L’armadio
di Umberto Di Grazia
Anche oggi, alle nove del mattino, Momo, il mio amico gatto, ha voluto che gli aprissi tutti gli sportelli degli armadi di due stanze, iniziando dalla camera dove dormiamo.
E’ un rituale che ripete due o tre volte al giorno. Si siede all’esterno, vicino agli sportelli di cristallo molato, poi avvicina il suo piccolo, freddo ed umido naso, e miagola guardandomi..!
Momenti difficili per me.
Credo che il nostro pensare scorra all’unisono.. un silenzio sospeso, una sorta di non-tempo, interminabile, domina quell’attimo di scambio.. ed io ricordo quello che è successo, da quando l’ho raccolto fuori casa..
Sono anni, non ricordo quanti, che camminiamo insieme.
Passato un anno, dopo aver dato a persone amiche due suoi cuccioli, la sua famiglia era composta da Luce e Sexy.
Anni densi in uno scambio continuo d’informazioni che sono state per me come andare, di nuovo, a scuola. A dispetto di quanto comunemente si crede, tutti i nostri compagni animali hanno una loro purezza, e la possibilità di percepire loro stessi ed il mondo che li circonda in modi a noi sconosciuti.
Ognuno di loro ha un carattere, un modo di giocare ed avvicinarsi, di reagire, di essere.. proprio come gli esseri umani, troppo spesso in difetto di umanità per l’ignoranza imposta!
Un giorno Sexy è stata male e la diagnosi fu molto dura: tumore ai polmoni e in due suoi seni. Provammo a curarla in molti modi, alla fine cercammo d’operarla ma l’intervento fu sospeso perché il suo cuore non reggeva.
Furono mesi di maggior amore tra di noi.. e sia Momo che la madre, Luce, la coccolavano spesso, dormendo insieme a lei per darle più calore o altro che non conosciamo.
Passarono tre mesi, e lei, durante il giorno, si rifugiava dentro gli armadi…! Medicine ed amore rallentarono il progredire del male, ma alla fine fu chiaro che potevamo fare ben poco.
Nell’ultima settimana Sexy decise di dormire vicino a me, appoggiando la sua schiena al mio corpo e dove le capitava. Momo, geloso sempre, accettò questo nuovo fatto ed aumentò le sue tenerezze.
Infine, l’ultima notte, fui svegliato da un suo strano tossire.. era come se non riuscisse più a respirare! La presi in mano e cercai di aiutarla ma lei, dopo avermi guardato in un modo che non dimenticherò mai, emise un suono acuto e prolungato, e allungando il suo corpo cessò di vivere.
Le feci dei massaggi cardiaci ed altro, ma non ci fu più nulla da fare. Era ormai fuori dal suo corpo fisico e visibile.
Il senso d’impotenza, velocemente, prese dominio di me stesso e della stanza.
Trovai una scatola, misi un asciugamano intorno a Sexy, ed aspettai il sorgere del giorno per portarla in campagna, dove abbiamo una zona per i nostri amici animali.
Momo entrò lentamente nella stanza, arrivando dallo studio in cui stava dormendo quella notte.
Si avvicinò, ci guardammo, e teneramente allungò una zampa verso di lei. Fu come una carezza.. poi mi guardò ancora.. quindi entrò nella scatola e le fece dei massaggi “a panino”, come diciamo noi! Non capiva perché non si muovesse. Uscì dalla scatola e le diede dei colpi forti sulla testa, e poi se ne andò.. come se non fosse successo nulla. Dimostrò, in questo modo, di non avere il nostro medesimo concetto del morire.
Andai fuori, era uno di quei giorni in cui il cielo dava il massimo della sua acqua.. come per un pianto irrefrenabile.
Naturalmente ci sono dolori più forti e continui.. per la morte inutile di molti esseri viventi, martiri senza nome, uomini, donne, bambini..!
Quello che avevo vissuto mi lasciò un segno indelebile, e “arrivò con forza” la misura di quanto noi uomini, come esseri viventi, siamo ancora giovani per comprendere. Le domande si accavallarono: come accettare tanti crimini? Come mettere in silenzio il morire, per violenza e fame, dei poveri, degli umili, degli esseri più indifesi nel mondo?..
Sono passati sei mesi e Momo, appunto, mi chiama, si fa aprire gli armadi, percepisce odori che solo lui sente.. E mentre io apro gli sportelli, credo che Sexy possa uscire all’improvviso! Anche Momo lo crede, infatti si tira indietro, quel tanto che dona uno spazio ad un salto dall’interno verso l’esterno, ed io immagino Sexy che torna, con un balzo.. e la gioia che regalava, generosamente, a tutti..!
Fantasia? Forse, ma qualcosa, in me, crede che potrebbe aver ragione il mio grande amico gatto..
E se l’armadio potesse realmente essere, come tramandato da molti racconti e fiabe, un “punto di passaggio tra dimensioni”?
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