di Marisa Menna

La carta IX è la carta dell’Eremita. Vediamo raffigurato un uomo incamminarsi con una lanterna in mano facendo luce su i suoi passi. L’Eremita si lascia alle spalle il primo ciclo di carte andando incontro al nuovo ciclo di vita.

Simbologia del numero Nove

L'Eremita

Il numero Nove è un numero sacro e misterioso. Richiama la triplice triade e rappresenta simbolicamente la fine di un ciclo della vita che si sta per concludere, la realizzazione dell’uomo e il suo cammino evolutivo. E’ composto da tre volte il numero tre ed è l’ultimo delle cifre elementari.
E’ un numero che ritorna sempre su sé stesso, infatti quando lo si moltiplica per qualsiasi altro numero si ottiene un risultato le cui cifre sommate tra loro danno sempre il numero 9, per questa sua caratteristica alcuni sostengono che sia una valenza egoistica. Per molti indica che questo è anche l’emblema della verità. E’ un anticonformista che vuole aprire il cammino verso nuovi orizzonti elevandosi.

Simbologia della Carta

Questa lama raffigura un vecchio ricurvo con un mantello che si appoggia a un bastone e il suo cammino è illuminato da una lanterna prismatica esagonale. La sua schiena curva contiene tutta la memoria del passato.
Come indica il suo nome l’Eremita vive da solo nel deserto.
Il suo nome deriva da “éremos” che significa “deserto”, nella trasposizione del Tarocco di Marsiglia è stata aggiunta una H dinanzi al nome, Hermite, per indicare un seguace di Hermes. E’ un alto saggio, un Maestro, che vive in modo solitario e si dedica alla ricerca alchemica, a tracciare un percorso per chi vorrà essere un nuovo iniziato seguendo le tracce lasciate dalla Natura.
La carta precedente, la Lama 8, ci ha fornito la potenzialità di giudicare e oggettivare gli avvenimenti che ci accadano, riconoscendo il Bene dal Male e sapendo valutare secondo la Legge del Tutto. Grazie alla coscienza cosmica può muoversi individualmente sul cammino da seguire per proseguire verso il prossimo obiettivo. La prima iniziazione si è conclusa.
Conclude attivamente il suo rapporto con l’antico mondo e diventa ricettivo verso un futuro che non domina e non conosce.
La chiave religiosa e cabalistica di questo tarocco è espressa in questo verso: “E mai l’eterno ne cambierà la base”, infatti nulla lo potrà cambiare perché la sua vera essenza è venuta alla luce formandosi seguendo i gradi iniziatici grazie alla luce simboleggiata dalla lanterna che illumina il suo cammino, può proseguire nella creazione della sua Grande Opera.
Il prisma della lampada ha diversi colori per simboleggiare che la luce spirituale (Dio, la luce) si manifesta attraverso fedi e religioni diverse (i vetri colorati). Egli possiede il fuoco della saggezza e, infatti, la sua prima iniziazione è rappresentata dal battesimo del fuoco.
Sotto il suo scuro mantello si scorgono più colori dell’abito, il rosso e il dorato ad esempio, coperti volontariamente. Questa simbologia indica che la Grande Opera viene compiuta lontano da sguardi indiscreti e i misteri che l’Eremita conosce devono restare nascosti alla massa, in quanto ognuno deve compiere le proprie fatiche per comprendere determinate conoscenze e vincere le proprie paure.

La lettera ebraica associata a questa Lama è la lettera TET, ovvero “La luce nascosta” e ha in sé le proprietà dell’introversione, il bene è nascosto in se stesso. Ci si erige forti e decisi contro il male e ci si può piegare umilmente di fronte alla Verità.

La versione prodotta da Oswald Wirth vede il personaggio rappresentato da un vecchio esperto che conosce il passato a cui si ispira per preparare l’avvenire. E’ provvisto di una canna di bambù dai sette nodi mistici, scandaglia il terreno sul quale cammina lentamente ma senza fermarsi per avanzare con sicurezza.
Sul suo cammino incontra un serpente che rappresenta la spinta egoistica terrena ma non cerca di fermarlo, allontanarlo o ucciderlo, anzi, lo incanta e lo fa diventare parte integrante della sua figura sfruttandone le sue potenzialità, trasformandosi così nel bastone di Esculapio che dà il potere all’Eremita di diventare un medico taumaturgo.
Secondo la filosofia ermetica il lavoro trasformatore del Saggio si applica a ciò che deve nascere e a non a ciò che è già formato.
La luce che porta con se è il suo avere personale che lo guida nella giusta direzione. Si lascia avvicinare solo dai ricercatori di verità.
Il suo lavoro avviene in un ambiente chiuso lontano dalla confusione del mondo, con il giusto silenzio e la corretta concentrazione prepara ciò che deve compiersi.
Wirth ci esorta a concentrare tutte le nostre facoltà e approfondire i nostri silenzi, ad attingere alla luce che è dentro di noi al sentiero che dobbiamo percorrere: “Avanza con circospezione, per non dover mai indietreggiare”.

