Quale risposta alle domande che assillano l’uomo?

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I tre autori in un momento della presentazione nella Sala Regia del Palazzo dei Priori.

Viterbo – Tre amici. Tre viaggiatori della vita che, da sempre, indagano e sondano l’arcano dei sentieri umani con gli strumenti della loro professionalità e delle loro sensibilità. Si sono presentati così, sabato scorso, nella superba cornice comunale della sala regia: Stanislao Nievo, scrittore per vocazione genetica, nato dal ceppo del grande italiano Ippolito, Mario Bruschi, scienziato e Umberto Di Grazia, sensitivo conterraneo, oggi di fama mondiale.

TreAnimePres2Un soldalizio forte, nato come spesso accade quasi per caso, nella casa di una pittrice di via Margutta. Prima Umberto e Stanislao, poi Mario. Il cerchio si chiude. Il viaggio stimolante ha inizio, il quesitoè antico come è antico il mondo, comincia nella notte dei tempi. Chi ha regolato tutte le cose con tanta armonia? Da dove veniamo, dove andiamo? Tre anime, tre livelli di conoscenza dispiegati, tre strade di investigazione per trovare la chiave di lettura dell’eterno mistero del mondo, in questo straordinario passaggio di millennio, che impone a tutti noi una pausa di riflessione, un’uscita dal tempo cronologico, per ripensare l’evoluzione umana. La verità del fisico Mario Bruschi che ripercorre le tappe della scienza, la rivoluzione della relatività, i successi della meccanica quantistica, le conquiste della tecnica. Ma “la scienza è la terra delle verità provvisorie – conclude – quante altre porte dovremo aprire ancora? Non è dato saperlo; i dati sono insufficienti.” Stanislao Nievo ripropone il mito intramontabile dell’uomo-Ulisse. Se sapessimo tutto non avrebbe più senso il viaggiare.

La ragione vera di vivere è scavare nei sentieri umani, provare ad aprire quella porta che non si è ancora dischiusa. “più si conosce e più si va verso il mistero, se fossimo sapienti saremmo immobili”. Tocca a Umberto Di Grazia, che ritrova forti le sue radici viterbesi, che ha voluto presentare qui questo libro, lanciare al numeroso pubblico, presente in sala, gli interrogativi più pregnanti. Lui che, nel suo viaggio, ha attraversato e sondato il mondo, dalle foreste del Mindanao all’India, ad Ustica per ridare corpo a quelle “frequenze intrappolate nella terra, negli alberi”, per uscire fuori dalla dimensione di un tempo codificato in passato, presente e futuro. Lui che ha, fin da bambino, avvertito la presenza di altri mondi che aspettano solo un segnale per continuare a vivere fuori e dentro di noi. Umberto Di Grazia, figlio di questa terra che come “uno scrigno racchiude un’eredità genetica di emozioni ed eventi che dobbiamo tornare a risvegliare”.

Quasi una rivoluzione che comincia dalle coscienze. Un libro da leggere, da tenere sul comodino per provare a staccarsi dal contingente e riattingere all’universale, di cui siamo parte. “Tre Anime”, Editore Armando, è stata presentata a Palazzo dei Priori.

Rita De Luca

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Articolo pubblicato il 22 maggio 2001 sul “Corriere di Viterbo”, cliccando sopra l’immagine è possibile vederla in dettaglio

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