“E’ uscito, per la casa editrice “Winkin deWorde” il libro Romanzo di Linda Lappin ambientato nella terra etrusca degli anni “20”.
Il racconto nasce dell’estrema sensibilità dell’autrice e dai suoi studi “verso il conoscere e la coscienza” a contatto con la realtà ed il mistero della terra che ha visto la civiltà dei Rasena.
“Il libro, dedicato al proprio marito, ha all’inizio un ringraziamento verso Umberto Di Grazia per le indicazioni sullo
studio degli etruschi e di alcuni luoghi della Tuscia e per tutti i suoi suggerimenti collegati alla ricerca interiore, e alla tradizione della spada in Tuscia”.
Il testo sarà presentato il 12 ottobre 2004 alle ore 17,00 presso il Palazzo Doria Pamphilj, San Martino al Cimino (VT), ed è per ora, solo in lingua inglese.
codice ISBN: 1-904893-007
il libro è acquistabile sul sito
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su Linda Lappin
Un breve estratto in italiano
The Etruscan a Novel di Linda Lappin
Alcuni anni fa, mentre ero alla ricerca di siti sacri e “luoghi di potere” in Italia, Umberto di Grazia mi suggerì di esplorare le tombe rupestri vicino Viterbo, Barbarano Romano, Norchia ed altre. Nella solitudine della campagna scoprii un mondo misterioso di rovine ricoperte da rampicanti ed edera, scarsamente frequentato da turisti. Poco dopo, presi in affitto un casolare appena al di fuori della cinta muraria di Vitorchiano. La casa, con il suo mascherone in pietra ed i suoi camini, aveva un’atmosfera davvero speciale. Lo spirito di questo luogo agì sulla mia immaginazione e presto incominciai a scrivere “The Etruscan”.
La fotografa Harriet Sackett giunge in Tuscia nel 1922 alla ricerca di siti etruschi per conto della società Teosofica. In Italia si ammala gravemente. Quando i suoi cugini arrivano da Londra per riportarla a casa, scoprono il suo diario nel quale la protagonista racconta la sua ossessiva storia di amore con un misterioso conte di Vitorchiano, Federgo Del Re.
Ogni tentativo per rintracciare questo uomo risulta vano. I cugini di Harriet desumono che quel surreale diario sia una creazione, un’invenzione o frutto di uno stato allucinato, in quanto, secondo il testo, il conte sarebbe uno spirito etrusco immortale.
I primi anni del ventesimo secolo furono anni d’oro per l’occultismo; le esplorazioni in Tuscia di Harriet sono in perfetta sintonia con lo spirito dell’epoca. In quegli stessi anni Isabelle Eberhart girò vagabonda nel deserto assieme ai Sufi ed Alexandra David Neel si ritirò con un Lama in una grotta del Tibet. In tutta Europa, gli Etruschi erano di gran moda nei circoli occultistici. Molti medium ed altri personaggi dell’epoca pretendevano di essere la reincarnazione di spiriti etruschi o almeno di essere in contatto con loro. Dopo aver scritto il mio romanzo, ho appreso che una figura, per alcuni versi simile a Federigo Del Re, è esistita veramente a Viterbo negli anni trenta… Una coincidenza piuttosto curiosa.
L’enigmatico personaggio di Federigo Del Re, comunque, non si basa su una figura reale, egli è piuttosto una forza della natura, uno spirito dei boschi. I suoi occhi sono verdi come le folte foreste dei Monti Cimini, la sua marcata fisionomia ed il fisico robusto richiamano quelli di un cinghiale e di fatto, egli è un cinghiale sotto spoglie umane. La principale fonte di ispirazione di questo personaggio è il mondo della fiaba, il racconto“ Il Cinghiale Incantato”, nel quale una principessa sposa un cinghiale che diventa uomo di notte e ritorna bestia di mattina.
Per renderlo umano,la principessa deve superare numerose prove. Da un punto di vista junghiano, possiamo dire che Federigo Del Re sia l’animus di Harriet ovvero il suo lato maschile.
Uomini e donne reagiscono in maniera diversa alla lettura del romanzo. Molti uomini tendono ad interpretare la storia letteralmente e considerano Federigo del Re, un don Giovanni egoista, un impostore che seduce ed abbandona Harriet. Le donne, invece, interpretano la storia simbolicamente e riconoscono la natura nobile e atemporale del conte, la sua essenza sprirituale, non umana. Federigo Del Re, non può essere confinato al mondo dicotomico del bene e del male. Harriet, pur soffrendo quando Federigo sparisce dalla sua vita, ha avuto, in ogni modo, la possibilità di avvicinarsi a quella fonte di energia vitale che giace oltre il mondo delle apparenze. Il vero villano in “the Etruscan” non è il conte, bensì il cugino di Harriet il cui atteggiamento ipocrita e repressivo verso l’universo femminile, è la vera causa della malattia della protagonista.
Per concludere Harriet e Federigo rappresentano due livelli dell’esperienza , l’uno contingente e fisico, l’altro atemporale, pur fortemente attratti l’uno verso l’altro, questi due livelli non possono congiungersi in vita.