali s’ispira a una tradizione iniziatica occidentale, attraverso cui, per gradi successivi, si ottengono risultati riguardanti l’incremento della volontà, l’abbassamento di tensioni, l’affievolirsi delle paure e delle idee ossessive e il rigenerarsi dell’energia vitale ‘Bios’, per poi riscoprire il dialogo sacro, tipico di alcuni gruppi cavallereschi del passato, come quello dei Templari, dei Teutonici ed altri.
Le tecniche proposte aiutano ad acquisire una maggior centralità e a rendere se stessi mobili e attenti, plastici e dinamici sia nelle posture che nella vita. Sono una sorta di anello mancante che ha la giusta presa sulla coscienza delle persone, portandole alla riscoperta di una sacralità marziale propria del nostro mondo occidentale.
La loro nascita si perde nel tempo, se ne trovano tracce, volendo, nello studio della preparazione psico-fisica di molti gruppi guerrieri dall’antico Egitto all’Impero Romano. Quindi molti hanno compreso che per essere efficienti nel mondo esterno dovevano prima trovare e sconfiggere le proprie paure. La spada, per noi occidentali e non solo, è un prolungamento del proprio corpo per definire spazi e momenti per agire. Queste tecniche vengono eseguite anche all’aperto, su vari tipi di terreno ed in luoghi di grande ricchezza naturale.
Le tecniche di respirazione, le posture, il diminuire del ‘rumore di fondo’ del pensiero predominante aiutano a prendere un miglior contatto con le nostre capacità intuitive assopite da troppo tempo.
Biostimolazione®
Dal greco bios (vita, energia vitale) e stimolazione (stimolo, risveglio): risvegliare l’Energia Vitale, stimolare e liberare i meccanismi interni e i circuiti energetici bloccati. Questo metodo sviluppa le potenzialità intuitive della mente umana, consentendole di comunicare con la parte più profonda di sé – quella dell’inconscio-, e farne emergere la forza creativa, ricca di informazioni. E’ una sintesi delle migliori tradizioni, rituali e meditative, dell’antico occidente.
“In ognuno di noi c’è una memoria del Tutto che si perde nell’infinito. Ogni essere che vediamo rappresenta una catena di gioie e dolori. Dentro le nostre cellule ci sono volumi infiniti di esperienze, fatti, conoscenze. Non interessa a cosa crediate o no e non si tratta di discutere di ereditarietà genetica, di reincarnazione o eterno presente (come attualmente sostengo), ma se “vogliamo”, possiamo far emergere una serie incredibile di nozioni”. Umberto Di Grazia.
Le Tecniche di Biostimolazione, che hanno radici nelle tradizioni egizie, etrusche, celtiche e italiche, aiutano, con la presa di coscienza dei nostri sensi (ben più di cinque), a penetrare dentro noi stessi in un viaggio interiore, per conoscerci anche, e soprattutto, nelle zone buie che di solito vogliamo nascondere e negare. Oltrepassare la logica, che pure va riconosciuta e nutrita nel giusto modo e sollecitare l’irrazionale e l’intuito, quasi sempre sopiti, non può che favorire il volo “oltre il dualismo restrittivo”, per entrare nel suono cosmico omnicomprensivo.
La loro pratica consente di espandere la coscienza di sé, aumentare la propria attenzione ed eliminare il ‘rumore di fondo’, acquisire una maggiore capacità di capire e superare i conflitti e le paure, entrare in comunicazione, verbale e non, con gli altri, recuperare e potenziare le proprie energie, anche in condizioni di stress elevato, ampliare la capacità percettiva, mantenere un buono stato di salute, arrivare al superamento di quegli aspetti della logica che impediscono la crescita personale e comunicare con il proprio corpo inconscio per attingere informazioni.
Raggiungere insomma “l’omeostasi”, che significa essere nel proprio centro, nel giusto equilibrio, potenziando così i meccanismi di difesa dell’organismo ed acquisendo quel benessere di corpo, mente e spirito, che deve essere patrimonio di ogni essere umano.
