Articolo di Umberto Di Grazia
Per molti presunti ricercatori:
Il lavoro scientifico, i risultati di anni, gli sforzi totali di persone oneste, non bastano e l’evidenza non è necessaria ma è sufficiente dimostrare la mera possibilità di frode per permettere di smentire qualsiasi esperimento e senza scendere in campo.
Questo approccio, ideato dallo psicologo inglese C.E.M. Hansel, è il più usato da anni in Italia, vive indisturbato, viene applicato in vari settori e gode di piena salute… anzi prolifera.. indipendentemente dal clima pre-elettorale o meno.
Nel settore della parapsicologia e della ricerca psichica naturalmente, visto il livello d’informazione e di cultura del settore , ha contribuito a fare soltanto caos e spingere, pur non volendo, le persone incerte verso maghi imbroglioni o ancora peggio.
Critiche smentite dai fatti, mala fede dei critici a tutto campo smascherate.., non sono servite a molto e neanche la sana posizione di uno tra i più critici psicologi e ricercatori sui fenomeni psichici, il dott. Ray Hyman che, insieme a molti altri e criticando l’operato di Hansel, disse (su Skeptical Inquirer 1981,5(3) pag. 36 40): ” ….l’approccio di Hansel alla ricerca delle frodi non è né scientifico né utile”.
(fare riferimento al brano “La scienza contestata” di Broughton sulla Parapsicologia..)
Pensiamo ora, e lo vediamo da sempre, all’effetto che si produce intorno a chi, avendo vissuto un fenomeno anomalo cerca di comunicarlo all’esterno per trovare una strada, un capire..!
Quanti di noi preferiscono tenersi l’esperienza dentro per paura di essere giudicati folli dal razzismo ignorante dominante?
Quanti si rifugiano nei dogmi e si sottomettono a “false spiegazioni” pur sentendo che un qualcosa “non funziona, ”che non ha nulla a che vedere e neanche simile alla loro esperienza diversa?
Nessuna meraviglia, quindi, di vedere sorrisi ignoranti ed occhi staccati dal cervello quando si parla di “più reali potenzialità della Mente e dei suoi possibili meccanismi” e detti da chi sperimenta sulla propria pelle e cerca con forza di capire e conoscere e si sacrifica (rende sacro il suo tempo) per avere dati e notizie certe!
Molti non sanno o, ancora peggio, fanno finta di non sapere che “vediamo solo quello che il cervello crede possibile, che uniamo tutto in schemi in stretta dipendenza dei nostri condizionamenti”.
In un film che, da anni, fa discutere e riflettere in positivo per il conoscere-capire ed attira moltissimi spettatori, si parla anche di questo, il suo titolo è:
“What the Bleep Do We Know ?” di Will Arntz.
Il lavoro ha dimostrato, una volta di più, che esiste una sana volontà di conoscere da parte delle persone, le stesse che hanno, anche, capito i giochi stupidi del dire per chiudere ed alimentare dipendenze da un dogma o un qualcosa da comprare.
Nel film scientifico sono intervenuti molti ricercatori delle più prestigiose università e centri di “Vera Ricerca” ed in sintesi, oltre a molti elementi spiegati onestamente, ne sottolineo solo alcuni, tra i quali:
– Siamo noi stessi che creiamo continuamente la realtà.
– Il nostro cervello ha funzioni molto superiori a quello che noi riconosciamo come reali e trasformiamo in visibili.
– Percepiamo soltanto quello che possiamo concepire.
(per maggiori informazioni consultare il testo di Lyall Watson “SuperNatura”, ed. Rizzoli da pagina 216 alla pagina 222 il capitolo sull’Allucinazione..).
– Il cervello non riconosce veramente ciò che è dentro e ciò che è fuori.
(per un riferimento consultare l’articolo “per il cervello l’ombra è parte del corpo” che racchiude i risultati degli studi dell’università di Trento e della Royal Holloway University)
La ricercatrice Candace Pert, phD, conosciuta per i suoi studi in vari settori, tra i quali i Peptiti, ed autrice di testi importanti , come ad esempio:
“Molecules of Emotion” e “Your Body is Your Subconscious Mind”,
si è ultimamente attirata la “non gioia degli integralisti legati alle grandi fornitrici di farmaci”indagando, dalla sua posizione che le permette di poter dire con esperienza sul campo ed onestamente, come ha dimostrato in anni di ricerca di essere, sulla relazione tra: “Mente e corpo
(vedi nei links del nostro sito anche gli studi del premio nobel per la fisica Brian Josephson sull’integrazione Mente-Materia..)”
“La relazione tra ricerca e potere e tra scienza e finanza”.
La nostra amica ricercatrice ,quindi, nel film sopraccitato, ha esposto all’inizio, un dato, conosciuto da molti e mal digerito .
Si tratta del famoso episodio capitato a Cristoforo Colombo, e non solo a lui tra i primi naviganti in terre non conosciute ufficialmente da noi occidentali, al contatto con gli abitanti delle isole Caraibiche.
E’ una storia certa e molto documentata da parte dei diretti protagonisti , eccola riassunta:
“….gli indigeni non avevano mai visto le navi e non ne avevano nessuna conoscenza nel loro cervello di cosa fossero.
Il capo religioso osservò “le onde spezzate” e si domandò cosa fosse a causare questo fenomeno; dopo giorni d’osservazione “prese coscienza dei velieri” e lo disse agli altri, i quali, fidandosi di lui, incominciarono a vedere, a mano a mano.., anche loro le navi di Colombo”.
Deduzioni e cose da dire? Infinite ed in modo particolare oggi con “i saggi con nido d’avvoltoio al posto della coscienza” che vogliono convincerci a non sapere, a credere che tutto è a posto e giusto ovunque” nell’ambiente, nelle cure, nel cibo, nelle guerre per pace, nel petrolio nel dare la vita al NULLA.
Ma cosa ci può aiutare..?
Avere e dare informazioni e difenderle, senza timore, avendo rispetto di se stessi ed il prossimo, anche lontano.
Ora, non potete neanche immaginare le reali reazioni degli integralisti alla notizia, una tra tante.., che: ”..La gente afflitta dalla sindrome di Charles Bonnet (vedi Schwartzreport del 20 gennaio 2004 ..titolo “ benvenuti in una nuova realtà”..) non soffrono, come si credeva, di allucinazioni vedendo: ”…Esseri piccoli con grandi cappelli o omini di due pollici intorno a loro…”, ma che sono “perfettamente sani” ed hanno, secondo le ultime ricerche della University del Wisconsin, brandelli d’informazioni da una “realtà parallela” e, di conseguenza, la “sindrome di Bonnet” è stata definita un portale che apre questo tipo di dati…..”.
Speriamo che si aprano, sempre di più dei “portali” in noi e fuori di noi.., ma questo dipende anche dal nostro coraggio di dire e di fare, stretti e confusi in un sistema materialistico e riduzionista, rivolto ad alimentare e finanziare solo se stesso.