L’APPESO. LA SAGGEZZA DEL SACRIFICIO PER UNA NUOVA PROSPETTIVA
“Fa che le acque su cui navighi non ti bagnino.
E, giunto a riva, pianta
la Vite e gioisci senza vergogna”.
Aleister Crowley
di Marisa Menna
L’Appeso è il dodicesimo Arcano Maggiore ed è la seconda carta della seconda serie decimale dei Tarocchi.
Questa carta è spesso chiamata (superficialmente) l’Impiccato e definita come una carta di sottomissione. Osservandola meglio e studiandola è evidente che non è proprio così. Il volto del protagonista è sereno, non è sofferente e non è morente.
La caratteristica del simbolismo e della tradizione è che si rivolge a quelle persone capaci di meditare, di approfondire e di osservare. Chi pensa deve possedere immaginazione e deve essere aperto all’immaginazione, alla poesie delle geometrie che si creano.
Con questo arcano inizia un nuovo ciclo, un ambito che Oswald Wirth definisce “passivo e mistico”. L’iniziato (Il Mago) non è più al centro d’azione e di scambio con gli altri elementi, la sua crescita e il suo apprendimento lo hanno portato ad avere conoscenza e fiducia in sé stesso e soprattutto una grande volontà di proseguire il cammino iniziatico.
In questa nuova fase il protagonista diventa una figura passiva, un osservatore, un raccoglitore di impressioni, suggestioni e informazioni, un percepiente, si svuota e annulla i suoi desideri e la sua essenza per riempirsi del mondo circostante e di tutto ciò che agisce su di lui e intorno a lui.
Si affida all’universo e al mondo, alle sue geometrie e ai suoi eventi imprevedibili. Il protagonista sembra essere proprio il Mago, ha mani e piedi legati, è appeso da un piede e subisce la forza di gravità.
Uno dei messaggi fondamentali di questa carta è l’insegnamento e l’utilità di cambiare prospettiva di visione. Il protagonista, nonostante la posizione apparentemente scomoda, ha un viso tranquillo e riflessivo, ha scelto questa posizione sapendo che è necessaria per la sua crescita interiore.
Sacrifica i suoi averi e il suo orgoglio abbracciando l’umiltà.
Nella divinazione questa carta ci raccomanda l’attesa, il saper attendere e il meditare durante questa attesa. Nella divinazione grazie al capovolgimento della prospettiva possiamo cercare un’alternativa e una diversa soluzione a noi più adatta.
Descrizione della carta
In questa carta il protagonista è appeso dalla caviglia sinistra e la gamba libera è ripiegata dietro la sinistra a forma di croce. Ricorda molto la posizione delle gambe dell’Imperatore, dove una è in avanti e diritta, pronta all’azione; nella raffigurazione dell’Appeso questa gamba è legata proprio per indicare che bisogna attendere e non svolgere azioni.
Le mani e le braccia sono incrociate dietro il busto per restare in equilibrio e non agire. In questa posizione entra in gestazione per rinascere, come un bruco che diventerà farfalla.
Dall’arcano XI tutte le carte successive compiono un viaggio verso la fonte dell’inconscio, la vera forza.
Il suo volto è calmo e sereno. Non è più un essere terreno, vive grazie a forze misteriose che lo sostengono. Ha raggiunto la conoscenza, la fiducia e la volontà di se stesso ed è pronto a sacrificarsi per gli altri rinunciando a tutti i suoi benefici.
L’Appeso è inattivo con il corpo perché la sua anima si è liberata per avvolgere l’organismo fisico in un’atmosfera dove si riflettono le sue intenzioni più pure.
Sta subendo una trasformazione completa e non è più un essere terreno. Solo simbolicamente è aggrappato a una corda, in realtà è sostenuto da una potenza misteriosa, non percepisce il suo peso corporeo perché è contemporaneamente qui e altrove.
Simbologia del numero Dodici
Tra tutti i numeri, il dodici è considerato uno dei più sacri anche per la sua stretta correlazione con il 3, infatti sommando le cifre da cui è composto il risultato che otteniamo è proprio il tre: 12=1+2=3 dove 1 è il principio e 2 l’istinto, la creazione.
Non a caso il dodicesimo anno di età segna per l’essere umano l’ingresso nella fase puberale e ci induce l’idea di una trasformazione fondamentale raggiungibile attraverso un faticoso e tortuoso percorso. I riti iniziatici nella maggior parte delle società per far accedere allo stato di adulto si praticano proprio nel dodicesimo anno.