Il Dottor Umberto Milizia, uno dei medici che ci ha seguito per anni, dichiara:
“Umberto Di Grazia ha ottenuto con l’applicazione delle sue tecniche risultati di grande rilievo sulle sindromi dolorose delle diverse eziologie come : cefalea a grappolo, sciatalgie da discopatia, nevriti in corso di Herpes Zoster, dolori articolari post traumatici, sindromi dolorose da causa sconosciuta, etc. L’applicazione delle metodiche di Umberto Di Grazia ha avuto la risposta migliore restituendo benessere e fiducia a pazienti che ormai avevano perso ogni speranza di alleviare la propria sofferenza.
Il valore dei risultati ottenuti è stato comprovato separando in classi A B C i pazienti, comprendendo nella prima (A) pazienti mai trattati, nella successiva (B) pazienti trattati con terapie mediche tradizionali, e nell’ultima (C) quei pazienti già trattati con metodi tradizionali dai quali non avevano avuto alcun beneficio. La scelta dei pazienti è stata accurata con lo scopo di avere, nelle varie classi, un tipo di patologia quanto più possibile analogo.
I risultati ottenuti sono stati più che confortanti, infatti l’analisi degli stessi ha permesso di constatare nella classe A un miglioramento del sintomo doloroso del 100% con alte percentuali di risoluzione definitiva della patologia. Tali risultati sono stati almeno sovrapponibili a quelli ottenuti con terapie farmacologiche (classe B) delle quali tutti conoscono gli effetti secondari nocivi e i rischi di complicazione di patologie di altra natura in atto (ulcere gastroduodenali, anemie, insufficienza renale, etc.).
In quei pazienti che non avevano ottenuto beneficio dalle terapie tradizionali (classe C), l’applicazione delle metodiche di Umberto Di Grazia ha avuto la risposta migliore restituendo benessere e fiducia a pazienti che ormai avevano perso ogni speranza di alleviare la propria sofferenza.
Umberto Milizia.
Medico chirurgo.
Multidimensionalismo®
Il Multidimensionalismo nasce dal voler comprendere cosa c’è oltre il visibile comune. Siamo circondati da realtà non tutte percepibili dai nostri sensi tradizionali: dimensioni parallele, mondi sconosciuti alla logica…
Lo spettro delle Radiazioni elettromagnetiche ha un’estensione infinita. L’uomo riesce a misurare una gran quantità di questo spettro. Una parte dello spettro la conosciamo come spettro visibile, ossia quello che i nostri occhi vedono: è una parte veramente piccola del tutto. Siamo praticamente ciechi, crediamo di vedere, in realtà i nostri occhi percepiscono solo poche informazioni. Non solo, quello che vediamo viene razionalizzato utilizzando circa il 7% del nostro cervello…
Il Multidimensionalismo è la ricerca oltre il limite dello spettro visibile, sul piano delle tecnologie e delle intuizioni.
Fa riemergere potenzialità umane assopite, libera energie, e porta a superare conflitti, angosce e paure che, protratti nel tempo possono manifestarsi a livello fisico sotto forma di malattia.
“Gli esperimenti e i conseguenti fenomeni che si sono verificati nel corso del 2004 presso la Sede dell’IRC, sotto la guida di Umberto Di Grazia, che già da trenta anni è protagonista di questa tipo di esperienze, confermano ciò di cui antiche Sapienze già parlavano. Di fronte al consolidarsi di tali eventi anche i più scettici non possono più chiudere gli occhi: ormai emerge, con sempre maggiore forza, la prova che esistono altre realtà ben più complesse intorno a noi che non è possibile più né ignorare né liquidare come fenomeni trascurabili da attribuirsi a qualche “spirito ameno”; Inoltre le scoperte della Fisica Quantistica, che datano ormai cento anni, hanno inferto un duro colpo a chi, facendosi scudo della tradizione scientifica occidentale, voleva a tutti costi negarle.
