a cura di Mario Bruschi, Dipartimento di Fisica Università “La Sapienza”
di K.C. Cole, Longanesi & C.,1999
Devo confessare che ho acquistato questo libro solo perché incuriosito dal titolo: non conoscevo né l’Autrice né ho letto il risvolto di copertina (grave errore!).
Perché il titolo è così intrigante? Apparentemente non c’è connessione tra una tazza da tè e l’Universo: a meno che… a meno che si tratti di un Koan dello Zen o ci si riferisca al concetto di wholeness del fisico David Bhom o a qualche collegamento esoterico/divinatorio del tipo “ciò che è in alto è come ciò che è in basso”, “tutto l’Universo è in un granello di sabbia”, et similia, magari in analogia con qualche risultato della moderna matematica dei frattali. Ho quindi iniziato speranzoso la lettura del libro; ho poi continuato per inerzia ma con tedio e fastidio crescenti. Innanzitutto ho scoperto che è un libro sulla Matematica anzi, secondo il risvolto, “…una nuova, sorprendente introduzione alla matematica.
(Questo libro è ) scritto non per chi vuole imparare a leggere il linguaggio delle formule e delle equazioni, ma per chi desidera capire il segreto di questa disciplina nella sua funzione di strumento prezioso e insostituibile nella conoscenza della realtà”. In effetti nel libro non appare una sola formula: si susseguono invece esempi di campi, di problemi e di discipline in cui la Matematica ha un ruolo di primo piano e ha dato o promette di dare essenziali contributi per una più chiara e profonda conoscenza. Si va dalle “avanzate” applicazioni scientifiche (relatività, cosmologia, etc. etc.) alla teoria dei giochi, all’evoluzione, all’ecologia, al sociale… Allora perché il crescente tedio e fastidio? Devo ammettere che ho dovuto pensarci un po’. Certo ogni tanto appaiono nel testo imprecisioni, sviste, esempi inappropriati; tuttavia il vero motivo credo sia molto più semplice: stavo perdendo tempo leggendo un libro inutile!
Questa carrellata a volo di uccello su una congerie di problematiche, in sé anche interessanti, è tuttavia inutile per chi ha dimestichezza con la Matematica e le sue applicazioni: gli esempi ‘citati’ nel libro sono infatti per lo più noti a tale lettore e anche i pochi che non lo fossero, sono trattati così superficialmente e con così pochi riferimenti bibliografici da scoraggiare qualsivoglia tentativo di approfondimento. Ma ancora più inutile è questo libro per chi sa poco e niente di Matematica. Leggere in una paginetta che le stesse leggi di invarianza e simmetria collegano un fiocco di neve alla teoria delle superstringhe non aprirà certo la mente di tale lettore, risulterà solo e semplicemente incomprensibile. In definitiva lo scopo che l’autrice si era prefisso (suscitare interesse e curiosità dimostrando che la matematica non è poi così arida e ‘lontana’) non è stato raggiunto, né poteva esserlo! Infatti voler spiegare a parole la Matematica e la sua bellezza e utilità, senza entrare almeno un poco nel linguaggio specifico della matematica stessa (cioè concetti, formule ed equazioni!), è come parlare della bellezza di un arcobaleno a un cieco (per usare la nota metafora…).
PS. Riguardo al titolo, la mia curiosità è stata ugualmente frustrata: benché nel testo si accenni qualche volta all’Universo, non si parla in alcun luogo di eventuali realazioni/connessioni tra le tazze da tè e l’Universo stesso. Resta la copertina con un campo stellare in cui alcune stelle delineano una tazza da tè (sigh) e una citazione dell’autrice nel secondo risvolto di copertina: ” …questo libro è sulla verità e la bellezza delle leggi fisiche, sui giganti e sulle pulci, sulle tazze da tè e sugli Universi”. Provo a tradurre, usando per una volta le tanto vituperate formule: 2x+3x = 5x , qualunque cosa sia x (banane, pulci, tazze da tè o Universi…). Un po’ poco come nesso.