Le scansioni al cervello hanno evidenziato uno stato di coscienza “superiore” nascosto
Fonte: New Atlas
Traduzione a cura della redazione di coscienza.org – Marisa Menna

(Credit: agsandrew / Depositphotos)
Raggiungere un elevato stato di coscienza è un concetto che si può sentire più da uno spiritualista che da uno scienziato, ma ora i neuroscienziati dell’Università del Sussex sostengono di aver trovato la prova di questo stato.
Dallo stato di veglia allo stato di coma profondo, la coscienza viene misurata attraverso le diversità neurali dei segnali rilasciati dal cervello, i ricercatori hanno notato un aumento sotto l’influenza di droghe psichedeliche, confrontate con le registrazioni tipiche dei normali stati di veglia e di sonno.
La ricerca si basa sui dati raccolti in circa un anno da un team dell’Imperial College di Londra che ha tracciato l’attività del cervello dei volontari, dopo aver assunto sostanze psichedeliche, inclusi LSD, psilocibina e ketamina, analizzandoli con tecniche magnetotensiche (MEG) per esaminarne gli effetti. Questo nuovo studio si proponeva di determinare in che modo uno stato psichedelico si confronta con altri livelli di veglia e di incoscienza, secondo una scala di diversità del segnale misurata monitorando i campi magnetici prodotti dal cervello.

Immagine creata usando la tecnologia di imaging cerebrale, mostra i cambiamenti nella diversità dei segnali neuronali, durante l’influenza di LSD (Credit: Suresh Muthukumaraswamy)
Quando una persona dorme, i segnali cerebrali sono molto meno diversi da quando è sveglia e consapevole, e gli studi precedenti hanno dimostrato che variano a seconda della fase del ciclo di sonno che sta vivendo. I dati emersi da questa ricerca sono stati confrontati anche con degli studi realizzati durante uno stato indotto da anestesia e in questo caso hanno dato un basso punteggio, e si riferisce allo stato vegetativo. Questa è la prima volta che la diversità del segnale è stata considerata superiore alle normali letture di una mente attenta e cosciente.”Questa constatazione dimostra che il cervello psichedelico si comporta in modo molto diverso da quello normale”, dice Anil Seth, autore dello studio. “Durante lo stato psichedelico, l’attività elettrica del cervello è meno prevedibile e meno integrata rispetto alla normale sveglia cosciente – misurata dalla diversità del segnale globale”.
Poiché questa misura ha già mostrato il suo valore come una misura di “livello cosciente”, possiamo affermare che lo stato psichedelico appare come un “livello” superiore della coscienza del normale – ma solo in relazione a questa specifica misura matematica”.
È interessante notare che, più sono intensi i viaggi riferiti dai partecipanti e più sembrano esserci diversi segnali del cervello. La scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio il collegamento tra il livello di coscienza e quello di consapevolezza.
“Abbiamo trovato correlazioni tra l’intensità dell’esperienza psichedelica, come riportato dai volontari, e i cambiamenti nella diversità dei segnali”, dice Seth. “Ciò suggerisce che la nostra misurazione ha stretti legami, non solo ai cambiamenti cerebrali globali indotti dai farmaci, ma a quegli aspetti della dinamica cerebrale che sono alla base dell’esperienza cosciente”.
I ricercatori non stanno cercando di incoraggiare l’utilizzo di droghe per raggiungere uno stato superiore di coscienza come potrebbe sembrare. Il team sottolinea che “più alto” non significa necessariamente “migliore” e la chiave dello studio è l’esperienza psichedelica in uno stato cosciente distinto.
“La rigorosa ricerca nell’ambito psichedelico sta acquisendo un’attenzione sempre maggiore, anche grazie al potenziale terapeutico che questi farmaci possono avere quando sono utilizzati ragionevolmente e sotto controllo medico”, dice Robin Cahart-Harris, un altro autore dello studio. “I risultati dello studio in questione ci aiutano a comprendere che cosa succede nel cervello delle persone quando sperimentano un’espansione della loro coscienza sotto effetti psichedelici. Le persone dicono spesso di avere intuizioni profonde sotto l’effetto di queste sostanze — e quando utilizzate in un contesto terapeutico, possono portare a risultati positivi. Le scoperte più recenti potrebbero aiutarci a capire come e perché succede.”
Ora i ricercatori cercheranno di capire la meccanica biologica che vi è alla base di determinate esperienze psichedeliche come le allucinazioni.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
Source: University of Sussex
19 aprile 2017
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