LO YOGA, di Mircea Eliade
E’ il maggiore storico delle religioni del Novecento. Anzi, in senso stretto, si può affermare che la storia delle religioni l’ha inventata lui. Il suo leggendario discepolo, Ioan Couliano, assassinato nei bagni della Chicago University, ne è stato il
fedele propulsore, anche se non ha avuto il tempo per lanciare la disciplina verso le appendici estreme del sistema cognitivo messo in piedi da Eliade.
In Yoga Eliade impegna, nella loro totalità, le competenze storiche acquisite durante il suo quasi mitologico soggiorno indiano. Si tratta di un’opera consigliabile a chi non intenda lo yoga come una ginnastica light, ma si interessi anzitutto di induismo. La specificazione della radice etimologica del termine “yoga” è più volte ripetuta nel corso del testo (si
tratta dell'”unione” tra l’individualità che cerca di fuoriuscire da se stessa e il cosiddetto Nirguna Brahman e, in un secondo momento, il Para Brahman) viene impiegata in relazione ai differenti tipi di prospettive che ognuno è in grado di assumere per giungere all’illuminazione suprema o relativa.
Completissimo per quanto concerne l’approccio storico ai differenti darsana, lo Yoga di Eliade è, insieme a L’uomo e il suo divenire secondo il Vedanta di René Guénon, il migliore inizio per chi voglia intendere davvero la verità della metafisica più antica del mondo.
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