Per Arturo Reghini il numero dodici ha già tradizionalmente un carattere sacro e universale. Oltre ad essere il numero dei mesi dell’anno e dei segni dello zodiaco, dodici era in Grecia, Etruria e Roma il numero degli Dei Consenti, dodici era anche il numero dei componenti alcuni collegi sacerdotali nella Roma arcaica e il numero delle verghe del fascio etrusco e romano; molti dodecaedri celtici pervenutici attestano l’importanza che gli antichi annettevano a questo numero ed al dodecaedro. Molti i fatti che avvalorano la scelta del dodecaedro come simbolo dell’universo.
Dodici sono anche i segni dello zodiaco, i figli di Giacobbe, i cavalieri della Tavola Rotonda, i paladini di Carlo Magno, i membri della giuria, la vendita a dozzina, i mesi dell’anno, il numero delle ore del giorno e della notte, gli apostoli e le tribù di Israele, le divinità olimpiche che costituiscono il pantheon greco a partire dal V sec., le fatiche di Ercole.
La dodicesima lettera nell’alfabeto ebraico è Lamed e il suo significato è “La torre che vola nell’aria”, proprio come il nostro personaggio questa lettera simboleggia la potenza dell’anima di ascendere, è la quadratura del cerchio se sappiamo farci guidare dalla sapienza del cuore.
Simbologia della carta
Nella rielaborazione di Oswald Wirth il protagonista è aggrappato con una corda alla caviglia sinistra a una traversa gialla che unisce e fa da ponte tra due alberi laterali e privi di rami. La traversa gialla sta a simboleggiare che la sua essenza è fatta di luce, il protagonista ha compreso in modo completo la Dottrina e si è abbandonato a essa, è il punto di elevazione più alto e pochi mortali possono raggiungerlo perché occorre abbandonare ogni debolezza umana e abbracciare la vera Dottrina della Conoscenza facendolo con consapevolezza di annullamento del sé.
I due alberi laterali corrispondono alle due colonne del tempio: Jakin e Bohas che hanno proprio il compito di far elevare l’iniziato aiutandolo a comprendere la poca importanza della materialità.
I rami recisi sono dodici e la linfa che scorre al loro interno è rosso porpora.
Indossa una tunica di due colori bianca e rossa: bianca per indicare la purezza delle sue intenzioni e rossa per indicare la vitalità e la passione di cui è ricco. Questa tunica è chiusa da sei bottoni di cui due rossi e quattro bianchi che richiamano le carte della Papessa (II) e dell’Imperatore (IV). Possiamo osservare anche le due mezzelune, una rossa e l’altra bianca, che rappresentano rispettivamente l’umiltà e le facoltà intuitive di cui deve esserne ricco il mistico,.
Dai due sacchi che ha tra le sue braccia, cadono delle monete d’oro e d’argento che simboleggiano i tesori spirituali accumulati dall’iniziato, è disposto a lasciare i suoi beni materiali, li lascia andare.
Il volto è rilassato e i suoi capelli cadono verso il basso, cercano il contatto con la terra per mettere radici. Il protagonista è un tutt’uno con l’ambiente che lo ospita. Non è più disposto a indossare maschere umane, cerca l’essenza delle cose, è disposto a perdere qualunque bene materiale pur di raggiungere la saggezza universale.
La posizione gli permette di cambiare il punto di vista della vita e delle cose.
E’ consapevole che non riceverà un premio finale per la sua estrema devozione ma sa che questa è la sua strada, per questo si abbandona in maniera fiduciosa e serena. Tutti i passi e le fasi compiuti finora hanno preparato la sua anima al compimento della Grande Opera.
Ciò che fa questa carta non passa attraverso la parola e l’azione ma attraverso altre dimensioni, non vive nel momento attuale ma si proietta altrove.
Per alcuni può sembrare la raffigurazione di una caduta in realtà è una rinascita e una risalita.
L’Appeso è la seconda carta della seconda serie decimale proprio come lo è la Papessa nella prima serie decimale, entrambi questi personaggi si sono allontanati dagli umani e dal loro mondo appositamente, hanno reciso i rami con ciò che è materiale. L’unico legame è quello con la Coscienza.
Nella raffigurazione di Rider Waite troviamo alcune differenze ma la sostanza del significato non cambia.
Il personaggio è appeso a una croce a forma di tau, il capo è circondato da un’aureola e tutta la figura suggerisce una vita in sospensione. Questa fase gli permette la vera illuminazione del sé più profondo.
Il numero 12 è anche simbolo dell’unione dell’1 e del 2, del Mago e della Papessa. La croce formata dalle gambe dell’Appeso, si riferisce ai quattro elementi che il Mago dispone e la parte superiore dell’abito dell’Appeso è simile a quello della Papessa.
