L’Innamorato dei Tarocchi
di Marisa Menna
Secondo alcuni studiosi l’Arcano Maggiore VI è quello più ostile da comprendere. Molti danno per scontato che sia una carta indicante unicamente la scelta che deve compiere un uomo tra due donne (o viceversa) o la possibile presenza di un’amante. Questo è plausibile ma in minima parte. Bisogna sforzarsi di vedere oltre le comuni apparenze per comprendere i simboli e i significati in essa contenuti, spesso in penombra.
Per capirla davvero è necessario partire dal significato e dalla simbologia del numero che rappresenta: il Sei.
Simbologia del numero Sei
Il suo significato pare semplificativo ma in realtà è nascosto proprio per essere, forse, protetto.
Alcuni esempi che possono aiutarci a comprenderlo meglio: la creazione del mondo è definita Hexaemeron, opera di sei giorni, poiché “Dio benedisse il settimo giorno, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto” (Genesi 2, 3). Sant’Agostino riteneva che il numero sei fosse denso di significati perché risultante dalla somma dei primi tre numeri (1+2+3).
In Cina il primo imperatore della dinastia Ch’in, Shin Huang-ti (a.c.), fondatore del grande impero del Centro, predilesse un ordinamento basato sul numero sei, articolò il regno in 36 province militari e al vertice di ognuna vi erano un governatore militare e uno civile.
La sesta tavola smeraldina di Thot è chiamata, non a caso, “La Chiave della Magia” e al suo interno vi sono dei passi fondamentali per comprendere meglio il significato di questo numero:
“O uomo presta, presta attenzione al mio avvertimento: la Luce arriva solamente a chi si sforza. Duro è il sentiero che conduce alla Saggezza, duro è il sentiero che conduce alla Luce. Eppure sappi, O uomo, che colui che diverrà libero sarà sul sentiero della Luce. Perché sappi, O uomo, che colui che la luce alla Fine dovrà vincere e l’oscurità e la notte sono cacciate dalla Luce.”
Un importante simbolo basato sul sei è la Stella di David o Sigillo di Salomone formata dall’unione di due triangoli. Vediamola meglio.
Stella di Davide o Sigillo di Salomone
Molto ci sarebbe da scrivere su questo importante simbolo diffuso nelle culture del mondo antico.
Il Sigillo di Salomone, noto come esagramma, stella o scudo di Davide, è un simbolo potente formato da due triangoli equilateri di uguali dimensioni, intrecciati e sovrapposti in maniera regolare tra loro.
Il sigillo vede un primo triangolo orientato verso l’alto, che richiama l’elemento Acqua e la femminilità, e uno rivolto verso il basso, che richiama il Fuoco e il maschile, insieme rappresentano in modo armonico il perfetto sistema dualistico.
Si racconta che il famoso Re Salomone se ne servì fino al momento della sua morte (930 a.c.) per scacciare i demoni e invocare gli angeli, anche se stando alla maggior parte delle tradizioni, la funzione decisiva era svolta dal nome di Dio, JHWH. Per questo motivo la stella a sei punte venne chiamata Sigillo di Salomone o scudo di Davide.
Il triangolo è la prima figura regolare perfetta e rappresenta anche i tre regni: animale, vegetale e minerale.
Entrambi i triangoli entrano l’uno dentro l’altro rispettandosi, incastrandosi alla perfezione e mantenendo i colori originali, creando un qualcosa di nuovo, non a caso un sigillo.
Questo stemma simboleggia il Macrocosmo, l’Unione del Padre e della Madre, di Dio e della Natura, del Fuoco infernale che procrea e si sposa con l’Acqua celeste che genera. Infatti un matrimonio non funziona senza amore e viceversa un matrimonio non funziona solo con la passione, occorre che l’amore sia completo, assoluto, senza riserve. Lo stesso vale sia nei rapporti umani che nelle pratiche più alte, come l’Alchimia.
Il simbolo è la suprema potenza magica ottenuta dall’individuo che si mette al servizio del Tutto senza riserve.
Oggi è un elemento dello stemma dello Stato di Israele e viene chiamata stella di Sion o di David.
E’ utilizzata anche dalla Massoneria per i sigilli delle logge dove è considerata il simbolo della totalità, anche se il simbolo più diffuso resta quello della stella fiammeggiante.