Messi da parte ormai i dubbi sul se esistano tali realtà resta l’arduo compito, di dare risposte al come e al perché si verifichino e di fornire una cornice metodologica tale che si possano ottenere differenti risultati:
– nell’immediato: utilizzare le tecniche per migliorare le condizioni psico-fisiche delle persone;
– nel futuro: attraverso la strutturazione di un percorso di training adeguato, si possa fornire la possibilità, anche a coloro che non dispongono, attualmente, di particolari capacità, di accedere a tali metodiche per poterle applicare autonomamente a se stessi, migliorando il proprio stato di salute complessivo.
Non è da trascurare, infine il fatto che l’essere umano ha sempre avuto l’anelito di avanzare nella Conoscenza, esplorare la realtà intorno a lui, cercare di capirla e di capirsi e sembra quindi irrinunciabile proseguire lungo questo affascinate percorso di cui gli esperimenti di Umberto Di Grazia costituiscono un importante e ineludibile pietra miliare.”
Dott.ssa Rossana Tanassi.
I° tecnologo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma (Laurea in Filosofia presso l’Università “La Sapienza” di Roma; Laurea in Giurisprudenza, presso l’Università “La Sapienza” di Roma; Laurea in Psicologia, c/o Cattedra di Psicologia Giuridica, Università “La Sapienza” di Roma- Procuratore Legale).
PsicoDermoScrittura – SHC: Soul Healing Code®
Premessa.
Molti anni fa, siamo negli anni ‘60-‘70, fui attirato da segni spontanei che comparivano sulla pelle delle persone, in particolare dopo forti emozioni! Questo si ripeteva con uomini, donne e bambini di ogni livello sociale e di diverse etnie (come rilevato nei miei lunghi viaggi in giro per il mondo).
I “segni” più interessanti li constatai alla fine degli anni ‘60 inizio ‘70, tra i ricercatori del “Gruppo Dimensione Uomo” dei quali facevo parte: osservammo e discutemmo, con medici, psichiatri e scienziati di varie discipline, i segni comparsi a un ricoverato della Santa Maria della Pietà a Roma: oltre a soffrire di disturbi mentali era anche alcolista e, nei momenti d’eccessiva astinenza, compariva nella sua schiena la scritta – in stampatello – “VINO”, prodotta da “involontarie” rotture di vasi capillari sottocutanei…!
Altre testimonianze le raccolsi ai tempi in cui ero ufficiale dell’arma aeronautica presso una base aerea operativa. Spesso alcuni miei colleghi piloti, dopo delle esercitazioni pesanti, avevano sulla pelle segni prodotti da rossori, graffi non giustificati dalla loro tuta o altro, forme geometriche per l’aumento delle energie statiche sui peli affioranti che ricordavano segni antichi Egizi, Ittiti e/o di linguaggi a me e a noi sconosciuti. Tutto questo, naturalmente, non veniva diffuso ma passava solo tra di noi..! Conoscevo bene queste “scritture inspiegabili”, le avevo viste su mio padre, ufficiale pilota sino al grado di generale.
Naturalmente iniziai a dirmi che “forse erano segni di una nostra parte profonda che cerca di comunicare con noi come logica prevalente non conoscendo il nostro pensare e parlare con le parole..!”
L’osservazione di molti anni, in particolare dal 2000 al 2004 confermò questa ipotesi.
Fatti e considerazioni.
Sento profondamente vera l’ipotesi che in noi ci siano tutti i sistemi di autodifesa che si sono atrofizzati per i vari veleni che assorbiamo e perché questa linea non viene sostenuta come dovrebbe. Dagli studi sul DNA si è evidenziato che potremmo vivere, non da vecchi, sino all’età di 180-210 anni se “un qualcosa” non agisse contro. Ho quindi intensificato l’osservazione e le possibili cose utili da poter fare.
