SchwartzReport del 24.03.2008
Traduzione a cura di Daniela Rita Mazzella
Tom PAULSON, Reporter – Seattle Post-Intelligencer
La nostra salute prospera nella misura in cui i microrganismi prosperano nel suolo.
Il pianeta sta perdendo il suo strato superficiale.
Mentre molti sono preoccupati per le possibili conseguenze del surriscaldamento atmosferico, alcuni esperti stanno cercando di attirare l’attenzione su un’altra crisi globale che sta consumando silenziosamente sotto i nostri piedi.
Il pianeta è coperto mediamente da poco più di 3 piedi di terreno superficiale, ricco delle sostanze nutritive che si trovano nella maggior parte dei nostri alimenti e che sembrano avere un ruolo fondamentale per la nostra vita sulla terra.
David Montgomery, geologo dell’Università di Washington, afferma che ogni giorno grandi quantità di questo strato vanno perse. Secondo le stime generali, ogni anno si perde circa l’1% di questo strato, perlopiù a causa dell’agricoltura.
Montgomery è autore di un famoso libro, “Dirt”, nel quale cerca di attirare l’attenzione pubblica su quello che potrebbe essere una catastrofe ambientale. In quanto geomorfologista che studia il modo in cui si formano i paesaggi, Montgomery sostiene che le moderne tecniche agricole rappresentano una minaccia per la superficie del terreno che non avrà più possibilità di riformarsi.
“È evidente che stiamo consumando il suolo a una velocità di molto superiore rispetto a quanto esso possa riformarsi”, ha affermato John Reganold, scienziato esperto del suolo dell’università dello stato di Washington. Non è facile attirare l’attenzione delle persone su questo problema, perché molti considerano il suolo qualcosa di gratuito”.
Il Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme di degrado generale del suolo, specialmente nell’Africa sub-sahariana, dove la diminuzione di suolo coltivabile ha contribuito all’aumento del numero di persone malnutrite.
La superficie sana del terreno rappresenta una matrice biologica, un complesso sistema nel quale si trova una grande varietà di organismi utili il cui tratto digerente trasforma i granelli sottili di roccia sterile e i detriti in escrementi fertili.
Lo strato superficiale vivente del terreno non può rigenerarsi durante la notte, ha sottolineato Montgomery, perché cresce molto lentamente.
“Potremmo dire che è piuttosto evidente che si sta esaurendo la sporcizia”, ha detto Montgomery.
Ron Myhrum, scienziato del Ministero dell’Agricoltura di Spokane, negli USA, concorda sul fatto che perdita di suolo rappresenta un problema enorme. Egli, però, ha aggiunto che i tassi di erosione nella regione nord-occidentale sono migliorati recentemente grazie a pratiche di lavoro agricolo maggiormente volte alla conservazione del terreno.
“Non abbiamo quel tipo di tempeste di polvere a cui qui eravamo abituati”, ha affermato Myhrum. Egli sostiene che la cosa più allarmante dell’erosione è la conversione del terreno coltivato per uso urbano”.
Judy Herring, direttore del programma di mantenimento delle campagne di King County, sostiene che dagli anni ’60 la contea ha perso il 60% del suo terreno coltivato. Nel 1979 gli elettori approvarono un programma basato sul riacquisto del terreno con lo scopo di proteggerlo.
Esperti come Montgomery, Reganold e altri sostengono che la perdita di terreno è una crisi radicata prevalentemente nell’agricoltura.
“I tassi di erosione sono migliorati qui, ma ciò non significa che siano positivi”, fa affermato Reganold. È evidente che il terreno si consuma molto più rapidamente di quanto possa rigenerarsi.
Secondo Reganold, le tecniche agricole no-till (conosciute anche con il nome di lavorazione conservativa, non lavorazione o lavorazione zero, consistono in tecniche di coltivazione che di anno in anno non perturbano il suolo coltivandolo, ad es., con attrezzi trainati da trattore) potrebbero fare molto per ridurre l’erosione a cui è soggetto lo strato superficiale del terreno, ma ci sono naturalmente anche degli svantaggi. Passare al lavoro agricolo no-till richiede pesanti investimenti e la necessità di apprendere nuove tecniche.
Anche i metodi organici di lavoro agricolo possono ridurre la perdita di suolo, ha affermato Reganold, citando la propria ricerca, che ha mostrato come l’utilizzo di metodi organici rispetto a quelli tradizionali determini un aumento considerevole nella salute del suolo, nella conservazione dell’acqua e nella ricrescita.
Aeschliman, contadino della regione di Palouse, fondatore insieme ad altri contadini di un’Associazione regionale per la promozione del lavoro agricolo no-till, esprime la propria soddisfazione per la diffusione di questo tipo di lavoro.