Quest’anno con mio marito, dopo il “nutriente” work shop con Umberto di Grazia a Capranica e in escursione a Barbarano Romano dell’8 e 9 agosto, abbiamo trascorso alcuni giorni di vacanza nel Parco Nazionale, in val Comino, nel Lazio e abbiamo esplorato un po’ questo antico e magnifico territorio.
Il mattino del 12 agosto arriviamo nel territorio di Terelle, attirati dall’idea di camminare nel castagneto e nella faggeta secolari, addirittura risalenti all’anno mille, vanto del piccolo ed antico paese (come recita la guida).
Lasciamo l’auto nei pressi del piccolo cimitero, dopo aver chiesto indicazioni, ma già lungo la strada avevamo ammirato lo splendido castagneto del monte Caira, che appartiene a Terelle.
Cominciamo la rituale lenta camminata, prima insieme con Egidio, poi ognuno segue il suo istinto esplorativo, pur tenendoci di vista.
Cerchiamo di sentire questo luogo, il castagneto e naturalmente fotografiamo. Entrambi siamo attirati da un grande albero, cercavamo quello così antico da avere 12 metri di circonferenza. Ci avviciniamo al gigante verde che ci ha attirato, non è quello dei 12 metri, ma è molto, molto grande e quindi antico. Ci accostiamo con attenzione e rispetto, ma fra le sue enormi radici coperte dal muschio troviamo bicchieri di plastica, posate, nei suoi incavi naturali qualcuno ha spinto a forza una bottiglia di birra vuota. E’ una brutta sensazione, qualcosa in me sente “lo hanno stuprato”. Egidio si spinge nell’incavo interno del gigante e vi trova ancora bottiglie di birra e lattine di coca e posate e piatti di plastica. Ma l’orrore non è finito, dall’interno dell’incavo è stato acceso un fuoco che ha incendiato e annerito parte dell’albero, eppure il gigante è ancora vivo!
Man mano che procediamo nella nostra esplorazione ci sentiamo sempre più tristi e pesanti. Mi fermo un po’ a sentire il gigante verde, lo sento ferito, stuprato, dolorante quasi. Continuiamo a camminare nel “millenario castagneto, vanto di Terelle” e tutt’intorno lo sguardo continua a posarsi su buste di plastica dimenticate qua davanti, lattine buttate là in fondo, bicchieri e posate abbandonati appena accanto a dove sto poggiando il piede, fra i ricci delle castagne e le foglie secche.
Infine incontriamo il filo spinato ed il classico cartello che indica la proprietà privata, mestamente risaliamo, per ritornare all’auto, siamo delusi e arrabbiati..ci sembra di vivere sempre lo stesso incubo: incuria, degrado, totale inconsapevolezza..Prima di lasciare il castagneto, propongo ad Egidio di salutare il gigante verde ed è mentre torniamo verso il nostro povero ed indifeso amico, che condivido con il mio compagno la sensazione di pesantezza, quasi di dolore che percepisco e d’improvviso sento, so che in quel castagneto sono state perpetrate delle terribili azioni di violenza, continuo ad avere la sensazione di stupro, di un stupro di gruppo. Egidio dal canto suo avverte che nel castagneto sono stati officiati riti satanici, con violenze forti e di gruppo.
Ci fermiamo ai piedi del gigante verde ferito. Sento il bisogno di stargli accanto, fargli compagnia, vorrei condividere con lui quel peso che sta portando perché lui ha assistito a tutto, lui ha visto tutto, lui sa cosa è veramente accaduto in quel castagneto. Ma intanto lui stesso è stato stuprato, ferito, oltraggiato dalla violenza umana.
Mi fermo a sentire, poi ad alta voce intono per alcune volte il Gayatri mantra, il mantra della Luce dalla madre India, quindi recito, sempre ad alta voce il Padre Nostro, mi piacerebbe saperlo recitare nell’antico aramaico, dai suoni profondi e gutturali, so che arriverebbe di sicuro al mio amico verde. Il mio pensiero vola ad Umberto, lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe come fare, per aiutare questo luogo ed il mio amico, il gigante verde.
