L’eclisse della ragione all’alba della scienza moderna. La strega, il medico e l’inquisitore. Di Paolo Aldo Rossi e Ida Li Vigni
Questo libro non attribuisce colpe per i tanti roghi in cui morirono le streghe, ma cerca di capire attraverso quali percorsi si è arrivati a tanto.
In questa prospettiva di lavoro s’istallano quelli che abbiamo chiamato i “temi fondamentali” o le strutture formali su cui si istituiscono i rapporti fra gli attori della vicenda: il rapporto con il potere religioso, il passaggio dal peccato di superstizione al crimine di eresia, il rapporto con il potere politico o la ribellione delle forme culturali endogene verso quelle esogene, il rapporto con l’istituzione giuridica o i procedimenti penali, il rapporto con il sociale o della disperazione, il rapporto etnico-culturale come riconoscimento della propria identità. Accanto a questi percorsi, propri delle discipline socio-storiografiche e di antropologia culturale, si presentano altri cammini quali le avventure del corpo e della mente.
Le ricorrenti epidemie di lebbra, peste e sifilide, la presenza di esiti psicopatologici a eziologia fisiologica, l’utilizzazione di farmaci psicoattivi a fini terapeutici o per pratiche “religiose”, le crisi endemiche di ergotismo e patologie scrofolose, le patologie tireotossiche e i danni epatici, nonché l’insorgenza di malattie mentali a eziologia non fisiologica sono tutti eventi che hanno focalizzato la nostra attenzione sia sull’induzione farmacologica a rilevanza psichica, sia sull’affabulazione psicopatologica e sulla connotazione archetipa dell’inconscio collettivo, qui collegato con l’immagine di particolari aree di rifugio, luoghi geografici e simbolici di insediamento della strega.
E’ una storia narrata, quasi sempre, in prima persona dagli inquisitori, ma noi cercheremo di ascoltare anche gli altri, quantomeno come attori della storia.