Spesso è stata definita per errore una carta di prudenza o sottomissione, in realtà esprime il rapporto con Dio e l’Universo. Il Grande risveglio è possibile e lui ci sta riuscendo.
In questa fase non desidera nulla e non può far nulla, attende e osserva e si lascia vivere dalla situazione.
Anche nella raffigurazione di Aleister Crowley troviamo un uomo appeso a testa in giù ma lo studioso lo posiziona nell’acqua per la supremazia di questo elemento su questa carta.
Le gambe formano un angolo retto e le braccia sono distese all’infuori, al contrario delle altre raffigurazioni precedentemente viste in quanto le braccia sono dietro il busto.
Tutta la posizione rappresenta la discesa della luce nell’oscurità per poterla poi redimere.
Nei suoi testi ci dice che l’Acqua rappresenta la funzione spirituale nell’economia dell’iniziazione: è un battesimo e nello stesso tempo anche una morte.
I dischi verdi che sono disegnati simboleggiano la grazia. Anche l’aria sulla superficie dell’acqua è verde e al suo interno sono riflessi i raggi della luce.
L’intero personaggio è appeso all’Ankh e intorno al piede da cui è sospeso e troviamo un serpente, animale simbolo che è creatore e distruttore e che opera e governa ogni cambiamento.
Man mano che volgiamo lo sguardo verso il basso l’oscurità aumenta ma la presenza del verde ci da la possibilità di rinascere grazie all’Amore e alla Grazia, il serpente infatti si attiva per supportarci e aiutandoci. Vi è solo apparente oblio, in realtà è un viaggio per migliorarsi.
Lo studioso ci ricorda che “Ogni uomo e ogni Donna è una stella” e essendo noi essere umani come le stelle dobbiamo conoscerci e comprendere la nostra eredità stellare.
Per chi vuole proseguire il cammino, è necessario non solo comprendere i simboli ma anche far “fondere” e unire le figure presenti in questa immagine l’una nell’altra come un’inebriante danza dell’estasi finale finché l’iniziato non otterrà la sua certezza, la sua conquista.
Interpretazione della carta
La carta dell’Appeso ci spinge a cercare la vera essenza e ad apprendere anche se apparentemente passivi. Mentre la Papessa apprende attraverso il libro, l’Appeso apprende su se stesso, all’interno di se, è un medium tra se stesso e il mondo esterno, è un ponte e continua ad evolversi contemporaneamente.
Egli è in questa posizione perché sceglie di fermarsi.
Rappresenta la sosta, la meditazione, il momento in cui bisogna attendere. E’ il profeta, la devozione e l’anima liberata da un qualcosa che impediva crescita e benessere. E’ l’incontro con il misticismo, l’intervento a distanza della mente non locale. E’ un Uomo che entra in rapporto con Dio. Il consultante rappresentato dall’Appeso è un sognatore, si sottrae alla materia e non ha più nessun legame. Egli si eleva al divino liberandosi dell’egoismo.
La dodicesima tavola Smeraldina di Toth viene chiamata “La chiave della profezia”. Thot ha conquistato la legge dello spazio-tempo, ha acquisito conoscenza del futuro del tempo e ha compreso il tragitto dell’uomo attraverso lo spazio-tempo, potrà essere Uno con il Tutto.
Tutti gli effetti derivano dalle cause e per questo il futuro non è fisso ma variabile a secondo proprio di come le cause producono effetti. Esistono quindi più destini possibili.
L’uomo un giorno capirà la sua vera luce senza legami e giochi con l’oscurità, capirà il proprio legame con le stelle. L’uomo è una fiamma perfetta di questo Cosmo e riuscirà a muoversi verso un posto nelle stelle.
La luce e la saggezza sono gli unici sentieri da seguire, spesso dovranno essere cercate perché sono tenute segrete e protette da chi non può comprenderle, in questa tavola è scritto: “Mescolate la vostra anima con la Grande Essenza”. Il compito e il privilegio dell’uomo è quello di rappresentare il punto d’incontro dell’infinito con il finito, dello Spirito con la materia.
Questo incontro produce una situazione dinamica e creativa Spirito e Materia, infatti, rappresentano due poli opposti che inizialmente sono in conflitto, poi gradualmente si fondono, dando vita a un terzo elemento rappresentato dalla Coscienza. L’uomo è lo strumento in cui si svolge quest’opera creativa.
A mano a mano che noi prendiamo coscienza del significato e del nostro scopo di esistere realizziamo anche il nostro destino: divenire Uomini Veri e realizzati, coscienti del Sé.
Questo è l’inizio della trasformazione in cui vi è superamento della chiusura dell’io egoistico e l’emersione di un nuovo centro di coscienza individuale libero e autentico.