La cappa di violenza è molto, molto forte, so da dentro, che le azioni violente sono state reiterate. Mentre andiamo via con un senso di aver alleggerito qualcosa, seppure di poco, ci accorgiamo uscendone con l’auto che è un’unica bolla quella in cui eravamo. Qualcosa allo stomaco si rilassa, la pesantezza si attenua, condividiamo con sollievo le comuni sensazioni e mi accontento del poco che posso aver offerto a questo luogo, come una piccola riparazione a quella immane ferita che c’è dentro gli umani e nella natura. Ora so come gli umani possono cambiare o determinare l’energia dei luoghi.
Il gigante verde è ferito, tutto quel territorio è stato stuprato, oltraggiato e se anche le memorie che crediamo di aver percepito fossero solo suggestioni, resta comunque il senso insopportabile di peso che gli esseri umani imprimono sulla Terra nella loro folle inconsapevolezza di essere parte del Tutto. Conosco già questo dolore e continuerò a sentirlo ogni volta, perché io sono il gigante verde ed il castagneto, io sono colui che massacra e colui che è massacrato. Io sono la mano che ha infilato la bottiglia nell’albero e sono l’albero. Io SONO UNO CON TUTTO E NEL TUTTO, ed anche la mia parte logica comincia ad annusare vagamente attraverso nuovi epistemi scientifici, l’emergere del nuovo paradigma. Ed allora forse come dice una scrittrice americana, di cui non ricordo il nome :”..ci sarà una nuova terra in cui vi saranno solo due peccati: sporcare la terra e attentare alla gioia di vivere”
Nei giorni seguenti, appena tornata a casa a Napoli, ho cercato via internet, la verifica di eventuali fatti violenti soprattutto stupri e riti satanici a Terelle. Di recente non ho trovato nulla e devo dire che non sono neanche molto brava in queste ricerche, ma qualcosa mi è balzato incontro, qualcosa di molto evidente : nel 1943-44 il monte Caira e Terelle, come altri paesi del circondario, sono stati teatro delle atroci violenze perpetrate ai danni della popolazione civile, in particolare donne e ragazzi, da parte delle truppe alleate, algerine e marocchine del generale Juin.
Durante i lunghi mesi in cui gli alleati dovevano sfondare la linea Gustav, in Ciociaria, come spesso è accaduto nella storia dell’umanità, la povera gente ha pagato un prezzo altissimo per la vittoria delle truppe alleate. Infatti secondo fonti storiche, il generale Juin diede carta bianca alle truppe nord africane nei confronti della popolazione come “premio” del loro sacrificio, che era stato enorme. Fu quindi nel colpevole silenzio degli alleati che si consumarono violenze inenarrabili, spesso sessuali e non solo, ai danni soprattutto di donne, ragazzi e civili inermi.
Naturalmente già sapevo gran parte di queste informazioni, quel territorio, a partire dalla visione del film “La ciociara” in gioventù, mi è stato sempre particolarmente caro, ma non avevo collegato gli stupri e le violenze di quegli anni al castagneto di Terelle. Credo che ciò che abbiamo sentito fosse risalente a quei tempi, in onestà credo che ci siano stati altri atti di violenza più recenti, ma non ho la verifica seppur relativamente empirica a riguardo, mentre di certo ho potuto verificare, come altri potranno, che atti di violenza e stupri sono stati perpetrati per mesi in quei luoghi e di questo vi è traccia ancora oggi.
Rosanna Camerlingo vive a Napoli ed è laureata in sociologia e psicologia, regolarmente iscritta
all’albo psicologi Regione Campania.
Dal 1983 si interessa di crescita personale e professionale nell’ambito dell’approccio olistico.
Esperta di linguaggio e tecniche psicocorporee. Operatrice delle Tecniche dell’Unione e del Risveglio
di Umberto Di Grazia. Didatta Counselor. Trainer certificata del Focusing Institute di New York, tiene gruppi ed incontri individuali e collabora con l’Istituto di psicologia e psicoterapia relazionale e familiare
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