Un uomo recupera quasi completamente la vista grazie al gene di un’alga e alla tecnologia innovativa

26 maggio 2021

Traduzione a cura della Redazione IRC – Marisa Menna

alga vistaUn successo per l’optogenetica e che da speranza alle tante persone che soffrono di patologie degenerative dell’occhio in particolare della retina. Un uomo cieco di 58 anni che poteva percepire solo una debole quantità di luce ora può percepire forme sfocate grazie alla terapia genica e a un paio di occhiali appositamente progettati.

Questa tecnologia innovativa consiste nell’introdurre uno specifico gene che codifica una proteina fotosensibile, i neuroni che hanno incorporato questo gene trasporteranno questa proteina. Secondo un nuovo rapporto pubblicato lunedì 24 maggio 2021 sulla rivista Nature Medicine all’età di 18 gli era stata diagnosticata una retinite pigmentosa.

Secondo il National Eye Institute (NEI) le persone che soffrono di retinite pigmentosa hanno dei geni difettosi che causano la rottura delle cellule sensibili alla luce nella retina.

Questi geni di solito producono proteine anormali che non funzionano correttamente o producono sostanze che danneggiano direttamente il tessuto retinico. Secondo il NEI questa malattia colpisce circa 1 persona su 4.000 in tutto il mondo e purtroppo può portare alla cecità completa come è accaduto al protagonista della ricerca.

I ricercatori, nel tentativo di curare la perdita della vista dell’uomo, hanno inserito dei geni che codificano una proteina sensibile alla luce in un virus modificato, successivamente hanno iniettato quei vettori virali geneticamente modificati in uno dei suoi occhi.
Secondo quanto riportato da MIT Technology Review la proteina ChrimsonR è una versione ingegnerizzata di una proteina sensibile alla luce presente nelle alghe unicellulari e che consente all’organismo unicellulare di rilevare la luce solare e spostarsi verso di essa. Iniettando questi geni nella retina l’obiettivo del team era quello di rendere queste cellule sensibili alla luce.

Sono poi entrati in gioco gli occhiali speciali che raccolgono i cambiamenti di intensità della luce dall’ambiente e quindi traducono il segnale proiettandolo direttamente sulla retina del paziente, con l’obiettivo di attivare ChrimsonR. Sono passati dei mesi prima che una quantità significativa di ChrimsonR si accumulasse nell’occhio dell’uomo e iniziasse ad alterare la sua visione.

Mentre indossava questi occhiali il paziente ha percepito localizzato e toccato diversi oggetti utilizzando l’occhio trattato e ha anche riferito di essere in grado di vedere le linee bianche dipinte su un passaggio pedonale. Il Dr. José-Alain Sahel, oculista e scienziato presso l’Università di Pittsburgh e Institute of Vision in Parigi, ha coordinato la ricerca e ha riferito che il paziente, dopo l’iniezione e aver indossato gli occhiali, ha iniziato a segnalare miglioramenti nella vista dopo circa 7 mesi.

Il Dr. Botond Roska, direttore fondatore dell’Istituto di oftalmologia molecolare e clinica dell’Università di Basilea, ha riferito che la vista dell’uomo rimane ancora abbastanza limitata ma i risultati ottenuti finora dimostrano che è possibile utilizzare la terapia optogenetica per ripristinare parzialmente la vista.

fonte: Livescience

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