E’ una fase che può anche durare a lungo in cui troviamo, crisi, dubbi e sofferenze ma per fini evolutivi. Tutto è costruttivo se ben osservato e interpretato.
Quando tutto il passaggio verrà completato verrà rivelato tutto lo splendore dell’uomo e il suo vero potere per avviasi verso altre mete, molto più luminose.
Conclusione
La posizione rovesciata del personaggio ha due significati principali.
Nel primo indica l’impossibilità di agire, compiere e concludere un qualcosa, nel secondo rappresenta l’osservare in maniera diversa la realtà, spesso occorre ribaltare una situazione per comprenderla meglio.
Nonostante la posizione fisica inversa riesce a trovare il suo equilibrio. Rappresenta una prova faticosa e dolorosa ma necessaria, non può fermarsi qui. Una volta che avrà metabolizzato tutto ciò che ha sentito, osservato, studiato dovrà trovare il modo di rinascere. Ciò che può essere considerata una prigione a primo sentire in realtà è una opportunità di miglioramento e di crescita alla situazione attuale.
E’ la legge rivelata, il sacrificio, l’insegnamento del dovere.
Per alcuni studiosi è segno di morte violenta, l’estinzione della vita e la prudenza. Ma come sappiamo bisogna sapere andare più a fondo, oltre il velo delle prime percezioni per comprenderne il significato.
Per Jodorowsky universi interi lo percorrono questa figura, è il cielo infinito che lascia passare le nuvole. L’Appeso è consapevole della sua eternità grazie alla sua gestazione, alla sua meditazione profonda. Può trasformarsi in vera luce.
Il numero 12 che lo rappresenta è simbolo anche dell’unione dell’1 e del 2, ovvero del Mago e della Papessa. La croce formata dalle gambe dell’Appeso si riferisce ai quattro elementi che il mago dispone. Ha smarrito volutamente ogni contatto col mondo materiale ed è concentrato su se stesso e su quello che accade intorno a lui, ci insegna il valore dell’umiltà e del sacrificio.
Attendere il giusto tempo è trovare un equilibrio, richiamare energia e luce e far scorrere dentro di sé l’Universo può aiutarci a elaborare una soluzione che finora non avevamo prospettato.
Non è necessario che tu esca di casa.
Rimani al tuo tavolo e ascolta.
Non ascoltare neppure, aspetta soltanto.
Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine.
Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno,
estasiato si torcerà davanti a te.
Franz Kafka
BIBLIOGRAFIA:
Chiavi Maggiori e Clavicole di Salomone, Elifas Levi, Edizioni Atanòr;
Dizionario dei Simboli dei Miti e delle Credenze, Corinne Morel, Giunti Editore;
Dogma dell’Alta Magia, Eliphas Levi, Edizioni Atanòr;
Esegesi sui Tarocchi, Leonardo Scotto Di Fraca;
Enciclopedia dei Simboli, Hans Biedermann, Garzanti;
Frammenti di un insegnamento sconosciuto, P. D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini Editore;
I numeri sacri della tradizione pitagorica massonica, Arturo Reghini, Casa Editrice Ignis;
I Tarocchi, Oswald Wirth, Edizioni Meditarrenee;
Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Oscar Mondadori;
Il gioco dei tarocchi, Antoine Court de Gébelin;
Il Simbolismo Ermetico, Oswald Wirth, Edizioni Mediterranee;
Il Tarocco, il simbolo, gli arcani, la divinazione, Joseph Maxwell;
Il Tarocco egizio, Aleister Crowley;
Introduzione allo studio del tarot, di Paul Foster Case;
L’Apprendista, di Oswald Wirth, Edizioni Atanor;
La simbologia massonica, Jules Boucher, Atanor;
La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Feltrinelli Editore;
Simboli della scienza sacra, René Guénon, Adelphi Editore;
Storia della Magia. Dalle origini ai giorni nostri. Richard Cavendish, Armenia Editore;
Tarocchi, A.E.Waite, Lo Scarabeo;
Tavole Smeraldine di Thot;
Tecniche dell’unione e del Risveglio, Umberto Di Grazia;
The book of Symbol, Reflections on Archetypal Images, Taschen.
Leggi anche:
Tarocchi, I – Il Mago
Tarocchi, II – La Papessa
Tarocchi, III – L’Imperatrice
Tarocchi, IV – L’Imperatore
Tarocchi, V – Il Papa
Tarocchi, VI – L’Innamorato
Tarocchi, VII – Il Carro
Tarocchi, VIII – La Giustizia
Tarocchi, IX – L’Eremita
Tarocchi, X – La Ruota della Fortuna
Tarocchi, XI – La Forza