SchwartzReport del 06-11-2007

Traduzione a cura di Daniela Rita Mazzella

Alcuni studi scoprono le manipolazioni della casa Bianca sulle scienze climatiche MARK CLAYTON, Staff Writer – The Christian Science Monitor

Non ci si può fidare di niente di ciò che si legge o si sente da quest’amministrazione. È terribile. È come avere un bugiardo patologico in famiglia.

Un ringraziamento a Russell S. Donda. A partire dal 2003 e soprattutto in seguito all’uragano Katrina, la Casa Bianca ha cercato notevolmente di controllare ciò che gli scienziati del clima riferiscono ai reporter ma anche di modificare le testimonianze del Congresso degli scienziati sulle scienze climatiche e le opinioni legali, secondo un nuovo rapporto della Commissione della Casa Bianca. “L’amministrazione Bush si è impegnata in un sforzo sistematico per manipolare la scienza dei cambiamenti climatici e per fuorviare i responsabili delle decisioni politiche sui pericoli del surriscaldamento globale,” è quanto emerge dal rapporto, risultato di un’indagine da parte della Commissione delegata per le riforme del governo, durata 16 mesi. “La Casa Bianca ha esercitato un controllo insolito sulle dichiarazioni pubbliche degli scienziati federali sulle questioni relative ai cambiamenti del clima.”

Secondo alcuni osservatori, le indagini della Casa Bianca, che hanno fatto ricorso a 27.000 documenti raccolti dal White House Council on Environmental Quality (CEQ, Consiglio della Casa Bianca per la Qualità Ambientale) e dal US Department of Commerce (Ministero del Commercio statunitense), sono da considerare come la valutazione più dettagliata fino ad ora della presunta manipolazione delle scienze climatiche da parte della Casa Bianca.

Essa include elementi precedentemente sconosciuti, come ad esempio un avvenimento del 2003 in cui il consigliere James Connaughton avrebbe personalmente modificato il parere legale preliminare dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente che smentiva che l’agenzia avesse l’autorità di regolare le emissioni dei gas serra. (Tale posizione dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente fu rovesciata la scorsa primavera dalla Corte Suprema statunitense in una sentenza.)

Eppure gran parte del materiale del rapporto del Comitato della Casa Bianca distribuito lunedì, avvalora le relazioni della stampa e le prove del Congresso che si sono man mano diffuse. La Casa Bianca e i Repubblicani contestano il rapporto.

Un portavoce della Casa Bianca lo apostrofa come “retorica riciclata.” Ma non Rick Piltz, direttore del Programma di sorveglianza scienze climatiche per il Government Accountability Project (Progetto Documentabilità del Governo).

Lui ed altri sostengono che mentre molti presidenti hanno influenzato la politica, questa volta gli sforzi della Casa Bianca erano più volti a organizzare un coerente messaggio politico. “Ciò che fa questo rapporto è mostrare veramente l’estensione con cui vengono diffuse le comunicazioni e manipolati i contatti con i media,” sostiene.

Il rapporto conclude dicendo che la Casa Bianca: Era “particolarmente attiva nel soffocare le discussioni [degli scienziati] relative al legame tra l’intensità dell’uragano e il surriscaldamento globale.” Cercava “di minimizzare l’importanza e la certezza dei cambiamenti climatici.” Modificava “i pareri legali dell’EPA e gli articoli sulle riviste che riguardavano i cambiamenti climatici.”

Quello che cominciò nel 2006 come indagine bipartitica si trasformò in un rapporto ampiamente democratico. Tom Davis (R) della Virginia, che era Presidente del comitato nel luglio 2006, quando ebbero inizio le indagini, lo definì una “diatriba politica.” Emily Lawrimore, portavoce della Casa Bianca, sostiene, “Crediamo che questo rapporto sia un tentativo sottilmente velato di deviare l’attenzione dagli sforzi dell’amministrazione di portare avanti il proprio impegno per il conseguimento di una politica economica, ambientale ed energetica all’incontro di Bali”.

Per quanto riguarda il coinvolgimento riferito di Connaughton nella realizzazione di un parere legale EPA, lei ha sostenuto di non essere sorpresa. “La scoperta che lui fosse coinvolto nella stesura di un parere EPA non è certo una novità,” afferma Ms. Lawrimore. “Lui è il consigliere del presidente per quanto riguarda la politica ambientale e sarebbe strano se non offrisse le sue opinioni e il suo contributo alla politica e alla legge ambientale.”

Diversa l’opinione di Piltz. Egli è stato al servizio dell’amministrazione Bush fino alla primavera del 2005, anno in cui si è dimesso e ha rivelato le modifiche che la Casa Bianca aveva apportato alle valutazioni relative al clima nazionale. Membro impegnato nel Programma scientifico per i cambiamenti climatici, egli ha lavorato anche al servizio dell’amministrazione Clinton e poté notare le contraddizioni tra i due. “È vero che ciascuna amministrazione ha la sua politica e c’è una tendenza comune a gettare ombra sulle comunicazioni,” sostiene Piltz. “Ma in questo caso la differenza consiste nel fatto che l’ufficio scientifico della Casa Bianca delle precedenti amministrazioni non era in guerra con la principale comunità scientifica.”

Il rapporto aggiunge ulteriori dettagli.

Sostiene, ad esempio, che mentre le modifiche alle testimonianze del Dr. Julie Gerberding, direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, furono ampiamente riportate, è meno noto che anche altri interventi al congresso di Thomas Karl, direttore del Centro dei dati climatici nazionali, furono notevolmente modificati.

Al Dr. Karl, continua il rapporto, “non fu permesso di commentare nella sua testimonianza scritta che che o che <è probabile che (e con una probabilità superiore al 95%) gli esseri umani siano largamente responsabili della maggior parte dei cambiamenti osservati nel clima.> “Anziché affermare che il surriscaldamento globale “sta giocando” un ruolo nella crescente intensità dell’uragano, il suo commento diventò semplicemente “potrebbe giocare” un ruolo.

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