L’illuminazione a LED è diventata una minaccia globale per la salute pubblica

3 Agosto 2018

Traduzione a cura della redazione di coscienza.org – Marisa Menna

ledLa luce di notte costituisce un massiccio assalto all’ecologia del pianeta. Ha anche impatti indiretti perché, mentre il 20 percento dell’elettricità viene utilizzato per l’illuminazione in tutto il mondo, almeno il 30 percento viene sprecato.
La lampadina elettrica è presentata come uno dei più significativi progressi tecnologici degli esseri umani. Con la luce elettrica è arrivata anche una dimenticanza della notte, quella che era una volta ‘notte’ in base alla posizione naturale del sole.
La vita si è evoluta per diversi miliardi di anni con un ciclo affidabile di luce intensa del Sole durante il giorno e di oscurità durante la notte. Ciò ha portato allo sviluppo del ritmo circadiano nella nostra fisiologia, infatti a partire dal tramonto la temperatura corporea diminuisce, il metabolismo rallenta, la sonnolenza aumenta e l’ormone melatonina aumenta nel sangue.
Ora sappiamo che la luce brillante, a lunghezza d’onda corta – la luce blu – è la più efficace per sopprimere la melatonina e ritardare la transizione alla fisiologia notturna; al contempo, la luce più fioca, a lunghezza d’onda più lunga – gialla, arancione e rossa, (quella di un falò o una candela, ad esempio) – ha un effetto molto scarso. La luce intensa del Sole contiene luce blu, che è un beneficio al mattino quando dobbiamo essere vigili e svegli; ma se siamo all’aperto o al chiuso, quando la luce blu brillante arriva dopo il tramonto, fa in modo che il corpo consideri che sia giorno.
Ho espresso la prima seria preoccupazione circa le potenziali conseguenze sulla salute della luce elettrica durante una notte di 30 anni fa, quando ho chiesto se la sovra-illuminazione avrebbe potuto aumentare il rischio di cancro al seno. Fu durante gli anni ’80 che un amico del Centro di ricerca sul cancro di Fred Hutchinson a Seattle mi indicò una ricerca sull’impatto della melatonina.
Livelli più bassi di melatonina (dovuti da un effetto di sovra-illuminazione) erano stati rintracciati a livelli elevati negli estrogeni (almeno nei roditori), un chiaro fattore di rischio di cancro al seno. Prove successive hanno dimostrato che le donne che svolgono il turno di notte hanno un rischio maggiore di cancro al seno. L’interruzione circadiana dovuta alla sovra-illuminazione della notte potrebbe essere correlata anche al rischio di obesità e depressione.

A precisare sul rischio è “The New World Atlas of Artificial Night Sky Brightness”, pubblicato nel 2016. L’atlante utilizza i dati del satellite Suomi National Polar-orbiting Partnership della Nasa per stimare il bagliore del cielo in tutto il mondo. Nelle sue mappe colorate di città e paesi, utilizzando colori più brillanti per mostrare un maggiore bagliore del cielo, l’Europa e il Nord America appaiono in fiamme. Secondo l’atlante, la Via Lattea non può essere vista di notte da un terzo degli umani.
L’attuale “incubo luminoso” risale agli anni ’50, quando una frenesia nella costruzione di strade, compresa la costruzione dell’Interstate Highway System, mirava a risolvere il problema della congestione negli Stati Uniti. Ma le strade si sono rivelate in grado di aumentare la congestione e l’inquinamento, compreso l’inquinamento luminoso.
Per comprendere il fenomeno, gli economisti hanno sviluppato l’idea della domanda indotta – in cui l’offerta di una merce crea effettivamente una domanda. Quindi più strade si costruiscono, più le persone guidano, e più aumenta la congestione. Nel suo libro The Conundrum (2012), David Owen estende eloquentemente l’idea di una domanda indotta da strade più grandi ai pericoli di una maggiore efficienza in generale. Una produzione e un uso dell’energia più efficienti, senza un’educazione pubblica concertata sulla riduzione dell’uso, possono peggiorare il problema dell’inquinamento.
Fedele al principio di Owen, un importante rapporto pubblicato da Science Advances nel 2017 ha mostrato che dal 2012 al 2016 si è registrato un drammatico aumento sia della luminosità delle aree metropolitane del mondo sia dell’estensione geografica dell’inquinamento luminoso. Ciò nonostante, dal 2012, l’illuminazione stradale a LED ad alta efficienza è quella più installata in gran parte del mondo industrializzato per “risparmiare energia”.
Il marketing iper-aggressivo luminoso ha raggiunto livelli vertiginosi. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DoE) e un gruppo di partner internazionali hanno lanciato una campagna chiamata “Rise and Shine: accendere il mondo con 10 miliardi di lampadine a LED” una corsa per distribuire 10 miliardi di lampadine ad alta efficienza, alta qualità e prezzi convenienti (come i Led). Dieci miliardi sono più del numero di persone sul pianeta.
Nel 2016 il rapporto della American Medical Association (AMA) ha dichiarato e raccomandato ufficialmente di ridurre la luminosità e il contenuto blu dei prodotti a LED che vengono distribuiti dai servizi di pubblica utilità in tutto il paese. Il dott. Richard Stevens, Ph.D., epidemiologo del cancro presso la Scuola di Medicina dell’Università del Connecticut è stato coautore del rapporto.
Il rapporto inoltre riporta i risultati di un numero crescente di prove scientifiche che implicano l’esposizione alla luce bianca ricca di blu durante la notte a maggiori rischi per cancro, diabete e malattie cardiovascolari.
La reazione del DoE e della Illuminating Engineering Society del Nord America (IES) è stata rapida e molto critica affermando che l’AMA non era qualificata per rilasciare dichiarazioni sull’illuminazione.
La luce elettrica può essere un grande vantaggio per le persone se usata con saggezza, e affinchè ciò avvenga deve esserci il desiderio di un uso efficace da parte del governo e del pubblico.
La tecnologia LED non è un problema, di per sé. È possibile commercializzare diversi prodotti a LED che sono molto più benevoli per l’ambiente e per la nostra salute circadiana.
Nella vita del pianeta, la distruzione della notte è un problema importante quanto l’avvelenamento di acqua e aria.

Fonte: www.alternet.org

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