Questa immagine la ritroviamo anche nella tradizione orientale come diagramma cosmologico nell’Induismo, nel Buddismo e in molte altre religioni; questa comune apparizione del simbolo in Occidente e in Oriente non è un mistero come molti fanno credere, dimostra ancora una volta che gli antichi popoli avevano un linguaggio identico per comunicare con il sacro. Vecchi e nuovi simboli sono identici o simili, in relazione costante. A noi sta il dovere di rispettarli e non abusarne. E’ stato utilizzato, e forse lo è tutt’ora in campo magico dai massimi esperti.
Cosa c’entra con la sesta carta?
Rivediamo la progressione delle carte:
I – Il Bagatto: Il punto matematico senza dimensioni
II – La Papessa: La linea di una dimensione
III – L’Imperatrice: La superficie a due dimensioni
IV – L’Imperatore: Il solido a tre dimensioni (il cubo)
V – Il Papa: Il contenuto della forma, la quintessenza concepibile e impercettibile
VI – L’Innamorato: l’unione di questi 5 elementi che crea un qualcosa di unico, una chiave che permette di aprire una porta che abbiamo davanti desiderosamente.
Non a caso i saggi dicono che Tutto è divino perché Dio è Uno.
L’iniziazione dell’adepto consiste nel riavvicinare la natura umana e la Natura Divina e coniugarle.
“Studiando il mondo fenomenico un uomo vedrà in ogni cosa la manifestazione di due principi, uno contrario all’altro, che, se congiunti oppure opposti, producono questo o quell’altro risultato, riflettendo la natura essenziale degli stessi principi che lo hanno creato.
Un uomo vede simultaneamente nel cosmo e in sé stesso questa manifestazione delle leggi di dualità e trinità, ma, in rapporto al cosmo, egli è un semplice spettatore, vedendo solo la superficie dei fenomeni che a lui sembrano muoversi in una sola direzione, benché in realtà si muovano in direzioni molteplici. In rapporto a sé stesso invece, la sua comprensione della legge di dualità e di trinità può esprimersi in modo pratico; quando comprende realmente queste leggi, egli può circoscriverne la manifestazione alla linea permanente di lotta contro sé stesso sulla via della conoscenza di sé. In questo modo, egli introduce la linea della volontà dapprima nel cerchio del tempo, poi nel ciclo dell’eternità, il cui compimento creerà in lui il grande simbolo conosciuto sotto il nome di Sigillo di Salomone.
Trasmettere il significato dei simboli a un uomo che non ne abbia già avuto una comprensione in sé stesso, è impossibile. Questo sembra un paradosso, ma il significato di un simbolo e la rivelazione della sua essenza possono soltanto essere dati ad un uomo che li può capire, perché, per così dire, già conosce ciò che è racchiuso in questo simbolo. Il simbolo diventa allora per lui una sintesi della sua conoscenza e gli serve a esprimerla e a trasmetterla.
I simboli più semplici:
o i numeri 2, 3, 4, 5, 6, che li esprimono, hanno un significato preciso in rapporto allo sviluppo interiore dell’uomo; essi mostrano i differenti gradi sulla via del perfezionamento di sé e della crescita del suo essere.
L’uomo nella sua comune condizione è considerato come una dualità, egli è interamente costituito di dualità o di ‘coppie di contrari’. Tutte le sensazioni dell’uomo, le sue impressioni, emozioni, pensieri sono divisi in positivi e negativi, utili e nocivi, necessari e superflui, buoni e cattivi, piacevoli e spiacevoli. Il lavoro dei centri si fa sotto il segno di questa divisione. I pensieri si oppongono ai sentimenti, gli impulsi motori si oppongono al bisogno istintivo di quiete. In questa dualità si effettuano tutte le percezioni, tutte le reazioni, tutta la vita dell’uomo.
Per poco che un uomo sia capace di osservarsi, potrà riconoscere in se stesso questa dualità.
Questa dualità ha tuttavia fasi alterne, il vincitore d’oggi è il vinto di domani; ciò che ci domina oggi sarà domani secondario, subordinato. E tutto è egualmente meccanico, egualmente indipendente dalla volontà, egualmente privo di scopo. La comprensione della dualità in noi stessi, comincia dal momento in cui ci rendiamo conto della nostra meccanicità e arriviamo a percepire la differenza tra ciò che è automatico e ciò che è cosciente. Questa comprensione deve essere preceduta dalla distruzione di quella menzogna a sé stessi, che consiste nel considerare le proprie azioni, anche le più meccaniche, come atti volontari e coscienti, e nel considerare sé stessi come esseri unitari e intieri. Quando questa menzogna è distrutta e l’uomo comincia a vedere in sé la differenza tra ciò che è meccanico e ciò che è cosciente, comincia allora la lotta per realizzare la coscienza nella vita, per subordinare ciò che è automatico a ciò che è cosciente. A questo fine, l’uomo fa degli sforzi per prendere una decisione definitiva, basata su motivi coscienti, di lottare contro i processi automatici che si effettuano in lui secondo le leggi della dualità.
