Traduzione a cura di Daniela Mazzella
Introduzione di David Dobbs
Per molto tempo abbiamo accettato l’idea che gli ormoni determinano il nostro stato d’animo.
Tuttavia recentemente la neuroscienza ha messo in evidenza come l’ossitocina, l’ormone che agisce anche come neuromodulatore, può aumentare una capacità cognitiva: l’abilità di capire il senso di quello che gli altri stanno pensando. Nel Mind Matters di questa settimana, Jennifer Bartz and Eric Hollander, due dei più importanti ricercatori di questo settore, mostrano le modalità in cui l’ossitocina sembra influenzare la nostra apertura verso gli altri e la nostra capacità di comprenderli.
L’ossitocina è la chiave per la comprensione?
Per gli esseri umani la capacità di interpretare le motivazioni, i desideri e i sentimenti degli altri rappresenta un’abilità di fondamentale importanza: abbiamo l’esigenza di capire “da dove vengono gli altri” non solo per perseguire i nostri obiettivi personali ma soprattutto per rendere possibile una generale armonia. In particolare, abbiamo bisogno di sapere che gli altri possono avere pensieri, desideri e sentimenti diversi dai nostri e che tali pensieri possono determinare il loro comportamento.
Questa comprensione ci consente di preveder in che modo gli altri si comporteranno. Gli esperti di neuroscienza cognitiva e sociale definiscono questa capacità “teoria della mente” spesso abbreviata con TOM e la considerano una componente fondamentale della nostra specie.
In che modo il cervello sviluppa questa capacità vitale di leggere nella mente degli altri? Un recente studio a cura di Gregor Domes e i suoi colleghi dell’Università della Germania ha cercato di far luce su quest’aspetto, realizzando un nesso tra questa importante abilità sociale cognitiva e un ormone oggetto di numerose ricerche, l’ossitocina. Lo studio, “L’ossitocina migliora la lettura della mente negli esseri umani,” mette in luce aspetti riguardanti sia la normale capacità di comprensione sociale sia i pesanti deficit dell’interazione sociale che sembrano essere condizioni alla base di problemi come l’autismo.
Maternità, Memoria e Lettura della mente
L’ossitocina è un ormone del peptide composto di nove amminoacidi, prodotto nel cervello e rilasciato nel flusso sanguigno. L’ossitocina agisce sulle ghiandole mammarie per la secrezione del latte e sull’utero durante le contrazioni del parto. Tale ormone agisce inoltre sul midollo spianale come neuromodulatore, influenzando l’attività di altri neuroni nel cervello.
Alcune ricerche sui roditori hanno mostrato che l’ossitocina gioca un ruolo fondamentale nei legami affettivi come accoppiamento, atteggiamento materno, comportamenti sessuali e separazioni. Si è inoltre scoperto che l’ossitocina permette la memoria nei roditori, cioè la capacità di ricordare nel tempo un nuovo roditore. In topi normali questa memoria sociale è resa possibile da basse dosi di ossitocina ma essa può essere compromessa in presenza di agenti che bloccano il ricevitore dell’ossitocina. Inoltre i topi che sono stati geneticamente manipolati (dal cui sistema è stata quindi eliminata l’ossitocina) sono incapaci di riconoscere un topo incontrato in precedenza. Tuttavia, se ad essi viene somministrata l’ossitocina prima di incontrare un nuovo topo, anche i topi geneticamente manipolati acquisiscono tale memoria sociale.
Altri studi hanno dimostrato che l’ossitocina può essere responsabile della cognizione e del comportamento sociale umano. Ad esempio, si è scoperto che l’ossitocina sintetica somministrata per via nasale favorisce la fiducia (quando si tratta di prendere decisioni) e regola il modo in cui il cervello risponde agli stimoli di paura. Nello studio di Domes e i suoi colleghi essa sembra facilitare la teoria della mente.
Questo è il mio ormone, o sto leggendo nella tua mente?
Nei loro esperimenti Domes e i suoi colleghi hanno somministrato una versione sintetica di ossitocina (Syntocinon) o placebo (ciascun partecipante le ha poi ricevute entrambe) per via nasale a 30 adulti di sesso maschile in buona salute (di età compresa tra 21-30 anni). Dopo la somministrazione dovevano svolgere un compito che consisteva nel fare delle deduzioni dagli stati mentali di altre persone.
In particolare essi dovettero osservare una serie di immagini che ritraevano attori in diverse espressioni del volto. Queste immagini mostravano solo la regione degli occhi ed ognuna di esse era accompagnata da quattro parole descrittive tra le quali i partecipanti dovevano scegliere quella che meglio descriveva il pensiero o il sentimento del personaggio. I partecipanti svolsero questo compito meglio dopo la somministrazione dell’ossitocina che dopo quella dei placebi.
Queste scoperte hanno delle implicazioni non solo sulla comprensione dei processi neurobiologici che stanno alla base della cognizione sociale umana ma anche sulla comprensione di alcuni deficit del funzionamento sociale come l’autismo.
Gli individui affetti da questo problema spesso mostrano problemi nell’elaborazione delle informazioni sociali e soprattutto hanno delle difficoltà nell’identificare le emozioni degli altri attraverso le espressioni del volto. Nel corso degli anni i ricercatori hanno mostrato come l’ossitocina può essere coinvolta nell’eziologia dell’autismo e potrebbe perciò essere utilizzata nel trattamento di questa patologia.
Meccanismi
L’ossitocina facilita l’elaborazione dell’informazione sociale raccolta attraverso l’udito e la vista.
Questo solleva delle questioni su come l’ossitocina effettivamente faciliti la cognizione sociale e la teoria della mente.
Le ricerche mostrano che quest’ormone è coinvolto nella regolazione di reazioni come stress e paura: l’ossitocina può facilitare la teoria della mente riducendo l’ansia sociale che subentra in molte occasioni d’incontro; essa inoltre contribuisce a rafforzare l’elaborazione dell’informazione sociale. Tuttavia come l’ossitocina migliora la teoria della mente resta una questione aperta, così come restano senza risposta altre domande: ad esempio come può il sesso influenzare il modo in cui l’ossitocina determina la teoria della mente? Tali domande mostrano come ci sia ancora tanto da imparare su come una persona può leggere nel pensiero di un’altra.
E’ psicologa e assistente nel Dipartimento di Psichiatria alla Mount Sinai School di Medicina a New York, dove conduce ricerche sui processi di attaccamento nelle relazioni e i fattori biologici – in particolar modo l’ossitocina – alla base dell’attaccamento e la cognizione sociale.
E’ Presidente del Dipartimento di Psichiatria alla Mount Sinai dove conduce ricerche sulle cause biologiche e le cure dell’autismo e altri disordini comportamentali.
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