Mi sono spesso domandato: “Vuoi vedere che le parti nostre profonde, che non conoscono le parole per come noi le abbiamo create, ci mandano dei graffiti per aiutarci a difenderci, curarci e superare dei momenti No..?” – “Abbiamo forse più di ciò che crediamo..?” – “Dipendiamo troppo dall’esterno proprio per la non giusta osservazione di noi stessi..?”
I fatti hanno dato risposta e ragione a queste domande!
Con l’assistenza di medici e professionisti amici, ho iniziato quindi a segnare – con una matita grassa – ciò che compare sulla pelle mentre parlo e parliamo con il paziente su fatti generici di lui e ci facciamo raccontare liberamente quello che sente di dire; e mandando, allo stesso tempo, il calore delle mie mani (emissione d’infrarosso superiore ad una persona media) nei punti della spina dorsale tramandati da discipline antiche.
Dopo circa 5-8 minuti, è una costante, iniziano ad affiorare variazioni significative della pelle, sia come colore, sia come ingrossamento di vene e capillari, e grafi antichi o che si formano sul momento. Li osserviamo, li evidenziamo, li fotografiamo e li facciamo vedere al paziente.
Bene, i casi di miglioramento e guarigione hanno superato gli indici di guarigione casuale.
PRECOGNIZIONI
Prevalentemente si sono manifestate tramite sogni lucidi o stati di O.O.B.E., in genere dalle ore 04,30 alle 06,30, come avessero un’attinenza con il prossimo sorgere del Sole.
Dopo anni ho compreso che “gli eventi” vivono in un Presente Continuo e per noi umani esiste la possibilità di percepirli anche se non ne siamo coscienti. Le immagini di prossimi eventi, in genere negativi, compaiono come in un filmato visto rallentato e sono le emozioni delle persone che vivranno, nel nostro prossimo e lineare futuro, l’evento. E’ come se cercassero aiuto oltre la Soglia della Logica. Terremoti, attentati, fatti criminali, incidenti si sono succeduti alla visione del mio pensiero logico.. e in questi ultimi anni invece, si sono rallentati. Sì, anche in questo ci si modifica per leggi ancora non comprensibili. Ciò che ho detto si manifesta anche per il passato e proprio con “questi strumenti” ho ricostruito la storia di musicisti, vedendo i loro spartiti, città, e storie, comunque dimenticate.
Iniziai con la previsione dell’incidente aereo nell’aeroporto di Tenerife, che mandai prima al dott. Piero Cassoli che mi seguì per anni, poi vari terremoti.. io ero nel luogo dove si sarebbe verificato il disastro naturale. Ad esempio, ero in una città vicino al mare e vedevo le persone vivere e muoversi ignare del prossimo disastro. Allora cercavo di avvisarle, di allontanarle da case, che sapevo sarebbero poi crollate, per metterle in salvo. In questo mio fare, se notavo nell’ambiente scritte o monumenti o luoghi particolari, una volta sveglio, li cercavo e ciò mi permise di dire, qualche volta, anche il dove e quando..! Lo stesso avvenne per l’attentato di Ronald Reagan.
Nel sogno lucido ero accanto a lui in ascensore. Usciva e notai subito delle guardie armate, lo stemma dell’aquila Americana e una persona che l’accompagnava, percepii che era un alto ufficiale che aveva combattuto in Vietnam. Poi, a stacco, vidi un uomo nascosto dietro una siepe con una pistola in mano.. e subito dopo il suo alzarsi e ferire la persona che era vicina al Presidente.
Lo dissi a chi di dovere e mi chiesero di cercare di definire il dove e il quando; ebbi altri sogni e delle sin cronicità che mi fecero dire anche questi dati e 11 giorni prima. Il fatto accadde con precisione e dopo circa dieci giorni io ero in Usa per vari test ed esperimenti.
CONCLUSIONE
Mai perdere la spinta del conoscere, mai riempire la mente delle paure degli altri, mai fermarsi a piangere su cose che, ancora, non possiamo realmente comprendere. Meravigliamoci continuamente, siamo migliori di quello che crediamo e che ci hanno voluto far credere.
Umberto Di Grazia.