La creazione di questo terzo principio permanente, è per l’uomo la trasformazione della dualità in trinità. Se poi conferma questa decisione e la introduce costantemente e immancabilmente in tutte le circostanze in cui accidentali ‘choc’ neutralizzanti erano soliti agire e dare risultati accidentali, questo darà una linea permanente di risultati nel tempo, e sarà la trasformazione del ternario in quaternario. Il grado seguente, la trasformazione del quattro in cinque e la costruzione del pentagramma, non ha uno solo, ma numerosi e differenti significati in rapporto all’uomo. Ora, tra di essi, ve n’è uno che deve essere insegnato anzitutto, e che non si può mettere in dubbio: esso concerne il lavoro dei centri. Lo sviluppo della macchina umana e l’arricchimento dell’essere incominciano con un funzionamento nuovo e inconsueto di questa macchina. Sappiamo che l’uomo ha cinque centri: intellettuale, emozionale, motore, istintivo e sessuale. Lo sviluppo predominante dell’uno o dell’altro centro, a spese degli altri, produce un tipo di uomo unilaterale, incapace di ogni ulteriore sviluppo. Ma se l’uomo porta il lavoro dei suoi cinque centri, a un accordo armonioso, ‘il pentagramma si chiude’, ed egli diviene un tipo compiuto di uomo fisicamente perfetto.
II pieno e giusto funzionamento dei cinque centri porta alla loro unione con i centri superiori, introducendo così un principio che fino allora era stato assente, mettendo l’uomo a contatto diretto e permanente con la coscienza oggettiva e la conoscenza oggettiva. L’uomo diviene allora la ‘stella a sei punte’, vale a dire che ritirandosi all’interno di un cerchio di vita indipendente e completo in sé stesso, egli resta isolato dalle influenze esterne o dagli choc accidentali; egli incarna in sé stesso il Sigillo di Salomone.” [1]
E’ la stella del Macrocosmo simbolo della forza magica suprema che raggiunge solo chi si pone al servizio del Tutto e degli altri.
Simbologia della carta
Nell’alto della lama troviamo la grande stella reale dello Scorpione, Antares, con ventiquattro raggi di colore alternato giallo, rosso e blu. In altre versioni cambia il colore ma non l’alternanza e il significato della stella.
La carta esprime una scelta, tradizionalmente è sempre stata associata alla scelta di Ercole tra Vizio e Virtù.
L’idea fondamentale della scelta tra due vie è presente nell’immaginario collettivo e si crede che le due donne rappresentino relativamente dagli esseri umani una opzione considerata corretta e una opzione considerata sbagliata, vizio/virtù, vita/morte, sacro/profano e così via…
Osserviamola meglio:
Un giovane posizionato al centro della carta se ne sta tra due donne, su di lui c’è un fanciullo con le ali, presumibilmente Cupido. Gli stessi colori si ripetono alternandosi in tutta la lama.
La donna alla sua destra indossa un abito che richiama dai suoi colori la forza generatrice che si ammanta di ambizioni terrene (corona e cinturone aureo). L’altra donna con i suoi colori richiama l’assenza di egoismo, esprime il mistero della virtù. L’Innamorato è privo di egoismo, la sua azione è pura, è già volto con il corpo verso la donna alla sua sinistra, la Virtù, lanciando uno sguardo al Vizio.
Per entrare più in profondità e leggere davvero la carta, cercando di non cadere nella banale interpretazione “il lui che a te piace è indeciso su due donne..”, l’Innamorato è l’Iniziato che ordinato Imperatore non ha ancora cominciato la sua opera nel mondo, né ha scelto la sua via d’azione.
L’angioletto in alto non è Cupido ma Eros che esprime la vocazione del mondo spirituale superiore dell’adepto, spronandolo a innalzarsi a livelli superiori di coscienza.
L’Iniziato ha superato varie prove, deve ora scegliere la sua tecnica di azione per la piena realizzazione del magistero iniziatico. Le due donne quindi rappresentano la difficoltà della scelta d’azione, lo sguardo del protagonista verso una di esse e il volgersi del corpo verso l’altra indicano il timore di sbagliare, i colori del suo vestito alternati in maniera schematica indicano il dubbio della scelta, se la scelta sarà sbagliata la freccia verrà scoccata al suo cuore distruggendo tutto (non a caso punta dritto lì).
