POLLY CURTIS, Education Editor – The Guardian (U.K.)
SchwartzReport del 28-09-2007

Traduzione a cura di Daniela Rita Mazzella

L’odierno rapporto della Cambridge University, Community Soundings, sostiene che i test nazionali procurano stress alla maggior parte dei bambini e alcuni genitori di classe media pagano per un sistema educativo “parallelo” rivolgendosi a insegnanti privati che aiutino i loro figli a superare gli esami prima degli 11 anni.

Alcuni ragazzi sostengono che i test “incutono timore” e li rendono nervosi.

“Queste sensazioni alimentano la sensazione che occorrono cambiamenti importanti nella scuola primaria,” sostiene Robin Alexander, ricercatore del Wolfson College di Cambridge e precedente professore di pedagogia a Leeds e Warwick. La ricerca odierna è destinata ad avere profonda influenza sulla politica educativa.

Come lui sostiene, “la sorpresa consiste nel fatto che nonostante gli sforzi fatti per raccogliere un gran numero di opinioni dentro e fuori le scuole, si è registrato un largo consenso sui grandi problemi.”

Molti adulti hanno messo in discussione l’influenza dei media sui bambini e le pressioni esercitate dal consumismo mentre molti hanno sottolineato la frattura che c’è nelle famiglie e nella società.

Il rapporto sostiene che “le risposte mostrano un’ansia crescente riguardo all’attuale educazione e ai contesti sociali, ma anche un profondo pessimismo nei confronti del mondo in cui crescono oggi i bambini”.

I ragazzi temono il mondo che sta aldilà dei cancelli della scuola: quelli delle zone urbane sono particolarmente preoccupati di reati violenti sebbene i loro genitori siano più preoccupati dagli incidenti che possono verificarsi a causa del traffico.

I ricercatori hanno scoperto che i ragazzi che cercano di affrontare i problemi che li preoccupano, sono più felici.

“Laddove la scuola ha cominciato a renderli partecipi delle realtà locali e globali come gli aspetti della loro educazione, essi sono molto più ottimisti. In molte scuole i bambini sono stati coinvolti in progetti ambientali e la sensazione che sembra fare la differenza,” scrivono.

I responsabili scolastici hanno riferito ai ricercatori che alcuni genitori non sono sembrati abbastanza coinvolti, mentre altri sono stati troppo “intraprendenti”. Il Consiglio generale inglese degli insegnanti si oppone ai test nazionali per bambini di 7, 11 e 14 anni. Il Galles si è tirato indietro. I ministri inglesi sono categorici sul fatto che le cose resteranno così.

Il prof Alexander sostiene “dopo aver sentito come stanno le cose, sarebbe assurdo non fare qualcosa”.

Ma aggiunge, “nonostante ci sia una forte preoccupazione non bisogna abbandonarsi a nostalgie per l’infanzia, perché è sempre stata una fase sottoposta a stress in un modo o nell’altro. Ogni generazione vive i suoi incubi e i suoi problemi.”

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