Anche se le nuove generazioni sono ormai abituate ad un mondo (elettronico) di transistors e circuiti integrati, alcuni ricorderanno ancora le vecchie “valvole”, i tubi a vuoto somiglianti a lampadine che facevano funzionare le vecchie radio e TV…

La tecnologia dei tubi a vuoto era alla base dell’elettronica fino agli anni ’60, ma fu soppiantata dai MOS (metal – oxide – semiconductors) perchè questi occupavano di gran lunga meno spazio, consumavano di meno e soprattutto potevano essere “integrati” nei chips (miliardi di componenti in poco spazio).

Tuttavia tre ricercatori dell’Università di Cambridge, Alexander Driskill – Smith, David Hasko e Haroon Ahmed (agd100@cus.cam.ac.uk, 011-44-1223-337556) sono recentemente riusciti a costruire dei nano-triodi a vuoto e si pensa che presto si riuscirà ad assemblare un miliardo di queste micro-valvole in un centimetro quadrato…una densità di componenti paragonabile a quella raggiunta dalla tecnologia attuale MOS.

Si tornerà quindi alle valvole? Forse, almeno in alcuni settori di nicchia. Infatti questa tecnologia offre alcuni notevoli vantaggi: le micro-valvole sono resistenti alle radiazioni, operano bene anche a (relativamente) basse ed alte temperature e inoltre per la loro struttura permettono una integrazione anche spaziale (i chip attuali sono forzatamente piani). Per contro hanno bisogno di un voltaggio relativamente “alto” (circa 10 volt) e non si conoscono ancora i loro limiti di durata operativa.

Fonte:

Applied Physics Letters, 1 November 1999.

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