L’Iniziato non sceglie, egli adotta la via che è più appropriata al suo essere, ognuno diventa ciò che è. I raggi della stella di Antares hanno gli stessi colori degli abiti dei tre personaggi, blu-giallo-rosso, richiamando i principi della Tavola di Smeraldo: “Così è in alto, così è in basso – come è in basso, così in alto”.
L’amante e l’amata si scambiano fede reciproca, Cupido tra i due funge da testimone e sacerdote. I personaggi sono designati con i bei nomi di Verità, Onore e Amore.
La versione prodotta successivamente da Oswald Wirth non cambia di molto: accanto all’Innamorato troviamo due donne che lo invitano, ognuna a modo proprio, a essere seguite.
Alla sua destra troviamo una donna bionda vestita di blu e rosso con una corona sulla testa indicante la perfezione intellettuale, promette una vita di sforzi e lotte con un trionfo finale; la donna sulla sua sinistra richiama la leggerezza della vita, promettendo un sereno godimento di gioie dell’esistenza.
La risposta dell’Innamorato è nella chiusura in se stesso, per comprendere la scelta giusta da fare e trovare un equilibrio dentro di sé, posiziona le braccia incrociate sul petto; il suo vestito è rosso per richiamare il fuoco spirituale, verde di fluido vitale e giallo di luce supernaturale. Il suo abito da giullare, che si associa all’allegria, è spenta dal colore nero dei suoi sandali che richiamano il mistero di questo personaggio.
La stella in alto ha dodici raggi e Cupido al suo centro scoccherà in ogni caso la sua freccia, sia se la scelta è giusta che sbagliata, poiché l’Innamorato agisce per il bene altrui e non per se stesso.
Cerchiamo di guardare ora il tutto con occhi alchemici: l’unione delle due strade porta al cammino iniziatico, la via secca razionale e la via umida sentimentale. Infatti la Pietra Filosofale può essere conquistata solo unendo queste due strade.
Nella versione di Ryder-Waite è evidente il richiamo agli stessi concetti alchemici e simbolici di Unione della Grande Opera.
La carta segna il passaggio dalla teoria alla pratica, collega la carta V (in cui l’iniziato ha completato la sua istruzione con questo personaggio), alla carta VII (Il Carro) in cui passa all’applicazione del sapere, all’azione, concludendo così il suo apprendistato.
E’ necessario quindi aver imparato a volere e contemporaneamente ad amare.
Aleister Crowley nei suoi scritti sottolinea innanzitutto che tutti i simboli all’interno della carta sono duplice in se stessa, per questo i significati della carta sono diversi e vanno realizzate ripetute unioni tra i simboli per comprenderla al meglio.
La carta viene chiamata “Gli Amanti” o anche “I Fratelli” perché sono elementi che verranno uniti o elementi uniti in precedenza che si rincontrano per dar vita a un’unione alchemica.
La lettera ebraica cui è collegata è la lettera “Zain” che vuol dire “Spada” ecco perché ne troviamo più di una all’interno della carta sopra i personaggi. La Spada è uno strumento inizialmente di divisione ma anche di unione, visto il racchiudere gli elementi del maschile e femminile in essa.
La carta VI insieme alla carta XIV compongono la massima alchemica Solve et Coagula.
La formazione di qualsiasi idea nel nostro percorso di conoscenza crea contemporaneamente il suo contrario e questo meccanismo, a volte fastidioso per chi lo percepisce, è necessario per la conservazione dell’equilibrio nell’Universo.
Da questa unione si genera la creazione del mondo.
Crowley scrive: “Il soggetto di questa carta è l’Analisi seguita dalla Sintesi. La prima domanda posta dalla Scienza è: – di cosa sono composte le cose?-
la domanda successiva è :- come possiamo ricombinarli per ottenere maggiore utilità? –
Ciò riassume l’intera linea d’azione del Tarocco.”
La figura misteriosa che benedice e celebra il matrimonio ermetico dei due elementi è un’altra forma dell’Eremita. E’ una forma del dio Mercurio, il suo volto è nascosto perché la suprema ragione delle cose giace in un regno oltre la manifestazione e l’intelletto.
I personaggi che incontriamo nella raffigurazione sono il Re Nero o Moro con corona dorata e la Regina Bianca con corona d’argento, entrambi sono accompagnati dal Leone Rosso e dall’Aquila Bianca, sono i principi del maschile e del femminile nella Natura, sono il Sole e la Luna, Fuoco e Acqua.