Aleister Crowley attribuisce questa carta alla lettera ebraica Yod che significa “Mano”. Infatti la mano compare al centro della carta tenendo in mano la lampada al cui interno troviamo il Sole. La lettera Yod richiama il Fuoco Segreto. Il Saggio sta contemplando l’uovo orfico che contiene l’Universo avvolto da un Serpente iridescente che richiama la fluidità di Mercurio.
Il simbolismo della carta rappresenta la fertilità ed è associata per questo al segno zodiacale della Vergine che ha in sé tutte le caratteristiche dell’Eremita. Segno di Terra è sempre accompagnata da una spiga di grano o di frumento, l’Eremita in questo caso è posizionato in un campo di frumento.
Abbiamo in questa raffigurazione il compimento della Grande Opera poiché sono presenti tutti elementi: la Mano, la Luce, lo Spermatozoo, il Logos e la Vergine. La carta si chiude con il Cerbero, il guardiano degli Inferi che è riuscito a domare, suo diventa così il potere del Tempo rappresentato dalle tre teste del cane (passato, presente e futuro).

Interpretazione della Carta

In simbiosi con il numero e la simbologia di questa Lama ci viene incontro la Nona Tavola Smeraldina di Thot che ci esorta a trovare il sentiero che conduce alla vita eterna come un Sole e a scaraventare lontano i veli dell’oscurità. Dobbiamo essere una Luce nel mondo e sentirci liberi di sorgere dall’antica oscurità. La conoscenza non è mai andata perduta e resiste in ogni epoca. Ciò che è andato perduto è la memoria dell’uomo di potersi innalzare per potersi illuminare.
La Tavola è chiamata, non a caso, “La chiave per essere liberi nello spazio”.

Il Protagonista ha indicazioni importanti dal Signore del Nove che gli proferisce:
“Hai visto che la PAROLA proviene dal Caos? Non hai visto che la Luce viene dal Fuoco? Cerca nella tua vita questo equilibrio. Equilibra e ordina la tua vita. Reprimi tutto il Caos delle emozioni e tu raggiungerai l’equilibrio della tua vita.”
E conclude:
“Cerca di Essere UNO con il SOLE. Cerca di essere solamente la LUCE. Porta il proprio pensiero verso l’unità della Luce con il corpo dell’uomo. Ricorda che tutto è Ordine dal Caos scaturito nella Luce.”
L’Eremita ha suo il Tempo che lavora a favore dell’uomo e lo guida verso ciò che cerca, egli è la guida, il saggio, il Medico, il Maestro e il fondamento da cui partire. Possiede Prudenza e Forza.
Indica il sentiero giusto in cui possiamo incamminarci e il progetto che possiamo portare avanti.
Persegue i propri progetti senza confidarli a persone esterne.
Ha bisogno di isolamento, concentrazione, meditazione, metodologia, studio, approfondimento e riservatezza lontano da passioni terrene. Non è un essere chiuso ma un essere Libero che vuole Volare e illuminare il proprio cammino e quelli che lo vorranno seguire alla ricerca di Verità.

Conclusione

Nove come i nove mesi di gestazione per portare a compimento una gravidanza e la volontà di concludere un ciclo per poter finalmente chiudere il cerchio e cominciare una nuova fase ma sarà possibile cominciare nuovamente solo con il numero Dieci.
Nove sono i cerchi dell’Inferno secondo Dante e nove sono i regni minerale, vegetale e animale perchè ogni singolo regno si divide in tre parti.
Le Tavole smeraldine di Thot ci ricordano che 9 sono le dimensioni invalicabili e 9 sono i cicli dello Spazio così come le emanazioni della coscienza e i mondi dentro ai mondi.
Ora è il momento di proseguire in silenzio con la nostra vera essenza che illumina il cammino. Ora è il momento per rinascere.


BIBLIOGRAFIA

Chiavi Maggiori e Clavicole di Salomone, Elifas Levi, Edizioni Atanòr;

Dizionario dei Simboli dei Miti e delle Credenze, Corinne Morel, Giunti Editore;

Dogma dell’Alta Magia, Eliphas Levi, Edizioni Atanòr;

Esegesi sui Tarocchi, Leonardo Scotto Di Fraca;

Enciclopedia dei Simboli, Hans Biedermann, Garzanti;

Frammenti di un insegnamento sconosciuto, P. D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini Editore;

I numeri sacri della tradizione pitagorica massonica, Arturo Reghini, Casa Editrice Ignis;

I Tarocchi, Oswald Wirth, Edizioni Meditarrenee;

Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Oscar Mondadori;

Il gioco dei tarocchi, Antoine Court de Gébelin;

Il Simbolismo Ermetico, Oswald Wirth, Edizioni Mediterranee;

Il Tarocco, il simbolo, gli arcani, la divinazione, Joseph Maxwell;

Il Tarocco egizio, Aleister Crowley;

Introduzione allo studio del tarot, di Paul Foster Case;

L’Apprendista, di Oswald Wirth, Edizioni Atanor;

La simbologia massonica, Jules Boucher, Atanor;

La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Feltrinelli Editore;

Simboli della scienza sacra, René Guénon, Adelphi Editore;

Storia della Magia. Dalle origini ai giorni nostri. Richard Cavendish, Armenia Editore;

Tarocchi, A.E.Waite, Lo Scarabeo;

Tavole Smeraldine di Thot;

Tecniche dell’unione e del Risveglio®, di Umberto Di Grazia

The book of Symbol, Reflections on Archetypal Images, Taschen.

Leggi anche:

Tarocchi, I – Il Mago
Tarocchi, II – La Papessa
Tarocchi, III – L’Imperatrice
Tarocchi, IV – L’Imperatore
Tarocchi, V – Il Papa
Tarocchi, VI – L’Innamorato
Tarocchi, VII – Il Carro
Tarocchi, VIII – La Giustizia

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