Il simbolismo viene richiamato anche dalle armi che posseggono: la Sacra Lancia e il Santo Graal.
Le mani sono congiunte per consentire il matrimonio, la vera unione. Da questa unione nasce l’Uovo, che ritroviamo in basso nella carta, e rappresenta l’essenza totale della vita.
Interessante il ricamo posto sui mantelli del Re e della Regina, serpenti per lui e api per lei.
Sulla faretra di Cupido troviamo la parola “Thelema” creata proprio da Crowley e significa volontà, scopo. La prima legge di Thelema infatti è: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge. L’amore è la legge, amore sotto la volontà.”
Interpretazione della carta
L’Innamorato simboleggia l’Amore che unisce i due mondi: quello terreno e quello celeste.
L’uomo si realizza amando come Dio. In questa carta c’è la Creazione dell’Universo perché avviene un’Unione perfetta.
Scelta decisiva per la vita del Consultante.
Suggerimento ad affidarsi più sentimento che alla razionalità.
Bellezza morale, amore, legame che unisce tutti gli esseri.
Aspirazioni, scelta, selezione, affetti puri.
Simbolo della Y, unione che si realizza di due vie opposte e complementari cara ai discepoli di Pitagora e l’esagramma o sigillo di Salomone.
Libertà, scelta, dubbio, lotta inquieta contro e difficoltà della vita, sentimenti, affetti.
Conclusione
Il numero Sei rappresenta i sei giorni della creazione, le sei direzioni dello spazio. E’ il numero dell’attività lavorativa. Le sei emozioni del cuore (Amore, Timore, Misericordia, Sicurezza, Semplicità, Verità).
In questa carta il Sorvegliante o Cupido controllano che il matrimonio alchemico avvenga secondo i criteri alchemici, guidano l’unione. Le prime sei carte sono unite finalmente nella più alta forma geometrica esoterica esistente: il Sigillo di Salomone.
Per raggiungere la Pietra Filosofale bisogna che le tre fasi siano state completate correttamente, questa lama rappresenta la chiusura della prima fase della Grande Opera.
Abbiamo ritrovato finalmente le sei pietre preziose e poste nel giusto ordine permettono di ruotare il sigillo e aprire la prima porta per vedere cosa ci attende, intrepidi e curiosi.
E’ il momento di unire le cose e andare.. è il momento di scegliere, con coraggio, e attivarsi per il nostro meglio.
[1] Da “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P. D. Ouspensky
BIBLIOGRAFIA
Chiavi Maggiori e Clavicole di Salomone, Elifas Levi, Edizioni Atanòr;
Dizionario dei Simboli dei Miti e delle Credenze, Corinne Morel, Giunti Editore;
Dogma dell’Alta Magia, Eliphas Levi, Edizioni Atanòr;
Esegesi sui Tarocchi, Leonardo Scotto Di Fraca;
Enciclopedia dei Simboli, Hans Biedermann, Garzanti;
Frammenti di un insegnamento sconosciuto, P. D. Ouspensky, Astrolabio-Ubaldini Editore;
I numeri sacri della tradizione pitagorica massonica, Arturo Reghini, Casa Editrice Ignis;
I Tarocchi, Oswald Wirth, Edizioni Meditarrenee;
Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Oscar Mondadori;
Il gioco dei tarocchi, Antoine Court de Gébelin;
Il Simbolismo Ermetico, Oswald Wirth, Edizioni Mediterranee;
Il Tarocco, il simbolo, gli arcani, la divinazione, Joseph Maxwell;
Il Tarocco egizio, Aleister Crowley;
Introduzione allo studio del tarot, di Paul Foster Case;
L’Apprendista, di Oswald Wirth, Edizioni Atanor;
La simbologia massonica, Jules Boucher, Atanor;
La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Feltrinelli Editore;
Simboli della scienza sacra, René Guénon, Adelphi Editore;
Storia della Magia. Dalle origini ai giorni nostri. Richard Cavendish, Armenia Editore;
Tarocchi, A.E.Waite, Lo Scarabeo;
Tavole Smeraldine di Thot;
Tecniche dell’unione e del Risveglio®, di Umberto Di Grazia
The book of Symbol, Reflections on Archetypal Images, Taschen.
http://www.fuocosacro.com/pagine/articoli/esa.htm
Leggi anche:
Tarocchi, I – Il Mago
Tarocchi, II – La Papessa
Tarocchi, III – L’Imperatrice
Tarocchi, IV – L’Imperatore
Tarocchi, V – Il Papa